Messaggi e commenti per Paolo Mieli - pagina 39

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Frasi di Paolo Mieli

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Biografieonline non ha contatti diretti con Paolo Mieli. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Paolo Mieli.

Giovedì 26 marzo 2020 14:40:34

Salve, seguo giornalmente e con molta soddisfazione, le puntate sulla storia di Paolo Mieli. Un invito al coetaneo Paolo, ai tempi del Corinavirus, a fare una serie di puntate sulle epidemie nella storia, a partire dagli antichi romani fino ai ns giorni (vedi Ebola).
Grazie mille e saluti.
Un lettore romano.
Enzo
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Giovedì 26 marzo 2020 11:33:16

Essendo un interlocutore di basso profilo e scarsissimo interesse professionale, sono consapevole che con ogni probabilità questa mia non supererà mai l’inevitabile filtro del suo staff. Mi sento comunque di rivolgerle il mio attestato di sincera stima e gratitudine, insieme alle (superflue?) raccomandazioni relative all’adozione di tutte le buone pratiche per mantenersi un buona salute in questo terribile periodo, quasi mi rivolgessi ad un parente stretto o ad un carissimo amico.
Mi presento: Lidia Mansani, toscana, 62 anni. Insegnante di Inglese in pensione da qualche mese. Non ho resistito all’attrazione della Quota 100, dovendo gestire una madre inferma da dieci anni - ha finito di soffrire lo scorso agosto -, se pur dispiaciuta di lasciare i miei “ragazzi/e difficili” (ultimi dodici anni in servizio in un Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato). Difficili, ma spontanei, sanguigni, ma generosi, sgarbati, ma di animo nobile, bisognosi di tutto, ma capaci di dare tanto …
Ho trasmesso, spesso con successo, il mio profondo interesse per i suoi programmi televisivi ai miei studenti, specialmente quelli del triennio superiore.
Ma non solo per quei programmi le sono grata. Le rivolgo la mia riconoscenza e ringraziamento per la lucidità dei suoi articoli di stampa e anche per il garbo con cui esprime il suo fermo, rigoroso biasimo verso singoli o categorie alle quali va la sua (e la mia) implacabile disapprovazione. Anche oggi 26/03/2020.
L’ho incrociata lo scorso agosto: dopo cena passeggiava con sua moglie nella pineta di Castiglioncello. Con un sorriso spontaneo, ha risposto con naturale immediatezza ad un mio cenno di saluto, strappando a me e al mio compagno l’ennesimo commento positivo sulla sua istintiva affabilità.
Le auguro – e mi auguro ¬– la continuazione del suo prezioso lavoro ancora per anni e anni.
Lidia Mansani

Martedì 24 marzo 2020 16:29:51

Buongiorno dott. Paolo Mieli,

è mio desiderio da tempo mettermi in contatto con lei, so che è un tentativo arduo, per il semplice motivo che i suoi contatti sono di alto profilo, pertanto, sono consapevole della bassa probabilità di ricevere una risponda alla mia email. Importante è averci provato.

L' interesse per la storia mi ha sempre appassionato, anche se non coltivato in modo approfondito avendo dato priorità al lavoro e agli interessi economici. La mia Laurea in sociologia con indirizzo economico e del lavoro e le lezioni del Prof. Ilvo Diamanti, a suo tempo, mi avevano fatto nascere la curiosità di cercare di capire dove hanno origine gli elementi presenti nelle dinamiche sociali attuali.

La storia come risultante del presente conosciuta nel dettaglio (compreso quella minore) a mio modesto avviso, può dare risposte per fornire elementi di correzione alle anomalie delle società post-moderna.
Da un po' di tempo seguo con interesse la trasmissione da lei ideata e condotta "Passato e Presente" con la partecipazione di storici di alto livello di competenza (Prof. Barbero, Perfetti, Canali, Cardini e molti altri) in particolare, vorrei evidenziare la capacità di incuriosire e appassionare di chi li ascolta anche su argomenti di una certa complessità. Merito suo aver fatto della competenza e consapevolezza gli elementi cardine per generare interesse sulla storia. La qualità della vita è strettamente correlata con al cultura e la conoscenza delle persone che vivono su di un territorio.

In questi giorni di emergenza sanitaria da un disagio cerco di cogliere un' opportunità prendendo ad esempio, con tutti i miei limiti, lo scrittore e viaggiatore Xavier de Maistre e, più precisamente, chiedendo di approfondire con lei certe tematiche/comportamenti sociali attraverso la sua conoscenza di storico.

Solo se lei mi autorizzerà, mi permetterò di contattarla tramite lo strumento di posta elettronica.

Con l'occasione, porgo cordiali saluti.

Raineri Alfio

Martedì 24 marzo 2020 14:37:04

Egregio Dottor Mieli,

Le voglio esprimere i miei complimenti per i suoi bellissimi libri e trasmissioni.

Le scrivo per chiederLe cortesemente se fosse possibile approfondire mediante un libro oppure un documentario ciò che accade alla popolazione autoctona albanese della Grecia dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Nel nord della Grecia, al confine con l’Albania, vi è una regione chiamata Chameria (in italiano Ciamuria) che nel 1913, a seguito del Trattato di Londra è stata regalata alla Grecia pur essendo per il 95% a maggioranza albanese.

Dal 1913 sino al 1944 si sono avuti numerosi tentativi da parte di Atene nel trasferire la popolazione albanese altrove, come ad esempio il trasferimento forzato in Turchia.

A partire dal 1944 in Ciamuria vi è stata una vera e propria pulizia etnica da parte dei greci con l’incendio di numerosi villaggi e l’uccisione di migliaia di albanesi inermi.

Tutti gli albanesi mussulmani e cattolici furono trucidati, solo a pochi cristiani ortodossi fu concesso il permesso di rimanere limitando le loro libertà civili e politiche.

I massacri sono stati giustificati dai greci come una rappresaglia nei confronti di fascisti e nazisti. La Grecia, ancora oggi, dichiara di essere in guerra con l’Albania e non ha mai considerato che il conflitto fosse con l’Italia.

I pochi albanesi, tuttora presenti in quel territorio, non possono parlare la loro lingua, non possono tramandare le loro tradizioni, non possono studiare in una scuola albanese.

Tutto ciò è stato documentato da un giornalista albanese il quale con l’utilizzo di una videocamera nascosta ha intrapreso un viaggio in quei luoghi una volta albanesi.

Nel documentario si nota la paura degli albanesi a parlare la loro lingua perché sarebbero licenziati dal lavoro oppure uccisi.

Oggi sono ancora in vita i pochi superstiti di quell’esodo forzato del 1944, molti morirono di fame e di stenti lungo il confine greco - albanese o massacrati dalle truppe greche.

Nelle città di Tirana e Fier vive il maggior numero di albanesi originari della Ciamuria i quali sarebbero disposti a raccontare ciò che hanno subito in passato.

Il motivo per cui i greci hanno così tanta paura della verità sta nel fatto che molti albanesi prima di scappare dalle loro case presero gli atti che dimostrano le proprietà dei terreni, case e aziende che lasciavano in Ciamuria.

Chiunque parli in albanese o si permetta di affrontare la questione dei diritti umani in Ciamuria è etichettato come persona pericolosa per lo stato greco ed espulso senza possibilità di ritorno.

Questo è accaduto ad un giornalista albanese che entrò in Ciamuria, venne seguito per ore da agenti in borghese che lo fermarono alla frontiera sequestrandoli tutte le registrazioni e gli diedero un foglio di espulsione immediata.

Mi permetto di allegare alla presente mail alcuni link dove potrai trovare i video e le testimonianze dei sopravvissuti ed il documentario del giornalista Marin Mema di Top Channel Albania:

https://www. youtube. com/watch? v=7RTuSBaoags&t=227s

https://www. youtube. com/watch? v=Osn-kRmWtRg

https://www. youtube. com/watch? v=lxTzGz4R6r4

https://www. youtube. com/watch? v=QmF8h6VA9XA

Ciò che umilmente desidero chiederLe è se potrebbe parlare di questi fatti in un suo documentario o trasmissione e con ciò dare un po’ di libertà e serenità agli albanesi autoctoni della Ciamuria che negli ultimi settant’anni sono stati tanto maltrattati e privati dei beni più cari: la lingua, la terra, la vita.

RingraziandoLa per la cortese attenzione, Le porgo

Cordiali Saluti

Benedetto Alltari

Venerdì 20 marzo 2020 15:38:06

Chiarissimo dott Mieli, seguo sempre con attenzione il suo programma Passato e presente dal quale ho imparato molte cose. Riguardo alla puntata relativa a Gandhi io sapevo che Indira si chiamasse Gandhi perché questo era il cognome di suo marito (piuttosto comune in India) nn in onore del Mahatma. Grazie, rispettose cordialità. Daniela Miracco

Lunedì 16 marzo 2020 22:34:38

Buongiorno Dr. Mieli
Essendo pensionato ho l'opportunità di seguire quotidianamente la trasmissione "passato e presente" da Lei condotta.
Apprezzo molto il suo modo di condurla e i contenuti divulgati.
In quella odierna del 16/3/20 che verteva sui Longobardi ad un certo punto e precisamente quando il Papa sentendosi minacciato invoca l'aiuto dei Franchi, una riflessione spontanea immediata in tutta la sua chiarezza mi si è materializzata nella mente "L'Italia ha impiegato secoli per diventare una nazione a causa del papato",
I papi nel corso dei secoli ogni qualvolta sentivano il proprio potere minacciato ricorrevano ad aiuti esterni, interventi che alla fine rimescolavano le carte rompendo ogni embrione di unità che si stava formando e così via ogni volta: un'applicazione magistrale, giunta fino al secolo scorso, del famoso detto "dividi et impera".
Ringraziandola per questo spazio, mi piacerebbe conoscere la sua opinione.

Claudio Pedemonte

Venerdì 13 marzo 2020 18:22:58

Paolo Mieli è un bravo giornalista, un bravo direttore, un bravo ideatore/conduttore di programmi come Passato e Presente.
Qualcuno ha bisogno che faccia un autodafé perché come altri giovani ha avuto una deriva estremista 50 anni fa? A me basta che adesso sia dove è dopo aver cambiato rotta. Meno male!
Saluti

Venerdì 13 marzo 2020 14:06:13

Vorrei chiedere al Sig. Mieli se ha reputato molto conveniente per Lui rinnegare quelli in cui lui credeva quando militava nella sinistra extraparlamentare.. Secondo me e ‘ troppo comodo fare il voltagabbana, rende bene. Ed è per questo che io non ho alcuna stima verso di Lui.

Mercoledì 11 marzo 2020 19:26:58

Ho letto il suo articolo su Emilio Salgari e i pirati di Mompracem e vorrei segnalarle che per geografia e nomI si ispirò a un articolo sul Borneo pubblicato da Felice Giordano, compagno di studi ed amico di Quintino Sella, inviato dal governo in Asia e estremo Oriente per valutare confidenzialmente la possibilità di colonie. Al suo ritorno, dopo quattro anni, fu nominato direttore del Servizio Geologico per avviare la Carta geologica voluta da Sella. Cordialmente, giorgio v dal piaz

Sabato 7 marzo 2020 10:09:22

Buon giorno. Nell'esprimerle la mia stima per le trasmissioni di carattere storico che conduce devo ahimé segnalarle una piccola svista fatta nella trasmissione dedicata a Mohandas Karamchand Gandhi, a proposito della figlia di Nehru, Indira Priyadarshini Nehru in Ghandi. Nessuno dubita che era la "figlioccia" del famoso Mahatma, tuttavia il cognome lo prese dal marito, senza alcun legame di parentela con il Mahatma e, fra l'altro, mi pare che i cognomi fossero anche diversi, uno con l'h prima, l'altro con l'h dopo,
Saluti e, come si dice, complimenti per la trasmissione.

Alessandro Muradore Gallas

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