Ultimi commenti alle biografie - pagina 3537

Lunedì 16 marzo 2020 23:12:45 Per: Mario Giordano

Buonasera, sono Mario dalla Sicilia. Permettetemidi parlare di tanti sanitari dalla Lombardia alla Sicilia. Ringraziandovi dei tanti elogi e ringraziamenti ricevuti in questi giorni dalle Istituzioni alle persone comuni, vorremmo invece ricordare soprattutto alle Istituzioni che tutti noi giovani medici, infermieri assunti oramai da anni con contratti precari dalla pubblica amministrazione di non abbandonarci superata questa emergenza semplicemente perché per situazioni emergenziali in questi giorni si parla di nuove assunzioni. Un medico, un infermiere del 118, o reparto ospedaliero con contratto a tempo determinato (siamo moltissimi) non può chiedere giorni di malattia o ferie, oltre non poter godere di altri privilegi (anche un normale mutuo casa). Si lavora nella normalità per 12 ore a turno contro le 8 ore dei nostri colleghi meglio contrattualizzati in struttura ospedaliera.
Occorre poi sottolineare la grave gestione amministrativa del personale 118 e presidi di pronto soccorso in regioni come Lombardia, Veneto, Emilia Romagna etc., In quanto da qst regioni viene appaltati i servizi medici. Di cui sopra a"pseudo Cooperative anche Onlus" la quale incassano contratti da fior di milioni con illeciti penali e fiscali sotto gli occhi di tutti ma paragonabili alle peggior forme di caporalato agricolo,. Queste ultime incassando la tariffa professionale nazionale del personale medico/infermieristico per intero come da gara di appalto regionale ma pagando la personale medico ad 1/5 dei compensi.
Ovviamente tutti fatti appurabili a livello nazionale e di facile riscontro.
Nonostante tutto
C'È LA FAREMO 🇮🇹

Da: Mario Giuliano

Lunedì 16 marzo 2020 22:57:57 Per: Mario Giordano

Buonasera signor Giordano intanto complimenti per la trasmissione. Volevo chiedere se qualcuno mi può dire cosa posso pagare per prima con 600 €??? (Se è vero che li vedrò perché dicono che non sono soldi ma trattenute dalle tasse). Quando prima di chiudere mi sono arrivate :1370€ di affitto, 970€ di luce, 480€ di gas, 2670€ di contributi, 1200 € stipendio della mia collaboratrice, 2. 600 € di mondezza, 2100 € di suolo pubblico, con 2700 € euro spesa da pagare alle aziende perché si aspettava di lavorare per la festa della donna e con la stessa spesa donata alla mensa dei poveri perché tanti alimenti freschi scadevano e mi dispiaceva buttarla via, insieme a tutto questo c'è da aggiungere 500€ di affitto, 430 € di gas, 160€ di luce, 20€ del canone RAI. Mi può dire il nostro premier o chi è di dovere cosa posso fare con quei 600 euri del cazzo che poi non è detto che sia finita qui perché per riprendersi mi sa che sarà più dura di questo isolamento che stiamo vivendo, ma mi domando se avevano detto stop alle bollette e al canone RAI come mai sono arrivate tutte pure in anticipo di 15-20 giorni??? Perché di solito mi scadevano le bollette verso il 25-29 di ogni mese invece grazie al corona virus mi sono arrivate con scadenza 13-17 di questo mese per essere precisi in questi ultimi 20-giorni ho guadagnato 280 € la media di un giorno normale lavorativo

Da: Taulant

Lunedì 16 marzo 2020 22:54:25 Per: Paolo Del Debbio

Credo non le sfugga, ma lo ricordo lo stesso: 1) inizialmente gli ospedali non potevano fare tamponi se non con chiaro sintomo E (E non O) contatti con le aree cinesi dell'Hubei quindi gli ospedalieri si sono ritrovati a curare gente col virus e a diffonderlo; 2) successivamente alla scoperta di Codogno del primo caso (che era tra l'altro volontario della croce rossa) si è colposamente nascosto che il veicolo principale del virus erano i sanitari; 3) per la premessa del punto 2 il virus si è diffuso probabilmente alle persone con altre patologie perchè sono quelle più a contatto con gli ospedali e sul punto sarebbe interessante capire quali sono state le relazioni social/lavorative dei sanitari dell'ospedale di Codogno contagiati verso gli altri ospedali tipo Cremona-Lodi-Piacenza-Bergamo; 4) Il decreto 26 febbraio prima e 5 marzo rispettivamente ha chiuso la possibilità di fare tamponi agli asintomatici PERMETTENDO il contagio con la scusa che è l'OMS a dirlo, ma non vi è traccia di questo nelle raccomandazioni del WHO; ha stabilito che i sanitari devono continuare a prestare la propria attività lavorativa anche dopo il contatto non protetto con persone affette, fino all'insorgenza di sintomi; 5) i tamponi agli asintomatici sono necessari per TRACCIARE il virus. Con ciò significando che sapendo chi è asintomatico, sappiamo chi contagia e possiamo veramente circoscriverla. Se questo isolamento deve servire a qualcosa, trascorsi 14 giorni deve cominciare il tampone a tutti per capire chi è sano e chi è portatore. Altrimenti è tutto inutile. Essere in isolamento è sì condizione necessaria, ma non sufficiente. Ciao

Da: Luigi Fontana

Lunedì 16 marzo 2020 22:52:30 Per: Luca Zaia

Salve presidente le scrivo perché io credo che non sia opportuno il Coprifuoco da imporre ai cittadini veneti per queste ragioni: 1) I casi di Coronavirus in Veneto sono in netta diminuzione rispetto alla Lombardia 2) la passeggiata fatta da soli fa bene alla psiche al fisico ed all'umore (non dimentichiamo che per noi giovani sono chiuse pure le palestre da 1 mese. .).
3) In una giornata di sole i raggi ultravioletti hanno effetti antibatterici ed antivirali si sterilizzano anche ambienti, vestiti e le lamette del barbiere sotto i raggi uva. 4) Non si puo' dare per scontato che una persona che esca per una semplice passeggiata debba a tutti o costi creare gruppi di aggregazione perché non è detto debba essere così.
Io sinceramente trovo poco coerente abbinare a questa quarantena giornate lavorative in aeroporto.. Non sarebbe stato meglio chiudere anche quelli per almeno 15 giorni per la salute dei nostri cari? È noto che un addetto di Aviation Services abbia contratto il Codiv19 ed in seguito a ciò i suoi genitori siano entrambi morti. Vale la pena mettere a rischio dei dipendenti dell'aeroporto per 5 o 6 voli al giorno? Cordiali saluti. Grazie

Da: Pierluigi Toniato

Lunedì 16 marzo 2020 22:49:43 Per: Vittorio Feltri

Ciao Vittorio, ho letto ora un articolo di Antonio Socci, e dice tutte verità, é un Grande Giornalista, quando si sta con i meglio si migliora, ciao.

Da: Mauro

Lunedì 16 marzo 2020 22:47:33 Per: Luca Zaia

Gentile dott. Zaia,
premettendo che da cittadina veneta credo che la nostra Regione sia sempre un passo avanti rispetto a molte altre e questo sicuramente anche per merito di chi la governa soprattutto di questi tempi in cui si è costretti ad affrontare sfide difficili e fino a qualche tempo fa inimmaginabili, credo che il lavoro e le "strette" messe dal Governo nell'ultima settimana all'intera nazione possano portare ai risultati sperati (ci auguriamo tutti anche nel più breve tempo possibile).
Detto questo, concordo anche sul fatto che ci sia ancora un po' di gente che non ha capito che è indispensabile per tutta la collettività rimanere a casa, mi permetto di dire che è davvero controproducente a mio avviso che ad oggi, vista la drammatica situazione, ci siano putroppo ancora tantissime persone come la sottoscritta costrette ad andare a lavoro in fabbriche, imprese ed aziende di vari settori (non indispensabili come supermercati o farmacie) solo perché nessuno vuole prendersi la responsabilità di dire "tutto chiuso anche le aziende".
Ma la salute non era al primo posto indipendente e per tutti? !
Grazie
Francesca

Da: Francesca

Lunedì 16 marzo 2020 22:34:38 Per: Paolo Mieli

Buongiorno Dr. Mieli
Essendo pensionato ho l'opportunità di seguire quotidianamente la trasmissione "passato e presente" da Lei condotta.
Apprezzo molto il suo modo di condurla e i contenuti divulgati.
In quella odierna del 16/3/20 che verteva sui Longobardi ad un certo punto e precisamente quando il Papa sentendosi minacciato invoca l'aiuto dei Franchi, una riflessione spontanea immediata in tutta la sua chiarezza mi si è materializzata nella mente "L'Italia ha impiegato secoli per diventare una nazione a causa del papato",
I papi nel corso dei secoli ogni qualvolta sentivano il proprio potere minacciato ricorrevano ad aiuti esterni, interventi che alla fine rimescolavano le carte rompendo ogni embrione di unità che si stava formando e così via ogni volta: un'applicazione magistrale, giunta fino al secolo scorso, del famoso detto "dividi et impera".
Ringraziandola per questo spazio, mi piacerebbe conoscere la sua opinione.

Claudio Pedemonte

Da: Claudio Pedemonte

Lunedì 16 marzo 2020 22:09:04 Per: Matteo Salvini

Buonasera sig. Salvini in questi giorni di crisi sanitaria oltre la paura del contagio la beffa più grande viene da questa falsa Europa ma la tristezza vera e determinata dalla mancanza di produzione in Italia dati i costi elevati della forza lavoro si è decentrato tutto in altre nazioni a tal punto che non siamo in grado di produrre sistemi di sicurezza sanitaria ma che fine hanno fatto fare al manifatturiero Italiano l'imprenditoria che era la prima al mondo (non siamo in grado di produrre respiratori e dobbiamo elemosinare in giro per le altre nazioni) bei governi si sono avvicendati
Ecco che cosa succede faremo morire tanti Italiani

Da: Francesco Chierisini

Lunedì 16 marzo 2020 22:08:47 Per: Paolo Del Debbio

Ciao Paolo, sono un Ottico di Milano e osservo che da qualche tempo porti un occhiale che indossi in modo non corretto. Secondo me è solo un problema di assetto, scusa se ti faccio questa osservazione ma per pura defezione professionale ci tenevo a comunicartelo.
Saluti Romeo Bonalumi.

Da: Romeo Bonalumi

Lunedì 16 marzo 2020 22:06:24 Per: Paolo Del Debbio

Ciao paolo ti prego di essere il portavoce di tutti noi, questo è veramente un caso di vita o di morte, Se vogliamo uscire da questo incubo dobbiamo avere la percezione certa di quanti sono infettati e di quanti no. È impossibile saperlo se non controlliamo tutti. Io non sono nessuno ma secondo me i 2 passi da fare con urgenza e in contemporanea sono
1- chiudere qualsiasi attività non strettamente necessaria o al massimo contingetarle per zona solo in caso di vera necessità
2-fare il tampone a tutti per appurare effettivamente quanti casi malati, non malati e asintomatici sono presenti sul territorio per stoppare la catena

Se non facciamo così andremo avanti per tanto sacrificando vite umane e bruciando miliardi di euro

In aggiunta a c è una lettera diretta di un noto prof universitario alla Regione Toscana che fa il solito appello:
Dalla lettera ai vertici della sanità della Regione Toscana da parte di
Sergio Romagnani
Già Professore di Immunologia Clinica e Medicina Interna
Professore Emerito dell’Università di Firenze
Sono pronti i risultati dello studio sugli abitanti di VO’
È stato eseguito il tampone per la ricerca del Covid-19 a tutti gli abitanti del paese (circa 3000) di Vò ed è stato dimostrato che la grande maggioranza delle persone che si infetta, tra il 50 e il 75%, è completamente asintomatica, ma rappresenta comunque una formidabile fonte di contagio. A Vò infatti con l’isolamento dei soggetti infettati il numero totale dei malati è scesa da 88 a 7 (almeno 10 volte meno) nel giro di 7-10 giorni. Quello che è anche più interessante e in parte sorprendente, è stata anche la dimostrazione che l’isolamento dei contagiati (sintomatici o non sintomatici) non solo risultava capace di proteggere dal contagio altre persone, ma appariva in grado di proteggere anche dalla evoluzione grave della malattia nei soggetti contagiati perché il tasso di guarigione nei pazienti infettati, se isolati, era nel 60% dei casi pari a soli 8 giorni.
Questi dati forniscono due informazioni importantissime:
1) la percentuale delle persone infette, anche se asintomatiche, nella popolazione è altissima e rappresenta la maggioranza dei casi soprattutto, ma non solo, tra i giovani;
2) l’isolamento degli asintomatici è essenziale per riuscire a controllare la diffusione del virus e la gravità della malattia. Alla luce di questi dati straordinari, è evidente che le attuali politiche di contenimento del virus devono essere riviste. Risulta infatti assolutamente fondamentale per bloccare la diffusione del virus identificare il più alto numero possibile di soggetti asintomatici che sono fonte importante della malattia e di identificarli il più precocemente possibile.
Sulla base dei dati ottenuti a Vò, è già iniziata in tutto il Veneto una “sorveglianza attiva massiva”, cioè si è deciso in quella regione di sottoporre a tampone tutti i lavoratori più esposti al contagio (medici, infermieri, forze di polizia, lavoratori costretti per il loro tipo di lavoro ad avere molti contatti inter-personali), anche se asintomatici, uno studio finanziato da un industriale veneto il cui nome è sconosciuto, allo scopo di scovare tutti gli individui infetti, anche se asintomatici, e quindi di isolarli come è stato fatto nello studio pilota di Vò.
La prima considerazione che scaturisce da questa esperienza è che l’attuale modalità nazionale e quindi anche della nostra regione di affrontare il problema della infezione da Covid-19 (fare tamponi solo alle persone sintomatiche) è l’opposto di quello dovrebbe invece essere fatto. Infatti, adesso che il virus circola ampiamente non è più così importante fare il tampone ai soggetti sintomatici. Tutti coloro che presentano febbre, tosse e sintomi respiratori dovrebbero comunque essere posti in isolamento o essere trasportati in ospedale e curati in modo appropriato alla loro sintomatologia e tutti coloro che sono stati esposti a questi soggetti dovrebbero comunque stare in isolamento.
Quello che però sembra adesso cruciale nella battaglia contro il virus è cercare di scovare le persone asintomatiche ma comunque già infettate, le quali hanno una maggiore probabilità di contagiare visto che nessuno le teme o le isola. Questo è particolarmente vero per categorie come i medici e gli infermieri che essendo esposti al virus sviluppano frequentemente un’infezione asintomatica continuando a veicolare l’infezione tra loro e ai loro pazienti. In molte regioni infatti, sia italiane che internazionali, si sta infatti decidendo di non fare più il tampone ai medici e agli infermieri a meno che non sviluppino sintomi. Ma alla luce dei risultati dello studio di Vò, questa decisione può essere estremamente pericolosa; gli ospedali rischiano di diventare zone ad alta prevalenza di infettati in cui nessun affetto è isolato. Il rischio di contagio per i pazienti e tra colleghi rischia di diventare altissimo ed esiste anche il rischio di creare delle comunità ad alta densità virale che sono quelle che, secondo lo studio di Vò, favoriscono anche la gravità del decorso della malattia.
E’ quindi assolutamente essenziale estendere i tamponi alla maggior parte della popolazione, in particolare alle categorie a rischio (cioè esposti a contatti multipli), e quindi isolare i soggetti positivi al virus ed i loro contatti, anche se asintomatici, quanto più precocemente possibile. In particolare, è assolutamente necessario fare i tamponi a tutti coloro che hanno una elevata probabilità di trasmettere il virus, specialmente se vivono in comunità chiuse e con contatti molteplici e ravvicinati. Infine, è importantissimo che tutti i soggetti a rischio indossino le mascherine, non tanto per proteggere sè stessi dall’infezione, ma piuttosto per proteggere gli altri da sè stessi, anche quando non presentano sintomi.
Si potrebbe obiettare che i costi di un numero elevato di tamponi, nonché le difficoltà di ordine tecnico che ne derivano) siano state le motivazioni addotte per sconsigliare finora questa strategia a livello di politica sanitaria nazionale e quindi anche della regione Toscana, scegliendo quella di effettuare il tampone solo alle persone fortemente sospette a causa della loro sintomatologia. Ma i costi, valutati in termini di vite salvate, di numeri molto inferiori di soggetti che richiedono i costi ed i rischi di una terapia intensiva, ed anche in termini economici, sarebbero alla fine enormemente inferiori a quelli legati alla esecuzione di un numero di tamponi molto maggiore di quello attualmente effettuato. Del resto risultati similari stanno arrivando in questi ultimi giorni dall’uso di una simile strategia nella Corea del Sud. La mia lettera vuole anche essere una forte raccomandazione ad esaminare il problema ai vertici della sanità della Regione Toscana.
Sergio Romagnani
Già Professore di Immunologia Clinica e Medicina Interna
Professore Emerito dell’Università di Firenze
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Da: Adolfo