Carlo Blasis

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Carlo Blasis

Biografia L'importanza delle arti classiche

Carlo Blasis nasce a Napoli il giorno 4 novembre 1797. Trasferitosi in Francia per seguire il padre, il giovane Carlo riceve nel paese d'oltralpe un raffinata educazione nelle materie che riguardano la matematica, l'anatomia e gli studi letterari.

Inizia a studiare danza e i nomi dei suoi insegnanti sono da annoverare tra migliori maestri di ballo dell'epoca: tra questi vi sono Augusto Vestris, Pierre Gardel e Salvatore Viganò. Carlo Blasis esordisce in pubblico molto giovane, dodicenne, a Marsiglia; debutta al Teatro alla Scala di Milano all'età di 21 anni in "Dedalo" e ne "La Spada di Kenneth" (1818, di Salvatore Viganò), ottenendo subito un notevole successo.

Debutta inoltre prestissimo come coreografo, nel 1819, con "Il Finto Feudatario", un lavoro che per la verità raccoglie scarsi consensi. Dal 1826 al 1830 ricopre il doppio ruolo di danzatore e coreografo al King's Theatre di Londra. Blasis viene da subito apprezzato per l'eleganza della sua danza: accadrà però che proprio all'apice della carriera incorra in un incidente al ginocchio che lo costringerà al ritiro dalle scene.

Non abbandona il mondo della danza e diviene maestro alla scuola di ballo del Teatro alla Scala di Milano (allora chiamata Imperiale Accademia), istituto che dirige per oltre dieci anni, dal 1837 al 1850: al suo fianco in questo lavoro c'è la moglie Annunciata Ramaccini (conosciuta a Genova nel 1832), che ricopre il ruolo di vice-direttrice.

Caratteristica dell'insegnamento di Blasis è quella di andare ben oltre la mera tecnica: Blasis è infatti stato capace di sensibilizzare i suoi allievi alla necessità di conoscere le altre arti - la pittura, la scultura, la musica e la letteratura - per formare la mente e il danzatore, soprattutto come persona e come artista. In particolare per lui lo sguardo deve essere rivolto ai capolavori dell'arte del passato, in primis a quelli della scultura classica, fonte di ispirazione per il danzatore in quanto "esempio sublime della perfezione e delle forme umane e della espressione naturale".

Carlo Blasis, più che per la sua opera di coreografo, è infatti ricordato come un grande e importante teorico dell'arte della danza.

Nel 1820 pubblica il "Traité élémentaire, théorique, et pratique de l'art de la danse", un'opera in cui analizza in profondità i meccanismi del movimento. Tale trattato è ancora oggi molto utilizzato e considerato di grande autorevolezza come strumento di didattica accademica.

Nel 1828 pubblica a Londra il "Code of Terpsichore", una sorta di enciclopedia della danza che tratta della storia e della tecnica del balletto. Il libro due anni dopo verrà tradotto in francese con il titolo di "Manuel Complet de la Danse" (1830), corredato da numerose figure e musiche composte da Blasis stesso. Nel 1857 esce a Milano il suo trattato più ambizioso, "L'uomo Fisico", intellettuale e morale, di matrice filosofica, in cui vengono studiati i sentimenti umani e i principi fisici che regolano l'arte della danza.

La struttura della lezione di danza concepita da Blasis, con gli esercizi alla sbarra, gli adagio, le pirouettes e gli allegro, è rimasta la stessa per oltre un secolo e mezzo, arrivando inalterata fino ai giorni nostri. A Carlo Blasis si deve infine l'invenzione della posa del balletto classico chiamata "attitude", che trae ispirazione dalla statua del "Mercurio volante", realizzata dallo scultore fiammingo Giambologna (Jean de Boulogne). Uno sguardo attento è rivolto anche alla cultura e all'arte rinascimentale: Blasis attinge e prende esempio dal "Trattato della pittura" di Leonardo da Vinci.

Blasis ha inoltre fissato le regole dell'arabesque, dei tempi dell'adagio e degli enchainements (concatenazioni di passi); come insegnante forma nonché influenza un'intera generazione di ballerini, che per tutta la seconda metà dell'Ottocento ed oltre, tramanderanno in tutto il mondo la fama della scuola italiana; tra questi ricordiamo: Carlotta Brianza, Maria Giuri, Pierina Legnani, Cecilia Cerri, Ester Teresa Ferrero, Virginia Zucchi, Fanny Cerrito, Sofia Fuoco (il cui nome ben si addiceva al suo straordinario temperamento), Carolina Rosati, Claudina Cucchi (che ballò alla Scala ma trionfò a Parigi dove fu ribattezzata Couquì) e Giovanni Lepri (futuro maestro di Enrico Cecchetti). Tra i coreografi che con lui hanno che studiato ricordiamo: Ippolito Monplasir, Giovanni Casati e Pasquale Borri. Dalla scuola blasisiana arriva anche Pierina Legnani, che grande fama ebbe in Russia dove per lei furono creati i famosi trentadue fouettés che sfoggiò ne "Il Lago dei Cigni" di Petipa - Ivanov.

Carlo Blasis muore a Cernobbio (Como) il giorno 15 gennaio 1878, all'età di 81 anni.

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