Massimo d'Azeglio
Biografia • L'arte, la cultura e la passione civile
Massimo Taparelli, marchese d'Azeglio, nasce a Torino il 24 ottobre 1798. Con la famiglia vive da esule a Firenze durante l'occupazione francese del Piemonte. Poi, dopo la caduta di Napoleone, frequenta i corsi universitari a Torino.
Intraprende poi la la carriera militare, come tradizione di famiglia, percorso che abbandona nel 1820. Si stabilisce a Roma per studiare pittura con il maestro fiammingo Martin Verstappen.
È dal 1825 che Massimo d'Azeglio inizia a dedicarsi a temi sentimentali e patriottici. Nel 1831 muore il padre: si trasferisce a Milano dove conosce Alessandro Manzoni. D'Azeglio sposa la figlia Giulia Manzoni alla quale presenta il suo primo romanzo "La sagra di San Michele", e sul cui soggetto aveva già dipinto un quadro di intonazione prettamente Romantica.
Negli anni successivi si dedica alla scrittura; nel 1833 scrive "Ettore Fieramosca o Lo disfida di Barletta", nel 1841 "Niccolò de' Lapi ovvero i Palleschi e i Piagnoni" e l'incompiuto "La lega lombarda".
D'Azeglio continua comunque a dipingere soggetti patriottici e sentimentali che insieme ai paeseggi, caratterizzeranno tutta la sua produzione.
Inizia la sua carriera politica nel 1845 con la pubblicazione di vari opuscoli antiaustriaci ("Gli Ultimi casi di Romagna" è il suo opuscolo più noto).
Partecipa attivamente alle giornate del 1848 e, dopo Novara, viene chiamato da Vittorio Emanuele II alla presidenza del Consiglio dei ministri, che tiene dal 1849 al 1852. Il suo successore sarà Cavour.
Ceduta la presidenza si allontana dalla vita politica attiva; appoggia tuttavia la spedizione di Crimea e nel 1860 ricopre la carica di governatore di Milano.
I suoi ultimi anni saranno dedicati alla sua autobiografia "I miei ricordi".
Massimo d'Azeglio muore a Torino il 15 gennaio 1866.
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