Luigi Carlo Farini
Biografia • L'ombra di Cavour
Luigi Carlo Farini nasce a Russi, nel Ravennate, Stato Pontificio, il 22 ottobre del 1812. Studente in medicina a Bologna, dove conseguirà la laurea, si dedica anche alla sua passione per la politica: è infatti fra i primissimi affiliati alla "Giovine Italia" di Mazzini.
A causa delle sue attività eversive nel 1843 viene espulso dallo Stato Pontificio e ripara in Francia. Rientra in Italia nel 1845, alla vigilia dell'avvento al soglio pontificio di Pio IX, e pubblica il famoso "Manifesto di Rimini", nel quale denuncia la mancanza di libertà nei domini della Chiesa e reclama l'avvio di una stagione di riforme. Nello stesso periodo conosce e diviene amico di Massimo D'Azeglio.
La sua ostilità nei confronti dello Stato Pontificio viene intanto a cadere proprio con l'elezione di Pio IX, di quel Papa, cioè, le cui prime parole pronunciate dalla loggia di piazza San Pietro sono: "Gran Dio, benedite l'Italia!". È l'annuncio del suo programma politico.
Nel primo governo liberale voluto da Pio IX, nel 1848, Luigi Carlo Farini è investito della Segretaria generale del ministro degli Affari interni e, scoppiata la prima guerra d'indipendenza, va a rappresentare il governo pontificio preso il campo di Carlo Alberto. Viene poi eletto deputato e Pellegrino Rossi, ministro del Papa, gli conferisce la direzione generale della sanità.
Con la fuga a Gaeta del Papa, amareggiato, si dimette dai suoi incarichi di governo e si schiera in favore della monarchia. Trasferitosi a Torino, nel 1850 pubblica "Lo Stato Romano dal 1815 al 1850", una dissertazione storica pesantemente critica verso i democratici che viene anche tradotta in inglese da William Gladstone, uno dei più eminenti statisti dell'Ottocento.
Nel 1851 Massimo D'Azeglio, divenuto capo del governo, chiama Farini quale ministro dell'Istruzione. Successivamente si avvicina a Cavour, del quale condivide appieno idee e progetti. Il suo sostegno allo statista piemontese è tale da valergli l'appellativo di "ombra di Cavour".
Nel 1859, dopo l'armistizio di Villafranca, assume la carica di dittatore dell'"Emilia", nome che egli stesso assegna a quella terra che comprende i ducati di Parma e Modena e le ex Legazioni pontificie di Ferrara, Bologna, Ravenna e Forlì, cominciando ad adoperarsi per la loro annessione al Piemonte.
Nel 1860, nella carica di ministro dell'Interno, inaugura, insieme al primo ministro Cavour, il Regno d'Italia. Con il plebiscito nell'Italia meridionale e la conseguente annessione del Regno delle Due Sicilie (1860-1861), Farini è nominato Luogotenente generale della province meridionali.
Nel 1862, dopo le dimissioni di Rattazzi, diviene primo ministro, ma è un'esperienza breve perché i suoi problemi di salute presto lo costringono ad abbandonare.
Colpito da una grave malattia mentale, Luigi Carlo Farini muore a Quarto, il giorno 1 agosto 1866, a 54 anni.
Altre opere di Luigi Carlo Farini: "La storia d'Italia dal 1814 sino ai nostri giorni" e tre volumi di "Epistolario".
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