Robert Browning

Robert Browning

Robert Browning

Biografia Re dei monologhi poetici

Robert Browning nasce a Camberwell, nel sud dell'Inghilterra, il 7 maggio del 1812. Poeta e drammaturgo inglese, è uno dei punti di riferimento della letteratura vittoriana, versato anche nella pittura, nella scultura e nella musica; è noto soprattutto per i suoi monologhi drammatici, intensi e poetici come pochi.

La passione per la letteratura e per l'arte in genere la deve alla propria famiglia. Primogenito di Robert e Sarah Wiedemann, il futuro poeta nasce in un contesto molto agiato, economicamente parlando, per giunta arricchito da influenze letterarie e artistiche notevoli, grazie proprio ai genitori. Il padre, importante bancario della Banca d'Inghilterra, gli fornisce una biblioteca vastissima, pari a 6.000 titoli, da cui il piccolo Robert attinge sin da subito, tanto da diventare una specie di "bambino prodigio". Dalla madre invece, di origini germaniche e scozzesi, apprende l'amore per la musica e per il pianoforte in modo particolare, oltre che lo spirito fortemente anticonformista. Tuttavia, la sua rigidità religiosa, finisce per instillare nel futuro poeta una certa insofferenza alla cristianità in genere, la quale verrà fuori nel periodo della maturità artistica.

L'infanzia del piccolo Robert trascorre in compagnia della sorella più piccola, anche lei molto intelligente e interessata alle arti. Inoltre si circonda di animali domestici, che apprezza molto, e studia e legge dai testi oscuri della biblioteca paterna, apprezzando sin da subito l'epica e tutte le tragedia greche, di cui diventa un vero cultore. Ama studiare anche la storia naturale.

Frequenta la scuola primaria fino all'età di quattordici anni. Successivamente i genitori si convincono che il piccolo Robert debba essere seguito da un tutor privato. Nella sua formazione, da questo momento in poi, oltre agli insegnamenti canonici, gli vengono impartite anche lezioni di equitazione, scherma, boxe, persino di canto e di ballo. Entro pochissimo tempo, il giovane studente Browning, rivela le proprie grandi capacità, le quali comprendono il saper parlare anche altre lingue, come il francese, il greco, l'italiano e il latino. Sulle orme di Shelley, poeta che ama molto in questo periodo, diventa ateo e vegetariano.

Nel 1828, all'età di sedici anni, Robert Browning si iscrive all'University College di Londra. Dopo appena un anno di frequenza però, il futuro poeta abbandona i corsi, ritornando sui suoi studi privatistici, incentrati su libri oscuri e talvolta poco noti.

Nel 1833 Robert Browning pubblica, a spese della propria famiglia, senza firmarlo, il suo primo lavoro. Si tratta di un lungo poema autobiografico, dal titolo "Pauline: frammento di una Confessione". Il libro, incentrato sui conflitti del poeta, alter ego evidente dell'autore, non ottiene alcun successo.

Due anni dopo scrive il suo secondo poema, esito delle proprie letture oscure, dal titolo "Paracelsus", il quale comprende una ampia gamma di monologhi incentrati sulla figura sfuggente del leggendario alchimista Paracelso, che nell'opera parla e racconta della sua vita. Anche questo lavoro è a spese paterne ma la stampa e una parte della critica si accorge di lui, cominciando ad attendere la sua maturazione poetica. Tra i suoi ammiratori, ci sono i critici e autori Carlyle e Wordsworth, oltre ad altri letterati, i quali iniziano ad invitare Browning nei loro circoli letterari, affascinati dalla sua brillante intelligenza.

Al 1837 risale la sua prima tragedia, d'afflato storico, dal titolo "Strafford". Anche quest'opera non viene accolta bene dal pubblico e dopo appena cinque allestimenti viene ritirata dalle scene. Tuttavia il suo talento di compositore e di drammaturgo comincia ad essere noto negli ambienti teatrali e a partire proprio da questo momento viene chiamato a comporre e a riadattare numerosi drammi, comprese alcune tragedie shakespeariane, spesso su commissione del grande attore londinese W. Ch. Macready.

L'anno dopo Browning, per la prima volta nella sua vita, è in Italia, terra nella quale abiterà successivamente, da lui molto amata.

Nel 1840 dà alle stampe un lungo e contorto poema, raccolto in sei libri, dal titolo "Sordello". Si tratta di un'opera enorme, in pentametri rimati e incentrata su un guerriero-poeta che nella Divina Commedia di Dante Alighieri fa un breve cameo. Lo sfondo dell'opera è il conflitto tra Guelfi e Ghibellini e il pubblico vittoriano non solo non lo apprezza, ma fatica a comprendere la scelta storica e, soprattutto, le caratteristiche del poema in sé e del protagonista. Le critiche sono molto negative.

Ciononostante il poeta scrive un dramma apprezzabile, l'anno dopo, che riesce ad ottenere una certa notorietà, dal titolo "Pippa passa". Nel 1842 si dedica alle sue "Poesie drammatiche", nelle quali compaiono i suoi celebri monologhi, e tre anni dopo è la volta di "Romanzi e liriche drammatiche", ad oggi ritenuto uno dei suoi migliori lavori.

Dopo aver letto un commento lusinghiero fatto alle sue poesie, Robert Browning scrive alla poetessa di origini giamaicane Elizabeth Barrett, esattamente nel gennaio del 1845. A quel tempo, la Barrett, di sei anni più grande di lui, apprezzata autrice in ambito vittoriano, è relegata nella sua stanza, a causa di un'invalidità di tipo psicosomatico. Il poeta comincia con lei una corrispondenza fitta e appassionata, che sfocia, il 20 maggio del 1845, con il loro primo incontro. L'esito di questo rapporto, sempre vissuto in maniera segreta, si ha il 12 settembre del 1846, quando i due si sposano, sempre mantenendo una certa segretezza, onde sfuggire al padre di Browning, il quale ha posto il divieto di matrimonio per entrambi i suoi figli.

Poco dopo, per vivere una delle storie d'amore più amate dal pubblico di quel tempo, i due si trasferiscono in Italia. Dopo un passaggio per la città di Pisa, scelgono di abitare a Casa Guidi, nella città di Firenze, la quale resta la loro dimora dal 1847 fino al 1861. Qui, il 9 marzo del 1849, nasce il loro unico figlio, Robert Wiedemann Barrett Browning.

Durante questo periodo felice, Robert pubblica con poco successo "La vigilia di Natale e il giorno di Pasqua", nel 1850, e "Uomini e donne", nel 1855, il quale trae ispirazione dalla poesia d'amore di John Donne e raccoglie 51 componimenti. Bello, ma poco apprezzato all'epoca, anche il lungo poema "Le finestre di Casa Guidi".

Nel 1861 muore la moglie Elizabeth Barrett Browning: Robert fa ritorno a Londra, senza mai più mettere piede a Firenze. Passano anni in cui non pubblica nulla, fino al 1864, quando vede la luce le "Dramatis Personae", diciotto poemi in forma di monologhi raccontati da importanti personaggi della storia e della letteratura. L'opera, finalmente, ottiene il successo di pubblico e di critica, a cui il poeta fa seguire subito dopo l'altrettanto amata opera "Euridice a Orfeo".

Risale al 1869 invece la pubblicazione dei quattro libri che compongono quello che viene considerato il suo vero capolavoro, dal titolo "L'anello e il libro", lungo e ambizioso poema in versi sciolti. L'opera gli assicura un posto tra i grandi della letteratura inglese di sempre, facendogli ottenere notorietà e stima tanto dal pubblico che dalla critica, ormai definitivamente dalla sua parte. Da questa opera e dalle precedenti, cominciano a venir tratti diversi spettacoli scenici, che contribuiscono ad accrescere la sua fama di autore.

Nel 1882 e nel 1884, l'Università di Oxford e quella di Edimburgo gli conferiscono due lauree ad honorem.

Il 12 dicembre del 1889 Robert Browning muore a Venezia all'età di 77 anni, nella casa di suo figlio, a causa di una complicazione per via della sua bronchite cronica. Il giorno stesso, esce la sua ultima opera, "Asolando", che comprende altre liriche molto apprezzate. La sua salma viene trasportata a Londra, per essere tumulata nell'abbazia di Westminster, nel famoso "Angolo dei Poeti".

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