Ciro Menotti

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Biografia Contro la dominazione dello straniero

Ciro Menotti nasce a Carpi (Modena) il 22 gennaio 1798. In giovane età diventa uno dei membri della carboneria italiana. Si oppone alla dominazione austriaca in Italia, appoggiando subito l'idea di un'Italia unita. Il suo obiettivo è quello di liberare il ducato di Modena dalla dominazione asburgica. In giovinezza segue in prima linea gli eventi che interessano la Francia dominata dal sovrano Luigi Filippo d'Orléans, instaurando anche dei legami con i circoli liberali francesi dell'epoca.

Ha degli ottimi rapporti con esuli democratici italiani come Vittoria dei Gherardini e Cristina Trivulzio Belgioioso. In questi anni il piccolo ducato di Modena è governato dal duca Francesco IV d'Asburgo-Este, arciduca dell'Impero d'Austria. Questi ha nella città di Modena una corte molto sfarzosa, ma vorrebbe avere dei territori molto più vasti da governare. Francesco IV quindi ha un atteggiamento ambivalente, poiché da un lato finge di appoggiare in maniera lusinghiera i moti risorgimentali che i carbonari stanno preparando, ma dall'altro cerca di sfruttarli a suo vantaggio.

Presto sarà molto interessato alla successione al trono della famiglia Savoia, poiché è sposato con la figlia del re Vittorio Emanuele I, Maria Beatrice di Savoia. In realtà l'arciduca non trae beneficio dalla successione al trono, non avendo chance nel succedere al trono di Sardegna.

Ciro Menotti e i suoi compagni cercano di convincere l'arciduca d'Austria ad appoggiare la cospirazione che avrebbero voluto portare avanti. Inizialmente Francesco IV è molto dubbioso sul da farsi, infatti, sembra che delle trattative sono in corso con l'avvocato Enrico Misley, che appoggia gli ideali di matrice liberale e che è un assiduo frequentatore della corte dell'arciduca.

In un primo momento quindi l'arciduca sembra sostenere la cospirazione che viene organizzata da Menotti e dai suoi compagni. Nel gennaio del 1831 il giovane patriota italiano organizza la sollevazione nei minimi dettagli, avendo anche l'appoggio dei circoli liberali fondati nella Penisola italiana in quegli anni.

Nel febbraio dello stesso anno, nella sua abitazione che si trova a pochi passi da Palazzo Ducale, raduna una quarantina di uomini che devono partecipare all'insurrezione.

Nel frattempo però Francesco IV, non rispettando i patti, decide di chiedere il sostegno dei Paesi che fanno parte della Santa Alleanza: Russia, Francia, Austria e Prussia. Il suo obiettivo quindi è quello di soffocare la rivolta sul nascere, chiedendo il sostegno di questi grandi Paesi che avrebbero con la forza normalizzato la situazione.

Il duca dà ordine alle sue guardie di circondare l'abitazione di Menotti; molti uomini che hanno preso parte alla cospirazione riescono a fuggire e a mettersi in salvo, mentre altri come Ciro Menotti no. Questi viene quindi arrestato dagli uomini di Francesco IV. Nonostante il tentativo di cospirazione sia stato soffocato, innumerevoli sollevazioni scoppiano a Bologna e in tutta l'Emilia Romagna. In quest'occasione l'arciduca decide di lasciare Modena e di partire per Mantova, portando con sé il prigioniero. Giunti a Carpi, si cerca in tutti i modi di salvare la vita di Ciro Menotti, chiedendo che non venga giustiziato.

Trascorso un mese dalla prigionia, segue il duca che ritorna a Modena. Nella città si svolge il processo che avrebbe poi portato alla condanna a morte del patriota italiano.

Nel breve periodo che passa in carcere Menotti scrive una drammatica e commovente lettera alla moglie e ai suoi figli, in cui dice loro di essere in procinto di morire per una causa superiore, ovvero la liberazione della sua regione dal dominatore straniero.

La delusione, che mi conduce a morire, farà aborrire per sempre gl'Italiani da ogni influenza straniera nei loro interessi, e li avvertirà a non fidarsi che nel soccorso del loro braccio.

Prima di essere condannato consegna a uno dei padri confessori, che si trova in carcere per sostenerlo prima dell'esecuzione, la lettera che avrebbe dovuto consegnare alla moglie. Questa lettera in realtà arriverà a destinazione soltanto nel 1848, poiché viene sequestrata al confessore dalle autorità ivi presenti. Ciro Menotti muore per impiccagione il 26 maggio 1831 all'età di 33 anni.

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