Messaggi e commenti per Corrado Augias - pagina 53

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Frasi di Corrado Augias

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Biografieonline non ha contatti diretti con Corrado Augias. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Corrado Augias.

Lunedì 13 gennaio 2020 16:59:42

Caro Augias,

quello che mi spaventa dei cambiamenti climatici è la velocità. Se in pochi decenni di emissioni a livelli di industria e consumismo globalizzati (a valori inferiori agli attuali e senza avere coperto tutti i paesi del globo), siamo arrivati a questi sfaceli - subcontinenti in fiamme, oceani con isole galleggianti di rifiuti e micropalstiche, fusione accelerata dei ghiacciai, aria inquinata con cieli maròn diesél, specie viventi sempre meno viventi ecc - dove arriveremo nei prossimi pochi anni quando avremo un sistema sovraccarico di CO2 per le emissioni dei periodi precedenti e aumento delle nuove immissioni?
Se il PIL mondialie continuerà a crescere al 4% annuo medio come negli ultimi venti, avremo nel 2040 consumi annui di materiali, materie prime, risorse naturali, suolo, ossigeno, acqua, ecc del 220% maggiori di quelli attuali. Chi sulla terra può pensare che il pianeta potrà reggere questo ulteriore sovraccarico? Con questa progressione esponenziale siamo lanciati a folle corsa verso un infinito che ovviamente non raggiungeremo.

L'altra cosa che mi sgomenta è che di fronte a questi fenomeni così allarmanti c'è una fetta importante di opinione pubblica che invece di entrare nel merito, se la prende con una sedicenne che manifesta la sua sacrosanta preoccupazione!

Lei cosa ne pensa? La Repubblica e l'altra stampa "maggiore" non sentono il dovere di prendere sul serio questa minaccia, anzi questa realtà, prima della catastrofe ultima?

Cordiali saluti
AL

Venerdì 10 gennaio 2020 12:10:27

Buongiorno Augias, mi permetto di darle un consiglio.
vedo che ultimamente, sempre più spesso si occupa di Gesù Cristo e di tematiche a sfondo religioso, lei che ha sempre fatto professione di ateismo- Questo è un buon segno, capisco che vedendo la fine della sua vita che si avvicina, come tutti, o molti di noi, lei senta il bisogno di avvicinarsi al mistero. Il fatto è che finchè lei compie questa sua ricerca usando solo la Dea Ragione, rimpicciolendo tutto nel mondo delle sue idee, le sfuggirà sempre il nocciolo. Lei cita le beatitudini, quasi che Gesù fosse solo una specie di leader socialista... di nuovo, le sfugge il nocciolo, lì dove Gesù parla direttamente del regno dei Cieli. La invito a riflettere su queste sue (di Gesù) parole:" ti ringrazio Padre, perchè hai NASCOSTO le tue verità ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli e agli umili. " Lei Corrado, onestamente, da che parte sta ? Come pensa di trovare così la chiave ? Finchè ci si affida all'intelletto non si va da nessuna parte, xchè è lo stesso intelletto che non sa spiegarsi come siamo capitati in questa esperienza che chiamiamo vita, che non conosce la sua stessa natura, e nemmeno la natura del mondo da noi percepito come esterno. " se volete entrare nel regno dei cieli dovete diventare come dei bambini "(cito un po' a memoria, ma il senso è chiarissimo. .) legga le vite dei nostri santi e mistici, lì troverà tutte le risposte vere ai suoi quesiti e alle sue pretese orgogliose, me lo lasci dire, che cercano di ingabbiare in concetti ciò che per sua natura sfugge ad ogni definizione e spiegazione umana. Se legge le vite dei grandi mistici del Tibet, trova esattamente le stesse cose, pur partendo da una via spirituale che non parla mai di Dio... un caro saluto, Beppe Brotto

Venerdì 10 gennaio 2020 01:54:21

Dottor augias io la seguo sempre volevo chiedere se può riprendere il programma che tanto è stato sempre seguito da lei telefono giallo su RAI tre grazie

Domenica 5 gennaio 2020 17:43:24

Gent. mo Dott. Augias, Vivo in Svizzera da 54 anni, non avevo compiuto ancora 18 anni quando arrivai in terra Elvetica e mi adattai a fare uno dei lavori più umili. Per il sostentamento dei miei cari in Calabria scelsi di lavorare come minatore stimolato dal salario più congruo. Lavorai allo scavo di cunicoli e pozzi d'adduzione delle acque alle dighe nei cantieri montani. Da scapolo vissi nelle baracche ai piedi dei ghiacciai, l'anno 75, sposai una compaesana e misi radici nel Luganese. Lavorai per 30 anni come minatore, in seguito a un'intervento alla schiena fui costretto a cambiare lavoro e trovai posto come stalliere per 16 anni. Lo scorso anno l'Onorevole Senatrice a vita "Liliana Segre" Durante una visita al Liceo di Lugano tenne una conferenza … seguirono opinioni discordanti pro e contro. Io espressi la mia opinione raccontando la storia toccante di (Bortolo,) mio anziano collega di lavoro fatto prigioniero nei Balcani e condotto a "Mauthausen".
Un mese dopo il redattore del Quotidiano Elvetico "Il Corriere del Ticino, " venne a intervistarmi a casa e, con mia meraviglia trovai l'intera terza pagina dell'intervista sul Quotidiano … con un sorprendente titolo: "Dal Buio dei Cunicoli alla luce della Poesia. " Avevo inviato una fotocopia dell'intervista al nostro Presidente della Repubblica per farlo partecipe della mia modesta gioia, ma nessuna risposta; Forse e capitata nelle mani d'un collaboratore distratto.
Distinti Saluti e Buon Anno.
Graziano Giuseppe Sia.

Sabato 4 gennaio 2020 11:02:56

Gent. mo Dott. Augias, Mi chiamo Giovani D'aleo son presidente di una associazione che cura e gestisce la Processione della settimana Santa a Trapani. Gli cortesemente di avere un contatto privato con la sua segreteria per organizzare un convegno sulle "ultime 18 ore di Cristo da programmare per il mese di maggio del 2020. cero una sua cortese risposta. Porgo distinti saluti. Arch. Giovanni D'aleo

Martedì 31 dicembre 2019 11:11:02

Buongiorno Dottoro Augias, mi chiamo Cesaroni Marco, sono un giovane fan della sua trasmissione "Telefono Giallo" che purtroppo data la mia giovane età non ho mai potuto vedere in TV. Grazie ad internet ho potuto ripercorrere alcuni casi di cronaca italiana, ma non sono riuscito a trovare il filmato de "il caso rotshild" andato in onda nell'autunno '87. Potrebbe aiutarmi a rintracciare questa vecchia puntata? Grazie

Lunedì 23 dicembre 2019 13:04:53

Egregio Augias,
Rocco Scaracco è stato censurato per aver scritto un romanzo umoristico anti-Salvini. I troll sovranisti hanno fatto chiudere la pagina facebook dove lo stava pubblicando a puntate e bloccato il suo profilo.
Per ridare la parola a Rocco Scaracco condividi il link:

https://lapeelabestia. home. blog/2019/12/13/lape-e-la-bestia-unepica-disfida/

Lunedì 23 dicembre 2019 07:02:16

Archeologia del mistero

I. Ipotesi sulla non creazione di Eva
L'Uomo Erectus, nato in Africa quasi un milione di anni fa, fu il vero padre ancestrale dell'Uomo Sapiens. L'Uomo Erectus possedeva una costola mobile, cioè delle reni, in più del Sapiens. Egli usò il fuoco, forse sta all'origine del mito di Prometeo. Anche l'uro, "bos primigenius" dipinto anche a Lascaux, possedeva una costola in più del toro, un dio non ancora antropomorfizzato a livello psichico; basterebbe guardare i tori androcefali mesopotamici o le statue egizie di Hathor. Il Sapiens Uomo di Cro-magnon, un portento nella caccia, però, visse per un po' a contatto con quello Sapiens di Neanderthal, un antropofago per lo più europeo, dal carattere sessuale più libero, dicono i paleontologi, e che tingeva di ocra rossa i morti e decorava le salme con fiori in caverne dei Monti Zagros, tra Iraq ed Elam, praticamente Eden. Io suppongo che Lilith, come demone biblico e prima moglie di Adamo, secondo l'esegesi rabbinica, in vero fosse un Neanderthalensis e che mal si accoppiava con un Sapiens. Quando, poi, in rito sciamanico, e dopo una sonnolenta glaciazione, nella primitiva tribù umana si volle paragonare a forza vitale una rara bellezza di Sapiens Sapiens, cioè Eva, prodotto di una mutazione cromosomica naturale, si disse che essa nacque da costola di un Uro/Adamo. Ma l'origine mitocondriale di Eva è africana, non mesopotamica, secondo la scienza della genetica. Ciò parrebbe molto strano, ma io inviterei ad osservare anche le corna di bovide che sormontano l'uomo raffigurato seduto di fronte a una donna nel cosiddetto Sigillo della Tentazione, ritrovato in Iraq, dove compare sia un albero dai bei frutti che il serpente e due personaggi: fin dagli inizi della storia vi è una simbiosi tra l'uomo, maschio o femmina che sia, e un simbolo di potenza animale. In realtà, però bisognerebbe pensare Adamo come l'uomo in generale, Homo come in latino, e Eva l'uomo-femmina in particolare. Eva, poi, come nome ebraico, è l'onomatopea del vagito, per questo è detta la Vita. Inoltre, una traduzione della parola Had-am-ak, ossia Adamo, vuole che costui sia nato per il capo come uno qualsiasi di noi: dunque l'immagine-dimora Ak nel suo nome è la vulva, non Dio, il quale poi sembra piuttosto uno stregone del recente paleolitico, impastando l'argilla e insufflandole uno spirito mediante la magia, come afferma il filosofo Onfray nella Ateologia. Una domanda: se nella Sacra Bibbia di Eva ce n'era una sola e soltanto, come mai quell'omicida patentato di nome Caino vi trovò moglie, nell'iranico Paese di Nod? Il nome Caino indica un fabbro e i primi siti dov'era praticata la metallurgia sono attestati in Iran, proprio dove egli probabilmente fuggì.

II. Sul mitico serpente
Il Serpente del Grano, quello chiazzato e collegato a misterico matriarcato, probabilmente retaggio del paleolitico, e alla esoterica trasmigrazione delle anime, e studiato anche dalla Gimbutas, comparve in certe statuette in terracotta a somiglianza umana, di esseri nudi, a Al Ubaid, nel quattromilaseicentocinquanta a. C. (confronta la data con l'inizio del calendario ebraico!). Il serpente prese ad essere idolatrato e adorato anche in Egitto tra i primi coltivatori di frumento, ed essi ebbero contatti coi primi mesopotamici, osservati certi manici ben lavorati di coltello in pietra. Il periodo di Al Ubaid accadde prima dei Sumeri, i quali non erano originari della Mesopotamia: insediativisi, canalizzarono la regione, vi fortificarono città-stato. Al Ubaid è una località presso l'antica Eridu; allora, sorgeva presso il mare, il Nar Marattu, ovvero Il Mare Orientale degli Accàdi. Anche in Oriente vi è un fiume che ci ricorda la lingua mesopotamica di Sargon di Akkad: l'indiano Narmada. Da non soltanto vasi del Belucistan, raffiguranti estinti bovidi, ma anche da tavolette in cuneiforme di antiche città della Babilonia noi sappiamo degli scambi marittimi con quel subcontinente asiatico. Esistevano, infatti, delle bulle in terracotta che contenevano allora gettoni e sigilli di vario genere per gli scambi commerciali e su questi spicca una specie di zebù. Ancora i segni dei sigilli della valle dell'Indo non sono stati decifrati, benché a mio avviso la parola dio sia una ruota e non dissimile dal raggiante "dinghir" sumerico-babilonese. Domanda: se le statuette ofidie di Al Ubaid si ricollegano idealmente alla cosiddetta Tentazione del frutto proibito, di un cannibalismo, poiché in principio Adamo come vede Eva già conosce il significato della carne e ha contato le ossa dello scheletro, da chi furono scacciati quegli adamiti, dagli angeli con spade infocate o dai Gutei calati dai Monti Zagros? Forse dai dei topi, come accadde, poi, a suo tempo a esercito assiro? In questo caso, però, benché la Sacra Bibbia dica che l'assiro si ritirò dal campo di battaglia a causa di un possente angelo di Yahweh, non così è scritto in certi documenti in cuneiforme! Il non lontano giardino di Gu.edinna, sito tra le città di Umma e Lagash, un tempo era paradisiaco, non stepposo, e fu persino proiettato in cielo come costellazione rintracciabile in Pegaso. Ora, se questo è il paradiso celeste, bisogna accedervi solo a furia di paternoster e avemarie? Dio è pazzo; dice: Non Uccidere ma anche: Ammazzateli tutti. Nietzsche, come filosofo che dice di aver ucciso Dio, per me si è fatto Dio ed è altrettanto pazzo, uscendo dal proprio cuore.

III. Sulla Sfinge di Giza e una dissertazione sull'Esodo
C'è un particolare nella Tavolozza di Narmer (protodinastia egizia, 3200 a.C., Museo delle antichità de Il Cairo) sfuggito all'esame degli esperti. Su una sua faccia, e lì dove Narmer indossa la corona bianca, ben si nota il falco solare sul corpo, come insabbiato, di un'asiatica sfinge coronata da steli di papiro. Stesso copricapo egizio, persino la barbetta poi perduta dalla Sfinge di Giza. Secondo me, essa era la base scultorea per la Sfinge di Giza e la sua testa venne riscolpita all'epoca di re Chefren, mentre gli arti di leone le furono aggiunti scavando alla sua base, ma la sua fattura è chiaramente più antica e appartenente al Popolo del papiro, quello che la Bibbia chiama Misraim. Ma Misraim non è Misri, l'Egitto predinastico non è il dinastico! Se, peraltro, osserviamo la storia dell'Egitto per come ci viene descritta da reali documenti, possiamo persino individuare il vero faraone dell'Esodo biblico in Amenofi II, figlio del valoroso Thut-mosi III, quello di 17 campagne belliche contro il Popolo di Mitanni, anche per la conquista di Meghiddo, in Palestina. Secondo l'archeologo Gardiner, durante la seconda spedizione il suo dio Amon circondò i nemici con larghi fossati di fiamme e fumo: che ciò sia segno di famose colonne di fuoco con cui si annunciava il dio israelitico non mi par dubbio, ma da parte di archeologi e alcuni astrofisici molto noti, come il Di Cesare, ciò sarebbe riconducibile a un impatto meteoritico che causò la caduta di antiche civiltà, come in Mesopotamia così altrove. Di sicuro un meteorite nero si trova nella Ka'ba de La Mecca. Certo, questioni astrofisiche, come eclissi di luna, registrate dagli antichi spostano datazioni di certi eventi e non è da sottovalutare il ritrovamento di resti di ossi di cavalli e di carri da guerra leggeri presso Wadi Al-Watir, in un sommerso guado non lontano dal Golfo di Aqaba. Stando così le cose, primo: Abramo, come patriarca, aveva avuto una schiava egizia di epoca hyksos, dunque fu vissuto all'epoca di Hammurabi di Babele (non di Babilonia, che è una regione!) e di Ariok di Ellasar, ovvero Rim-Sin, re di Larsa, e di Kedorlaomer, alias Kudur-Lagamar di Elam (chi cerca ne trova uno di Arborio Mella); secondo: Gerico fu, invece, presa e incendiata solo ai tempi di Ekh-enAton, e lo fu a causa dei Habiru (come già sosteneva Sigmund Freud in uno dei suoi saggi psicoanalitici su Mosè, e anche un dimenticato Sir Marston), quindi ai tempi di rilassatezza politica, non essendoci ignoto che molto più tardi il diffamato Ramesse II si recò in Galilea, nel 1272 a. C., mentre più a Nord proprio la città di Gerico era vuota e deserta da molto tempo. E c'è da chiedersi come mai la Bibbia (pare che re Giosìa, poi ucciso in battaglia da un faraone, ne abbia trovata una versione nelle profondità segrete del Tempio di Salomone. Chissà se la adottò come testo ufficiale dopo il perverso Achab!) ci descriva cose in altra maniera. Cosa, cosa si vuole forse nascondere? Che Ramesse II, anni dopo la battaglia di Qadesh, fece un'alleanza di mutua assistenza con gli Ittiti anatolici e che essi si divisero tutti i territori e i gruppi umani nelle terre di mezzo? Di certo Mer-en-Ptah, successore al trono di Ramesse, disperse tribù ribelli nel deserto, e tra di esse vi cita una tribù di nome Israele, non già quel futuro regno. La notizia di ciò fu scolpita sulla stele nera guarda caso già appartenuta a Amenofi II (Amen-hotep). In conclusione, accennando a notizie dell'egittologo Donadoni in cui Israele partecipò a campagne belliche in Egitto ai tempi dei Persiani e a quelli di Bagoa, allora governatore di Giudea, in cui in Alto Egitto, a Elefantina, venne costruito tempio dedicato a Geova, e da canale del Nilo si toccavano molti Paesi esotici, se si vuole proprio credere veritiera la parola del biblista, la Legge fu, però, compilata quando i due scettri non ebbero più gran influenza su province costiere: e solo dopo Ramesse III, che nel delta del Nilo sconfisse i Popoli del Mare (tra le cui ondate sanguinarie in definitiva avvenne l'Esodo), e cadde in disgrazia il regno ittita attaccato dagli AhhjiavasAchei, solo allora si potè dichiarare che la regina Nefert-ari, una famosa moglie di Ra-messes, si fu infatuata di un certo Mosè, senza incappare nella vendetta implacabile dei faraoni contro la calunnia (ma forse di Mosè ne esistettero più di uno e, come scrisse il giornalista americano Lehmann, uno era solo egizio: egli attraversò paludi del Mar Eritreo e fabbricò serpenti in rame nell'oasi sinaitica di Qetta con fonderie, appunto, egizie). Una certa bestia ha diecimila occhi e orecchi dappertutto e riferisce tutto a visir. E questo, un regime claustrofobico.

1.1
Secondo me, sono molte le bufale degli eloimisti, cioè di coloro che credono a un intervento nel trapassato remoto di OVNI manipolatori della vita umana o del genoma. Per me agnostico il Dio della Bibbia, poi, è lo stesso Seth o Suthek adunatore di nembi degli Hyksos e il Suo nome completo, grazie a rinvenimento archeologico tedesco in Alto Egitto, a File, è Io che vengo- con- lo scettro Was -sono- il dio-degli-dei. Costui parlò in egizio a Mosè. Mosè è un nome egizio anch'esso e significa E' nato, come d'altronde Mosi, Messes, Mosis, nei nomi composti egiziani di faraoni. Dire in antico egizio Io sono il Dio che sono, ossia Pa Netor Ah, somiglia molto a Pane Torah, ma anche se qui non si coglie nulla, in realtà la Torah, ossia La Legge mosaica, ha origini egizie, e persino nel Libro dei Morti certi comandamenti sono complementari o gli stessi del decalogo. Secondo me, infine Adamo fu un Cro-magnon da cui derivò per mutazione genetica naturale Eva, il primo Sapiens Sapiens. Adamo fu l'uomo Cro-magnon in generale, maschio e femmina. Esso possedeva una costola mobile, cioè delle reni, in meno dell'Erectus; egli dipinse l'uro, bisonte oggi estinto, in caverne. Cro è una parola preindoeuropea che significa appunto caverna. Nell'Eden mesopotamico, e più precisamente nei Monti Zagros a nord della Babilonia, dalla Columbia University furono scovati resti di Neanderthaliani. La Sacra Bibbia allude forse ad essi parlando di una prima compagna di Adamo? Ma costui in principio già assaggiò la carne umana, poiché quella Lilith, secondo rabbini, era un vampiro, ed è certamente strano che un ignorante, come vede per la prima volta Eva, dice che quella volta sì essa è carne della sua carne e osso di ossa, come se in barba a ciò che vien insegnato egli già sapesse della morte. Dunque vi è un retaggio mostruoso che arriva fino ai giorni nostri e il cannibalismo viene praticato anche metaforicamente dai mercati finanziari allo schiavismo, ai dittatori dell'assoluto nella Storia.

Sabato 21 dicembre 2019 17:59:46

Caso Dogon - Non è extraterrestre (Era Spaziale Anno 57) Negli anni '50 del secolo scorso l'antropologo Griaule studiando una popolazione africana dell'Alto Volta scoprì che i suoi sacerdoti già conoscevano che la stella Sirio ha una compagna e che questa orbita attorno alla prima in cinquanta anni. Subito si pensò a un incontro ravvicinato del 3° Tipo e con extraterrestri anfibi, non dei navigatori, ma ciò ora lo confuterò ponendo l'attenzione su un particolare della storia dogon che ha subito destatomi interesse. Il loro dio è Amma, io vissi in Egitto molto tempo fa; per gli Egizi il dio sole invisibile è Amon, per i fenici Amon-Baal. Ho detto invisibile perché secondo me gli antichi Egizi avevano intuito che il sole, per immagine sua di stesso dio, e che noi vediamo al nostro orizzonte, non è il vero sole e che il disco solare appare all'occhio umano già vecchio di otto minuti circa. In antico Egitto vi era un detto: Io sono l'Uno, che diventa il Due, che diventa il Quattro, che diventa l'Otto e torna a essere l'Uno. Questo strano teorema oltre a essere matematico, dove per matematica s'intende un'armonia, un ordine cosmico come la stessa Maat egiziana, esso ci parla del dio supremo e delle sue manifestazioni. Tra queste, poi, c'è il sole del mattino, Khepri; il sole di mezzogiorno, Ra; il sole della sera, Atum, il quale con la sua pertica tiene lontano il serpente infernale di magma. In breve noi diciamo di vedere il sole nell'attimo presente ma per un piccolo paradosso spazio-temporale di esso ne vediamo il disco solare soltanto per come era alcuni minuti fa e nel contempo il sole astronomico ci è invisibile, invisibile nella sua essenza di bruciante atomica, e che gli Egizi non intendevano come noi galileiani, ma dal volto umano e circondato dai cobra che accecano col loro sputo. Ora, ripensando alla corrispondenza Amma - Amon-Baal, subito mi è tornata in mente una storia dell'antichità classica, dico classica perché coinvolge persino il filosofo Aristotele: la circumnavigazione dell'Africa da parte dei Fenici. Ai tempi di Aristotele, precettore di Alessandro Magno, il faraone d'Egitto Nekhao chiese ad Annone di Cartagine di trovare una via marittima alternativa al Mar Rosso. Nekhao è lo stesso faraone, per altro, che uccise in battaglia re Giosìa di Israele, il quale aveva ristabilito l'ordine nel suo Stato e ritrovato fortuitamente dei testi della Bibbia nelle profondità del Tempio di Salomone, come se il perverso re Achab, a lui precedente, ne avesse bruciata gran parte. E in effetti la Bibbia di Gerusalemme risulta essere una "Homeiron", aver delle cuciture, aver più redattori confluiti in modo particolare nel descrivere il sacro e l'opera complessiva è anche mutila delle più interessanti, ad esempio Le Battaglie di Yahweh. Molto si parla di Atlantide anche sulla scorta della Repubblica del filosofo Platone, ma l'isola misteriosa per la sua forma e canali navigabili ricorda grossomodo il porto navigabile di Cartagine e per un altro fattore, il suo stesso nome è l'Anatolia del popolo di Hatti, l'Anatolia degli Ittiti, ciò che io chiamo Hattilantis nella mia poesia/prosa e che fu investita dal maremoto scatenatosi nelle Cicladi. Di certo i Cartaginesi imbarcarono degli Egizi, discendendo il Mar Rosso e presumibilmente durante l'anno si toccò lo Zimbabwe, dove ci sono costruzioni antiche e misteriose, ma dopo un anno la flotta si divise in tre presso le cosiddette Colonne di Ercole di Cadice. Questo, perché Annone era accorto mercante: perciò presumo che una parte continuò la rotta verso le Gallie di un futuro Cesare, e forse fondò una colonia lungo la Senna, ma non Parigi, benché come nome Paris ci ricordi la dea Iside; l'ala sinistra forse andò verso Occidente, il cosiddetto Regno dei Morti, e, se non naufragò sulle coste americane e finì i suoi giorni in Arizona, di certo sostò alle Azzorre; la parte più consistente si spinge nel mare nostro e raggiunge il Medioriente. Comunque come essi tornarono dal faraone subito il filosofo Aristotele li indicò come dei millantatori in quanto essi dicevano che, durante la navigazione, a un certo punto il sole di mezzogiorno non solo non si proiettava più a Sud bensì a Nord, ma il suo corso era retrogrado. Herodotus docet. Per uno come Aristotele la Terra era piatta, non si conosceva né l'equatore né l'emisfero australe, dove anche le stagioni s'invertono. Dal resoconto fenicio, poi, si sa che essi s'imbatterono in tribù scimmiesche. Senza voler offendere nessuno probabilmente un po' di verità va oltre il velo dell'ignoranza, poiché presso il Niger e più a Sud, in Congo, i gorilla ci sono davvero oltre a certi bracconieri che hanno il pelo sulla lingua. Un'altra cosuccia che dà da pensare, oltre al fatto che una religione non scritta è mutevole nell'oralità, cosa per cui sette giorni si trasformano presto in settanta anni, è la magia praticata dai neri, poiché il nome del mitico Nommo che, descritto come un pesce, portò i Dogon a conoscenza di una specie di granaglia da coltivare come già si faceva nel Medioriente, se letto al contrario, esso suona non troppo dissimile da Ammone, il dio; ma comunque sono inconfutabilmente le stelle del cielo a parlarci più chiaro: Sirio A è Iside, che ha una compagna occulta in Nefty, moglie del tempestoso dio Seth egizio, lo stesso Suthekh degli Hyksos, di quei Semiti impomatati che lo realizzarono come il dio degli dèi e l'adunatore di biblici nembi; e poi c'è Sirio C, ovvero Saith la Scorpioncina preposta agli allineamenti per la costruzione dei templi in cui si riflettono cosmologie. In effetti astronomicamente quella di Sirio è una zona abitata da alcune antiche stelle e la stessa Sirio in antico s'incielava col sole al mattino allorché c'era l'inondazione del Nilo e per cinquanta giorni tutto restava sommerso dal limo nero, dal fertile limo. Questa stella, io la chiamo sì Astro del Mattino ma non ha a che vedere con il Lucifero dei greci né con quello della Bibbia nel libro di Isaia e dei suoi omonimi. Molti miti perciò interessano i cieli e i suoi sette pianeti ne sembrano i pilastri su cui si regge ogni oroscopo di fumo o fortuna. Se la sapienza fosse cosa a buon mercato non la si conquisterebbe con il sudore della fronte o nei travagli del parto, e io modestamente sono alieno agli stessi accoliti degli alieni, e dico che nei cieli si rifletteranno pure misure di templi e di pensieri ermetici, siccome per i Dogon così per i Fenici a cui si rivolse Salomone per la costruzione del tempio, ma la Natura è ben altro che una squadra e un compasso, per me l'idealismo platonico, o hegeliano che sia, non è nemmeno sinonimo di Arte in Natura.

Venerdì 20 dicembre 2019 07:10:28

Non sono la scimmia ammaestrata di alcun Elohim (Anno 58 dal primo volo in orbita del cosmonauta Gagarin) Maledetto l'indice puntato del Tempo, un coccodrillo che piange oro colato nella sua fiala! O voracità dell'attimo fuggente nella tromba, Platone è un tiranno, un'industria di scale tutte euguali. E da poetastro, io qui, caduto in basso, sull'ultimo gradino di una piramide, di una repubblica di atlantidei, a che pro, perché debbo, poi, sapere di non sapere la rotta del viaggio, mentre tutto il sapere è dato al solo Logos, ossia il Daimon? Esso tutto suggeriva a uno come Socrate, che certo non parlava di economia africana o di bucato ai novanta Celsius. E' una tragedia! E' una tragedia, questa cabbala, mentre il fauno se ne sta nei penetrali del folto e strilla come una ninfa oscena delle prosaiche acque. L'esilio a me tocca e non mi tocca il coro mormorante di finocchi. Anche un certo Gesù, e scommetto non di Nazareth, visto che in quella città non può esserci nato: storicamente nell'anno uno non esisteva, infatti, la sinagoga, una tutta di strapiombi come un monte di ulivi al sopraggiungere di una coorte romana, giusto mezza legione di porci, nella notte dei tempi; ebbene era il figlio unigenito del Daimon. Anzi, egli lo si vuole il Daimon-Logos stesso, nella religione del notaio da cui mi sono fatto sbattezzare, perché non credo nel Dio degli eserciti né nel nome della rosa, e nemmeno in Fra Dolcino. Punto, accapo. Entrambi li conoscono le cronache; curie hanno insegnato le cose del Daimon, ed è una maieutica che è espressione del meglio dell'animo di quell'animale sociale che è l'uomo? E la donna di tanti sacrifici? ! Ah, l'amore! Una specie di tattica di guerra del deserto e una ovulazione lampo, per quelli così maschilisti… O forse è una piccola piccola dose di stricnina e l'ironia di ogni tanto, nel romanzo giallo, una febbre nella ricetta dello Chef Mani-di-Fata? Ma', mi ci stringo, ma comunque un elisir di lunga giovinezza, non sarà essa così lunga come la barba di Prete Gianni. Mm… Però, entrambi sono stati abbandonati da Esso, dall'Iddio che reputano in molti tanto sensibile, e prima di morire crudelmente appesi a una scala ritorta di filo spinato. Oh, certo vero, per il Pensiero, per l'Eterno io sono un nonnulla come un neo della pelle, uno strato della carne; la nostra bocca si riempie solo di vento, tutto ciò che esce dalla bocca dell'uomo non vale una cicca, disse qualche profeta con il sigaro. E che noi siamo anche l'italiano voltaspalle e la banana fritta del latino, diranno gli scaldi di un cranio gotico ben lavorato, spolverandoci sopra del cocco di mamma. Così di me diranno nel tempo che ci è tiranno, che so d'aceto. E ci cancelleranno volentieri dal vocabolario d'Europa con qualche sortilegio, perché non è "social" e loro non sono una macchia nella macchia a macchia di leopardo, ma hanno il fegato di un titano che atterra persino il drago di mare. Ah, davvero sono scemo come la pioggia! Pazzo. Pazzo sì, io svelo, non rivelo l'apocalisse. E che me ne importa dell'arcano… Voglio l'acqua di morte, gli dirò, se rinsavisco, e mi tufferò per tornare a riva. Ma così beffati nel pensiero, il Pensiero con la pi maiuscola è l'alieno, l'Assolutismo, il solo che governa, che ci incatena e talvolta ne scatena a piacimento, come dei servizi segreti, mentre rostro ci rode dentro. Come fosse una candela al vento per gli antenati la mia prece è pagana; come fosse un amaro battidenti, il telegiornale non fa che strage di appetiti con del gossip, e, vedendo fin troppo di biondo platinato per i campi da falciare, vedendo fin troppo di falso azzurro in questa incubatrice, il pianeta sta già diviso da bandiere di smog, giusto delle bandierine. No, non è il ronzio di un favo ad annidarsi tra me e l'inconscio del digitale del vicino, il mio prossimo; è come un fantasma, la grande tenda del consiglio, e l'orso ci girà intorno: come uno stiletto nel traversone del gabinetto di un politico esso tira zampate e sbraita "Sei un salame! ". No, è qualcos'altro, il goal, il pensiero, tutto mio, che non si nutre sottilmente di pensiero doloroso, e di vapore e di sali, e di energia. Un vampiro ecco, è l'Altissimo. A volte si nasconde come un pensierino subdolamente mio, uno e di vendetta, nella sinistra dietro la schiena, ma me la faccio sotto nell'abbraccio tra armature. La madonna nera col bambino! La crudeltà si gira e rigira nel sacco come un coltello per dissezionare l'idea, un grumo di neuroni, tutta una sinapsi coi baffi del gatto. Non me ne vado soddisfatto, dice in cuor Suo, l'Idealismo del tenebroso. Ricresco, dice l'albero ben piantato nel cimitero delle vanità, ma la mia radice scorticata? Non era un dente cariato, eppure l'ha masticata come liquirizia, l'ha dipinta come una pipa surrealista… Come dicevo, secondo il Fiat Lux, io non sono, noi non siamo affatto, ci facciamo chiamare come vuole il genitore distratto, ma il mio me occulto ha quello stesso affibbiatogli nel codice? No, non esiste Io, essi lo chiamano l'indegno sé e solo l'Altro è, e quello è anche il pensabile, il ragionevole, al massimo l'Oltre-mondo, tutto il resto è la cenere del piromane. Me ci sarà solo stato, come un malessere genetico, additato come il Male, lo dice un mi minore sul pentagramma, un passeggero iato, e imperfetto e passato prossimo. Capatosta come un bottone di caffè, presto finirà me su una barchetta di carta col titolo Le Figaro; e non mi vedo già nel gorgo? La psiche dovrebbe accantonare l'ego dell'anima e farsi servile, servire lo Stato servile della Matrix, servire soltanto la causa del Paradiso sudato dal Suo fisco, un giudice opportunista che arto ti sega ad Arte e lo riduce, e lo ricuce ad altri senza regolari carte. Si contraffà di tutto, si stampa persino la cambiale già datata. Guardati attorno, tutto è fruibile ad altri che stanno per morire, soffrendo su un piatto della bilancia, annoiati del mal di vivere al ventaglio di piume di struzzo, annoiati persino del desiderio di perdonare la gleba di non essere altrettanto profumata gleba… Quale filosofia di Cesari antelitteram, il romanzo dell'illuminato Frankenstein, e quanta ancora brace negli occhiali scuri di quel Caronte che mi aspetta dietro l'angolo! I pompieri del futuro dovranno bruciar i libri che fanno soffrire come il Melodramma e sconnettere il cervellone del pollaio d'allevamento forzato che s'interroga sul Nulla, dopo qualche nota di John Lennon, uno freddato alla bisogna. Bisogna essere dominati da una forza superiore, no, esserne invasati come gli schizoidi, dal Sacro, nel dualismo, per scacciar il cattivo pensiero, il dannoso pensiero, la picca del cavaliere senza terra, che il Pensiero-Logos, il Padre divino, tutto ciò che è salda roccia come un eone per il leone, non sia affatto giusto e in vero anche cattivo! E io, il consigliere della bufala quantistica, di una interconnessione di bande. Ne avessi trovato il sepolcro, per gli zotici nichilisti gli avrei spezzato le gambe; Egli tornerà e sarà più vivo che mai perché si è sempre nutrito di dolore come i re… Così è stato, l'Elohim del simun, un vento delle sabbie, così è il sole nero del Libro dei Libri che nessuno legge mai e ripone nel freezer come il pane: ecco, esso sta anche sul comodino d'albergo del piccione viaggiatore affaticato e come tutto un pezzo di ghiaccio ravvolto nella tela nera, e con un mammut dentro. O cos'è mai il passo: E li rivestì di pelli, forse un mito del calcolitico, per Giuda? Ma certamente matto sono, e come Cassandra prima del rogo, il mio; l'orgoglio originale scaturisce dall'irrazionale dionisiaco, dal pomo di un fungo bello a vedersi, nel peccato del primo sciamano. Non troppo in alto è volato a cavallo della stregata scopa disney e ha sciorinato un verticale petroglifo. O magari fu un'allucinazione di Cappuccetto Rosso nella fiaba della befana, e nemmeno il lupo di Gubbio è persino un beato tra le nuvole? Lì, non ci sono solo statue di animali senza anima, poiché per la Bibbia solo l'uomo è anima vivente, ma tutto un parcogiochi di bonsai in pietra levigata; lì non v'è che l'atmosfera giusta, dico io, per incantarti con suoni doppiati dal vivo, con odori simulati e coi sapori dolcissimi e prelibati di quest'isola maledetta. Nel recinto del Vortex i gran dottori non si radono, tutti vi godono per Legge della luce comune del gregge e del suo principe, il "primus inter pares", e anche le ancelle strofinano contente gli stivali, cantano lodi da umili vestali, proprio come doveva esser fatto e di buona volontà in Terra. Fuori i cani, è stato detto, ove pulci covano svastiche, non le si incarnino affatto nell'Opus Dei, in una Gerusalemme? Ma non è un acquario di pescecani e sommergibili, la Via non celeste dei Demoni? Forse uno sberleffo degli dei messicani, e così circoncisi come il papale re David di Michelangelo, è il cuore scassinato che ruzzola giù, mentre la folla è dominata dalla sete di sangue fresco di desaparecidos… Si taccia; per carità, io non pontifico, taglio ponti. Sì, sì, non si parli nemmeno della vergine che fu come un utero in affitto del dio che, nel passato remoto, manco le concedeva di possedere un seme per la riproduzione, e neanche, poi, del terzo occhio di Caino né della casa infestata di specchi nel Luna Park di Halloween Street! Vedo pezzi di merda in festa sul selciato, quasi l'acciacco, il fumo di Belzebù, non ne vendo di slot-machine, però, io, come fosse il culo dei sofisti. E me lo tengo stretto e ignorante, il caro deretano coreone, come fosse un'indulgenza di Giano. Certo lo sono nello stinco da gennaio a un Silvestro che ronfa e tanto a fondo quanto le palafitte incise in Val Camonica. Ma la sua porta tagliafuoco, nella gloriosa città infinita di Giordano Bruno, eh no, non si sdoppia mai come un whisky! La mia penna è uno scettro di ferro con l'anima di ruggine, una pippaiola d'inchiostro, e a tratti sputa una morsicata unghia alla parigina nel gioco di gambe di un teatro. Come no, io sono il malinconico clown, un goffo Quasimodo che si dondola sul cavo elettrico dell'alta tensione: innamorato della Luna e di Notre-Dame, spesso la supplico di farmi ricredere, affacciato dalla guglia segreta, e di non aver la calvizie quando vado dal barbiere Pantalone per raccomodare un ciuffo anarchico. Eh già, lo scalpo a zero, il capoccione mio si prenderà un'insolazione da pomodoro, e forse anche la pizza di un Bud Spencer, mentre sogno, invece, una pizza Negro Blues, e condita dei capperi di Lampedusa. Già mi treman ginocchi a foglie marroni, a ramoscelli tronchi e divelti per gioco dal vento, in bilico sulla passerella di un uncino e così cieco a destra, quasi come un semaforo rosso che ha visto un merlo con il verme nel becco. L'acquitrino sbuffa. Mentre mi pianto sul legno, da bambinone qual sono faccio: E' o non è ‘sto sughero, una ghianda della strada per l'inferno; c'è o non c'è una lastricata pista di sale nella porca sozza che se la ride, sguaiata come una rete da pesca? Sì, lo sento venire, il freddo: scende come uno Shuttle col rimorchio, come una biscia tra le scapole, e già sembrava un brivido, questa primavera. Sovviene l'incerta malora, o nocchiero coi Rayban scuri che mi dài del bastardo e a torto dantesco, e mi seggo imbronciato come un baccalà nella pastella. Come una rota di pietra, come una mola che macina teste di aglio, la rovina mi si mostra come la bolla del rospo, nei suoi bacetti d'addio. Siamo fritti come un battaglione di patatine! E chi o cos'altro di sublime l'ha voluto, questo universo sbattuto, castigato come uno zabaione: ai terremoti che abbiamo udito da secoli, nel disegno erano necessari tutti i Suoi castighi, ogni pestilenza mandataci dal superuomo? Un rutto sgradito sento provenire da cavallette che fanno il pelo all'onda verde; mi riesce uno sputo di tabacco ai Suoi piedi scheletrici e, nella nausea, non caccio microbo che nel pugno dello stomaco vuoto. Fu cella di miele, un pensiero sottochiave, e di colei che danza ancora nel mio pensiero e con un pensiero soave? La Morte l'ha sconquassata come Achille, trascinandola con la sua angelica quadriga, a Barcellona. Porterò stampata l'istantanea illusoria delle sue rosse labbra in una prigione senza sbarre, mentre con la coda dell'occhio annebbiato intravedo la maschera grottesca del minotauro e quel sacerdote assetato di uno mestruale. Creta? Un mistero senza fine che mi sfugge come Icaro, un dedalo ricurvo come lame di gorgone. Nell'assenza di gravità sembra che qualcuno di noi due abbia la sbronza sdentata della poesia epica, così nascosto nel cappuccio come uno Jedi. Rispondimi! Rispondimi, mi fa la tachicardia a ore, un hotel e il canto delle sirene monacali: e già fluttua un'ondina con un reggiseno di anemoni e come un astronauta della fantasia di un Cyrano mela fa vedere dall'altalena… Con fare maniacale, ecco che un Ufo Robot mi torce come il torchio lo avvita, si infila le pinne e… Splash! E che farò, io, adesso, così imbavagliato e legato al timone con le corregge della lira? Non so nuotare come Nessuno, come il figlio di Circe e di Ulisse mi so solo odiare per qualche iarda in più verso le porte Scee, ovvero l'Ade di Ettore e di Andromaca...

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