Messaggi e commenti per Corrado Augias - pagina 56
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Frasi di Corrado Augias
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Biografieonline non ha contatti diretti con Corrado Augias. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Corrado Augias.
Mercoledì 20 novembre 2019 16:13:14
Mercoledì 20 novembre 2019 14:47:02
Gentile Augias,
vorrei commentare in breve la sua osservazione spocchiosa: "essere di destra è facile". Spocchiosa perché riesce solo a perpetuare il noto - e falso! - pregiudizio della presunta "superiorità culturale" della sinistra.
Lo dimostra proprio l'esempio che lei proponeva, di ipotetico "uomo di destra" che affronta il problema dell'immigrazione: " a me gli immigrati fanno schifo! " Questa è una frase stupida, ed è uno stereotipo di individuo ottuso e xenofobo come VOI immaginate siano gli elettori che hanno voltato le spalle alla sinistra. Nella sua rozza e schematica visione del mondo, a Lei non viene per nulla in mente che semmai il ragionamento della stragrande maggioranza degli italiani (tra cui anche molti di sinistra!) è: "l'immigrazione deve essere rigorosamente controllata, perché un Paese è in grado di accogliere solo coloro in grado di potere lavorare e di volere effettivamente integrarsi". E questo è il concetto che regola le politiche migratorie di Paesi come Svizzera, Stati Uniti, Giappone, Cina, Russia, Australia, Gran Bretagna, ecc., ecc.
Tutto il contrario della ideologica e demenziale visione della sinistra, che non si preoccupa di cosa faranno coloro che sbarcano in Italia, né del fatto che tra quanti vorrebbero sbarcare vi sono anche criminali, terroristi, o persone che poi, in mancanza di possibilità di lavoro, diverranno facile preda delle organizzazioni malavitose. In appena 6 anni la mafia nigeriana - grazie ai governi di sinistra che hanno fatto entrare stranieri senza controllo - è diventata la 5a organizzazione criminale in Italia.
Quanto alla "superiorità culturale" della sinistra, basti vedere come avevano ridotto i loro Paesi leader di sinistra come Maduro, Pol Pot, Castro, Ceausescu, Hoxha, ecc.
Ma la Storia non le ha insegnato nulla?
Lei è solo patetico, vi attaccate alla fallita ideologia comunista, e ai suoi dogmi rottamati dalla Storia, come un naufrago ad un tappo di sughero.
Saluti.
Roberto Frigerio
Martedì 19 novembre 2019 23:50:43
Grazie.
Martedì 19 novembre 2019 17:17:30
Buonasera
Ieri ero un ragazzo e un vortice mi ha portato a 63 anni. Lavoro lavoro e lavoro, no non sono ne Veneto e neanche Lumbard, sono Calabrese residente nel sistema solare. Sono un ambientalista non fondamentalista, ma mi arrabbio tanto quando vedo il menefreghismo di chi sporca gettando la spazzatura nei boschi, in mare, sulle piazzole delle strade. Ho raccolto vecchi appunti e ho scritto la prima parte di un romanzo sull'ambiente inglobato in una storia d'amore. Mi faccia sapere dove spedirglielo, lo potrà sempre usare per livellare il piede di un tavolino.
http://bit. ly/2JPQw8h
Sinossi
Beppe è un tecnico che per sua fortuna vive in posti meravigliosi in Sardegna, ama il mare e ne fa parte. Si innamora di Lù una biologa tosta anche lei immersa nella natura. I due vengono coinvolti inconsapevolmente in un traffico di rifiuti tossici, ma vivono la loro vita normalmente. Carmine ingegnere elettronico esperto in sistemi radar, ha lasciato il suo lavoro per attuare una vendetta contro i trafficanti di rifiuti tossici trasportati da navi sulla rotta dei veleni. La moglie di Carmine, mamma di Lù, era morta di leucemia a causa di rifiuti che accidentalmente ne era venuta a contatto sott'acqua mentre disincagliava la rete da pesca di un amico rimasta agganciata ad un fusto di lamiera pieno di fanghi radioattivi. L'ingegnere riesce ad infiltrarsi nel giro dei trafficanti con un sotterfugio. Pedina da mesi un trafficante, il comandante della nave dei veleni salvandolo da un agguato. Nei vari trasporti i due diventano amici. Nell'ultimo trasporto destinato all'affondamento in mare vicino alla costa Calabra, Carmine e il comandante riescono a far spiaggiare la nave ma a caro prezzo.
Saluti
Giuseppe Lento
Martedì 19 novembre 2019 16:45:23
Caro Augias, apprezzo sempre ascoltarti ma questa volta ho percepito nel commento del libro "le religioni sono vie di pace? " qualche elemento di imprecisione legato a spunto ideologico. Non perché io sono un credente sono incapace di capire la complessità della vita che ha portato anche le religioni a posizioni di conflitto con conseguenze inaccettabili. Ma vorrei far notare che la prima guerra ha fatto almeno 20 milioni di morti (e in soli 4 anni!), ha con-causato la "spagnola" con altri 20 milioni di morti (peggio della peste). Napoleone ha insanguinato l'Europa con circa 20 milioni di morti anche lui (ce ne era proprio bisogno? e l'eventuale bisogno giustificava il suo cinico commento sui tanti morti con la battuta che tanto ci sono le donne che faranno nuovi figli?), infine seconda guerra, il Vietnam, la guerra del Golfo e tante altre. Tutte decise, volute e gestite non certo dalle religioni (che anzi le hanno tutte avversate, in particolare la cattolica) ma da quella "razionalità" del potere civile per la quale hai citato la Costituzione americana. Magari la ragione bastasse, i fatti proprio smentiscono. Volere che la religione non si occupi delle cose del mondo per lasciarle al decisore politico mi sembra proprio senza fondamento. Il mondo sarebbe molto peggiore senza le religioni. Credimi. Mi piacerebbe discuterne. Grazie della attenzione
Lunedì 18 novembre 2019 09:18:14
Sono un napoletano trapiantato (per attività di nonno sitter) a Venafro, scoprendo moltissimo nella storia di questa piccola cittadine ex del regno delle 2 Sicilie ma ancora di più serbatoio di olio per l'impero romano. Grazie alla Banca del tempo del Molise (associazione non profit) ho avuto modo di constatare che nonostante la cittadina sia in grado di offrire cultura e grandi risorse turistiche la politica non fa nulla per cercare di incrementare tali risorse, quindi noi dell'associazione cerchiamo nel nostro piccolo di sostituire l'incapacità politica con nostre iniziative per cui abbiamo organizzato come ogni anno la manifestazione "IL BARATTO DEL LIBRO" ove cerchiamo di allontanare i ragazzi dal telefonino per ricondurli al libro, e di portare gli adulti alla convivenza tra loro in modo da organizzare altre manifestazioni che portino attrattive esterne a questa cittadina. La nostra manifestazione è indetta per il 14 dicembre e sarebbe nostro grande piacere poter avere una vostra presenza che renderebbe la manifestazione a interesse nazionale. Mi scusi se ho osato troppo, ma le confesso che sono un suo assiduo ammiratore e mi delizio ad ascoltarla. Antonio Rotondo
Domenica 17 novembre 2019 18:45:00
Gent. mo Sig. Augias, sono un sacerdote sardo. Prima di tutto le devo dire che la stimo molto e credo di aver letto quasi tutti i suoi libri (che poi regalo alla biblioteca comunale...). Il mio curriculum studiorum è laico (e grazie alla scuola pubblica) e tale rimango nella lettura della realtà, ma sono un credente (anche se a volte mi definisco un "credente ateo" o un "ateo credente"). .. ed anche docente di teologia. Il più delle volte concordo con lei, anche se talora la sua lettura del religioso ovviamente non concorda con la mia. Ho appena terminato di leggere "Il grande romanzo dei vangeli". Per me nihil novum sub soli, però, secondo me, insieme al prof Filoramo, che è storico del cristianesimo, almeno per i testi biblici sarebbe stato un arricchimento più scientifico l'apporto di un serio esegeta. E' giusto un mio benevolo "rimprovero", ma i testi neotestamentari (e in buona parte quelli da lei citati), hanno bisogno di questo apporto. Non basta cioè una lettura storicistica dei testi, ma appunto un'esegesi più ampia, critica e completa. E' un mio parere... Comunque le rinnovo i miei complimenti e siamo nella stessa linea nella necessità di confrontarci con questo mondo così (spero apparentemente) distratto, ignorante e in balia delle sirene ammaliatrici. Saluti. Valerio Manca (in "arte" p. Emmanuele)
Domenica 17 novembre 2019 10:25:33
Gentile Dottor Augias, ha mai notato che la Chiesa ha paura di fare i conti con la usa storia?
Nei giorni scorsi papa Francesco ha condannato con forza l'antisemitismo che ancora infetta l'Europa. Evidentemente si è completamente dimenticato di quello che hanno combinato i cristiani per ben 2000 anni!
Già nel primo secolo, tra neocristiani ed ebrei, è nato un odio viscerale che ha generato una bimillenaria persecuzione dei giudei con stragi terribili (forse un centinaio di milioni di morti). I Padri della Chiesa non hanno mai cessato, nel primo millennio, di attaccare gli ebrei, pubblicando "vere e proprie calunnie". Gli imprudenti scritti, di sapore razzista ed antisemita, elaborati da Tommaso d'Aquino furono ampiamente strumentalizzati dai contemporanei e nei secoli seguenti: gli ebrei sarebbero "antisociali, propensi all'idolatria, caratterizzati da efferatezza d'animo, venalità e cupidigia". Le oltraggiose affermazioni di Tommaso, condivise anche da altri santi medievali, armarono domenicani e francescani che fomentarono sanguinosi tumulti contro gli ebrei L'aggressiva predicazione di francescani, domenicani ed agostiniani giungeva al culmine durante la settimana santa, nel corso della quale si scagliavano contro gli ebrei le più roventi definizioni: "rapacissimi lupi, voracissimi cani, succhiatori del sangue dei poveri cristiani, servi del diavolo, perfidi, rabbiosi e dalla dura cervice".
Nel secolo XVI l'atteggiamento della chiesa verso gli ebrei è diventata ancor più intollerante: nel 1555 papa Marcello II li ha associati alle pubbliche meretrici e più infami dei loro antenati. Padre Marcello di Montaillé, verso la fine del XIX secolo, descrisse il giudeo mediorientale: "egli è interamente schifoso nel fisico e nel morale; è mentitore, abbietto, ipocrita, e tutto questo si legge anche sul suo volto scialbo e lungo".
Le bimillenarie denigrazioni contro gli ebrei coinvolsero anche i loro luoghi di culto: per Giovanni Crisostomo le sinagoghe erano sinonimo di bordello mentre per Ambrogio erano la casa del diavolo; pertanto le faceva bruciare con solerzia (meglio se con gli ebrei dentro). Per quasi due millenni gli ebrei romani hanno dovuto subire l'accusa infame di deicidio, ripetuta da tutti i papi. Anche nel resto della cristianità questa imputazione fu sempre ribadita e propagandata. Nacquero cosi i ghetti, gli insulti e le persecuzioni.
Nel 1899 i gesuiti, su La civiltà cattolica, definirono gli ebrei "razza deicida". Nel 1939 padre Agostino Gemelli attaccò le "consorterie giudaico-massoniche" nemiche del cristianesimo definendo gli ebrei come "popolo deicida". Queste accuse che iniziarono a circolare nel XIX secolo furono incoraggiate da Pio IX che, dopo il 1870, diede libero corso alla polemica antiebraica sulle pubblicazioni vaticane. Il 23 marzo 1918 Benedetto XV si congratula pubblicamente con monsignor Jovin autore di La judéo-maçonnerie et la révolution sociale e di La judéo-maçonnerie et la domination du monde, i cui titoli lasciano chiaramente intendere il loro contenuto diffamatorio antisemita. Il Segretario di stato, cardinal Gasparri, invia le sue pubbliche congratulazioni al prelato razzista.
Nel 1920 l'Osservatore romano diede credito ad un articolo antisemita del giornale francese La Croix, in cui si evidenziava il ruolo degli ebrei nella rivoluzione russa: "Gli ebrei erano passati dal vero Dio all'adorazione di Satana e, a causa del loro odio, costituivano un vero pericolo per Cristo e per i cristiani".
A questo punto è facile comprendere come l'odio contro gli ebrei, nutrito oramai da tutta la cristianità, abbia dato origine alle leggi razziali e, subito dopo, alla terribile strage di circa 7 milioni di ebrei nei campi di concentramento nazisti e Croati. Di queste stragi terribili i protestanti tedeschi ed i cattolici romani sono completamente responsabili. Neanche la pazzia di Hitler avrebbe potuto concretizzarsi, se le due religioni, nettamente maggioritarie nei due paesi, si fossero coalizzate per opporsi con fermezza al dittatore.
Da: "La vera storia del cristianesimo che i fedeli forse non conoscono" (Europa Edizioni).
Autore: Cingolani Gianfranci ( --- )
Sabato 16 novembre 2019 15:51:27
Gentile dott. Augias, a pagina 220 de "Il grande romanzo dei Vangeli" scrive:"... vediamo quali altri personaggi sono presenti:... UNA COPPIA DI MANSUETI ANIMALI" e a pagina 181 de "I segreti d'Italia"
scrive: "non si accenna alla creazione del presepio con l'inclusione di due animali, il bue e l'asino, DI CUI NON C'E' TRACCI NELLE SCRITTURE". Allora, ci sono o non ci sono? La posso aiutare.
Nei Vangeli non c'è traccia, ma nei presepi casalinghi ci sono. Tutta colpa del nostro Patrono d'Italia, che nel suo presepio li introdusse, avendo per riferimento il Salmo 1, 3 "il bue conosce il proprietario, e l'asino la greppia del padrone, ma Israele non conosce e il mio popolo non comprende". E' una provocazione di San Francesco d'Assisi che ci chiede: voi siete come il bue e l'asino?
Ma ci sarà qualcuno che oggi capisce il messaggio?
Cordiali saluti.
Arnaldo Solimano
Mercoledì 13 novembre 2019 10:12:17
Gentilissimo
curo l'ufficio stampa della Fondazione Camillo Cavour che annuncia la nascita del Centro Alti Studi sullo Stato. Lo farà con il Convegno LO STATO, IL PASSATO, IL SUO FUTURO
Stato Sovrano e Costituzione Democratica che avrà luogo al Museo Nazionale del Risorgimento Italiano venerdì 15 novembre. Oggi ho letto la sua presentazione sempre efficace del libro "Le Democrazia totalitaria" e per empatia ho pensato che le avrebbe fatto piacere sapere della nascita di questo Centro.
Nell'ambito del programma "Luoghi della Cultura" promosso da Compagnia di San Paolo
Il Centro Alti Studi sullo Stato della Fondazione Cavour
in collaborazione con il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano
LO STATO, IL PASSATO, IL SUO FUTURO
Stato Sovrano e Costituzione Democratica
Torino, 15 novembre 2019 ore 17 - 19. 00
Museo Nazionale del Risorgimento Italiano - Sala Codici
Piazza Carlo Alberto 8
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Preceduto da una visita guidata gratuita al Parlamento Subalpino (inizio ore 16. 00 - punto di incontro cortile di Palazzo Carignano) questo primo incontro a segna l'inizio dell' attività del Centro Alti Studi sullo Stato (Fondazione Cavour), e rientra nel quadro del Programma "Luoghi della cultura" promosso da Compagnia di San Paolo.
Con la istituzione del Centro Alti Studi sullo Stato, la Fondazione Cavour si pone l'obiettivo di analizzare le trasformazioni che ha avuto la concezione dello Stato dalla Rivoluzione Francese ai giorni nostri, naturalmente intendendo per "Stato", la organizzazione di tutte le istituzioni collettive, nell'ambito delle quali la cultura assume un ruolo centrale, attraverso i suoi profili essenziali: la istruzione, la formazione e la comunicazione.
Le ricerche del Centro avranno quindi un duplice carattere: quello storico - italiano ed europeo - nella prospettiva della sua attualizzazione e quello sistematico, per la speranza che si crei un dibattito sul presente e sul futuro, non centrato solo sulle questioni della amministrazione ordinaria.
Il convegno risponde all'urgenza di analizzare come l'apparente scomparsa dei dibattiti ideologici e ideali, sostituiti da una globalizzazione che tocca indiscriminatamente ogni frazione della nostra vita, ha visto sorgere società dell'indifferenza e del superfluo incapaci di regolare la vita associativa delle popolazioni del mondo contemporaneo.
La visita al Parlamento Subalpino segna un filo rosso del dibattito pomeridiano: Dallo Stato allo Stato - cosa è cambiato?
Tra le varie forme di Stato che abbiamo conosciuto, specie negli ultimi due secoli, la condizione democratica si è dimostrata, ad un tempo, quella preferibile, ma anche la più fragile.
Assistiamo a un declino della qualità della vita politica perché la statualità cede il posto all'autoritarismo e al personalismo, e le classi politiche si rivelano in debito di leadership.
I conflitti possono moltiplicarsi, le chiusure reciproche e il rifiuto del dialogo possono lasciare spazio a forme di decadenza, di separatismi e restringimenti di quell'universalismo che aveva fatto la forza della cultura occidentale, a cui sono succeduti desideri di separazione, particolarismi, ed egoismi che stanno frenando l'andamento della società planetaria.
Future grandi sfide come l'idea di Costituzione, e il ridimensionamento della sovranità, sono al centro del convegno animato da alcuni tra i migliori intellettuali capaci di analizzare il pensiero politico contemporaneo: Lorenzo Ornaghi (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano), Bernardo Sordi (Università di Firenze) e Luigi Bonanate (Università di Torino).
Gli interventi giocano sui binomi: Democrazia e Nazione, Democrazia e Amministrazione e infine Stato e Democrazia.
Un dibattito intrigante e di necessaria contemporaneità.
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La ringrazio per l'attenzione cordiali saluti
Daniela Trunfio