Messaggi e commenti per Lilli Gruber - pagina 97
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Frasi di Lilli Gruber
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Biografieonline non ha contatti diretti con Lilli Gruber. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Lilli Gruber.
Venerdì 12 giugno 2020 18:46:54
Giovedì 11 giugno 2020 21:08:01
Giovedì 11 giugno 2020 18:27:44
LETTERA APERTA AI CONDUTTORI TELEVISIVI CHE OSPITANO INTERVENTI SEMPRE PIU’ NUMEROSI DI INSOFFERENZA NEI CONFRONTI DELLA SCIENZA
Cari Conduttori Televisivi,
da scienziato praticante con 40 anni di esperienza, mi diventa sempre più difficile accettare il montare di una diffusa e irriflessiva critica all’esercizio della Scienza, che colgo nelle esternazioni ormai quotidiane di alcuni di voi e dei vostri ospiti, a volte rudi. Ora è bene che qualcuno vi spieghi, anche se non leggerete o facendolo lo ignorerete, che la Scienza la potete dividere in due categorie: la SCIENZA DELLA CONCRETEZZA e la SCIENZA DELL’APPARENZA, quest’ultima a voi comprensibilmente più familiare. Dovete ricordarvene ogni volta che la Scienza viene criticata per essere imprecisa e confusa perché voi spesso avete a che fare solo con la seconda categoria. Riportandoci al tema del Covid19-SARSCov2, la SCIENZA DELLA CONCRETEZZA è quella che in pochissimo tempo ha isolato diversi ceppi del virus, ne ha sequenziato i genomi, ne ha derivato gli inneschi per allestire i tamponi diagnostici, ha sviluppato i testi immunosierologici, ha sviluppato la plasma terapia, ha prodotto applicazioni per il monitoraggio e sta attivamente lavorando alla ricerca di farmaci antivirali e alla produzione dei vaccini. Poco o nulla da criticare, mi sembra e non solo per i risultati ma pure per i tempi. C’è poi la SCIENZA DELL’APPARENZA quella che voi avete involontariamente alimentato fin dall’inizio alla ricerca frenetica di esperti che potevano essere di volta in volta: analisti di laboratorio, microbiologi, virologi molecolari, immunologi, infettivologi, epidemiologi come se tutte queste discipline fossero un’unica cosa e si riconducessero ad un unico sapere. Gli è che in questo pot-pourri, vera causa della confusione di cui vi lamentate, siete stati sostenuti da colleghi che, probabilmente mossi dall’eccitazione di una notorietà inattesa, non si sono limitati a formulare giudizi o valutazioni pertinenti al loro campo, ma si sono allargati in tutti gli altri, facendo male e del male. Giungo a dichiarare che alcune valutazioni affrettate e incompetenti hanno prodotto una tale sottovalutazione del pericolo da essere causa della morte di numerose persone. Direi quindi che siete ingenerosi verso la Scienza, certamente verso quella della concretezza. Non già per vanità ma perché ne prendiate maggior coscienza vi invito a leggere il decalogo delle caratteristiche e limiti della Scienza pubblicato sul sito di Bo Live dell’Università di Padova.
Cordiali saluti.
Diego Breviario
Giovedì 11 giugno 2020 15:34:41
La seguo quotidianamente. Mi farebbe piacere che organizzare una puntata riguardo all'argomento che le sottopongo.
Non posso fare a meno di commentare molto negativamente quanto espresso dalla CEI riguardo al giudizio generale e in particolare all’inutilità, anzi al rischio di una “deriva liberticida” che produrrebbe la nuova proposta di legge contro l’omofobia.
Premesso che la CEI ha tutto il diritto di commentare e dare il proprio giudizio in qualunque ambito possa riguardare la morale cattolica, ed il presente argomento potrebbe rappresentarne un aspetto, non ammetto però che la Conferenza Episcopale si permetta di esprimere un giudizio di merito su un argomento che incide profondamente sul rispetto dei diritti civili fondamentali. Viviamo in un’epoca schizofrenicamente bifronte nella quale, da un lato si elevano, a volte anche molto retoricamente, a necessità primarie alcuni principi umani, come appunto il rispetto dei diritti in vari ambiti (braccianti, migranti, donne, lavoratori …) e non solo nell’ambito della omosessualità, dall’altro ogni timido tentativo di affrontarne la salvaguardia è causa di una sequela di distinguo, opposizioni, eccezioni, controversie e quant’altro.
Vorrei qui ricordare alcune semplici e basilari situazioni storiche che potrebbero aiutare, nel caso si presentassero problemi di memoria, a valutare obbiettivamente le motivazioni addotte dalla CEI contro l’attuale proposta di legge sull’omofobia. Gli esempi che seguono non hanno la pretesa dell’esaustività, che di fatti se ne potrebbero riportare fin troppi, ma possono essere sufficienti allo scopo.
L’esempio più ovvio, direi banale, è quello della Santa Inquisizione che dal 1200 e fino ad oltre il XVIII secolo ha perseguitato, riducendo al rango meno che di bestie, uomini e donne che osassero manifestare idee vagamente differenti da quanto indicato nelle Sacre Scritture. E non solo, poiché entro tale ambito ricadevano tutte le nuove idee che via via la nova scienza stava facendo nascere, ne sia ulteriore riprova quanto accaduto a Galileo Galilei, ritenuto ora il padre della scienza moderna: ci sono voluti “solo” 359 anni, 4 mesi e 9 giorni dalla sua abiura coatta nei quali Galileo non è stato considerato tra i figli legittimi della Chiesa, perché ne fosse infine reintegrato. E già da questo primo esempio emerge evidentemente la pericolosa autoreferenzialità delle istituzioni cattoliche, che agiscono opponendosi alla libera espressione di pensiero, compreso il ritenere altrettanto pericolose le novità emergenti dalla normale attività scientifica. Rimango ancora su questo punto per mettere in rilievo un’altra tragica contraddizione tra le indicazioni della Chiesa e le indicazioni scientifiche, in merito all’uso dei contraccettivi. Si sa infatti che il metodo più sicuro per evitare il diffondersi del virus dell’HIV è il profilattico, sull’uso del quale il clero si è opposto da subito categoricamente.
Per trovare una vera svolta a questo atteggiamento contro il rispetto dell’altrui pensiero, bisogna attendere l’inizio degli anni ’60 del secolo scorso, con il Concilio Ecumenico Vaticano II, nel quale si ripudia esplicitamente l’antisemitismo, e in particolare col decreto Unitatis Redintegrazio che riconosce il ruolo delle altre realtà religiose nel contribuire all'elevazione morale del genere umano. È già qualcosa!
Esempi più recenti dell’opposizione della Chiesa al rispetto della libera circolazione delle idee e, non dico all’accettazione, ma alla disponibilità di dibattere sulle novità che emergono dagli inevitabili cambiamenti che conseguono all’evoluzione della società nella storia, anche in conseguenza dei nuovi assetti economici e tecnologici oltre che scientifici, si possono trovare in ciò che segue.
Il divorzio. Ecco le date in cui altri paesi hanno attivato le leggi:
Francia 1884
Irlanda 1937
Canada 1968
USA 1969
Inghilterra 1973
In Italia il divorzio è stato introdotto dalla legge del 1° Dicembre 1970. Un referendum abrogativo sostenuto da organizzazioni cattoliche e dal Vaticano è stato sconfitto il 12 maggio 1974. Anche in questo caso la Chiesa ha provato ad avere voce in capitolo su un diritto civile.
Riguardo all’aborto la strada è ancora lunga. Fino al 1978 l’interruzione volontaria di gravidanza era considerata reato dal codice penale italiano, anche in quanto ritenuto immorale, col bene placido dei cosiddetti cucchiai d’oro e l’ipocrisia di chi (come il clero) pretendeva di far chiudere gli occhi di fronte ai rischi e alle ingiustizie, anche economiche oltre che sociali, delle donne che si dovevano sottoporre loro malgrado a tali sotterfugi. Poi è arrivata la legge 194, comunque sempre osteggiata da molti benpensanti cattolici.
Con ciò non sto dicendo, come accennato all’inizio, che le istituzioni cattoliche non debbano esprimere la propria opinione sui comportamenti e le regole che il fedele dovrebbe tenere, ivi compreso quello relativo alla collocazione della omosessualità nell’ambito del dogma religioso, ma un conto è indicare al credente la via che la Chiesa suggerisce, un altro è esprimersi in modo che la propria opinione debba essere considerata come l’unica verità ammissibile e questo in linea con quell’atteggiamento assolutistico che, come ho cercato di spiegare prima, ha sempre contraddistinto l’agire degli enti religiosi. Bene fa il fedele ad ascoltare il consiglio della Chiesa, ma guai ad interpretare tali consigli come verità assolute, che tali non sono se non per chi crede, e tragicamente coercitive risulterebbero per una società civile che deve essere pluralista e soprattutto inclusiva, nel senso di accogliere integrandole le diversità di credo e in generale di pensiero che comunque risultano essere sempre una ricchezza in più e mai una minaccia. Anzi, il sospetto è che considerare un’idea una minaccia è spesso foriero di paura ad ammettere l’eventuale superiorità di tale idea e, nel caso della Chiesa cattolica, anche della paura dell’indebolimento del proprio potere temporale.
Ben vengano quindi le nuove proposte alla modifica di una legge così complessa e delicata che un paese democratico ha il compito di valutare, discutere e rendere il più possibile vicina al sentire dei cittadini, qualunque credo e opinione essi abbiano.
Mercoledì 10 giugno 2020 15:18:17
Sarebbe bello che la si smettesse col vittimismo. I Giornali di dx lamentano che si parli solo delle RSA in Lombardia. Non è vero. - L'USB Unione sindacati di BASE oggi martedì, 9 giugno 2020 comunica:
Questa mattina davanti al palazzo della Regione Emilia Romagna si è svolto il presidio della delegazione degli operatori delle strutture socio-sanitarie e dei familiari dei pazienti deceduti per Covid-19. Numerosi gli interventi che hanno messo in luce quanto accaduto e continua ad accadere all'interno delle RSA e delle CRA nel silenzio assordante della dirigenza delle strutture e delle istituzioni politiche dell'Emilia Romagna.
Abbiamo portato in piazza le voci di chi ha vissuto in prima persona le conseguenze disastrose della gestione dell'emergenza all'interno delle strutture, degli operatori che da mesi denunciano l'assenza dei dispositivi di protezione e la carenza di personale per garantire un'assistenza adeguata; dei familiari dei pazienti che non hanno mai ottenuto risposte chiare su quanto è accaduto ai loro cari; dei lavoratori impiegati nelle cooperative sociali che ogni giorno vivono sulla propria pelle le conseguenze della privatizzazione dei servizi alla persona che non permettono di garantire una cura dignitosa ai pazienti.
Il presidio ha permesso di rompere il silenzio costruito intorno a questi fatti drammatici, costringendo la Regione a calendarizzare un incontro con la delegazione presente su quanto avvenuto in questi mesi e ad aprire un confronto sul modello socio-sanitario, in particolare sul sistema degli accreditamenti.
In questi mesi abbiamo visto infatti come il modello emiliano-romagnolo si sia mostrato inadeguato nella gestione dell'emergenza sanitaria e nel garantire il diritto all'assistenza ed alla salute per tutti: è necessario ripensare il sistema di cura e di assistenza nella nostra Regione mettendo al centro le esigenze dei pazienti e dei lavoratori. Un sistema socio-sanitario pubblico capace di garantire il diritto universale alla salute eliminando la logica del mercato e del risparmio nei servizi di cura della persona.
USB Emilia Romagna
Comitato familiari delle vittime delle CRA/RSA di Modena e Provincia
Familiari dei pazienti di Asp Città di Bologna
Familiari dei pazienti Istituto Sant'Anna Bologna
Qualcuno farà lo schizzinoso e troverà da ridire dal momento che TUTTI i giornali e le televisioni IMPORTANTI non ne abbiano parlato. Ma sono quisquiglie, non fateci caso
Mercoledì 10 giugno 2020 12:38:18
Cerco di sembrare NEUTRALE. E' difficile, ma tento. Ci sono partiti che dicono agli altri:"Voi avete governato in questi anni e siete i responsabili. Se governiamo noi le cose cambieranno". Recentemente abbiamo sentito:" Mai con quelli di Bibbiano, arriviamo noi e non avremo la TAV, non avremo la TAP, non avremo l'Ilva e l'inquinamento, Poi abbiamo sentito :"Via la concessione Autostrade"ecc ecc" Permettetemi di avere qualche piccolo dubbio., visto che voglio sembrare NEUTRALE. Ma ne dico un'altra. -Sertirsi dire:"Arriviamo e cambiamo tutto, e dopo 2 anni sentirsi dire:"Non abbiamo cambiato nulla, ma la colpa è di quelli di prima, è TROPPO. Ma come:. NOI TI VOTIAMO PER CAMBIARE E TU MI PARLI DEL PASSATO? PARLAMI DI QUELLO CHE IN 2 ANNI NON HAI FATTO
Lunedì 8 giugno 2020 23:42:26
Gentile signora Gruber,
premetto che apprezzo il suo programma e che lo guardo volentieri per la pacatezza con cui si discute (ormai altri programmi per i toni sono diventati inguardabili), per lo spessore dei suoi ospiti e, in particolar modo, per la presenza di giornalisti come Pagliaro e Travaglio, ma questa sera l'ho trovata 'stonata'... dire all'onorevole Buffagni che lui e il governo 'sono duri di comprendonio'... la sua è proprio una caduta di stile. Peccato! Spero che questa frase non sia dettata da indicazioni date dal signor Cairo, perchè altrimenti sarò costretta a non guardare nemmeno lei!
Michela Roccato
Lunedì 8 giugno 2020 21:38:29
Gentile dottoressa Gruber,
Anche stasera (8 giugno) ha fatto la sua consueta "rampogna" per la mancanza di donne nei posti chiave...
Tuttavia, ha lasciato per lungo tempo una giovane donna, una biologa, in silenzio, facendola parlare pochissimo e facendole fretta... Il tutto per privilegiare la solita stantia polemica politica che vedeva protagonisti tre ometti...
Dunque, neanche lei è così attenta alle donne, come spesso dichiara di essere !
Cordialmente
Giorgio Crippa
Lunedì 8 giugno 2020 21:37:28
Gentile Signora Gruber (preferisco chiamarla Signora pensando alla antica proposta di Luigi Einaudi di abolire tutti i titoli, nobiliari, accademici, professionali),
la sua indiscutibile competenza e il garbo rigoroso con i quali conduce Otto e mezzo fanno di quella trasmissione un momento di riflessione sideralmente diverso dalla canea che incombe su larga parte dei talk show televisivi (evito di parlare dei social per non svenire dallo sconforto.
Peraltro, a merito della trasmissione è da annoverare la qualità mediamente particolarmente elevata dei suoi ospiti.
Dopo questa lunga premessa, le dico perché mi prendo la libertà di scriverle.
Nei giorni passati, e anche stasera, il tema del piano di "rinascita" evocato dal presidente del Consiglio ha - e non potrebbe non avere - sullo sfondo la questione "epocale" della funzionalità dell'amministrazione pubblica.
Su queste questioni lavoro da alcuni decenni, essendomene occupato nei lunghi anni di insegnamento alla Luiss e alla Scuola nazionale dell'amministrazione,
E' evidente a tutti che le sfide contenute nelle proposte che Conte sta mettendo a punto non riusciranno ad avere sbocco concreto senza un ridisegno complessivo dei "pubblici poteri"
Al riguardo vorrei poterle far pervenire un libro di qualche anno fa dal titolo evocativo (che piacque molto al mio vecchio amico Stefano Rolando): LA RIFORMA CHE VERRA'. 150 ANNI DI TENTATIVI DI CAMBIARE L'AMMINISTRAZIONE PUBBLICA (scritto insieme a una valorosissima mia assistente).
Nello scusarmi per la spropositata lunghezza di questo messaggio, le invio i miei più cordiali saluti,
Stefano Sepe
Lunedì 8 giugno 2020 21:29:00
Cara lilli, ho appena visto la sua puntata di questa sera. sono un ex attore e regista teatrale italiano che ha passato meta della sua vita al theatre du soleil a parigi, con ariane mnouchkine. sono un suo spettatore fedele da lungo tempo. stasera ho sentito il rappresentante dei 5 stelle, stefano buffagni che, rispondendo alla sua lamentela sul fatto che non ci siano donne in certe squadre di specialisti, ha risposto che era d'accordo con lei, perchè le donne sono un valore "aggiunto". ebbene no. quest'uomo non sta con lei ne con le donne perchè definirle un "valore aggiunto" è proprio da medioevo, anche se ammantato da le donne non sono un "valore aggiunto", sono un valore in se. punto. "valore aggiunto" è un termine manageriale, economicistico per dire che le donne sono "super". ma sta proprio li il maschilismo e il quasi razzismo, ammantato di "managerialità imparziale". stia attenta, sono proprio questi ragionamenti sguscianti che vogliono portare avanti un mondo vecchio dandogli una mano di colore contemporaneo. credo cacciari possa condividere questa mia osservazione. con stima e fedeltà. mario chiapuzzo, novi ligure (AL)