Elisabetta di Baviera
Biografia • Storia e tragedia della Principessa Sissi
Grazie al successo dei film degli anni Cinquanta del XX secolo a lei dedicati, divenne celebre con il nome di principessa Sissi (e il volto di Romy Schneider), tuttavia la storia la ricorda come Elisabetta di Baviera.
Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach nasce a Monaco di Baviera il 24 dicembre 1837, quarta di dieci figli, da Ludovica di Baviera e Massimiliano Giuseppe di Baviera, entrambi appartenenti alla famiglia Wittelsbach. A dispetto di un padre assente (con numerosi figli illegittimi e tante amanti), Elisabetta trascorre un'infanzia serena, tra il palazzo di famiglia di Monaco e la residenza estiva di Possenhofen. A quattordici anni si innamora di uno scudiero del padre, Richard, che tuttavia viene allontanato dal palazzo a causa della sua ascendenza non gradita. Egli muore poco dopo: un evento che turba profondamente Elisabetta.
Nell'estate del 1853, la ragazza dà il proprio consenso alle nozze con l'imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria: la coppia inizia a mostrarsi in pubblico, mentre cominciano le trattative per ottenere la dispensa papale, indispensabile visto che i due sono cugini di primo grado.
Elisabetta viene educata e istruita: impara il francese e l'italiano, e le più importanti nozioni sulla storia d'Austria. Il contratto nuziale viene firmato nel marzo del 1854, con una dote stabilita in 50mila fiorini pagati dal padre della sposa e in 100mila fiorini pagati dall'imperatore. Ad aprile la futura imperatrice viene calorosamente accolta a Vienna, dove, nella Chiesa degli Agostiniani, si celebra lo sfarzoso matrimonio.
I primi anni a corte si rivelano, però, impegnativi, complici i rigidi cerimoniali cui Elisabetta di Baviera è sottoposta: la ragazza, anche a causa della lontananza dai suoi affetti, si ammala, cadendo continuamente in stati di ansia. Il suo rapporto con l'arciduchessa Sofia, madre dell'imperatore incaricata di trasformarla in una degna imperatrice, ben presto si deteriora, anche a causa dei sacrifici e del rigore che ella pretende. Criticata a corte a causa della modesta educazione, l'imperatrice rimane comunque incinta e partorisce la sua prima figlia nel marzo del 1855: nasce Sofia, così chiamata in onore della nonna.
L'anno seguente Elisabetta dà alla luce Gisella. Tra il 1856 e il 1857 Elisabetta e il marito viaggiano in Italia: ella, così, ha modo di accorgersi come l'impero non sia ben accetto da tutti i popoli, e che il regime militaristico messo in atto dall'Austria ha fatto sì che gli Italiani abbiano in odio gli Asburgo. Lo stesso clima di ostilità lo ritrova in Ungheria, dove per altro la piccola Sofia si ammala e muore il 19 maggio del 1857.
Elisabetta di Baviera, non ancora ventenne, rimane sconvolta dall'avvenimento, e una volta tornata in Austria rifiuta qualsiasi apparizione pubblica. Affida, quindi, Gisella all'educazione di nonna Sofia, considerandosi colpevole della morte dell'altra figlia.
L'anno successivo diventa mamma di Rodolfo, principe ereditario dell'impero, dopo un parto complicato che lascia strascichi sulla sua salute per molti mesi. Dopo aver ricevuto la visita della sorella Maria Sofia, moglie del futuro Francesco II delle Due Sicilie, le sue condizioni sembrano comunque migliorare.
Dopo la sconfitta subita dall'esercito austriaco nella battaglia di Magenta, Francesco Giuseppe lascia Vienna e si sposta in Italia per guidare l'esercito in prima persona: Elisabetta cade in uno stato di tremenda disperazione a causa della lontananza, chiede di poter raggiungerlo ma non ne ottiene il permesso. Reagisce disertando tutti gli impegni sociali in programma, andando a cavallo e sottoponendosi a una cura dimagrante drastica, suscitando la disapprovazione di tutta la corte.
La situazione peggiora in seguito alla Battaglia di Solferino (24 giugno 1859), dove gli austriaci rimediano un'altra sconfitta: il popolo chiede l'abdicazione di Francesco Giuseppe, mentre Elisabetta organizza nel castello di Laxenburg un ospedale militare. Alla crisi politica si accompagna una crisi personale: i rapporti tra l'imperatrice e il marito diventano sempre più difficili a causa dei contrasti con la suocera Sofia e al diffondersi di notizie relative all'infedeltà di Francesco Giuseppe.
Elisabetta, ricordando i dolori patiti dalla madre a causa dell'assenza del marito, teme di fare la stessa fine: senza contare che il consorte rappresenta il solo legame con una corte che detesta e che la detesta. La sua reazione è un insulto all'etichetta: organizza, infatti, balli a cui invita i rampolli dell'alta società di Vienna senza i loro genitori (comportamento totalmente contrario alla consuetudine dell'epoca).
A luglio del 1860 Elisabetta prende la figlia Gisella con sé e, dopo aver abbandonato la corte di Vienna, si mette in viaggio verso Possenhofen. Torna a corte un mese dopo, in occasione del compleanno del marito, per evitare uno scandalo. La sua salute precaria torna a causarle problemi in ottobre, quando le cure dimagranti e le crisi nervose le provocano un tracollo. Per allontanarsi dalla corte e provare a curarsi, l'imperatrice, all'epoca ventiduenne, si trasferisce nell'arcipelago portoghese di Madeira.
Nel 1868 Elisabetta dà alla luce Maria Valeria, la sua ultima figlia, a Budapest: un omaggio ai suoi sudditi più amati, gli ungheresi. Elisabetta si occupa dell'educazione della nuova arrivata in prima persona, a differenza di quanto accaduto con i primi tre figli. Negli anni Settanta e Ottanta, l'imperatrice si dedica completamente a sé stessa, ignorando gli impegni di corte e passando il tempo a curarsi, per conservare il proprio aspetto fisico e la propria bellezza: solo per vestirsi, impiega tre ore ogni giorno (visto che gli abiti le vengono cuciti addosso), mentre il lavaggio dei capelli richiede una giornata intera.
Nel 1889 il suicidio di Rodolfo, uccisosi insieme con l'amante Maria Vetsera, porta Elisabetta a una nuova crisi: ella continua a viaggiare in tutta Europa, ma sempre in lutto e costantemente vittima di esaurimenti nervosi.
Elisabetta di Baviera muore il 10 settembre del 1898: mentre sta per imbarcarsi, a Ginevra, verso la frazione di Montreux Territer, Luigi Lucheni - anarchico italiano - la pugnala al petto con un colpo diretto, dopo aver nascosto la lima in un mazzo di fiori.
Mentre il criminale viene bloccato da quattro passanti dopo aver provato a fuggire, l'imperatrice si accascia a terra in seguito al colpo; poi, non sentendo alcun dolore, riprende a camminare verso il battello in partenza. Una volta arrivata sull'imbarcazione, impallidisce e sviene tra le braccia della contessa Stàray: riportata in albergo, muore senza riprendere conoscenza.
La lima ha trafitto il ventricolo sinistro, e la causa della morte è un'emorragia interna.
Il cadavere dell'imperatrice viene sepolto nella Cripta Imperiale a Vienna: al suo fianco ci sono, ancora oggi, le tombe del marito e del figlio.
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