Romy Schneider
Biografia • Nei panni di un'imperatrice
Rosemarie Magdalena Albach-Retty, o più semplicemente Romy Schneider, com'è nota al grande pubblico, nasce a Vienna il 23 settembre del 1938. Austriaca, di madre tedesca, poi naturalizzata francese, è stata una delle attrici più desiderate degli anni '60 e '70, famosa per aver ricoperto giovanissima il ruolo della Principessa Sissi, nel primo, grande film a lei dedicato.
Una famiglia d'arte quella in cui nasce e cresce Romy. Sua madre, Magda Schneider, è anch'ella un'attrice di successo, la cui carriera alla fine la vede protagonista di oltre settanta film. Anche il padre, Wolf Albach-Retty, è un attore, sebbene di minor successo e bravura. Tuttavia, la futura Principessa Sissi deve a sua madre la passione per la recitazione. Inoltre, in molte pellicole, le due rivestono i panni di madre e figlia, come accade sia nella trilogia dedicata alla vita di Elisabetta di Baviera, Sissi, appunto, e sia nel meno noto "Eva. Confidenze di una minorenne".
Il debutto sullo schermo, per la giovane Schneider non può che avvenire presto. Poco più che quindicenne, infatti, nel 1953, esordisce nel film tedesco "Wenn der weiße Flieder wieder blüht". Si nota subito la sua bellezza eterea e, soprattutto, la somiglianza con la madre, anche lei bellissima.
Due anni dopo, Romy Schneider è Sissi, nel primo dei tre film dedicati alla Principessa Elisabetta d'Austria. È soprattutto a questa ormai leggendaria interpretazione che la bella attrice francese d'adozione, deve gran parte della sua fama.
Romy veste perfettamente i panni di Sissi, indipendente e raffinata, e non deve stupire se il nomignolo le sia rimasto addosso anche nella vita di tutti i giorni. Questo film, diretto da Ernst Marischka, ha per protagonisti oltre alle due Schneider, anche gli attori Karlheinz Böhm, Uta Franz e Gustav Knuth. L'anno dopo pertanto, è quello del secondo film della saga reale, il quale si intitola "Sissi, la giovane imperatrice", e vede l'attrice viennese alle prese con la rigida corte degli Asburgo. Mentre nel 1957, la Schneider gira l'ultimo della trilogia: "Sissi - Il destino di un'imperatrice". Intanto, stando alle fonti e a quello che avrebbe dichiarato successivamente il collega Karlheinz Böhm, Romy Schneider si sarebbe rifiutata l'anno seguente di prendere parte al quarto film dedicato ad Elisabetta d'Austria, ritenendolo eccessivo e lesivo per la sua carriera artistica.
Il successo ottenuto con i tre film le vale la chiamata di un grande del cinema internazionale: l'attore Alain Delon, nel 1958 la vuole accanto nella parte della protagonista del film "L'amante pura". Una storia drammatica, con la regia di Pierre Gaspard-Huit, imperniata sulla pièce teatrale di "Liebelei", scritta da Arthur Schnitzler, e da cui era già stato tratto in precedenza il film "Amanti folli", per giunta interpretato dalla madre di Romy, Magda Schneider. Sul set, il divo Delon si innamora perdutamente dell'attrice viennese e inizia con lei una lunga relazione, per giunta finita male, non prima di averla convinta a trasferirsi in Francia, a Parigi. La giovane Schneider si innamora di Alain Delon, ma anche della sua nuova terra, che elegge, ben presto, a propria patria d'elezione.
"Delitto in pieno sole", di René Clément , e "Boccaccio '70", di Luchino Visconti, rispettivamente girati nel 1960 e nel 1962, segnano la scelta di Romy di preferire da quel momento in poi solo ed esclusivamente film francesi e italiani, in quegli anni di grande livello. In "Boccaccio", l'attrice austriaca interpreta un ruolo per l'episodio girato da Visconti, il quale a sua volta si affianca ad altri tre episodi firmati rispettivamente da Federico Fellini, Vittorio De Sica e Mario Monicelli: praticamente il meglio che il cinema italiano abbia mai prodotto nella sua storia.
Nel 1964, Romy Schneider rompe con Delon, dando inizio alla sua parabola discendente, caratterizzata dalla depressione e, soprattutto, dall'alcol. Poco dopo si lega al regista Harry Meyen, in un matrimonio che fallisce quasi ancor prima di cominciare. Con lui ha un figlio, lo sfortunato David, il quale nasce il 3 dicembre del 1966. Dopo appena quattordici anni di vita, il 5 luglio del 1981, il ragazzo muore in circostanze tragiche, dando probabilmente il colpo di grazia al già labile stato d'animo di sua madre.
Intanto però, l'attrice tanto amata dai francesi non si risparmia sul lavoro, e gira altri film degni di nota. "Il processo", del 1962, è uno di questi. Senza dimenticare "La piscina" del 1968, firmato dal regista Jacques Deray, e il tutto italiano "La Califfa", scritto dal bravo autore Alberto Bevilacqua e datato 1970.
Nel 1973, la Schneider torna a ricoprire il ruolo di Elisabetta di Baviera, ma in modo del tutto differente dalla Sissi di un ventennio prima. "Ludwig", di Luchino Visconti, è un film che non risparmia i particolari relativi alla vita del giovane e folle re, destando un certo scandalo rispetto al periodo in cui esce nelle sale.
Il 21 gennaio del 1977, la Schneider è madre per la seconda volta. Nasce Sarah, futura attrice anche lei, avuta dal secondo marito Daniel Biasini. Due anni dopo, Romy gira un altro film importante, "La morte in diretta", con la regia di Bertrand Tavernier. Ma è nel 1980 che l'attrice ritrova lo smalto di un tempo, interpretando una parte che, secondo molti, ha rappresentato uno stralcio drammatico della sua stessa esistenza. Il film "Fantasma d'amore", tragico e di grande trasporto, diretto da un altro importante regista quale Dino Risi, rivela tutto il suo afflato profetico, raccontando una storia dai tratti inquietanti ambientata nella città di Pavia.
Un anno dopo la morte del figlio quattordicenne, Romy Schneider muore nella casa parigina del produttore Laurent Petin, suo ultimo compagno, il 29 maggio del 1982, all'età di quarantatre anni. Ufficialmente, la causa è attacco cardiaco, ma non sono pochi quelli che hanno sostenuto si sia trattato di suicidio.
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