John Barrymore
Biografia • Grande classico dei grandi classici
Uno dei più grandi attori teatrali e cinematografici di sempre, John Barrymore possedeva un fascino e un magnetismo decisamente straordinari, per non parlare del suo notevole temperamento drammatico, intriso di una travolgente carica emotiva. Nella vita privata era eccentrico, spiritoso ed incostante, incallito conquistatore (ha avuto relazioni sentimentali con bellissime giovani donne, come la poetessa Michael Strange, divenuta poi la sua seconda moglie, e con le sue partner Mary Astor, Carmel Myers, Camilla Horn e Dolores Costello, terza signora Barrymore), amante del vizio, dell'alcool e di qualsiasi tipo di sregolatezza.
John Barrymore nasce a Philadelphia, Pennsylvania (USA), il 14 febbraio 1882; proviene da una celebre famiglia di attori tuttavia, violando la tradizione familiare, comincia a lavorare come disegnatore per un giornale di New York.
Nel 1903 esordisce a Broadway e, grazie al suo fascino, alla sua voce profonda e seducente, e al suo magnetismo, diviene in breve tempo il maggior idolo delle platee domenicali dell'epoca. Tra i suoi grandi successi teatrali ci sono "Peter Ibbetson" e "Svengali" di George du Maurier. Il modo in cui recita Shakespeare rimarrà leggendario, particolarmente per quanto riguarda "Amleto", che nel 1924 l'attore porta a Londra con esito trionfale.
A partire dai primi anni '20 Barrymore passa quasi stabilmente al cinema, alternando, nel muto come nel sonoro, interpretazioni di grande istrionismo e raffinatezza, sia nel genere drammatico che brillante o sentimentale, sfruttando soprattutto il proprio fascino al contempo rassicurante ed enigmatico (il suo "profilo" rimane tutt'oggi famoso), la sua naturale eleganza e la sua profonda sensibilità d'interprete.
Tra i suoi memorabili ruoli ricordiamo quello dello scienziato dalla doppia personalità nel cupo "Dottor Jekyll e Mr. Hyde" (Dr. Jekyll and Mr. Hyde, 1920) di John S. Robertson, del fascinoso e celebre amatore in "Don Giovanni e Lucrezia Borgia" (Don Juan, 1926) di Alan Crosland, del barone ladro che si innamora della sua vittima nel romantico "Grand Hotel" (Grand Hotel, 1932) di Edmund Goulding, in cui infiamma lo schermo amoreggiando appassionatamente con la "divina" Greta Garbo, dell'uomo schizofrenico la cui figlia (un'esordiente Katharine Hepburn) rinuncia all'amore pur di stargli amorevolmente affianco nell'intenso "Febbre di vivere" (A Bill of Divorcement, 1932) di George Cukor, dell'attore alcolizzato sul viale del tramonto nell'aspra commedia "Pranzo alle otto" (Dinner at Eight, 1933) di George Cukor, dell'avvocato ebreo soffocato da mille problemi nell'amaro "Ritorno alla vita" (Counsellor at Law, 193 ) di William Wyler, dell'eccentrico regista teatrale alle prese con la sua capricciosa attrice-amante nello spumeggiante "Ventesimo secolo" (Twentieth Century, 1934) di Howard Hawks, al fianco della grande Carole Lombard, dell'eccentrico Mercuzio nello shakespeariano "Giulietta e Romeo" (Romeo and Juliet, 1936) di George Cukor, e dell'uomo le cui beghe legali finiscono quando si scopre che è l'unico elettore in una sezione di New York nel gustoso "The Great Man Votes" (1939) di Garson Kanin.
Negli ultimi anni le sue condizioni di salute peggiorano notevolmente, a causa di una vita vissuta all'insegna di alcool ed eccessi. Quando ormai è diventato alcolista cronico e non gli importa più nulla della carriera, l'attore si svende in film come "The Great Profile" (1940), e, per ultimo, "The Playmates" (1941), in cui fa la caricatura del suo patetico stato, interpretando personaggi di vecchi attori perduti nel ricordo del loro glorioso passato.
Il 29 maggio 1942, dopo un'ultima tournée teatrale per gli Stati Uniti, quando ha solo sessant'anni, l'indimenticabile "Grande Profilo" si accomiata per sempre dal suo adorato pubblico. Tanto sua figlia Diana, nata dal matrimonio con Michael Strange, quanto suo figlio John junior (padre della celebre e fascinosa star di Hollywood, Drew Barrymore), nato dal matrimonio con la bellissima star del muto Dolores Costello, avranno carriere cinematografiche di breve durata, e vite decisamente dissolute, suggellate da infelici scomparse (Diana si sarebbe suicidata a soli trentotto anni).
John Barrymore in quarant'anni di carriera ha raggiunto livelli di eccelsa bravura e regalato alla storia dello spettacolo capolavori di incantevole perfezione, costituendo insieme al fratello Lionel e alla sorella Ethel la più indimenticabile famiglia artistica della storia del teatro e del cinema, chiamata a ragione "la famiglia reale" di Broadway e di Hollywood.
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