Joe Frazier
Biografia • A pugni con la vita
L'ex pugile Joseph William Frazier nasce a Beaufort (Carolina del Sud, USA) il 12 gennaio 1944. I suoi genitori Rubin e Dolly Frazier, possiedono una fattoria di dieci acri dove il piccolo Joe cresce assieme ai suoi dodici fratelli e sorelle. Il tredicesimo figlio, David, muore sfortunatamente di difterite: Joe rimane così il membro più giovane della famiglia.
Joe Frazier in famiglia viene soprannominato "Billy Boy"; lo ricorda lui stesso in una sua autobiografia dove parla del padre con queste belle parole "Mio papà era il mio eroe, il mio battito cardiaco. Eravamo sempre insieme.". La madre Dolly è una devota battista e insegna una rigida disciplina ai figli.
L'infanzia di Frazier, passata nella vita rurale del sud, trascorre al fianco del padre, che aiuta a in tutte le sue attività quotidiane. Come i genitori e come i fratelli, anche il futuro pugile lavora nei campi.
Quando la televisione negli anni '50 comincia a diffondersi per tutti gli Stati Uniti, la famiglia Frazier è la prima della zona ad averne una. Una delle pochissime trasmissioni televisive del tempo erano gli incontri di boxe: la famiglia assiste così a combattimenti, guardando le imprese sul ring di leggende come Sugar Ray Robinson, Rocky Marciano, Willie Pep, e Rocky Graziano.
All'età di otto anni Joe non è particolarmente interessato alla boxe. Quando uno zio fa un commento riguardo alla sua corporatura descrivendolo come il "prossimo Joe Louis" (un campione di boxe di quegli anni) qualcosa scatta nella volontà del piccolo Joe, il quale inizia a lavorare sodo per diventare un pugile. Da solo costruisce un sacco costituito di iuta e stracci, pannocchie, mattoni, e muschio spagnolo. Appende il sacco al ramo di una quercia nel cortile e comincia a colpirlo quasi ogni giorno per diversi anni. Sono in molti quelli che lo deridono, anche nella sua stessa famiglia, soprattutto quando va in giro a dichiarare che sarebbe diventato campione del mondo come il "Brown Bomber" Joe Louis.
Nella già citata autobiografia Joe Frazier ricorda che rispondeva a queste persone: "Voi tutti potete ridere, ma un giorno diventerò campione del mondo.".
La sua Beaufort era una cittadina segregata degli stati del Sud e non aveva palestre; nemmeno i campi da gioco non potevano essere utilizzati da persone di colore. Nel 1961, quando ha appena 17 anni, si trasferisce a Filadelfia dove incontra la vera boxe: a notarlo è Yancey "Yank" Durham, un ex-pugile statunitense. Durham, insieme a Willie Rossastro, inizia a preparare Frazier per farlo combattere nella categoria dei dilettanti. In pochi anni il giovane Joe vince molti incontri; poco dopo il suo ventesimo compleanno, alle Olimpiadi di Tokyo del 1964 conquista la medaglia d'oro nella categoria dei pesi massimi. Durham sarà manager e allenatore di Joe Frazier per tutta la vita, fino al 1973, l'anno della sua morte.
Dopo essere entrato nel prestigioso albo dei campioni olimpici, decide di diventare professionista; vince il suo primo incontro per KO nel 1965, contro Woody Goss. Nello stesso anno vince altre tre volte, trionfando sempre per KO e sempre prima della terza ripresa. Nel 1966 Duhrham contatta l'allenatore californiano Eddie Futch: i due non si erano mai incontrati, ma Durham aveva già sentito parlare di Futch per via della sua grande reputazione e poiché era considerato uno dei migliori istruttori in circolazione.
Joe si reca a Los Angeles per allenarsi, fino a quando lo stesso Futch non decide di unirsi a Yancey come assistente-istruttore. Con l'assistenza di Futch, Frazier riesce a vincere tre incontri a Los Angeles contro Al Jones, il veterano Eddie Machen e George "Scrapiron" Johnson. Il soprannome "Smokin' Joe", con cui è noto, gli viene affibbiato da Yank Durham: prima di ogni match aveva sempre l'abitudine di dirgli: "Va' là fuori... E fai uscire fumo da quei guanti. Tu puoi fare fumo, ragazzo. Basta che non molli".
Nel settembre 1966 combatte contro il campione argentino Oscar Bonavena. "Smokin' Joe" stava quasi per essere sconfitto per la prima volta, dopo essere caduto al tappeto per due volte nel 2° round. Secondo il regolamento di New York, un incontro finiva se uno dei due lottatori andava giù per tre volte nel giro di uno stesso round. Ciononostante Joe riuscì a rimettersi in piedi e a vincere la gara per "Split Decision" (punteggi: 6-4, 5-5 e 5-4).
Dopo questo incontro cominciano a circolare voci secondo le quali Frazier avrebbe dovuto sfidare il detentore del titolo dei pesi massimi, la leggenda Muhammad Alì. Secondo Yank Durham non era ancora il momento per una tale sfida: voleva che Frazier potesse svilupparsi correttamente, in modo che quando Joe avesse affrontato sul ring il campione in carica, "Smokin' Joe" avrebbe vinto.
Frazier inizia comunque a studiare Muhammad Alì. Quando assiste ad un suo incontro nel marzo del 1967, i due cominciano quella che sarebbe diventata una lunga e competitiva rivalità. Quando Ali cambia il suo nome da Cassius Clay a Muhammad Alì nel 1964, in seguito alla conversione alla fede musulmana, Frazier insiste nel chiamarlo Cassius Clay.
Frazier vince tutti gli scontri che disputa quell'anno. Nel 1968 vince un incontro per il titolo vacante NYSAC contro Buster Mathis per KO all'undicesimo round. Nel 1970 diventa campione del mondo mettendo al tappeto Jimmy Ellis alla 5ª ripresa.
Nel 1971 trova sulla sua strada Muhammad Alì, il quale ha appena avuto il permesso di tornare alla boxe, in un incontro in cui mette costantemente alle corde l'avversario per quindici riprese; l'ultimo round è il più emozionante: un gancio portentoso di Frazier raggiunge Ali che cade al tappeto, si rialza stordito, riuscendo miracolosamente a terminare la gara. Al verdetto finale è Frazier a vincer, per l'unanimità dei giudici.
Nel 1973 arriva però la prima sconfitta per Frazier, contro un grande George Foreman.
Il match Frazier-Ali trova seguito in due rivincite, nel 1974 e nel 1975. Nella prima vince Ali ai punti. Il 1º ottobre del 1975 si affronta per la terza ed ultima volta, mettendo in palio il titolo mondiale, per stabilire chi dei due sia definitivamente il più forte. L'incontro si tiene a Manila, nelle Filippine, e viene ricordato come "Thrilla in Manila".
Il match è drammatico e vede i due pugili combattere con grande intensità, senza risparmio. Prima dell'inizio della quindicesima ed ultima ripresa l'allenatore di Frazier, Eddie Futch, ritira il suo atleta, vedendolo letteralmente distrutto dai jab di Ali. Lo stesso Ali dichiara che non avrebbe mai saputo se sarebbe stato in grado di continuare l'incontro qualora Frazier non si fosse ritirato.
Ancora oggi, per la rara bellezza tecnica e per l'enorme coraggio dimostrato da questi due immensi campioni, questa sfida è ritenuta da molti il più grande incontro di boxe di tutti i tempi.
Muhammad Alì e Joe Frazier in seguito affermeranno di avere avuto fortuna, ma soprattutto saggezza nel non proseguire l'incontro, poiché per via del calo di forze, della stanchezza e del gran caldo, in quell'incontro entrambi avrebbero rischiato la vita.
Nel 1976 Frazier prova a prendersi la rivincita su George Foreman, ma subisce un KO alla quinta ripresa. Si ritira temporaneamente per rientrare il 3 dicembre 1981: a Chicago incontra Floyd Cummings. La sfida termina con un pareggio; dopo questo match Frazier decide di appendere definitivamente i guantoni al chiodo. Si ritira con un record di 32 vittorie (27 prima del limite), 4 sconfitte e 1 pareggio. Durante la sua straordinaria carriera ha vinto il 73% dei propri incontri per KO, contro il 60% di Muhammad Alì e l'84% di George Foreman.
Nel 2011 gli viene diagnosticato un tumore al fegato: nel mese di novembre viene data notizia che Joe Frazier sta combattendo il suo ultimo match, lottando per la vita. Muore il 7 novembre a Filadelfia.
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