Eleanor Roosevelt
Biografia • Il costante impegno di un vita
Anna Eleanor Roosevelt nasce a New York il giorno 11 ottobre 1884. La storia la ricorda come attivista e first lady statunitense.
Una famiglia importante
I genitori sono Anna Eleanor Hall ed Elliott Roosevelt, fratello del Presidente Theodore Roosevelt.
La sua famiglia discende da un uomo olandese emigrato a Manhattan, New Amsterdam (poi ribattezzata New York) nel 1640, Claes Martenszen van Rosenvelt.
Eleanor Roosevelt ha nel suo albero genealogico anche un altro illustre personaggio: da parte di madre la famiglia discende da William Livingston, uno dei firmatari della Costituzione degli Stati Uniti.
La giovane Eleanor rimane presto orfana e in seguito alla morte dei genitori, viene cresciuta a Tivoli, New York, dalla nonna materna Mary Ludlow.
L'ambiente familiare in cui si ritrova non è proprio favorevole: spesso le viene manifestata ostilità - anche da parte della futura suocera Sara Delano Roosevelt.
Si lamenta della situazione con sua zia Anna "Bamie" Cowles (sorella di Theodore), la quale decide di portarla via dagli Hall.
È lo zio Ted ad accoglierla nella sua casa di Sagamore Hill, dove riceve invece adeguata attenzione.
In tale ambito domestico, in occasione di una festa natalizia, incontra il cugino e futuro marito Franklin Delano Roosevelt.
La formazione e gli studi in Europa
Spinta ed incoraggiata della zia Bamie, Eleanor viene mandata a studiare in Inghilterra ad Allenswood, presso una scuola femminile nei dintorni di Londra, dove rimane dal 1899 al 1902.
Qui conosce Mademoiselle Marie Souvestre, sua capoinsegnante, che avrà su di lei una notevole influenza.
La Souvestre, interessata alle cause liberali, porta la giovane con sé in viaggio per l'Europa, stimolandola allo studio della storia e della letteratura oltre che ad interessarsi di giustizia sociale, abituandola ad esprimere le proprie opinioni in modo eloquente.
Eleanor Roosevelt ad Allenswood si guadagna l'affetto di studenti ed insegnanti, che la rimpiangono quando deve fare ritorno negli Stati Uniti.
Eleanor definirà la Souvestre come una delle tre persone che più l'hanno influenzata nella sua vita.
Di lei avrà modo di affermare:
"Mademoiselle Souvestre scioccava con il suo pensiero, ma questo alla fine aveva un effetto benefico".
Il ritorno a casa
Tornata negli Stati Uniti d'America senza la tipica corazza dell'introversione adolescenziale, anzi cresciuta sia intellettualmente che emotivamente, nel 1902 inizia a frequentare il cugino Franklin, studente di Harvard.
Il fidanzamento ufficiale arriva l'anno dopo, nel 1903.
La madre di Franklin, Sara Ann Roosevelt, è contraria all'unione dei due ragazzi, e tenta di separarli mandando il figlio a fare un lungo viaggio con degli amici.
Tuttavia la maggior parte del resto della famiglia è favorevole al matrimonio, tanto che lo zio Theodore Roosevelt, scrive una lettera a Franklin sostenendolo nella sua scelta.
Il matrimonio
Eleanor e Franklin si sposano il 17 marzo 1905, nel giorno di San Patrizio: è il presidente Theodore Roosevelt ad accompagnare la sposa all'altare.
Le cugine di Eleanor, Alice Roosevelt e Corinne Robinson sono le damigelle d'onore insieme a Isabella Greenway.
La suocera di Eleanor però non demorde e continua ad interferire nella vita della giovane coppia: sceglie per loro una casa a poca distanza dalla sua, e la arreda secondo i propri gusti personali.
Dal matrimonio nascono sei figli: Anna Eleanor Jr, James, Franklin Delano Jr (1909-1909), Elliott, Franklin Delano Jr. e John Aspinwall.
First Lady e attivista
Durante il periodo della presidenza del marito (4 marzo 1933 - 12 aprile 1945, eletto per il Partito Democratico), nel suo ruolo di First lady, Eleanor sostiene e promuove le scelte e la linea politica - il cosiddetto "New Deal" - del presidente.
Soprattutto è, tra le prime femministe in terra d'America, molto attiva nel sostenere il movimento americano per i diritti civili e i diritti degli afroamericani.
Il marito presidente non può appoggiarla pubblicamente come vorrebbe, poiché necessita del supporto dei democratici del sud per portare avanti la sua agenda politica.
Di fatto si deve a Eleanor l'ottenimento dei voti della comunità afroamericana.
Eleanor Roosevelt è particolarmente attiva in patria durante la Seconda guerra mondiale.
Insieme al sindaco di New York Fiorello La Guardia, dirige un comitato nazionale di difesa civile: sono innumerevoli le sue visite ai centri civili e militari in segno di solidarietà e sostegno morale.
Il suo impegno è concreto e si concentra su un punto in modo particolare: fare ottenere maggiori opportunità agli afroamericani e alle donne.
Nel 1943, con Wendell Willkie ed altri esponenti americani, getta le basi per la costituzione della "Freedom House", un istituto di ricerca per la promozione della pace e della democrazia nel mondo.
Eleanor riesce a raccogliere molti fondi per le sue cause; arriva ad incassare fino a mille dollari a settimana: il Dipartimento di Stato cerca di far annullare i contratti pubblicitari, tuttavia inutilmente, in quanto tali fondi provenivano in parte da governi stranieri.
La Magna Carta dell'umanità
Terminato il conflitto mondiale, Eleanor Roosevelt gioca un ruolo rilevante nel processo di ratifica della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo da parte delle Nazioni Unite.
Il 28 settembre 1948, in un discorso divenuto famoso, definisce la Dichiarazione "la Magna Carta di tutta l'umanità".
La Dichiarazione viene approvata quasi all'unanimità dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, con soli otto astenuti.
Per Eleanor Roosevelt si tratta del coronamento di un lungo e faticoso impegno politico iniziato negli anni '20.
Gli ultimi anni
Nel 1950, con altre illustri personalità, si impegna - inutilmente - per la salvezza di Milada Horáková, condannata a morte dal regime comunista cecoslovacco.
Anche in avanzata età non smette di dare il suo appassionato appoggio alla causa dei diritti umani, fino alla sua morte, che giunge il 7 novembre 1962, quando Eleanor Roosevelt ha 78 anni.
Il Presidente Harry Truman, successore del marito alla presidenza, in onore dei suoi sforzi per la difesa dei diritti umani, la celebra con l'appellativo di "First Lady of the World".
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