Rutger Hauer
Biografia
Rutger Oelsen Hauer nasce il 23 gennaio 1944 a Breukelen, in Olanda, figlio di due attori drammatici. Cresciuto ad Amsterdam, all'età di quindici anni decide di lasciare la famiglia, seguendo l'esempio del nonno, capitano di lungo corso, e si imbarca su una nave mercantile. Torna sulla terraferma, tuttavia, dopo breve tempo, per colpa del daltonismo che lo caratterizza: quindi, svolge lavori manuali come quelli di carpentiere ed elettricista, e nel frattempo frequenta una scuola di recitazione serale.
Dopo un breve periodo in marina in cui tenta la carriera militare (durante il quale si allontana dalla scuola), si sposta in Svizzera, dove lavora dapprima come guida alpina e più tardi in qualità di macchinista, all'interno di un teatro di Basilea. Una volta fatto ritorno ad Amsterdam, nel 1967 si diploma in arte drammatica: due anni più tardi, abbandonato il gruppo di recitazione sperimentale con cui aveva mosso i primi passi sul palco, ottiene un ruolo nella serie televisiva "Floris", ambientata nel Medioevo come "Ivanhoe", diretta da Paul Verhoeven.
È proprio il futuro regista di "Basic Instinct" a rivestire un ruolo fondamentale nella sua carriera, offrendogli il posto di protagonista per il film "Fiori di carne" (titolo originale: "Turkish delight"), tratto da un libro di Jan Wolkers, e poco dopo per "Kitty Tippel... quelle notti passate sulla strada" (titolo originale: "Keetje Tippel"), tra il 1973 e il 1974. Il suo esordio in lingua inglese, invece, risale al 1975 con "Il seme dell'odio" (titolo originale: "The Wilby conspiracy"): la pellicola, che annovera nel cast anche Sidney Poitier e Michael Caine, è un dramma ambientato in Sudafrica e dedicato al tema dell'apartheid.
Rutger Hauer viene notato anche a Hollywood: e così, dopo aver preso parte a "Femme entre chien et loup" e "Il soldato d'Orange" (titolo originale: "Soldaat van Oranje"), approda a "I falchi della notte" (titolo originale: "Nighthawks"), con Sylvester Stallone, che bagna il suo esordio americano nel 1981.
La sua consacrazione a livello mondiale, però, avviene solo un anno più tardi, con la sua interpretazione del replicante nel cult "Blade Runner" di Ridley Scott: è lui, infatti, a pronunciare il celebre monologo "Io ne ho viste cose che voi umani...".
La sua carriera sul grande schermo prosegue nel 1984 con "Eureka", al fianco di Theresa Russell, e con il fantastico "Ladyhawke", al fianco di Michelle Pfeiffer. In "The Hitcher - La lunga strada della paura" interpreta un misterioso assassino intenzionato a uccidere un automobilista, mentre nel 1989 viene chiamato da Ermanno Olmi per "La leggenda del santo bevitore": una pellicola in cui può mettere in luce anche gli aspetti più spirituali e mistici della sua interpretazione. Il suo vagabondo parigino alcolizzato che muore in Chiesa espiando le proprie colpe lo avvicina al regista italiano, con il quale instaura un'amicizia destinata a durare nel tempo.
Dopo "Furia Cieca", di Phillip Noyce, Rutger torna alla fantascienza all'inizio degli anni Novanta con "Giochi di morte", in cui presta il volto a un campione di lotta in un'ambientazione post-apocalittica, al fianco di Joan Chen (che per altro ritroverà anche in "2049 - L'ultima frontiera", nel 1996). Il 1991 lo vede partecipare a "Sotto massima sorveglianza" (titolo originale: "Wedlock"), di Lewis Teague, mentre l'anno successivo si rivela particolarmente prolifico, con ben quattro pellicole in uscita: "Le mani della notte", "Beyond justice", "Detective Stone" e soprattutto "Buffy l'ammazza vampiri", da cui prenderà ispirazione l'omonimo telefilm.
L'ultimo decennio del Novecento si caratterizza anche per la partecipazione a pubblicità televisive e per la lotta a favore di Paul Watson, cofondatore di Greenpeace (e più tardi della Sea Shepherd Conservation Society) accusato di aver provocato l'affondamento di una nave baleniera e quindi arrestato.
Dal punto di vista lavorativo, si segnalano, nel 1994, "Sopravvivere al gioco", "Amelia Earhart: l'ultimo viaggio" e "Scelte proibite". Poco dopo, compare nel videoclip della canzone "On a night like this", dell'artista australiana Kylie Minogue, e interpreta un androide nel b-movie "Omega Doom". Dopo "Partners in crime", di Jennifer Warren, nel 2001 Hauer torna a lavorare con un regista italiano, interpretando Paul Marcinkus nella pellicola di Giuseppe Ferrara "I banchieri di Dio - Il caso Calvi". Appare, anche se con una parte secondaria, in "Confessioni di una mente pericolosa", di George Clooney, nel 2002, e tre anni più tardi nei successi al botteghino "Batman begins" e "Sin City" (nel frattempo, era stato protagonista di due apparizioni nei telefilm "Alias" e "Smallville").
"Sweet Betty" e "Spoon" anticipano la sua partecipazione a "Barbarossa", contestato film del regista brianzolo Renzo Martinelli in cui presta il volto a Federico I del Sacro Romano Impero. La sua collaborazione con i registi italiani proseguirà ancora nel 2011 (ne "Il villaggio di cartone", di Ermanno Olmi), e nel 2012 ("in Dracula 3D", di Dario Argento).
Molto attivo nel sociale, l'attore olandese è il fondatore della Rutger Hauer Starfish Association, organizzazione che si occupa di aiutare i malati di Aids nel mondo. In Italia, Hauer è stato doppiato soprattutto da Renato Cortesi (sua voce, tra l'altro, in "Assassinio a sangue freddo" e in "Eureka"), Rodolfo Bianchi ("Il rito" e "File - programma mortale") e Cesare Barbetti ("Furia cieca", "Detective Stone" e "The Hitcher - La lunga strada della paura"), ma anche da Oreste Rizzini in "Batman begins", Sandro Iovino in "Blade Runner", Francesco Pannofino in "Barbarossa", Luigi la Monica in "Dracula 3D" e Omero Antonutti (con il quale per altro ha recitato ne "I banchieri di Dio") ne "Il villaggio di cartone".
Rutger Hauer muore all'età di 75 anni dopo una breve malattia a Beetsterzwaag, in Olanda, il 19 luglio 2019.
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