Alfredo Binda
Biografia
Alfredo Binda nasce a Cittiglio, in provincia di Varese, l'11 agosto del 1902, in una modesta e molto numerosa famiglia. Appena terminato il primo conflitto mondiale si trasferisce insieme al fratello Albino a Nizza, in Francia. Qui lavora tutti i giorni come stuccatore, eccezion fatta per la domenica che trascorre passeggiando in bicicletta. E proprio osservando il costante distacco di Alfredo Binda da tutti gli altri amici che il fratello lo spinge a iscriversi ad una corsa ciclistica.
Presto detto: nel 1923 è fra i concorrenti di numerose corse francesi; l'anno dopo firma il contratto con il Legnano di Eberardo Pavesi.
Questi i primi passi di una carriera sportiva costellata di vittorie. Alfredo Binda, infatti, in circa 13 anni di corse, vince:
- 5 Giri d'Italia
- 4 Campionati italiani
- 3 Campionati del mondo
- 4 Giri di Lombardia
- 2 Milano Sanremo
- 2 Giri di Piemonte
- 2 Giri di Toscana
Alfredo Binda, un campione unico: il Signore della montagna
Della carriera ciclistica di Alfredo Binda, soprannominato "Il signore della montagna", sono da annoverare i record e un avvenimento unico nella storia dello sport. Sono da record, infatti, i 5 Giri d'Italia vinti (traguardo raggiunto poi anche da Fausto Coppi e da Eddy Merckx). Da primatista, in particolare, per quanto riguarda il Giro d'Italia la vittoria di: 12 tappe su 15 del 1927, 8 tappe consecutive del 1929 e 41 tappe complessive. Record, quest'ultimo, sottrattogli nel 2003 dal toscano Mario Cipollini.
Gli aneddoti
Diversi, poi, gli aneddoti che rendono unica la vicenda sportiva di Alfredo Binda.
Nel 1926, per esempio, al Giro di Lombardia cade rovinosamente accumulando ben 30 minuti di distacco che recupera con grande destrezza al punto da aggiudicarsi il secondo posto. Ancora, si narra che al Campionato del mondo del 1932, primo dotato di radiocronaca, negli ultimi chilometri di corsa, un auto nera segue le sue gesta, come anche quelle di Remo Bertoni. Si dice che in quella vettura sedesse il Duce in persona.
Ma l'unicum sportivo assoluto, sempre in termini di aneddotica, legato a Binda è ciò che avviene nel 1930. In quell'anno, infatti, gli organizzatori del Giro d'Italia gli conferiscono la somma di 22.500 lire, più della quota equivalente al primo premio, per non partecipare alla competizione, data la sua conclamata superiorità rispetto a tutti i corridori in circolazione. Fra questi, in particolare, in quel tempo, anche i rivali Costante Girardengo e Learco Guerra.
Le competizioni nazionali e internazionali anno dopo anno
Dopo le prime gare in Francia, finalmente nel 1924 Alfredo Binda viene ingaggiato da Pavesi e inizia la scalata alla sua carriera. Nel 1925 vince il Giro di Lombardia e quello d'Italia. Nel 1926 ancora il Giro di Lombardia e anche il Campionato italiano. Nel 1927 colleziona quattro vittorie: Giro di Lombardia, Campionati italiani, Campionati del mondo e Giro d'Italia.
Nel 1928 conquista Campionati italiani e Giro d'Italia, entrambi per la terza volta. Nel 1929 vince la prima Milano Sanremo e anche Campionati italiani e Giro d'Italia. Nel 1930 è primo nei Campionati del mondo. Nello stesso anno partecipa al Tour de France, conquistando due tappe, e vince l'oro alla Liegi.
Nel 1931 Binda è primo al Giro di Lombardia per la quarta volta e per la seconda alla Milano Sanremo. Nello stesso anno, inoltre, pubblica la sua autobiografia intitolata "Le mie vittorie e le mie sconfitte" che, al costo di sei lire a volume, raggiunge la vetta di 30mila copie vendute.
Nel 1932 vince i Campionati del Mondo per la terza e ultima volta. Nel 1933 conquista il quinto Giro d'Italia e, inoltre, la prima cronometro sui 62 chilometri fra Bologna e Ferrara.
L'ultimo atto della grande scalata di Alfredo Binda è datato 1936. In quell'anno, infatti, sulla strada di quella che sarebbe stata la sua terza Milano Sanremo cade rovinosamente procurandosi la frattura del femore e decretando così il suo addio alle corse.
L'ultimo Binda: l'allenatore di Coppi e Bartali
Nel secondo dopoguerra il talento di Alfredo Binda vira verso l'allenamento. In particolare, nel 1950 è nominato commissario tecnico della Nazionale italiana di ciclismo. Guida la squadra per oltre 12 anni conquistando titoli mondiali e coltivando due diamanti della storia del ciclismo italiano: Gino Bartali e Fausto Coppi. Due grandi campioni a cui trasferisce la sua chiave vincente in gara:
Bisogna arrivare sempre. Se proprio non si può continuare, ci si ritira il giorno dopo.
Alfredo Binda muore il 19 luglio del 1986, nella natìa Cittiglio, all'età di 84 anni. Oggi è nella Top 25 della Cycling Hall of Fame; a lui è dedicata una targa nella Walk of fame dello sport italiano al Parco olimpico del Foro italico di Roma.
Frasi di Alfredo Binda
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