Mazzino Montinari
Biografia • Sotto lo sguardo di Nietzsche
Il grande storico della filosofia a cui dobbiamo, insieme a Giorgio Colli, la cura dell'ormai leggendaria edizione italiana delle opere di Friedrich Nietzsche, è nato il 4 aprile 1928 a Lucca. E proprio al Liceo classico 'Machiavelli' della sua città avrà, dal 1942 al 1945, come insegnante di Filosofia Giorgio Colli, che naturalmente da grande studioso quale è stato, esercita un'influenza decisiva sulla sua formazione.
Al suo professore Montinari deve il gusto della lettura diretta dei classici, la libera discussione in una comunità di amici, il primo incontro con un Nietzsche molto diverso da quello della propaganda fascista e il primo impegno politico (nel 1944 è lui a favorire la fuga di Colli in Valtellina).
Vinto il concorso nazionale, Montinari entra alla Scuola Normale Superiore dove, dopo un anno dedicato alla filosofia, passa allo studio della storia. Sotto la guida di Delio Cantimori nel 1949 si laurea in Filosofia della Storia con una tesi sui movimenti ereticali a Lucca. Dopo aver usufruito, dal febbraio al marzo 1950, di una borsa di studio della Scuola Normale Superiore a Francoforte sul Meno, esercita dal novembre del 1950 fino alla fine del 1957 un'attività di carattere politico-culturale: a Roma presso le edizioni Rinascita (per un anno è direttore della libreria Rinascita), a Berlino Est dal maggio 1953 al maggio 1954, quindi di nuovo a Roma.
Il suo lavoro si svolge nell'ambito della cultura tedesca: classici del marxismo, storia del movimento operaio. Di questa fase ricordiamo la traduzione della "Storia della socialdemocrazia tedesca" di Franz Mehring (Editori Riuniti, 1961). Dal giorno 1 gennaio 1958 si trasferisce a Firenze e collabora con l'ormai inseparabile Colli all'"Enciclopedia di autori classici" Boringhieri.
Mazzino Montanari ha lavorato molto anche in proprio. Tra le sue traduzioni, oltre a quelle dell'immancabile Nietzsche (fra cui "Schopenhauer come educatore", significativo esordio della collana del 1958), ricordiamo la "Teoria della natura" di Goethe (1958), lo "Sullo studio della storia" Burckhardt (1958) e il fondamentale "Parerga e paralipomeni" di Schopenhauer (1963). In questo enorme sforzo culturale va inserita di principio anche la traduzione dei varii carteggi di Nietzsche, corredati da un ricco e serio apparato di note, che costituiscono per la cultura italiana una novità assoluta nella trattazione di questo autore.
Coinvolto dunque da Colli nel progetto dell'edizione critica delle opere di Nietzsche, Montinari decide di stabilirsi a Weimar, dove vive dal 1963 al 1970 per accedere all'Archivio Goethe-Schiller. In questo periodo sposa Sigrid Oloff, cittadina della Repubblica Democratica Tedesca. Dall'anno accademico 1971/72 insegna Lingua e Letteratura tedesca prima presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Urbino, poi presso la Facoltà di Magistero dell'Università di Firenze, infine dal novembre 1984 - dopo essere stato a Berlino Gastprofessor alla Freie Universität (1980/81) e fellow del Wissenschaftkolleg - Institute for Advanced Study (1981/82) - presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Pisa.
Numerosi sono i riconoscimenti internazionali degli ultimi anni per la sua attività di editore e di germanista (tra questi, il prestigioso Gundolf-Preis). Nel 1967 appare un profilo di Nietzsche in cui Montinari abbozza una sua prima interpretazione complessiva: l'impostazione storica e la sicurezza e l'ampiezza delle fonti avevano segnato una radicale novità di approccio. Nel 1975 pubblica "Nietzsche" (Ubaldini; nuova edizione "Che cosa ha detto Nietzsche", Adelphi, 1999).
Dal 1968 all'anno della sua morte pubblica numerosi articoli e saggi su riviste specializzate italiane, tedesche, inglesi, su Nietzsche, sui problemi e metodi dell'edizione, su Heine, Goethe, Mann, Wagner, Lou Salomé, Lukàcs, Bäumler, Cantimori.
Dopo la morte di Colli, diverse sono le introduzioni ai singoli volumi delle Opere di Nietzsche e agli scritti di Nietzsche apparsi nella collana "Piccola Biblioteca Adelphi" (per la quale aveva curato nel 1977 "La mia vita", raccolta di scritti biografici giovanili di Nietzsche tradotta da M. Carpitella).
Sue inoltre sono le introduzioni a Robert Musil "Sulle teorie di Mach" (Adelphi, 1973; di cui ha curato anche la traduzione); a R. Kunze, "Sentieri sensibili" (Einaudi, 1982); al carteggio Sigmund Freud-Lou Andreas Salomé, "Eros e conoscenza" (Boringhieri, 1983).
Nell'ultimo periodo si dedicò in particolare all'analisi del rapporto fra Nietzsche e la cultura francese a lui contemporanea; ne sono testimonianza il saggio "Nietzsche e la 'décadence'" (in "D'Annunzio e la cultura germanica", Pescara, 1984).
È stato con-direttore fin dall'anno della fondazione (1972) dell'annuario internazionale Nietzsche-Studien e della serie Monographien und Texte für die Nietzsche-Forschung (de Gruyter). Infine ha coordinato dal 1983 la ricerca nazionale, da lui promossa, "La biblioteca e le letture di Nietzsche".
La sera del giorno lunedì 24 novembre 1986 si è spento nella sua abitazione di Settignano, Firenze.
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