Andrea Purgatori

Andrea Purgatori

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Biografia

Andrea Purgatori nasce a Roma l'1 febbraio del 1953. Salito agli onori delle cronache spesso durante la pandemia da Covid-19 per le opinioni forti ma sempre comunicate con uno stile oratorio pacato, Andrea Purgatori è stato un giornalista, conduttore televisivo e sceneggiatore italiano che nel corso della propria carriera ha preso posizioni decise nella denuncia di scandali e soprusi. Scopriamo di più sulla sua carriera in questa breve biografia.

Andrea Purgatori

Andrea Purgatori

Andrea Purgatori: un giornalista in prima linea

Da giovane dimostra una notevole attitudine per l'arte oratoria e per quella della scrittura: intraprende perciò un percorso di studi che gli consente di approfondire le proprie passioni. Sceglie di dedicarsi il prima possibile alla scrittura di articoli, tanto da conseguire il titolo di giornalista professionista a soli ventuno anni. La voglia di formarsi e rimanere sempre ad alti livelli lo porta nel 1980 a conseguire con successo il Master of Science in Journalism della Columbia University di New York.

Andrea Purgatori

Le grandi inchieste

L'attività professionale di Andrea Purgatori inizia prevalentemente come inviato del Corriere della Sera. Al più prestigioso quotidiano italiano rimane legato per quasi un quarto di secolo, dal 1976 fino al 2000. Nell'ambito di questa fruttuosa collaborazione Purgatori si fa presto conoscere dai colleghi e in parte dai lettori, per le diverse inchieste che portano alla luce casi scottanti. Il periodo in cui il giovane Purgatori inizia a farsi un nome nel mondo del giornalismo coincide con i cosiddetti anni di piombo: il giornalista segue la strage di Ustica e altri fatti scioccanti per l'opinione pubblica; tra questi anche il rapimento di Aldo Moro.

L'allerta per il terrorismo, sia sul territorio italiano sia a livello internazionale, è molto forte ed è proprio su questo tema che i reportage di Andrea Purgatori si concentrano. All'interno dei propri approfondimenti svela i retroscena di alcuni delitti a opera della mafia; vi si concentra fino alla cattura del boss di Cosa Nostra, Totò Riina, che avviene nel 1993.

Sul piano dei conflitti internazionali segue da vicino gli avvenimenti delle varie guerre tra Iran e Iraq negli anni Ottanta, così come la guerra del Golfo del 1991 e le tante rivolte che incendiano le tensioni sociali in Tunisia e Algeria.

Andrea Purgatori

La carriera eclettica tra televisione e cinema

Parallelamente all'attività giornalistica, Andrea Purgatori avverte la voglia di dedicarsi alla scrittura televisiva e cinematografica. Già nel 1987 prende parte attiva al soggetto e alla sceneggiatura dell'opera Spettri, film horror nel quale appare anche in veste di attore. Il suo legame personale con Corrado Guzzanti lo porta a diverse collaborazioni professionali, tra cui quella nel 2002 al programma televisivo satirico Il caso Scafroglia; qui Purgatori interpreta la voce fuori campo che dialoga con il comico romano.

Quattro anni più tardi, Guzzanti lo vuole nel film Fascisti su Marte; qui Andrea Purgatori è il Camerata Fecchia. I suoi rapporti con gli esponenti più importanti della comicità italiana si mantengono sempre ottimi, tanto che figura tra gli autori del programma televisivo di Antonio Albanese Non c'è problema, in onda sui Rai Tre nei primi anni Duemila.

Gli anni 2010

Riprende poi la collaborazione con Guzzanti nel 2011, nel programma Aniene, trasmesso da Sky Uno. La cosiddetta fuoriserie italiana, ovvero l'originale meta-serie Boris, prodotta sempre da Sky, lo vede figurare nei panni di attore. Carlo Verdone lo nota e lo vuole per i propri film Posti in piedi in paradiso e L'abbiamo fatta grossa, rispettivamente del 2012 e del 2016.

Andrea Purgatori

Oltre alla comicità, esplora registri di scrittura che più mirano a far riflettere il pubblico. Ecco che nel 2006 firma, assieme a Francesco Niccolini, i monologhi che Marco Paolini legge per il programma Teatro Civile. Nel 2010 partecipa alla scrittura della pellicola Vallanzasca - Gli angeli del male (regia di Michele Placido, sulle vicende del criminale Renato Vallanzasca), per poi ritirare la firma poiché insoddisfatto del risultato finale dal punto di vista qualitativo.

A partire dal 2017 Andrea Purgatori è autore e conduttore su La7 del programma Atlantide, contenitore culturale molto apprezzato dalla critica, grazie al quale si aggiudica il Premio Flaiano 2019. Da sempre molto impegnato per quello in cui crede, a partire dal maggio del 2014 fino al giugno del 2020, Andrea Purgatori riveste la carica di presidente di Greenpeace Italia.

Andrea Purgatori Greenpeace

Il giornalista è anche autore di alcuni saggi. Nel 2019 scrive e pubblica il suo primo romanzo: "Quattro piccole ostriche". (Qui l'incipit del thriller di A. Purgatori).

Nell'autunno del 2022 è protagonista della docu-serie Netflix Vatican Girl: la scomparsa di Emanuela Orlandi.

Andrea Purgatori con Errica Dall'Ara

Andrea Purgatori con la compagna Errica (foto: dal suo profilo Instagram)

Vita privata

Andrea Purgatori è stato sempre particolarmente riservato sulla sua vita privata, anche se il figlio maggiore, Edoardo Purgatori, è conosciuto al grande pubblico per il suo ruolo nella fiction Un medico in famiglia. Oltre a Edoardo, avuto dalle prime nozze con la critica d'arte tedesca Nicola Schmitz, il giornalista e conduttore ha avuto altri due figli, che nel 2018 sono stati testimoni del suo secondo matrimonio. La sua nuova compagna nel 2021 è Errica Dall'Ara.

In carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti: nel 2020 ha ricevuto il Premio Giustolisi per il giornalismo d'inchiesta.

È morto a Roma il 19 luglio 2023 all'età di 70 anni, a causa di una malattia fulminante.

Frasi di Andrea Purgatori

8 fotografie

Foto e immagini di Andrea Purgatori

Video Andrea Purgatori

Commenti

Venerdì 21 luglio 2023 13:36:46

Ciao Andrea


Due giorni fa è mancato Andra Purgatori, giornalista, sceneggiatore, saggista ed attore.
Immediatamente i ricordi sono riemersi impetuosi ma anche in maniera piacevole.
Ti voglio ricordare così, Andrea: non posso dire di essere stato un tuo amico ma nel lontano 1980 le nostre vite si sono incrociate.
In quell’anno abbiamo fatto il militare insieme ed a quella parentesi spesso sono tornato con la mente.
Eravamo, tu io ed Ugo Tramballi, altro giornalista di grande spessore, presso l’Ufficio Stampa del Terzo Corpo d’Armata a Milano, in via del Carmine. L’Ufficio Stampa consisteva in una mansarda, isolata dal resto degli uffici del Comando, che dava sui tetti di Milano ove l’Esercito tendeva a collocare di volta in volta persone di leva un poco particolari in quanto per quell’ufficio passavano notizie estremamente riservate. Non a caso dunque ci finivano laureati o comunque persone che potevano fornire un certo grado di affidabilità e riservatezza. Nella nostra tornata dunque vi eravate tu ed Ugo, che consentivate un ottimo rapporto con la stampa ed il sottoscritto, che senza alcun titolo “editoriale”, si stava laureando in ingegneria ma che non era comunque la classica “spina”.
Dipendevamo dal tenente Colonnello Petronilli, persona assolutamente squisita e colta, con la quale spesso ci si intratteneva parlando di tutto. Ma era praticamente giornaliero il contatto con tutti i vari colonnelli del Corpo d’armata, non ultimo il generale in comando, allora Generale Rossi.
Talvolta, come quando si percepisce l’arrivo di un temporale, l’agitazione in via del Carmine saliva alle stelle. Quasi guidati da invisibili fili tutti ci mettevamo in moto come se seguissimo perfettamente un copione ben studiato.
L’ingresso perfettamente in ordine, nessuno in giro, nessuno a chiacchierare.
E dopo qualche istante di silenzio, anticipato da alcuni dei suoi fidati attendenti arrivava il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, in visita al Generale Rossi.
Non so cosa significasse per gli altri ma il mio ricordo è sempre straordinariamente vivo ed ho dentro di me ancora oggi l’emozione di essermi trovato davanti a qualcuno di speciale ed unico.
La nostra caserma di riferimento era in Corso Italia per cui, come per tutti gli altri commilitoni, un pullman dell’Esercito ci avrebbe dovuto accompagnare mattino e sera dal comando alla Caserma e viceversa, rimanendo quindi a dormire in Caserma. In realtà noi dell’Ufficio Stampa eravamo dotati di un documento a dir poco “strategico”: il cosiddetto salto adunata. Con questo documento venivamo “visti” in camerata ogni sera e “presenziavamo” all’alza bandiera mattutino in cortile con annesso appello; avendo quindi noi il dono dell’ubiquità in realtà tornavamo ogni giorno a casa. Privilegio questo indotto dal fatto che al mattino alle 05,30 eravamo già per edicole a ritirare tutti i quotidiani per poter redigere la cosiddetta “rassegna stampa”, un breve documento sintesi di tutte le notizie importanti e significative riguardanti il mondo e con particolare focus su tutto ciò che riguardava il mondo militare. Per le 07.30 doveva essere accuratamente depositata sulle scrivanie dei vari generali, opportunamente custodita in una cartelletta di pelle.
Dopodiché la giornata trascorreva tra i contatti con tutte le caserme di appartenenza, contatti con la stampa per organizzazione di eventi particolari – in quell’anno vi fu l’anniversario del 144° anno di fondazione dei Bersaglieri e fu organizzato un evento all’Arena con intervento di paracadutisti, elicotteri e truppe di terra simulando un’esercitazione.
Il tutto per noi aveva comportato il mettersi in contatto con stampa e radio locali per la diffusione dell’evento, per le interviste e gli inviti dei vari personaggi ed ospiti.
Il famoso salto adunata era oltremodo garantito da una particolare rassegna stampa alla quale provvedevo personalmente esentando, giustamente, te ed Ugo.
Mensilmente infatti, all’uscita di alcune riviste di settore quali Playboy e Playmen ne facevo ricca incetta (talvolta con prenotazione dall’edicola di turno) e mi premuravo di portarla in Caserma in Corso Italia al Capitano responsabile della caserma nonché della nostra camerata nella quale mai nessuno ci aveva visto; e, con grande gesto di riconoscenza ritiravo il famoso documento di salto adunata opportunamente aggiornato per tutti noi del gruppo.
La nostra avventura nell’Esercito ed in particolare all’Ufficio Stampa si concluse con un ultimo mese “atipico”. Infatti, per la lecita invidia degli altri nostri commilitoni, finalmente in quell’ultimo mese venne fatto un contrappello serale “vero” e casualmente tu, Ugo ed il sottoscritto risultammo assenti.
Ergo, due giorni di consegna per voi due ed una settimana per me (ero il più alto in grado!) ma soprattutto obbligo del rientro giornaliero con soggiorno notturno. Il salto adunata era finito!
Trasformammo, ed in questo ringrazio te ed Ugo, la nostra permanenza finale in un happening quotidiano.
Lenzuola portate da casa, bevande e cibo cucinato dalla mamma dell’uno e dell’altro, anche a beneficio degli altri ragazzi in camerata con noi.
E soprattutto un colossale mare di risate grazie proprio a voi due, Andrea ed Ugo, che improvvisaste una inarrestabile sequenza di scherzi, parodie, caricature.
Ma anche ed è ciò che mi è rimasto nel cuore, una ricchissima serie di racconti e narrazioni della vostra vita da giornalisti, benché ancora in divenire, ma che fu la testimonianza di due menti profonde, curiose, colte e soprattutto nobili.

Ciao Andrea dunque. Che il tuo viaggio continui accompagnato da quello spirito che ho avuto modo di conoscere come occasionale compagno di un breve viaggio

Mercoledì 15 febbraio 2023 23:36:34

Spero di ricevere la sua risposta alla mia precedente mail, buona notte Bon Nicola

Mercoledì 16 marzo 2022 22:38:14

Interrompi troppo


Buongiorno. Andrea sei meraviglioso, non perdo mai Atlantide e li registro per riguardarli ancora ed ancora ma hai un grande difetto. Interrompi troppo gli ospiti a cominciare dal bravissimo Fabbri e quindi non lasci mai finire il filo del discorso e quando l'ospite sta per chiudere il filo tu lo fermi e quindi e' come se non avesse detto niente. E' assolutamente FRUSTRANTE!!! Lascia finire i discorsi perche' interrotti a meta' non servono a niente e appunto fa incavolare. Grazie. Ciao
Giuseppina

Mercoledì 2 febbraio 2022 18:28:15

Servizi segreti e stragi di stato


Egr. Sig. Purgatori, seguo sempre con passione le sue indagini storiche sui periodi delle stragi in italia.
Quello che non capisco e sicuramente non capirò mai perché i servizi segreti (mi pare se non sbaglio sisde, sismi, carabinieri etc) vengono citati
come una parte oscura connessa e responsabile delle stragi. Non capisco, se è cosi, perché le istituzioni democratiche
dal presidente della Repubblica etc a tutti rappresentanti della ns Repubblica non hanno indagato su di loro.
E come è possibile che queste forze oscure dello stato agivano liberamente. ???
Sono morte molte persone in quei periodi; è stato creato un clima di terrore e noi organizzavamo tante piazze democratiche, come ingenui.
.. mi piacerebbe che qualcuno dica la vera verità
Grazie Assennato Bruno

Martedì 1 febbraio 2022 13:37:18

Nomen est omen


La biografia ovviamente non dice tutto su una persona. Dalla sua collaborazione con La7 di Urbano Cairo, questi anche proprietario del CdS, si può capire chiaramente come ad Andrea Purgatori piaccia navigare con la corrente, molto più comodo che andare contro corrente. Insomma lui è un uomo del mainstream, dice sostanzialmente ciò che dicono tutti. Raramente, se non mai, porta avanti opinioni sue personali al di fuori della massa.

Martedì 1 febbraio 2022 12:28:12

Quella su Andrea Purgatori
... è un'ottima biografia.
Scritta bene, e ricca di notizie!

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