Marc Augé
Biografia • Il senso dei nonluoghi
Marc Augé nasce a Poitiers (Francia) il 2 settembre 1935. Etnologo e antropologo, si afferma lungo la sua carriera accademica e di studio come uno dei più noti studiosi di scienze sociali e di antropologia.
In particolare Augé è noto al pubblico per aver coniato il concetto di "nonluoghi" (non-lieux), con il quale lo studioso definisce determinati spazi in contrapposizione con la nozione classica di luoghi antropologici.
I "nonluoghi" sono, infatti, quei luoghi di transito spesso vissuti nella quotidianità senza dare loro significati e pregnanza di "veri e propri luoghi". Esempi sono, il vagone della metropolitana, il supermarket, una stanza d'hotel. Essi hanno la caratteristica di non assegnare identità alle individualità che vi transitano, di non essere relazionali (milioni di individui si incrociano ogni giorno nei cunicoli delle metropolitane senza per questo entrare in relazione) e di non avere carattere storico.
L'introduzione del concetto di "nonluogo" avviene in una fase matura di studio dell'etnologo francese, quando pubblica nel 1992 il suo libro "Nonluoghi. Introduzione a un'antropologia della surmodernità" nel quale affronta l'analisi delle società attuali attraverso il paradigma della surmodernità: ossia una fase di esasperazione delle caratteristiche moderne dove le società sono incapaci di integrare le differenze, ma le confinano e racchiudono all'interno di spazi senza contaminazioni (come gli scaffali di un grosso supermarket) e dove, allo stesso tempo, gli spostamenti continui favoriti dalle tecnologie aumentano le differenze.
I non luoghi, all'interno di questa prospettiva, sono essenzialmente la dimensione quotidiana più rilevante della surmodernità: luoghi precari, di passaggio e vissuti da esasperanti individualità che non abitano, ma lasciano flussi come nei circuiti comunicativi globali, che si incrociano senza incontrarsi.
Sono, in altre parole, l'espressione simbolica del paradosso vissuto dal cittadino contemporaneo, che vive una solitaudine sempre più intensa in luoghi consacrati a migliaia di persone.
Se le riflessioni sulla surmodernità rappresentano un periodo relativamente recente del pensiero di Augé (proseguite poi con il tentativo di restituire il termine globalizzazione così come vissuto dalle persone), i suoi primi lavori riguardano essenzialmente le ricerche condotte durante i suoi viaggi in diverse parti del mondo. Specie lungo tutti gli anni '70, Augé si concentra soprattutto nello studio della popolazione Alladian della Costa d'Avorio.
Successivamente, negli anni ' 80, Marc Augé torna in Europa per applicare lo sguardo etnografico e la narrazione del romanzo allo studio delle società europee: famoso in questo periodo il suo breve libro "Un etnologo nel metrò", dove ponendo le basi del concetto di nonluogo (il metrò vissuto come luogo di transito che non ci appartiene), analizza le caratteristiche della società parigina. In particolare, è qui che inizia a sottolineare la paradossale solitudine vissuta sempre più intensamente dalle persone in un'epoca di tecnologie di comunicazione sempre più potenti e capaci di connettere gli uni agli altri, nel tempo e nello spazio.
Sarà proprio da questi studi, e dal confronto con le ricerche effettuate gli anni prima in Africa e in altre aree del mondo, che scaturiranno poi le premesse per le riflessioni successive sulla surmodernità e sui nonluoghi.
Marc Augé è stato inoltre direttore della Scuola degli Alti Studi delle Scienze Sociali (EHESS) a Parigi.
È morto il 24 luglio 2023 all'età di 87 anni.
Tra le sue opere più importanti:
Le Rivage alladian (1969);
Poteri di vita, poteri di morte (1977);
Genio del Paganesimo (1982);
I giardini del Lussemburgo (1985);
Un ethnologue dans le métro (1986);
Non-Lieux (1992);
Il senso degli altri - attualità dell'antropologia (1994);
Pour une anthropologie des mondes contemporains (1994);
Finzioni di fine secolo - Che cosa succede (2000);
Rovine e macerie. Il senso del tempo (2003);
Perché viviamo? (2003);
L'antropologia del mondo contemporaneo (2005);
La madre di Arthur (2005);
Il mestiere dell'antropologo (2006);
Tra i confini: città, luoghi, integrazioni (2007);
Casablanca (2008);
Il bello della bicicletta (2009);
Il metrò rivisitato (2009);
Che fine ha fatto il futuro? : dai nonluoghi al nontempo (2009);
Per un'antropologia della mobilità (2010);
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