Messaggi e commenti per Lilli Gruber - pagina 131

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Frasi di Lilli Gruber

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Biografieonline non ha contatti diretti con Lilli Gruber. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Lilli Gruber.

Lunedì 23 marzo 2020 21:23:55

Buona sera,
sto guardando il programma otto e mezzo del 23\03\2020.
Riguardo alle difficoltà della presenza dei parlamentari alla camera o al senato per le votazioni faccio notare che infermieri e medici sono a contatto diretto con i malati con i DPI perchè è il loro dovere. Con
le dovute misure, che ritengo possano essere messe in atto sia per l'arrivo a Roma che per le votazioni per salvaguardare se stessi e gli altri, dovere dei parlamentari è mantenere in funzione le camere.
Cordiali saluti e buona serata

Lunedì 23 marzo 2020 21:02:51

Gentile dssa Gruber.
A proposito della sperimentazione del farmaco avigan. Prospettano 3/4 settimane di sperimentazione. La domanda è: ma perché non si chiede al governo giapponese? Non posso pensare che se funziona per un giapponese non possa funzionare per un italiano, o un francese. Andiamo...,
Grazie

Lunedì 23 marzo 2020 12:14:09

Gentilissima dottoressa Gruber,
le segnalo l'articolo di Harari che pone problemi cruciali per il nostro futuro.
Come si può promuovere un approfondimento?
" Yuval Noah Harari: the world after coronavirus
This storm will pass. But the choices we make now could change our lives for years to come"
Se esiste una email di servizio posso inviarglielo.
Grazie
Con i migliori saluti
Antonio Vettese

Domenica 22 marzo 2020 17:33:05

Gentilissima Signora Gruber,
poiché ammiro da sempre il suo stile garbato ma fermo, la sua elegante professionalità e non ultimo il suo impegno per la riscrittura di un codice linguistico che tenga nel dovuto conto l’universo femminile, le propongo queste mie considerazioni:

NARRAZIONE BELLICA
“La lotta contro il virus”, “medici ed infermieri in prima linea”, “sconfiggere il nemico invisibile”, “scendere in trincea”, “le città sotto assedio” e “difendere a tutti costi il baluardo di…” etc. etc. Si osserva in questi giorni aumentare vertiginosamente l’utilizzo di termini tratti dal lessico militare per descrivere la situazione in corso nel paese e nel mondo ormai da un mese. Termini che, se alimentano l’esaltazione (e il compiacimento, talvolta ingenuo, talaltra colpevole) di chi narra questa sorta di epopea contemporanea, contribuiscono anche a creare un pericoloso allarme (se mai ve ne fosse bisogno) ed un diffuso senso di angoscia nei normali cittadini, letteralmente “bombardati” ogni giorno da parole di guerra, ad opera della solita scatola nera che sarebbe in molti casi meglio far tacere. Ora, non che io voglia negare l’importanza di ricordare a tutti noi che la situazione è molto seria e bisogna rispettare, con senso civico e responsabilità, le norme di comportamento ampiamente dette e ripetute, ma vorrei nel contempo far notare che una tale terminologia, lungi dal suscitare i necessari sentimenti di solidarietà e resilienza di tutti noi, nutre piuttosto gli istinti più bassi ed alimenta un clima da semi-guerriglia urbana, contribuendo ad esaltare quell’aggressività che già circolava ampiamente nel Belpaese di cui, davvero, ora non abbiamo bisogno. Quello che serve non è tanto “sconfiggere” il virus (dopo questo ne verranno altri e ahimè forse più letali) ma piuttosto sviluppare dall’interno le capacità di neutralizzarlo, non con un’esplosione di termini da lanciafiamme, ma piuttosto sviluppando morbidezza e resilienza. Qualità in certo senso “femminili” (ma spesso presenti anche nell’universo maschile) e quanto preziose, se pensiamo che un’alta percentuale del personale sanitario che opera nei nostri ospedali è costituito da donne… Morbidezza che, beninteso, non significa lassismo nei comportamenti o colpevole inosservanza delle regole, che restano sacrosante e valide per tutti; né tantomeno il generico e dolciastro “andrà tutto bene” (per chi, di grazia, se migliaia sono già morti?) coniato sulle serie TV americane, ma piuttosto la consapevolezza di uno scenario più vasto, in cui il virus in fondo siamo noi stessi, è in noi che attecchisce e alberga, di noi si nutre, noi possibili portatori sani e asintomatici, potenziali ospiti e trasmissori dunque, al tempo stesso colpevoli e vittime nel grande processo al genere umano in corso. Se una cosa Covid – 19 ci ha insegnato, specie nella fase in cui gli italiani, dopo aver sparato a zero sui cinesi, si sono improvvisamente sentiti gli appestati del mondo, è che “l’altro” siamo noi. Dunque, siamo proprio sicuri di voler levare “il bazooka” (mi pare di aver udito usare anche questo termine decisamente fallocratico, purtroppo ad opera di una conduttrice, ad indicare, credo, i provvedimenti a sostegno dell’economia, ma potrei sbagliare, tante se ne dicono) contro noi stessi? Le parole creano, si inscrivono nell’immaginario individuale e collettivo, determinano solchi in cui si depositano immagini e paure, vibrano, talvolta uccidono. Usarle con la massima cura non è mera questione di forma. O forse sì, visto che forma è sostanza.

Laura Bardelli

Domenica 22 marzo 2020 16:45:28

Oggi, pur con ritardo, il patto trasversale per la Scienza ha denunciato la drssa Gismondo per le sue inadeguate esternazioni sull'epidemia da coronavirus. E' un'iniziativa pesante ma al tempo stesso coraggiosa, opportuna e lecita in una democrazia. Mi chiedo, e le chiedo, perche' i giornalisti non fanno altrettanto nei confronti di individui come Feltri e compagnia?

Domenica 22 marzo 2020 15:35:09

Dott. ssa Gruber,
vorrei mettere alla Sua attenzione il filmato, che un amico tedesco mi ha mandato. Spero che ciò che dichiara questo medico sia una Fake- News, in quanto sarebbe tragico se fosse il contrario, pensando a tutte le persone che hanno perso la vita. In ogni modo, ritengo che questo medico non sia deontologicamente corretto nell'aver rilasciato questa intervista. Come si può fare arrivare ai medici italiani ciò che viene detto nella clinica di Kiel e sollevare in loro qualche dubbio? ! Penso che ciò sia importante, ma io non ho i mezzi per farlo. Le mando il link dell'intervista https://youtu. be/RUXb_u3Gv18. La ringrazio, cordiali saluti Claus- Dieter Moeller

Domenica 22 marzo 2020 13:58:56

Buongiorno Signora Gruber,
la seguo su LA7 da qualche anno insieme alla mia compagna. La stimiamo moltissimo.
Ho appena acquistato il suo ultimo libro “BASTA! Il potere delle donne contro la politica del testosterone” per regalarlo ad Elena, la mia compagna.
Non volevo aprirlo, ma spinto dalla curiosità e anche dalla stima per i suoi pensieri ho iniziato a leggere le prime pagine.
Lei non può capire la mia soddisfazione nel leggere il racconto dell’invito (con o senza rose!) dell’allora Ministro della Lega di cui non voglio fare il nome e dell’epilogo in quella frase che le ha riferito per giustificare la sua maleducazione: ”Ho i limiti di un maschietto”…
Il libro non poteva iniziare che nel modo migliore, condannando l’episodio di una persona sgradevole e quanto più incompetente e maleducata come l’ex Ministro.
Ricordo bene quella trasmissione e tutte le volte che quella persona è venuta nella sua trasmissione sfoggiando quell’arroganza e pressappochezza che impersonifica ancora molti uomini italiani.
Non so come è riuscita a sopportalo in trasmissione.
Da parte mia Le rinnovo tutta la mia stima per la sua professione e il suo coraggio nell’affrontare certi temi. La battaglia è lunga e forse non finirà mai, l’uomo tenderà a difendere la propria supremazia acquisita nei secoli.
Ma occorre denunciare, occorre non fermarsi, occorre non arrendersi, proprio come fa Lei. Le rinnovo tutta la mia stima.
Sono sicuro che il suo libro piacerà ad Elena.
La ringrazio moltissimo.
Sono giorni difficili.
Le mando un sincero saluto anche alla tutta redazione di OTTOeMezzo.
Un abbraccio
Stefano Sani, Firenze

Domenica 22 marzo 2020 12:49:05

Buongiorno, signora Gruber. Le scrivo affinché possa divulgare il mio pensiero. perche non fanno un decreto per mettere in quarantena a tempo indeterminato tutte quelle persone fragile, ossia le persone anziane over 68 anni. le file ai supermercati sono in gran parte di persone anziane... quindi... porgo distinti saluti. luigi sardella

Sabato 21 marzo 2020 23:27:50

Spesso nelle vostre interviste ad esperti chiedete quanto ci vuole per avere una terapia per il CoVid19. Non ho mai sentito risposte chiare o puntuali. Vi pregherei di dare l'informazione che dettaglio qui di seguito, poiche' ogni altra risposta genera o speranze illusiorie o panico. Ieri sera in un TG nazionale, peraltro ottimo notiziario di informazione, un professore, alla domanda in questione, ha detto che bisognerebbe tagliare i tempi burocratici. Sviluppare un farmaco richiede tempi "burocratici" che sono dedicati ad assicurarne l'efficacia e la sicurezza. Semplificando, vi sono due tipi di farmaci, le molecole di basso peso molecolare (small molecules) e i farmaci biologici, proteine ad alto peso molecolare, altamente specifiche, ognuno con sue caratteristiche e problematiche di sviluppo. I vaccini appartengono alla seconda categoria, come anche i sieri antibatterici o antivirus. Prima di sottoprre alle autorita' regolatorie un dossier che permetta la sperimentazione clinica nell'uomo, vi e' un percorso di almeno 18 mesi in cui e' fondamentale dimostrare la tollerabilita' in almeno due specie animali, la purezza e non deteriorabilita' del prodotto ed i possibili effetti dei vari metaboliti, solo per citare l'essenziale. Nelle 3 fasi di sperimentazione clinica si controlla la sicurezza nell'uomo, l'efficacia, la dose minima efficace e la massima oltre la quale aumentano solo gli effetti avversi ma non l'efficacia.
Anche approfittando, come e' probabile si possa fare in caso di questa pandemia, delle scorciatoie permesse sia dall'FDA e EMA (gli Enti regolatori US e EU) utilizzando il percorso rapido (fast track) e l'etichetta di farmaco di rottura (breakthrough status) meno di 18-24 mesi sono impensabili, prima dell’autorizzazione all’immissione in commercio. Dire che a breve ci sara' un vaccino significa vaneggiare o credere a pie illusioni, come quella di qualcosa gia' quasi pronto in qualche remoto laboratorio. Nello sviluppo di farmaci il presto va a danno del bene. Accorciare i tempi “burocratici” significa aumentare proporzionalmente i rischi e diminuire le probabilita' di efficacia. O si trova un farmaco gia' in commercio che possa essere usato come il tocilizumab (anticorpo monoclonale, mab= Monocloncal AntiBoby) o si segue il percorso di cui sopra. Avere un farmaco in 6 mesi - 1 anno come alcuni dicono vuol dire che tutti i suoi utilizzatori faranno da cavie umane a loro rischio e pericolo. Grazie per l'attenzione..

Sabato 21 marzo 2020 23:09:44

Buonasera.
mi presento :sono un umile autodidatta che ha studiato e seguito la crisi del corona virus attuale ma non possiedo lauree o conoscenze importanti e quindi mi rivolgo a lei che ha potere di comunicare alle masse.
il corona virus in sintesi e una specificita dell influenza normale non conosciuto con un alto potere di trasmissibilita aereo e da contatto. nessuno dei suoi ospiti serali ha mai detto quanti decessi annualmente in italia si registrano in concomitanza di altre patologie gia esistenti nei 6 mesi stagionali insieme a virus influenzali. consideri che un anno in italia si avevano ben 12000000 di influenzati eppure furono ricoverati soli i gravi casi.
detto cio un virus aereo non e contenibile su vasta scala per cui il virus non verra mai annientato ma ci accompagnera normalmente e sara curato come gli altri virus influenzali passati quando il farmaco verra trovato.
la continua favola dei tamponi e inverosimile poiche si dovrebbe fare l esame ogni 5 giorni sullo stesso individuo per essere tranquilli della costante negativita.
sebbene sento che lei e favorevole alla totale chiusura vorrei che ci pensasse bene
poiche fermare un paese di 60000000 di abitanti che avra circa 5000000 di contagiati non e matematicamente utile. inoltre gli ospedali hanno ricoverato una enorme massa di persone che non avevano alcuna necessita urgente di ricovero ma potevano assumere farmaci soliti individualmente a casa loro. infatti si devono curare solo coloro che sono gravi e abbisognano di terapie intensive.
cocludo che va bene la distanza-va bene l igiene personale-va bene evitare masse- ma
la pregherei di dare il suo parere di non fermare l intero paese perche il virus va combattuto ma alla fine fa parte di noi che abbiamo voluto una societa globale e ci sentivamo il primo ministro di dio col cellulare, internet e quant altro.
cordiali saluti.
volpi massimo.

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