Ultimi commenti alle biografie - pagina 3677

Martedì 10 marzo 2020 09:31:43 Per: Mario Giordano

Buon giorno SIG. Giordano. Le mando questa lettera a lei, vorrei che aiuti noi cittadini ad avere rassicurazioni riguardo le imposte che verranno. Abbiamo bisogno risposte dai nostri politici!!! Non ho ancora visto ne sentito un decreto di togliere e preciso TOGLIERE e non sospendere le imposte e bollette che verranno per i lavoratori e soprattutto i possessori di partite iva!!! Tra pochi mesi arriveranno da pagare e a questo punto spero lo stato non si dimenticherà del problema virus!!! Molta gente rischierà di andare sul lastrico, chiudendo attività con molti posti di lavoro andati in fumo!!! Mi aspetto e pretendo che il motto di remare tutti dalla stessa parte valga anche per loro politici lasciando in secondo piano il loro seggiolone!!! Mi aspetto che si mettano alla pari di noi cittadini!!! Speriamo in bene e che il problema virus si risolva in minor tempo possibile con il minor numero di vittime possibili!!! Dopo di che tireremo le somme e vedremo come risolveranno il problema!!! Se NON saranno in grado allora dovremmo fare gruppo ancora noi comuni mortali cittadini, dovremmo unirci tutti assieme per sconfiggere un altro virus che affligge l'Italia da anni!!! Partiti rossi, blu, neri, gialli o verdi dovranno andarsene!!! É ora che ci dimostrino le loro capacità lavorative, altrimenti come qualunque operaio che non svolge bene il suo lavoro dovranno essere licenziati!!! Multi nazionali dovrebbero anche loro contribuire per risolvere il problema non pretendendo soldi per bollette varie (tanto li hanno già presi in passato con bollette fasulle con fior di quattrini truffando i cittadini). Serve aria nuova, gente motivata con idee giuste che vuole bene al tricolore, se ci sono mele marcie è ora che vengano scartate, che tutto ciò possa servire da lezione per un futuro migliore!!!

Da: Filippo

Martedì 10 marzo 2020 09:29:29 Per: Milena Gabanelli

Buongiorno.

Sono un docente di ruolo di scuola secondaria superiore, dal 1982.

Cerco di riassumere brevemente i passaggi più importanti della mia storia personale, per poi concludere con un discorso più generale che sicuramente potrebbe coinvolgere molte altre persone, molti altri cittadini.

Nel 2013 sono stato operato all’Istituto Tumori di Milano per due tumori gastrointestinali (stomaco, duodeno e pancreas). Si chiamano GIST, sono tumori maligni e fanno parte dei “tumori rari”.
In questi sette (7) anni ho subito ben otto (8) interventi.
Il primo altamente demolitivo, e gli altri ricostruttivi, tutti caratterizzati da lunghe e dolorose convalescenze.
Dal 2015 sono seguito dal Centro di terapia del dolore e cure palliative di Genova con terapia a base di morfina, ad alti dosaggi, per via dei forti dolori e nello stesso anno mi sono rivolto al Servizio di Igiene Mentale per una grave forma di “Depressione Maggiore Reattiva”, che proviamo a curare, ma che non sempre mi consente di svolgere una vita “normale”. È una continua e giornaliera alternanza di up e down; sicuramente più down.
In questi sette (7) anni vivo una continua sensazione di inutilità e isolamento; tante volte ho pensato che se ci fosse un interruttore da premere, o una spina da staccare lo avrei fatto.
Ci si sente arrivati ad un punto di non ritorno, si tocca il fondo!
Ho sempre anteposto la scuola ai miei problemi di salute.
I tumori furono diagnosticati a gennaio del 2013, ma per non causare disagio alla scuola, chiesi, con grande stupore dei chirurghi di Milano, di posticipare l’intervento a luglio, a fine esami; questo per far capire, se ce ne fosse bisogno, la mia etica nei confronti degli studenti e dell’Amministrazione.
In questi anni ho tirato avanti come ho potuto. Stavo a casa qualche mese, poi rientravo a scuola, poi mi fermavo nuovamente e cercavo di rientrare per gli esami di qualifica e non “abbandonate i miei studenti (si, perché per noi sono i “nostri” studenti).
Tutto fino a un paio di anni fa, quando dovetti fermarmi fisso a casa, perché oltre a tutto il resto, sempre nel 2015 fu diagnosticata la “ fatigue del malato oncologico” in forma cronica, causata dall’alto grado demolitivo dell’intervento primario (chi ne volesse sapere di più può cercare in rete e troverà, nella descrizione, esattamente i sintomi che ho. Questa “stanchezza cronica” mi impedisce di fare qualsiasi cosa che richieda un minimo di forza ed energia, mi causa perdita di memoria, confusione, spaesamento difficoltà cognitive, ecc.
In questi otto anni ho sempre fatto tutte le visite collegiali a cui ero sottoposto che certificavano un’invalidità del 100% al lavoro e ovviamente mi concedevano la L104.
A settembre 2019 feci la visita collegiale presso il Ministero del Tesoro per la domanda di pensione. L’esito fu collocamento in pensione e cessazione immediata dal servizio, per grave patologia.
Bene. Sospesero subito lo stipendio e ovviamente, ad oggi, nessuna traccia della pensione.
Cinque (5) mesi senza “reddito”, adesso, sono diventati davvero critici.
La messa in congedo trasmessa dalla scuola alla Direzione Regionale è datata 4 ottobre 2019. La scuola ha fatto la sua parte, probabilmente la Direzione anche, sicuramente anche il Patronato, ma all’INPS tutto svanisce in una bolla d’aria.
Ho subito l’ultimo intervento il 3 dicembre 2019. Da allora sono “ospitato” a casa di un amico, il dott. Gianluca Catania, come successe tutte le volte precedenti.
Per fare la convalescenza (medicazioni, somministrazione di terapie, supporto morale) ; da solo non riesco a lavarmi, prepararmi i pasti, non riesco a fare più di qualche passo col cane, e basta. Non riesco a svolgere le normali attività quotidiane (lavarmi, preparare i pasti, gestire la casa, fare il bucato, stenderlo, ecc... ovviamente tutto certificato da relazioni mediche molto dettagliate).
Il problema è che ora la situazione sta degenerando. È diventata critica anche per chi mi sta “mantenendo”, non solo per le spese per il mangiare: per mangiare ci si arrangia sempre, anche con una zuppa di latte, o volendo potrei andare alle varie mense dei poveri che ci sono (ripeto, il mangiare è il male minore perché dopo gli interventi mangio davvero poco).
Il fatto grave è che a casa (la mia casa), ogni mese arriva la rata del mutuo, la rata della macchina (che tra l’altro ho messo in vendita) e tutte le altre bollette (gas, luce, amministrazione, ecc).
Non so più come farò per queste spese, nei prossimi mesi!
Gli amici mi hanno aiutato, ma non posso e non voglio certo ricoprirmi di debiti!

Credo che non sia umanamente possibile, nemmeno in un periodo di emergenza come questo, causato dal "Coronavirus", rimanere indifferenti alle questioni personali di un “singolo”.
La comunità è fatta di singoli e proprio questa emergenza ci dovrebbe insegnare quanto sia importante “gestire” il singolo, la singola persona, il cittadino per non fare danni alla comunità!
Io sono solo un docente (ex) che ha fatto dell’insegnamento la sua missione: educativa prima, e didattica dopo. Ho insegnato per quasi 40 anni in un istituto Professionale (e solo chi lo ha fatto può capire cosa voglia dire). Ad un certo punto ho sentito la necessità di una formazione diversa dalla mia disciplina di insegnamento (l’elettronica), avevo bisogno di strumenti più spendibili nel tipo di Istituto nel quale ero. Mi laureai così in Pedagogia e S. dell’Educazione per mettere a disposizione dell’utenza (studenti, famiglie e colleghi) la mia professione di Psicopedagogista. Ma non mi bastava. Frequentai un master universitario per acquisire la specializzazione in Didattica e Psicopedagogia dei Disturbi Specifici di Apprendimento. Ora potevo dire di sentirmi completo, realizzato.
In un Istituto Professione i Disturbi dell’Apprendimento sono il pane quotidiano.
Diventai referente Scolastico DSA (per gli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento). Ovviamente il lavoro, oltre la didattica, aumentò in maniera esponenziale... di pari passo con la malattia e l’incremento delle terapie.

Nel nostro bel paese, sempre alla ricerca della riforma giusta (non si capisce però mai, giusta per chi!), dei Decreti, delle belle “parole” che spesso convincono, mi sono sentito di dover segnalare questa situazione perché immagino che molti altri lavoratori potrebbero o stanno già attraversando momenti come il mio, indipendentemente dalle cause.

Le ragioni di questo lungo ritardo nell’erogazione della pensione non le comprendo ma non so perché, non me ne stupisco!

Sempre “grazie” all’emergenza che stiamo forzatamente attraversando, ci si rende finalmente conto del lavoro che gli insegnanti stanno facendo, come del resto tantissimi altri operatori: per citare una categoria quella della sanità.
I colleghi stanno rivoluzionando la scuola per non perdere di vista il loro focus: si organizzano piattaforme on line, lezioni a distanza, tele-riunioni di coordinamento. Tutto questo ha richiesto ore, giornate intere di lavoro (non retribuite) per raggiungere l’obiettivo finale di non lasciare a se gli studenti costretti a casa, in un contesto che non è quello di assegnare “compiti a casa”, ma di vivere finalmente la scuola digitale nel senso più completo della parola, dove ci sono lezioni a distanza (in diretta o registrate), interrogazioni, e tanto altro che fa di tutto questo la scuola virtuale.

Ma sembrerebbe che quasi quarant’anni (40) di servizio non siano importanti per le Istituzioni.

C’è una falla, e se c’è dove si trova? Dove giacciono, in generale, le pratiche che non giungono mai a destinazione e a conclusione?

La scuola mi manca tanto, il mio lavoro con gli studenti mi manca moltissimo (e tengo a dire con orgoglio che avevo scelto di fare questo lavoro già all’età di 16 anni)

Quello che è capitato a me, quello che sto attraversando io, credo che non sia accettabile in una società civile, che tiene a dire di voler tutelare i suoi cittadini.

Io vivo da solo, anche se “sfrutto” la rete amicale a cui non dirò mai abbastanza GRAZIE, ma mi domando come potrebbe una persona più anziana, a capire e poi a risolvere tutti questi problemi legati alla Pubblica Amministrazione e alla relativa burocrazia.

Non so a cosa possa servire avere scritto queste riflessioni, questo sfogo, questa indignazione, questa denuncia, ma non so più davvero cosa fare.

Forse, rivolgermi alle Istituzioni, ai giornali e ai canali di informazione, anche quelli on line potrebbe attirare l’attenzione, risvegliare gli animi, oppure far arrivare questa segnalazione nella sede opportuna.
Concludo così, senza una vera conclusione.

Ringrazio di cuore per l’attenzione e il tempo dedicatomi.
Fabrizio Mazzola - Genova

Da: Fabrizio Mazzola

Martedì 10 marzo 2020 09:27:43 Per: Giuseppe Conte

DECRETO PARRUCCHIERIE
Egregio signor Conte, le scrivo in quanto sono la fidanzata di un ragazzo che come lavoro fa il parrucchiere. Mi sa dire com'è possibile che il suo decreto non prevede la chiusura di una parrucchieria ma sollecita quest'ultima a mantenere la distanza di un metro? Intanto, questa distanza non è possibile da effettuare nel momento in cui il mio ragazzo dovrebbe fare i capelli o la barba al cliente, inoltre, se il cliente dispone della mascherina, non dovrebbe toglierla nel momento in cui gli dovrebbe essere fatta la barba?

Da: Clarissa Polizzotto

Martedì 10 marzo 2020 09:21:16 Per: Diego Della Valle

Buon giorno... chiediamo gentilmente di vedere sul sito la nostra ditta... siamo in seria difficoltà lavorativa... i nostr genitori erano di servigliano la ditta è stata creata da nostro padre cutini bruno... se lei o tra le sue conoscenze potreste aiutarci. la ringrazio e porgo distinti saluti. Cutini laura

Da: Cutini Group Srl

Martedì 10 marzo 2020 09:08:53 Per: Mario Giordano

Ieri sera ho visto il premier Conte in diretta (trasmessa integralmente da rete 4).
La cosa che mi ha colpito maggiormente è l’atteggiamento di Conte stesso, un uomo pieno di se che sta scommettendo LA PROPRIA CARRIERA sulla salute fisica ed economica del Paese.
Non dimentichiamoci che fino a 4 settimane fa si negava l’esistenza del problema, ora l’Italia si è AUTOISOLATA un AUTORAZZISMO che io temo sia funzionale solo ad una classe politica agonizzante che sta traendo da questa vicenda un motivo di sopravvivenza.
Sicuramente non siamo abituati a questo regime, giustificato dalla situazione straordinaria, ma regime rimane. E’ anche comprensibile la “disobbedienza” di tanti giovani che, secondo me, nasce dal fatto che, quando cresci percependo lo Stato come il tuo principale nemico (e mi riferisco alla tassazione e ai privilegi della Casta) fai fatica a rispettare regole e a collaborare.

Non abbiamo i posti letto in rianimazione: MA COSA NE HANNO FATTO DI TUTTI I SOLDI CHE CI CHIEDONO ?
Stanno emergendo situazioni per le quali nessuno di quelli che ci hanno amministrato fino ad ora pagherà: NON SAREBBE ORA CHE LA MAGISTRATURA COMINCIASSE A FARE CHIAREZZA SUL FATTO CHE CI TROVIAMO IN UNA NAZIONE DEPAUPERATA DI TUTTO E SEMPRE PIU’ POVERA, MA CHE MANTIENE UNA CLASSE POLITICA NELLA RICCHEZZA E PRIVILEGI?

Io resto a casa il più possibile già da diverse settimane, non avevo bisogno che me lo dicesse Conte, da lui mi aspettavo una presa di coscienza sulla realtà alla quale, con la compagine governativa che lo sostiene, ci ha portato e quindi speravo che la sua affermazione di ieri sera fosse: “IO VADO A CASA! ”.

Da: Michela Grillanda

Martedì 10 marzo 2020 08:45:25 Per: Giuseppe Conte

Egregio ministro Conte sono una lavoratrice impiegata nel settore ristorazione presso una nota azienda multinazionale ma secondo lei io ho meno diritto a preservarmi visto che in giro ci sono comunque ragazzini e anziani oltre i 65 senza nessun tipo di precauzione? Prima che il mio datore di lavoro non riesca a pagarci gli stipendi non sarebbe meglio bloccare tutto anche il settore alimentare (ovvio che. Qui andrebbe utilizzato l esercito) per ammortizzare le spese ? ? Non ne faccio un discorso politico ma la salute è importante per tutti abbiate il coraggio di mettere il dio danaro al secondo posto in via definitiva per il recupero poi spettera a Noi dopo fare dei sacrifici... si sa il popolo italiano si è sempre sacrificato è piegato ad ogni tipo di situazione...

Da: Rita

Martedì 10 marzo 2020 08:07:24 Per: Giuseppe Conte

Buongiorno Egr. Sig. Conte,
Penso che molta gente non abbia ancora capito la gravità del problema corona virus.
Molti si chiedono: ”Perché mi posso recare al lavoro ma non posso uscire fuori? ” Al lavoro si può essere infettati tanto quanto in altri luoghi. Penso che la soluzione migliore sia una situazione drastica. Temporeggiate e imporre solo piccole limitazioni non basta, capisco che questo comporterà gravi disagi e perdite per tutti, ma se avessimo adottato sin dall’inizio soluzioni più drastiche forse ora la situazione sarebbe meno disastrosa. È necessario che tutti ma proprio tutti facciano un sacrificio solo x qualche settimana, altrimenti non se ne verrà più fuori!

Saluti

Da: Alessandra

Martedì 10 marzo 2020 07:59:35 Per: Mario Giordano

Buongiorno Mario, complimenti per la trasmissione. Voglio segnalare il problema che ho con la sede territoriale dell'INPS di Reggio Calabria da alcuni mesi. Ho prestato servizio nella Polizia di Stato e in data 31. 10. 2017 sono andato in pensione per anzianità di servizio. In questo caso per ricevere il pagamento del TFS bisogna aspettare 2 anni dalla data di pensionamento e altri 90 giorni che l'INPS si prende per istruire la pratica. Purtroppo negli ultimi anni ho avuto dei problemi economici e nel mese di luglio 2019 ho chiesto, tramite il servizio online INPSrisponde, la quantificazione del TFS per ricevere un prestito dalla banca, ma tale richiesta risulta ancora in lavorazione e nel mese di novembre 2019 l'INPS mi risponde che non è possibile chiedere l'anticipo del TFS in quanto già risulta in liquidazione. Ho fatto vari solleciti, sempre tramite INPSrisponde e il callcenter dell'INPS 06164164 rappresentando la mia situazione, ma sempre con esito negativo. Faccio presente che il 31 gennaio è scaduto il termine dei 27 mesi e, sempre su mia richiesta fatta nel mese di gennaio c. a., l'INPS mi risponde che la prima rata del mio TFS verrà liquidata nella prima metà di febbraio. (senza specificare l'anno) Ancora oggi non ho alcuna notizia in merito nonostante i tanti solleciti da parte mia. Negli ultimi 2 mesi mi è stata bloccata la pensione per un problema con la banca e mi tocca andare all'Uffico Postale per farla sbloccare dal direttore che è una persona gentilissima. Caro Mario, il mio problema economico si aggira intorno alla somma di circa 25/30000 euro che vorrei risolvere con la prima rata del mio TFS che è di 50000 euro lordi e stare più sereno. Non posso usare nemmeno l'autovettura perchè sottoposta a fermo amministrativo, Non so più che fare e mi sento impotente nei confronti di questi cialtroni. Un abbraccio

Da: Pietro Paolo Gabriele

Martedì 10 marzo 2020 07:18:16 Per: Giuseppe Conte

Buongiorno Presidente,
Ha giustamente fatto la cosa più corretta mettere in restrizioni l'Italia, ma dovrebbe prendere spunto da Whuan, fermare tutto per un mese, in quanto andando anche al lavoro si può trasmettere il coronavirus ai colleghi e ai familiari. Pertanto se deve prendere una decisione deve andare giù drastico, ma per salvare anche l'economia. Perché facendo così a intermittenza porta l'economia al collasso.
La ringrazio e Le porgo i miei più stimati saluti.

Mirka Peroni

Da: Mirka

Martedì 10 marzo 2020 07:01:49 Per: Giuseppe Conte

Egregio prof. Conte, è inutile girarci intorno e prendere delle giuste decisioni ma in ritardo. Ci vuole un atto di forza e coraggio e soprattutto realismo se si vuole veramente salvare il popolo. Dovete far arrivare e obbligare tutti ad indossare le mascherine, e sanzionare i trasgressori, inoltre dovete temporaneamente congelare tutte le tasse e i pagamenti di ogni genere dalle bollette agli stipendi, in modo tale da chiudere tutto per almeno due settimane. Anche se abbiamo legislazioni e statuti diversi, basta fare il copy and paste dalla Cina, dove come dicono i media i contagi stanno diminuendo. È una situazione difficile di emergenza nazionale. Non fate l'errore che per non chiudere tutto vi sporcherete le mani di sangue dovendo scegliere chi curare e chi lasciare morire. Prego per tutti noi.

Da: E. Andres