Friedrich Schiller
Biografia • Classici drammi umani
Johann Christoph Friedrich von Schiller, poeta, drammaturgo e storico, nasce a Marbach am Neckar (Germania) il 10 novembre 1759. Figlio di un ufficiale dell'esercito, studia legge e medicina per poi entrare al servizio del duca del Württemberg. Il suo esordio come autore teatrale avviene nel 1782 al teatro nazionale di Mannheim con la fortunata rappresentazione della tragedia "I masnadieri" (pubblicata l'anno prima). L'opera mette in scena le avventure di un fuorilegge idealista in rivolta contro una società ingiusta e crudele.
Schiller si allontana senza autorizzazione dal ducato in occasione della rappresentazione e conseguentemente viene arrestato: gli viene inoltre vietato di comporre altri drammi di spirito sovversivo. Evade dalla prigione e per tutto il decennio seguente vive clandestinamente in varie città tedesche, spostandosi da Mannheim e Lipsia fino a Dresda e Weimar.
Le opere giovanili di Schiller sono caratterizzate da un forte accento posto sulla libertà dell'individuo e da un importante vigore drammatico: per questi temi sono collocate nella cornice dello "Sturm und Drang" (tempesta e impeto), uno dei più importanti movimenti culturali tedeschi e che prende il nome dall'omonimo dramma del 1776 di Maximilian Klinger. Lo "Sturm und Drang" contribuirà assieme al Neoclassicismo alla nascita del Romanticismo tedesco.
Ai Masnadieri seguono le tragedie in prosa "La congiura di Fiesco a Genova" e "Intrigo e amore", entrambe rappresentate nel 1784. Intanto Schiller aveva cominciato a lavorare al "Don Carlos", che terminerà nel 1787, divenendo drammaturgo ufficiale del teatro di Mannheim. Con il Don Carlos abbandona la prosa per la pentapodia giambica, tipologia metrica utilizzata in diverse tragedie greche antiche. Pur riprendendo il tema della lotta contro l'oppressione, il Don Carlos segna il passaggio di Schiller verso il classicismo, che caratterizza tutta la seconda fase della sua produzione.
Per intercessione di Goethe nel 1789 gli viene affidata la cattedra di Storia e Filosofia di Jena. Pochi anni dopo inizia uno studio approfondito di Kant e dell'estetica. Nel 1793 Schiller scrive la "Storia della guerra dei Trent'anni". Inizia poi la grande stagione dei capolavori di Schiller: nel 1800 scrive "Maria Stuarda", nel 1801 "La pulzella d'Orleans", nel 1803 "La Sposa di Messina" e nel 1804 il "Guglielmo Tell".
La sua prolifica attività letteraria viene interrotta dalla tubercolosi, che condurrà Friedrich Schiller alla morte, avvenuta il 9 maggio 1805 a Weimar.
Molti dei suoi capolavori sono stati musicati dopo la scomparsa. Il coro dell'"Inno alla gioia" di Beethoven è ripreso da alcune strofe dell'Ode "An die Freude" (Alla Gioia) di Schiller. Giuseppe Verdi musicherà "La Pulzella d'Orleans" (Giovanna d'Arco), "I masnadieri", "Intrigo e Amore" (Luisa Miller) e il "Don Carlos".
Di Schiller, Nietzsche avrà modo di dire: "Schiller, come altri artisti tedeschi, credeva che, avendo spirito, si potesse anche improvvisare con la penna su ogni sorta di argomenti difficili. Ed ecco che i suoi saggi in prosa - sotto ogni riguardo un modello di come non si debbono affrontare questioni scientifiche di estetica e di morale - e un pericolo per lettori giovani i quali, nella loro ammirazione per il poeta Schiller, non hanno il coraggio di pensar male dello Schiller pensatore e scrittore".
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