Georges Bizet
Biografia
Un posto particolare tra i musicisti dell'Ottocento è occupato da Georges Bizet nato a Parigi il 25 ottobre 1838, che sin dall'infanzia rivelò spiccate tendenze musicali. Il padre, insegnante di canto, fu il suo primo maestro; anche la madre, valente pianista, apparteneva ad una famiglia di musicisti.
I rapidissimi progressi che fece, permisero a Bizet di essere accolto al Conservatorio di Parigi prima di aver raggiunto l'età consentita dai regolamenti. Georges seguì un corso di studi presso il Conservatorio e, dopo aver superato gli esami con esito brillante, si applicò allo studio del pianoforte e della composizione.
Appena diciannovenne, trasferitosi in Italia per approfondire gli studi, vinse il "Premio di Roma". Finito il periodo di studio tornò a Parigi.
La sua prima composizione di rilevante importanza fu l'opera in tre atti "I Pescatori di perle", ambientata in Oriente e rappresentata nel settembre 1863. Le prime opere teatrali non ebbero molto successo: Georges Bizet era accusato di rivelare nella sua musica l'influenza di Gounod e di altri compositori. Nello stesso tempo Bizet fu incaricato di preparare una composizione per accompagnare sulla scena d'Alfonso Daudet "L'Arlesiana". Questa composizione ebbe un successo contrastato all'inizio, ma con il tempo finì per imporsi al pubblico di tutto il mondo. La musica ispirata a motivi folcloristici e popolari della Provenza, fa rivivere l'atmosfera ardente di questa regione mediterranea.
L'opera in cui apparve la piena maturità artistica dell'autore fu quella per cui ancora oggi è ampiamente conosciuto: la "Carmen". Bizet si dedicò con entusiasmo e tenacia alla composizione della Carmen, creando così l'ultima e la più importante delle sue opere (che fra l'altro entusiasmò Nietzsche). L'azione si svolge in Spagna, a Siviglia e sui monti vicini.
La prima rappresentazione dell'opera ebbe luogo a Parigi, al teatro dell'opera Comique, nel 1875, ma non fu un successo. L'intreccio del dramma venne giudicato troppo immorale ed anche la musica non piacque agli amanti della tradizione.
Purtroppo Georges Bizet non conobbe il successo che arrise in seguito alla sua opera e che avrebbe acceso in lui la speranza e la fiducia in se stesso, perché morì a soli 37 anni, il 3 giugno 1875, a tre mesi di distanza dalla prima rappresentazione, in seguito a un attacco di cuore.
Dall'opera di Bizet nasce il mito moderno di Carmen e di questo mito se ne sono impossessati il cinema (dai tempi del muto al musical di Preminger del 1954 fino ai più recenti film di Godard, Rosi, Sauras), la danza (Gades e Petit) ed il teatro in genere.
La trama della Carmen di Georges Bizet
Sulla allegra piazza di un paese spagnolo sciamano le operaie della manifattura dei tabacchi: è l'ora del cambio della guardia del distaccamento di dragoni della vicina caserma. Irrompe in scena Carmen, sensuale e scatenata gitana, che canta e danza da par suo. Il brigadiere don Josè ne è affascinato né basta a distoglierne gli sguardi la graziosa e giovane Micaèla, che da lontano viene a portargli i saluti ed il bacio della madre, la quale desidera che egli la prenda in sposa. Un improvviso e sanguinoso diverbio fra una sigaraia e Carmen movimenta la scena: per ordine del suo capitano, don Josè porta Carmen in prigione. Ma l'opera di seduzione continua e i due fuggono insieme sulle montagne, dove don Josè, tra contrabbandieri e gitane, diventa un fuorilegge. Micaèla, avventuratasi sui monti per liberarlo dall'incantesimo che pare averlo stregato e strapparlo a Carmen, deve dichiararsi sconfitta e partire sconsolata.
Compare poi all'orizzonte Escamillo, un celebre torero, del quale Carmen fa presto ad incapricciarsi. Spirito libero quale essa è, insofferente di ogni tentennamento altrui, essa arriva ad irridere don Josè che, pur languendo per lei, non vuole disertare e sempre più si chiude in una cupa gelosia. In un duello notturno con il torero, questi lo risparmia: Carmen ormai disprezza il brigadiere e volubilmente punta le sue carte su Escamillo. Nell'arena di Siviglia si svolge una delle consuete tauromachie. Carmen è stata invitata da Escamillo ed arriva con due gitane sue amiche, per ammirare il torero nella sua lotta contro il toro. Don Josè, arrivato anche lui sul posto, chiama fuori del recinto Carmen, per offrirle ancora una volta il proprio amore. Ma ogni suo sforzo è vano. Mentre Escamillo uccide il toro in un tripudio di evviva, don Josè, accecato dalla passione e dalla sua gelosia, pugnala Carmen e si consegna alla giustizia.
Carmen è una donna libera, passionale, forte ed il suo canto è variegato e ricco di sfumature: basti pensare alla civettuola Habanera, alla leggerezza della danza Boema, al canto funereo e meditativo della scena delle carte del terzo atto, alla drammaticità del duetto che chiude l'opera per capire la complessità del personaggio. A Carmen fa da contraltare l'innocenza e la solarità di Micaela, figura di una delicata grazia e che esprime inequivocabilmente il suo innocente e timido amore. Don Josè è una figura complessa che si muove sul piano lirico nei primi due atti e su quello drammatico nel terzo e quarto atto e quindi ha bisogno di un interprete completo e di grande forza e tenuta vocale. Ed anche il toreador Escamillo è molto ben delineato con il suo canto rude e forte.
Di Georges Bizet sono da ricordare anche due sinfonie: la prima composta nel 1855 all'età di diciassette anni, e la seconda iniziata nel 1860 durante il soggiorno romano e intitolata proprio sinfonia Roma. Queste due composizioni orchestrali si distinguono per la chiarezza, la leggerezza e l'eleganza tutta francese, ma anche per la solidità della loro struttura e la ricchezza inventiva.
Un'altra celebre composizione è "Giochi di Fanciulli", scritta per pianoforte a quattro mani e poi trascritta per orchestra. È una musica ispirata ai giochi dei bambini e quindi semplice e lineare, ma piena di inventiva.
Aforismi di Georges Bizet
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