René Laennec
Biografia
René Laennec è il medico francese a cui si deve l'invenzione dello stetoscopio, lo strumento che è diventato simbolo moderno di questa professione. Nacque a Quimper (cittadina situata all'estrema punta della Bretagna) il giorno 17 febbraio 1781: il suo nome completo è René-Théophile-Marie-Hyacinthe Laennec. Durante i suoi studi si dedicò in modo particolare al miglioramento dell'auscultazione tanto da inventare, come detto, lo stetoscopio nell anno 1816, all'età di 35 anni. A René Laennec si deve anche la definizione che proporziona il volume del cuore umano a quella del volume del pugno.
Gli studi e la formazione scientifica di René Laennec
Figlio di Théophile Marie Laennec e Michelle Gabrielle Félicité Guedson, il futuro medico ebbe un'infanzia difficile: la madre morì di tubercolosi nel 1786, quando René aveva solo cinque anni. Il padre, avvocato, si trovò in una situazione in cui non era in grado di badare ai figli. Il piccolo venne così affidato allo zio Guillaume, che svolgeva la professione di medico nella città Nantes: è proprio lo zio che gli trasmise la passione per la Medicina.
Iniziò gli studi accademici nel 1795 presso l'Ospedale della Pace di Nantes, guidato dallo stesso zio. Iniziò a praticare come aiuto-chirurgo all'interno dell'esercito. Deluso però dall'ambito militare, René Laennec si trasferì a Parigi nel 1801.
Sprovvisto di sostegni economici (ma anche dal punto di vista morale il padre non lo sostenne mai), contando solo sulle proprie forze, iniziò a frequentare alcuni corsi presso la Facoltà di Medicina parigina, da poco riorganizzata.
È in questo ambiente che entrò in contatto con Marie François Xavier Bichat (considerato uno dei fondatori dell'istologia moderna per aver scoperto che gli organi interni del corpo umano sono composti da tessuti), studiando sotto la guida del medico di Napoleone Bonaparte, Jean-Nicolas Corvisart des Marets. Allo studio teorico Laennec affiancò l'esperienza pratica nel campo dell'anatomia patologica. Conseguì la laurea il 16 giugno 1804 preparando una tesi che fu molto apprezzata: "Proposizioni sulla dottrina di Ippocrate riguardo alla medicina pratica" nella quale integrò le conoscenze della diagnostica del tempo, all'osservazione dei sintomi tipica del metodo ippocratico.
L'invenzione dello stetoscopio
Dopo alcuni anni di attività, nel 1816 René Laennec ottenne un incarico all'ospedale Necker di Parigi e divenne in poco tempo uno dei più celebri patologi di Parigi. L'intuizione che lo portò all'invenzione dello stetoscopio è piuttosto curiosa: mentre una mattina passeggiava nei pressi del Palazzo del Louvre - allora era un cantiere in costruzione - scorse alcuni ragazzi che giocavano in un modo che attirò la sua attenzione. Uno di essi poggiava all'orecchio l'estremità di una pertica lunga e sottile, mentre un altro, messosi all'altra estremità, la percuoteva leggermente con uno spillo. Laennec si avvicinò ai ragazzi e chiese loro cosa stessero facendo, che lo invitaronoa provare in prima persona. Incredulo, il medico ascoltò forte e distinto l'impercettibile rumore provocato dallo spillo. Immediatamente considerò che un sistema simile, in piccolo, avrebbe permesso di ascoltare con precisione i battiti cardiaci.
Pochi giorni dopo nell'ospedale dove lavorava si presentò una donna giovane e piuttosto corpulenta; lo strato di adipe era tale per cui l'auscultazione diretta del cuore, con l'orecchio appoggiato, si sarebbe presentata poco utile oltre che imbarazzante, sia per il medico che per la paziente. Il giovane Laennec, caratterizzato da una particolare sensibilità e da un forte senso del pudore, si ricordò del fenomeno acustico che aveva notato guardando giocare quei bambini. Allora prese un foglio di carta, ne fece un rotolo molto stretto e ne appoggiò un'estremità sulla regione precordiale. Posando l'orecchio all'altro capo, fu tanto sorpreso quanto soddisfatto nel sentire i battiti del cuore più distintamente di quanto fosse stato possibile fare con l'applicazione immediata dell'orecchio.
Va detto che René Laennec, oltre a essere uno stimato medico, era anche un abile artigiano: realizzò da solo, in serie, i primi stetoscopi in legno. I suoi prototipi si basavano su legno di cedro e legno di ebano; misuravano trenta centimetri di lunghezza ed il canale praticato all'interno era largo cinque millimetri. Nacque così lo stetoscopio (dal greco stéthos, petto, e skopéin, osservare, esplorare..).
Con questa invenzione René Laennec fu fautore di una vera e propria rivoluzione in ambito diagnostico.
Laennec comunicò la sua invenzione all'Accademia delle Scienze nel febbraio 1818. Dopo qualche mese trattò con gli editori Brosson e Chaudé per far pubblicare il suo libro "Trattato sull'auscultazione mediata". Quest'opera fu molto utile per chiarire la distinzione delle malattie cardiache da quelle polmonari, considerato che i loro i sintomi sono spesso comuni. Il maggior merito del medico francese fu quello di confrontare la sintomatologia generale con i risultati provenienti dalle auscultazioni sui pazienti. Il suo lavoro consisté nella rivisitazione di tutte le malattie polmonari, nella precisazione di quelle già conosciute con l'evidenziazione dei sintomi, e nella dissociazione di quelle che venivano confuse, fornendo al contempo ogni elemento necessario per distinguerle.
Gli ultimi anni di vita
Il trattato di Laennec inizialmente fu accolto in modo critico: persino lo zio Guillaume rimase perplesso davanti alle novità proposte dal nipote, sebbene poi ebbe modo di divenire cosciente della portata rivoluzionaria. Furono restii soprattutto i medici legati ad antiche pratiche, come il collega bretone François Broussais, che accusò Laennec in veementi pamphlet di essere un ciarlatano e di aver realizzato uno strumento inutile e dannoso come lo stetoscopio. Broussais pretendeva, invece, di curare ogni tipo di malattia con l'applicazione di sanguisughe, cosa che però fece innalzare l'indice di mortalità della Bretagna. Al contrario tra i sostenitori non mancarono nomi noti come quelli di Hallé e François-René de Chateaubriand.
Le energie che Lannec dedicò alla stesura del su trattato gravarono non poco sulla sua salute, già precaria. Nel 1818 fu anche vittima di un esaurimento nervoso. Negli ultimi anni di vita donò la sua personale biblioteca, ricca di numerose collezioni, alla Facoltà di Medicina di Parigi. La salute precaria gli impedì di accettare molti incarichi che gli erano stati proposti, tra cui quello di Professore di Clinica e Preside della facoltà di Medicina. Riuscì comunque ad insegnare alla Charité e al Collège de France, a Parigi. Quando nel 1826 scoprì di essere affetto da tubercolosi decise di ritirarsi dalla professione e trasferirsi nella sua Bretagna per curarsi.
René Laennec morì il 13 agosto 1826 a soli 45 anni di età, a Kerlouarnec, a causa di una malattia che egli stesso aveva a lungo analizzato.
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