Messaggi e commenti per Lilli Gruber - pagina 110
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Frasi di Lilli Gruber
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Biografieonline non ha contatti diretti con Lilli Gruber. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Lilli Gruber.
Giovedì 16 aprile 2020 20:50:34
Giovedì 16 aprile 2020 20:43:30
È possibile sapere, dalla protezione civile, dove avvengono i decessi? I numeri non dicono se chi muore era in ospedale, in terapia intensiva, a casa, in una rsa... penso che sia importante saperlo
Giovedì 16 aprile 2020 19:49:05
Per Stefania. Non amo Berlusconi. Per una volta che Egli è coerente Lei Stefania lo accusa d'incoerenza? Berlusconi ha creato il Mes nel 2011, Oggi per COERENZA lo difende. Da elogiare. Sono altri quelli che per INCOERENZA, ATTACCATI ALLA POLTRONA si mettono al governo con quelli con i quali"mai avrebbero formato il governo" dixit Zingaretti dei 5 Stelle, O con quelli che si mettono col Partito di Bibbiano.. Serenamente
Giovedì 16 aprile 2020 18:03:29
Salve, Dott. ssa Gruber.
Le segnalo la mia petizione lanciata ieri sul tema: #COVID19 e RESTRIZIONI SELETTIVE - I DIRITTI COSTITUZIONALI DEGLI ANZIANI
In attesa di raggiungere un sufficiente numero di firme, l’ho già mandata ai destinatari per mail (pec e ordinaria) e l’ho anche inviata per Twitter.
Le sarei grata se ne parlasse ADESSO e non a eventuali provvedimenti già presi.
Grazie,
Iole Natoli
odg 087194
http://chng. it/YypQjB9N
Giovedì 16 aprile 2020 16:08:02
Seguo la tua bella trasmissione
ci sono molte versioni sul prestito chiamato MES
Abbiamo un massimo esperto dell! economia mondiale è possibile avere un parere
se conviene o no aderire al MES dal signor Mario Draghi
Giovedì 16 aprile 2020 15:54:57
B sera Dott. Ssa Gruber... Per anni ci avete rovinato le serate a parlare contro Berlusconi... Ora è a braccetto con i suoi nemici di un tempo... Vi preghiamo di dare lo stesso spazio a questa notizia di quanto ne avete dato a quei tempi... Così alcuni capiscono che persona che avevano votato... Pur di non accettare gli anni che passano e he per tutti arriverà anche la fine... Questo qua venderebbe anche l anima al diavolo!!!
Giovedì 16 aprile 2020 14:08:14
B sera.. Io credo che. Purtroppo. Tutti i decessi che abbiamo avuto dipendano da un insieme di cose... L unica vera responsabilità che vedo è quella dell OMS e del governo... Entrambi dovevano dichiarare emergenza... Già da gennaio o prima... E a causa di questa grave mancanza è iniziato l inferno...
... Si salvi chi può...
Giovedì 16 aprile 2020 11:16:48
Patuanelli: " Il MES non sara' mai richiesto dal Governo" Ad Agora' 1 ora fa'. Bugia destinata a saltare. Chiederanno il soldi del Mes. Il contesto attuale è il seguente: PD Zingaretti: "Mai con i 5 stelle"... e come diceva Marco Antonio: "Zingaretti è uomo d'onore"-M5s Di Maio : "Mai col partito di Bibbiano" E Di Maio è uomo d'onore.. In presenza di politici col naso di Pinocchio, non ci meravigliamo se la gente vota il non ECCELSO Salvini che aveva promesso 2 cose. Quota 100 e stretta sui migranti. Fatto. Io non ho mai votato Salvini, pur votando centrodestra. ma se oggi cerco un politico che mantenga le promesse fatte e rispettate, devo farci un pensierino turandomi il naso
Giovedì 16 aprile 2020 10:27:47
24 marzo 2020
Abitare in casa al tempo del coronavirus, tra isolamento e desiderio di comunità
Un pomeriggio di qualche giorno fa, in piena quarantena, hanno suonato alla mia porta di casa.
Era la mia vicina Lucia che accompagnava la nostra condomina cinese del quarto piano, che abita qui da diversi anni, una famiglia sempre molto sorridente e gentile, ma molto riservata, e abbastanza schiva alle relazioni di vicinato.
Valentina, così ho scoperto per la prima volta anche il suo nome, mi ha consegnato un dono racchiuso in una busta trasparente, lo stesso preparato per tutti i 24 residenti del nostro
condominio: una dozzina di mascherine protettive, fatte arrivare per noi dalla Cina!
Un dono inatteso e quanto mai apprezzato, che ci ha colto tutti di sorpresa: sono settimane
che andiamo in giro per farmacie alla ricerca delle famigerate mascherine, una difesa forse
inutile per il contagio, ma che dà qualche sicurezza a chi la indossa e molte di più alla persona
che ti incrocia per strada o al supermercato.
Un bel gesto, generoso e silenzioso.
Un modo per essere vicini e uniti, anche nella diversità dei comportamenti e degli stili di vita.
In tutto questo tempo di grande incertezza e di forzato isolamento ho pensato molto al nostro
modo di abitare.
Mi ritengo fortunata, perché almeno siamo in due in casa, abbiamo i nostri ritmi, tante cose da
fare o riscoprire, un’antica consuetudine a commentare, discutere, scambiare opinioni, ma
anche “pari opportunità” nel fare i turni per fare la spesa, andare in farmacia, dare una mano
a nostro figlio.
Ma molti dei nostri amici e parenti sono soli, e l’età non sempre è proprio giovane.
Così mi ritorna alla mente la mia ricerca di sempre: le nostre case sono adatte ad accogliere i
diversi stili di vita e i tanti cambiamenti cui andiamo incontro nel corso dell’esistenza?
Per anni ho sviluppato uno studio sulle diverse funzioni legate all’abitare, cercando di dare
soluzioni “flessibili” agli spazi abitativi a seconda delle diverse esigenze di chi vive in casa,
salvaguardando, ad esempio, la richiesta di autonomia dei più anziani, da quella dei bambini o
di altri componenti della famiglia.
Alcune sperimentazioni sono state anche realizzate, con piccole unità abitative autonome
rispetto alla casa principale, costituite da una stanza e un bagno, qualche volte anche un
angolo cottura, “separabili” dal resto dell’abitazione, ma contigue ad essa. Ciò ha consentito di
tenere vicini i parenti anziani alla famiglia dei figli, pur garantendo un’autonomia reciproca
essenziale ad entrambi.
Nel tempo, soprattutto con l’incremento straordinario del numero di anziani degli ultimi
decenni e con la crisi progressiva del modello di famiglia tradizionale e del welfare, ho
sviluppato altre due convinzioni, sulle quali ho impegnato l’ultima parte della mia esperienza
lavorativa, prima del pensionamento: in primo luogo, sviluppare dei modelli abitativi
alternativi, dove anche chi è solo e senza grandi mezzi possa vivere la sua vita in modo
autonomo ma con dignità, senza rinunciare tuttavia al bisogno di socialità e alla pratica dei
propri interessi, in secondo luogo, aiutare chi sta in casa da solo a poter contare su una rete di
assistenza e servizi a domicilio, in caso di malattia o necessità di confinamento.
Cohousing e teleassistenza sono state le due parole d’ordine su cui ho lavorato, con tanti
progetti avviati… ma ben pochi risultati!
Mi è tornato alla mente, tra tutti, il progetto HOST, che abbiamo attuato anche qui dove abito a
Roma, nel quartiere Colli Aniene, con l’aiuto di molti amici e associazioni (tra cui
l’Associazione Spazio-Tempo). L’utilizzo di un tablet e della connessione internet, forniti dal
finanziamento del progetto, consentiva ad alcuni amici in avanti con l’età e soli in casa di
collegarsi tra loro e richiedere eventuali servizi a domicilio, ad esempio i farmaci o la spesa,
con l’aiuto di volontari. Con la stessa applicazione ci si poteva anche connettere a tanti altri
siti selezionati sulla rete, per trovare libri da leggere, ascoltare musica, navigare in musei, fare
ricerche.
E poi, ancora, ho pensato a quell’altro progetto per il controllo a domicilio dei parametri vitali.
Un semplice kit in dotazione di ogni famiglia, fornito sempre con i fondi del progetto,
consentiva di registrare i dati clinici principali, che automaticamente venivano trasferiti al
presidio medico, per una sua immediata valutazione.
Come sarebbe stato utile avere questi strumenti in questi giorni!
Se tutti noi avessimo avuto la possibilità di connetterci con il medico di famiglia, la ASL o la
protezione civile, quanta ansia sarebbe stata risparmiata!
Ma molti di coloro che hanno partecipato a queste sperimentazioni, compresi spesso gli stessi
rappresenti degli anziani, non erano affatto convinti della necessità di introdurre queste
innovazioni nella propria casa: perché il pericolo, la malattia, il bisogno è sempre qualcosa che
riguarda “altri”, non noi stessi. Purtroppo, spesso, una sorta di “onnipotenza” ci impedisce di
vedere la realtà e renderci conto delle nostre stesse fragilità.
Questo piccolo organismo invisibile le ha messe tutte a nudo, improvvisamente.
E ci ha trovati del tutto impreparati ad affrontarle, sia a livello individuale che collettivo.
E ritorno anche un attimo sul cohousing.
Una soluzione abitativa fatta di piccoli alloggi autonomi e di spazi comuni dove poter svolgere
attività culturali e ricreative di gruppo, ma anche dove è possibile provvedere alla cura e al
benessere della persona, come ad esempio accogliere un infermiere, una badante di
condominio, svolgere un esercizio di posturale.
Un modello che consente di vivere la propria vita individuale nella privacy del proprio
alloggio, ma contemporaneamente ci mette in relazione con persone con cui hai affinità,
comunità di stili di vita o interessi.
Per tanti anni ho faticato molto a convincere i miei compagni di lavoro, cooperatori e
sindacati, a intraprendere questa strada, ma pochissime esperienze sono effettivamente
partite, e quasi tutte non per una decisione programmatica, ma solo per iniziativa di piccoli
gruppi di persone che hanno capito l’importanza di condividere il proprio futuro e che hanno
voluto investire le proprie risorse su questo nuovo modello di vita.
Anche in questo caso, quanto sarebbe stato utile disporre nell’edificio di spazi collettivi, dove
a turno e con l’osservanza delle regole, poter fare un po’ di ginnastica, dare sfogo all’esigenza
di movimento dei propri bambini, condividere i problemi quotidiani dei propri coinquilini?
Quanti avrebbero potuto scegliere di non ricorrere alle case di riposo, oggi così tragicamente
colpite dal virus?
Se tutto ciò fosse entrato nella cultura del nostro modo di abitare, il gesto della mia vicina
cinese del quarto piano non ci avrebbe lasciati tutti attoniti, come invece è stato.
Nella condivisione e nella solidarietà, la terribile quarantena di oggi sarebbe stata, forse, più
umana.
Assunta D’Innocenzo
cel. 393 -------
Giovedì 16 aprile 2020 09:49:37
Vivo in un paesino montano in Liguria circondato da boschi. Ieri facevo un passeggiata su una strada sterrata
Assolutamente nessuno in giro salvo caprioli cinghiali volpi furetti ecc. Ad un certo punto sento un elicottero che si abbassa e tramite un megafono
MI VIENE intimato di tornarmene a casa... ogni ironico commento è superfluo