Ultimi commenti alle biografie - pagina 1875

Martedì 1 dicembre 2020 18:16:25 Per: Alfonso Signorini

Ciao Alfonso, sono un fan dei "Gregorelli", subito il "cucurio" per Pier ed Elisabetta... Secondo me non aspettano altro. In casa Eli e troppo frenata dalle telecamere... e purtroppo non riescono a vivere bene la loro storia. Poi finalmente potrebbero stare lontani da... Zelletta! Grazie Alfonso e buon GF.

Da: Gabriele

Martedì 1 dicembre 2020 17:39:31 Per: Gianluca Vacchi

Sei un dolce papa' tua figlia, non si annoiera' mai con te, brilli più del sole

Da: Rosalba. Mendola

Martedì 1 dicembre 2020 17:39:17 Per: Alfonso Signorini

Buonasera Dott. Signorini, mi chiamo Lorenzo, le scrivo per ringraziarla da parte di mia mamma che ha quasi 92 anni. È una grande sua fan da quando é iniziato il grande fratello il suo televisore é 24 ore sul canale che lo trasmette e il lunedì e venerdì dalle 21. 40 fin che é finita la puntata non va a letto. La mamma abita l'appartamento comunicante al mio. Voglio ringraziarla anche da parte mia in questo momento così nero della nostra vita la mamma con voi ha sempre compagnia e si rivorda tutto per he quando siamo da lei ci fa il riassunto di tutto. La mamma dice in dialetto. -che brao om - e poi prosegue dicendo l'unico punto nero della trasmissione é la signora Elia che ritiene sempre molto offensiva e litigiosa stravede per Pupo. Grazie per aver allungato la trasmissione fino a Febbraio, la mamma é molto contenta. Pensi 82 anni e fa ancora tutto da sola chiaramente noi siamo sempre lì con lei, io mia moglie, mia sorella e nipoti la teniamo come se fosse una regina. Anche se so che lei ha un dolore immenso nel cuore e ne parla quasi mai la morte di mio nipote Francesco di 24 anni se ne é andato 4 anni fa. Non so se sarà possibile nella sua scaletta potrebbe inviarle un caro saluto, la darebbe molto felice. La mamma si chiama Rina e abitiamo a Capralba comune vicino a Caravaggio. Con stima Lorenzo Pellegrini

Da: Lorenzo

Martedì 1 dicembre 2020 17:21:40 Per: Selvaggia Lucarelli

Cara Gentile Mary, come l'Alighier grifagno di d'annunziana memoria sono libero di dire, senza cadere nelle spire dell'ipocrita sentire
Pensando alla fanciulla da Genovese stuprata, non può certo dirsi che se la sia proprio cercata. -- Ma, come ha detto Feltri, non vero giornalista, essa, nel suo agire, ha perduto la vista -- Agendo inebetita per la droga ingerita, essa, sotto al mostro, quasi perdeva la vita -- E l'osservazione che affatto non stona è che la polizia è rimasta ben prona -- Invece di accorrere per la droga e la musica nel vento non ha creduto di operare alcuno suo intervento. Adieu. avv. Pietro

Finalmente la Lega con la sua intemperanza ha fatto improvvisamente una giusta interpellanza, difendendo, contro Marx e i democratici padrini, i piccoli proprietari
danneggiati dagli inquilini -- Andando incontro al tempo del panettone speriamo che si ravveda il grande Conte Giuseppone -- che non continui a camminare chino,
per non diventare un piccolo Conte Giuseppino -- che, tra i numerosi suoi impervi atti, non abbia a rinviare ancora gli sfratti -- Adieu avv. Pietro

Da: Pietro

Martedì 1 dicembre 2020 17:05:15 Per: Giuseppe Conte

Salve premier, io la stimo tanto, so che ha tanti problemi da affrontare, ma io le chiedo è giusto che i genitori non possono passare il Natale insieme al figlio, che vive da solo a Milano, ovviamente per lavoro ringraziando Dio, che ha la residenza a Milano. La Pasqua siamo stati divisi, ma anche il Natale, non ci voglio e non ci posso pensare, per favore fate in modo che almeno le famiglie si possono ricongiungere grazie. buona serata

Da: Sabrina

Martedì 1 dicembre 2020 16:59:21 Per: Lilli Gruber

Cara Lilli,
grazie se vorrai leggere per mio conto questa lettera nella tua trasmissione.

La Grande Guerra …Caporetto … Sigmundsherberg … il ’68 … Il Covid-19.

Dopo più di mezzo secolo, ancora una lettera ai professori, perché a loro è demandata l’ educazione dei nostri figli.

Gent. mi professori,
sono un ingegnere laureato a Bologna in Ingegneria Elettronica, il 29 marzo del 1974, dirigente della Siemens, oggi in pensione.
Parto da molto lontano per arrivare ad oggi e constatare che i comportamenti che un secolo fa hanno causato la disfatta di Caporetto sono tuttora attuali.

Dopo Caporetto, nella prima decade di novembre del 1917, due fanti, mio nonno materno, Cermaria Elmo, ed un suo amico, Ugo Massaro, abbandonati nelle prime linee del Fronte Carsico dai loro Generali, assieme a decine di migliaia di altri fanti prigionieri, fecero un viaggio allucinante verso l' Austria, partendo da San Daniele del Carso (oggi Štanjel in Slovenia).
Questo viaggio durò otto giorni e nove notti, su un treno merci con vagoni scoperti: pioveva e nevicava.
Il treno era diretto a Mauthausen (questo lager, come tantissimi altri in uso nella seconda guerra mondiale, fu costruito durante la Grande Guerra).
Il lager di Mauthausen era già strapieno di prigionieri Italiani e Serbi... il treno proseguì per il lager di Sigmundsherberg.
In questo lager, il 27 di dicembre del 1917, Ugo morì di nefrite. Mio nonno, rischiando la vita facendo un buco nella rete che divideva le loro baracche, lo andò a trovare, per dargli l' ultimo saluto.

Con questo episodio che riguarda due ragazzi, due fanti italiani contadini, due amici, due compagni di sventura, vorrei ricordare che in Austria, a Sigmundsherberg, un secolo fa esisteva il più grande lager della Grande Guerra, dove transitarono, sul finire del 1917, più di 300. 000 prigionieri Italiani, la maggior parte Fanti, di cui 100. 000 sparirono nel nulla.

Il posto dove sorgeva questo lager, con annesso il Cimitero di Guerra Italiano, dove è sepolto anche Ugo Massaro, assieme a migliaia di ragazzi Italiani (2. 363), il 12 aprile del 2018, è stato dedicato dall' Austria, su indicazione di un professore di storia dell' Università di Vienna, Rudolf Kock, ad un fante contadino marchigiano, Cermaria Elmo: mio nonno materno … un fante a rappresentare la povera gente.

L' Italia della retorica e degli eroi, ha preferito dedicare monumenti, piazze, stazioni, strade.. ai Generali che hanno abbandonato al loro destino, alla fine di ottobre del 1917, i fanti, tra cui mio nonno, sulla prima linea del del Carso.
Oggi, l’ Italia, ogni 4 di novembre si lacera in qualunque tipo di polemica alla ricerca di un assurdo tornaconto politico da ciò che è successo più di un secolo fa: dei poveri fanti non importa niente a nessuno.
Nessuno è mai stato a Sigmundsherberg a versare una lacrima sulle loro fosse comuni ricoperte a Primavera da viole selvatiche.

Il prof. Kock ha letto il libro che ho scritto, basato sul manoscritto che mio nonno mi donò nel 1979, come suo regalo di matrimonio: “fai sapere”, mi disse consegnandomelo.

Questo libro percorre le sue vicende di guerra da quando mio nonno partì da Pesaro, per il fronte, fino al suo ritorno a casa, dopo tre anni: aveva percorso 5. 500 km.
Il titolo del libro è: "Forte Verena, 24 Maggio 1915, ore 4 - Trilogia della Grande Guerra".
Ho incontrato mille difficoltà nel portare avanti, completamente a mie spese, il progetto del libro.. ma ho mantenuta la promessa fatta a mio nonno.
Le ricerche sono state difficilissime, altrettanto il viaggio che ho compiuto per mezza Europa sulle tracce di mio nonno, visitando i posti che lui aveva riportato nel suo manoscritto, testimoni dei suoi sacrifici inimmaginabili.

Ma ho avuto, per conto di mio nonno e di tutti i soldati della Grande Guerra, anche tante soddisfazioni, come la telefonata personale dell’ ex Ambasciatore Italiano a Vienna, Giorgio Marrapodi, che mi ha invitato, assieme a delle classi di studenti (“S. Marta” di Pesaro, “G. Marconi di Forlì) a visitare la nostra Ambasciata di Vienna, accompagnandoci poi a Sigmundsherberg … o la emozione di questi ragazzi, che, con gli occhi gonfi di lacrime, leggevano le migliaia di nomi dei loro coetanei, riportati vicini al monumento che rappresenta l’ Italia, costruito dagli scalpellini italiani prigionieri, guidati da Pasquale Matteucci, tutti morti anche loro, un secolo fa in questo campo di prigionia e seppelliti nel cimitero di Guerra Italiano, in fosse comuni, nudi … su sei file sovrapposte.

I ragazzi, increduli che potesse esistere un posto simile, si rivolgevano, … senza ottenere risposta, ai loro professori sempre con la stessa domanda: “perché non ci avete mai detto niente di questo posto ? ”

Il 18 di novembre del 2015 questo libro è stato selezionato dal Governo Italiano come una delle INIZIATIVE CULTURALI COMMEMORATIVE della Prima Guerra Mondiale.
http: //www. centenario1 914-1918. it/it/201 5/11/18/graduat oria-delle-iniziati ve-culturali-ban do-grande-guerra

Il 2 novembre di ogni anno, da parte dell' Austria, nel cimitero di Guerra Italiano di Sigmundsgerberg, viene celebrata, in onore dei nostri nonni, una cerimonia ricordo.
Normalmente nessun Italiano è mai presente alla celebrazione - per l' Italia questo posto non esiste, non fa parte della nostra Memoria.

All’ ingresso del cimitero si nota il pannello con l' effige di mio nonno e la dedica in Italiano, Tedesco ed Inglese:

“IN MEMORIA DI TUTTI I NOSTRI NONNI DEDICHIAMO QUESTO POSTO AL SIGNOR CERMARIA ELMO FANTE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE”

Da parte austriaca, partecipano alla cerimonia, il sindaco di Sigmundsherberg, Franz Gòd, una rappresentanza dei reduci di guerra austriaci e della Croce Nera Austriaca. La funzione religiosa è officiata dal parroco di Sigmundsherberg, Don Milos. La signora Elena, come se fosse la madre di quei 2. 363 sfortunati ragazzi, assicura il decoro di questo posto.

Franz God, in rappresentanza dell’ ex nemico, ogni tanto mi scrive per sapere come sto e mi ricorda di portare in Italia questo messaggio:
“ ai tanti discendenti di quei padri, nonni e bisnonni, prometto che noi, qui in Austria, conserveremo di essi una onorevole e dignitosa memoria”.

Pensando a tutte le polemiche che ogni anno si verificano puntualmente da noi, forse l’ Italia, dopo più di un secolo, non è ancora pronta a capire il senso del messaggio dell’ ex nemico, che riserva ai nostri morti, con grande civiltà, la stessa “onorevole e dignitosa memoria” che riserva ai suoi morti.
La dignità di un popolo non si guadagna con la retorica e con sventolii di bandiere al suono di fanfare, ma con la sua capacità di dimostrare di essere finalmente diventato un popolo civile, in ogni occasione.

Normalmente la nostra Memoria non si spinge oltre le tragedie della seconda guerra mondiale, eppure queste non sono altro che l' effetto di una precisa causa: la immane tragedia che si concluse, temporaneamente, venti anni prima: la Grande Guerra.

Eric Hobsbawm, autore del saggio “Il Secolo Breve”, scriveva:
"La Memoria è vita. Essa è in perpetua evoluzione. Rimane a volte latente per lunghi periodi e poi ad un tratto rivive. La storia è la ricostruzione sempre incompleta e problematica di quello che non è più. La Memoria appartiene sempre al nostro tempo e forma un eterno presente".
Ed è per questo che Eric Hobsbawm preferisce, invece che della Storia, interessarsi alla Memoria, derivante dalla somma di tante infinite e piccolissime memorie: ed è per questo che mio nonno, con il suo manoscritto sgrammaticato, è diventato il mio Mito.

Il mio più grande cruccio è quello di essere venuto a conoscenza dell' esistenza di Sigmundsherberg "fuori tempo massimo"... e solo leggendo e contestualizzando il manoscritto di mio nonno.
Quanto vorrei essere stato in questo posto con lui quando era ancora in vita: forse lo avrei visto piangere, lui che non lo ha mai fatto !

I miei tanti "buoni maestri" che ho avuto nella vita, non mi hanno mai parlato di Sigmundsherberg ed ancora di più, cosa significhi questo posto per l' Italia... ed è per questo che propongo ai professori di incontrarci per analizzare l' eventualità di una presentazione della vicenda di mio nonno, agli studenti: anche a loro, ostinatamente, come sto facendo da molti anni, vorrei "far sapere".

Il racconto di mio nonno potrebbe essere utilizzato come viatico per analizzare le vicende di un secolo fa, raccontate "dal basso", dalla povera gente, allo scopo di innescare la lettura critica di quegli eventi, lettura che aiuti a capire i fenomeni, le tragedie ed i comportamenti del periodo in cui viviamo... così simili a quelli della Grande Guerra, sia come approccio (la improvvisazione) che come risultato: è sempre la povera gente che ne paga il conto salatissimo.. ieri nelle trincee della Grande Guerra e durante la ritirata di Caporetto, oggi nelle trincee degli ospedali e negli innumerevoli cimiteri Covid sparsi per l' Italia … come tanti cimiteri di Sigmundsherberg.

Farlo oggi, prima di affrontare la vita sociale, politica e lavorativa, potrebbe aggiungere consapevolezza al cammino degli studenti: sappiamo che prendere "30 e lode" nell' esame della vita non sarà poi così semplice.

Di fronte alle sfide di oggi, come si dice ciclicamente, toccherà ai giovani rimodulare la nostra Società: chi, come me, 50 anni fa, aveva creduto che allora fosse possibile, ha visto morire tutti i suoi miti, uno ad uno.
Troppo facile sarebbe scivolare nella nostalgia di quei tempi, ma nessuno dovrebbe impedire di insegnare ai giovani di oggi quello che, parafrasando Robert Kennedy (18 marzo 1968, Kansas University), non si è ancora capito:

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E se il PIL comprende tutto ciò, c’ è anche molto che non comprende. Il PIL non rende conto della salute dei nostri figli, della qualità della loro istruzione, del loro piacere di giocare. E’ indifferente al carattere dignitoso delle nostre fabbriche come alla sicurezza delle nostre strade. Non include la bellezza della nostra poesia e la solidità dei nostri matrimoni, l’ intelligenza del nostro dibattito pubblico o l’ integrità dei nostri pubblici funzionari… Il PIL non misura né la nostra intelligenza, né il nostro coraggio, né la nostra saggezza, né la nostra cultura, né la nostra compassione, né la devozione al nostro paese. Misura tutto, insomma, tranne ciò che dà valore alla vita, e può dirci tutto sull’ Italia tranne se siamo fieri di essere Italiani >>.

Un cordiale saluto
Francesco Nicolini

Da: Francesco Nicolini

Martedì 1 dicembre 2020 16:54:35 Per: Giuseppe Conte

Caro presidente i principali stati lasciano riunire le famiglie a natale. Grazie a lei mia moglie ed io saremo soli senza figli e nipoti divisi da 200 km ma in regioni diverse con lo steso livello di contagio. Correremo più rischi al centro commerciale! ! Comunque grazie e buon natale a lei e al suo governo di burocrati senza cuore suo Antonio taccola

Da: Antonio Taccola

Martedì 1 dicembre 2020 16:38:58 Per: Paolo Mieli

Egregio Dott. Mieli,
lei cura per la RAI una rubrica di Storia. Nella edizione odierna lei ha parlato della Legge sul Divorzio (Fortuna Baslini) del 1970 e del successivo Referendum abrogativo del 1974 promosso dalla Dc (Fanfani).
Nel corso della trasmissione mi pare abbia affermato che la campagna antidivorsista vide la prima convergenza politica fra la DC ed il Msi.
Invero se non vado errato la prima convergenza politica fra i due citati partiti mi pare avvenne in occasione del varo nel 1960 del Governo Tambroni cui seguirono gravi moti di piazza che portarono alla caduta di quel governo.
Mi scusi per l'appunto.
Distinti saluti
Giovanni Giglioli (Firenze).

Da: Giovanni Giglioli

Martedì 1 dicembre 2020 16:23:53 Per: Silvio Berlusconi

Buongiorno Presidente.

Non sono avvezzo alle richieste di aiuto, in quanto sono abituato ad una risoluzione autonoma dei problemi per quanto mi è possibile. Ma ci provo.
Sono l'ultimo ragazzo uscito dal forteto nel 2016. Ne sono uscito con molte difficoltà ed a un età molto avanzata ovvero 30 anni. Ma nonostante il posto e le violenze subite sono sempre stato attivo ed attento all'aiuto verso il prossimo. Sono volontario presso la protezione civile da 2009. Ho partecipato a numerosi eventi disastrosi dando il mio contributo, come adesso nell'attuale emergenza Covid, dove mi vede coinvolto come coordinatore provinciale della prov. Di Pistoia. Da quasi 2 anni sono incappato in una situazione spiacevole dove per me è stato "letale" averne avuto sentenza.
Nel 2019 ho avuto un incidente, dove mi ha visto ritirare la patente. Per me è un elemento vitale. In primis per il mio lavoro di meccanico, perso poi a causa della patente stessa. In secundis perché senza di essa non è possibile arrivarmi in una ricerca di lavoro o spostamenti anche per il servizio di protezione civile, e muovermi per un eventuale lavoro. Dopo la vicenda forteto, preciso che non ho nessuno se non me stesso al mondo ed una figlia. Non ho nessun familiare. Da qui la mia richiesta molto disperata di rivolgermi a lei in quanto capo dello stato e garante dei diritti di tutti. Sono 2 anni ormai che non guido. Sono incappato in una revoca, e tramite i tempi a causa del covid non ho potuto fare ricorso e dimostrare il mio comportamento esemplare nella mia redenzione, non solo dopo essere uscito da una setta, ma anche dopo il dinistro avuto. Mi trovo in una situazione molto difficile dove non riesco a trovare un impiego. Vivo isolato e senza nessun contatto con le persone. Spostarmi anche per le necessità diventa macchinoso. Ho provato ad informarmi e scrivere al prefetto di Forlì che aveva emesso revoca per appellarsi almeno al rilascio di un nullaosta per tornare a scuola guida, ma non ho ricevuto risposta. Ne io ne il mio legale. La mia perdita del documento di guida mi ha portato al collasso di quel poco di risparmi. Mi sono venduto tutto per sopravvivere e per pagare i vari interventi. Ma adesso tornare in possesso della patente mi darebbe dignità e pari opportunità di tutti, e svolgere un lavoro che mi permetta di vivere, onorare gli obblighi di mantenimento di mia figlia, e rendermi indipendente. Sono molto commosso nel rivolgermi a lei. Da qui, le chiedo con tutta la mia bontà, un intervento. Almeno per ritornare sui banchi di scuola guida, senza dover aspettare ulteriore tempo. Anche per svolgere il mio impegno con la protezione civile, a me caro e dove dedico molto tempo ed energia per la popolazione ed avere un efficiente servizio territoriale. Le chiedo in merito ai suoi poteri se può muovere qualcosa affinché possa tornare a vivere. In queste condizioni ho solo 5 mesi. Dopo di ché sono in mezzo ad una strada. Nella vicenda forteto, fu lo stato a mettermi nelle mani di pedofili dove, vi ho passato 20 anni. Questo è il mio baratto di aiuto, che le porgo per tornare ad avere fiducua in questo stato che servo con molto impegno da anni in maniera gratuita. La prego di potermi dare un segno di interesse e di risoluzione alla mia questione. La prego con tutte le forze a me rimaste. Attendo una sua risposta.
Nel tempo che passa, le auguro un buon lavoro nella gestione dell'emergenza in atto, e spero che mi comprenda.

Distinti saluti

Emanuele Bimonte.

Da: Emanuele Bimonte

Martedì 1 dicembre 2020 16:19:07 Per: Giorgia Meloni

Richiesta ascolto ci provo per la seconda volta... italiana e trasparente per lo stato italiano. 59 anni niente contributi niente lavoro niente pensione e ne altro mi chiedo perché le donne come me non hanno vie d'uscita... 327------- Sama' marisa vorrei sentirmi viva di nuovo come quando lavoravo... ma nessuno si interessa... la stimo e una battagliera lei io ho perso le speranze lei lo faccia per le donne come me trasparente... aiuto e una parola che può essere fraintesa.. non soldi ma diritti.. Marisa

Da: Marisa Sama'