Ultimi commenti alle biografie - pagina 3024

Mercoledì 15 aprile 2020 11:29:56 Per: Giuseppe Conte

Caro presidente, sono una madre single lavoratrice. Visto che i soldi della cassa integrazione non arrivano vorrei sapere... Chi mi compra da mangiare a me e mia figlia? E chi mi paga le bollette? E l'affitto? In attesa di una sua cortese risposta. Grazie!

Da: Silvana

Mercoledì 15 aprile 2020 11:29:17 Per: Mario Giordano

Sono preoccupatissima. 80enne sposata senza figli, con mio marito abbiamo l'abitudine di viaggiare certo non sarà per molto, ma apppunto per questo i giorni sono per noi preziosi:ora pare che ci saranno delle restrizioni di movimento per anziani:la cosa che ho amato e amo di più è la libertà:ora ho accettato la "segregazione" perchè giustificata per tutti, ma che si divida la popolazione togliendo ad alcuni la libertà, non lo sopporto e se ci fossero sanzioni, non le pagherò Tutto ciò è incostituzionale io non ho commesso niente e non ho intenzione di essere al domicilio coatto:ho già preso contatto con dei legali che mi difendano. Sono a disposizione per approfondire l'argomento Cordialmente Grazie PM

Da: Mazzoleni Paola

Mercoledì 15 aprile 2020 11:28:37 Per: Enrico Mentana

Dopo anni che seguivo fedelmente La7 ho dovuto rinunciare da quando il pomeriggio si trasforma da televisione nazionale a La7 Telelombardia; il fatto che sia la regione piu colpita non giustifica il fatto che le altre 19 regioni siano private di approfondimenti utili ai propri cittadini. E' una cosa inqualificabile.

Da: Leonardo

Mercoledì 15 aprile 2020 11:28:29 Per: Mauro Corona

Gent. mo collega. Ho modo di seguirti durante la trasmissione di Bianca Berlinguer. Apparteniamo a culture diverse. Tu un essere dei monti, io dei mari: sono leccese. Tutttavia non finiro' mai di pregiarmi nel constastare come modi di pensare collimino anche tra persone cosi' distanti per ubicazione ma prossimi per comunanza di vedute. Sei un grande. Mi piacerebbe tanto poter interloquire con te. Sara' difficile, ma mi permetto inoltrarti mio n. Di cell: 333 -------. Con stima e affinita' constatata. Gianni capodicasa.

Da: Giovanni Capodicasa

Mercoledì 15 aprile 2020 11:27:20 Per: Massimo Cacciari

A VOI CHE MI DATE DELL’EROE
1 Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
2 C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
3 Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
4 Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
5 Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
6 Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
7 Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
8 Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace… (Ecclesiaste 3)
Adesso capisco alcuni sguardi, alcune assenze, alcuni scatti di mio padre.
Figlio contadino di questo paese, nato in mezzo alla grande guerra destinato ad essere soldato in una ancora più grande.
Figlio povero di terra d’Abruzzo, seconda elementare a fatica, buono per pascere pecore o zappare la terra.
Terra di montagna, terra amara, poco fertile, l’emigrazione unica speranza.
Una maledetta cartolina a chiamarlo in guerra, chiamato a morire ventiquattrenne per una patria lontana e che poco, fino ad allora, gli aveva dato.
Ed allora lui, che mai aveva visto il mare, arriva in Africa.
Immagino l’impressione che ebbero su di lui I cieli infiniti, il sole accecante, nuovi odori, la nuova gente: gente sconosciuta di colore e lingua diversi.
Solo nella moltitudine di altri come lui, buttato in una buca nel deserto con altri poveri contadini come lui, il clamore delle bombe il rumore più raffinato dei proiettili dei mitragliatori a sfiorargli la testa, la confusione.
L’immensa confusione della sconfitta di El Alamein, solo in quella buca ad aspettare, ventiseienne, di morire. Ad aspettare uno sconosciuto che, confuso come lui, gli avrebbe sparato in nome di un altro re, ma dello stesso Dio. Il terrore, le preghiere ad un Dio lontano, il dolore di vedere la propria gioventù evaporare in nome di non si sa cosa.
La voglia di essere altrove magari a pascolare le pecore sotto il Gran Sasso, o a provare ad innamorarsi di qualche giovane disgraziata come lui.
Ma in quel momento c’era solo rumore e confusione e paura e confusione. Non sa dove andare, non sa cosa fare, immobilizzato in quella buca mentre si scatena l’immensa potenza dell’uomo intorno a lui. Ore ed ore in attesa di un incerto destino.
Il rumore, la confusione, l’impotenza mentre il tempo passa e l’angoscia aumenta.
E poi le urla dei feriti, madri implorate, grida verso il cielo che guarda distratto. Cielo d’Africa che è in altre faccende affaccendato, non si cura di chi giace a terra.
I più fortunati già morti, gli altri che moriranno tra strazi indicibili.
E papà è li sperso, disorientato, terrorizzato, fragile e solo di fronte allo scatenarsi delle forze del mondo.
Papà è lì che non sa se pregare o bestemmiare.
Solo adesso capisco mio padre: anche io adesso non so se pregare o bestemmiare.
Nato a Roma e, per le peripezie della vita, arrivato a Bergamo a fare il rianimatore e improvvisamente catapultato in una situazione più grande di me.
Ho sempre pensato che, in fondo, la bestemmia fosse una sorta di preghiera laica: il riconoscimento implicito dell’esistenza di qualcuno o qualcosa che valga la pena di chiamare in causa.
L’aristotelico motore immobile alla fine unico responsabile della nostra situazione di poveri mortali alle prese con le difficoltà del mondo.
Mi capita di essere chiamato eroe, come lo è stato chiamato papà, ma né io né mio padre avremmo mai voluto esserlo.
Beata la nazione che non ha bisogno di eroi.
Io volevo solo una vita normale, volevo lavorare, fare del mio meglio e tornare aa casa dai miei affetti, non volevo altro.
Mi sono trovato, invece, nel delirio più completo. Nel delirio senza saper che fare. Si senza saper che fare, perché le persone malate erano tantissime. Le persone che avevano bisogno di me erano troppe, le persone che non respiravano erano, sembravano, infinite.
Non sai cosa fare. Curi chi ti sembra ce la possa fare, ti preoccupi di questi e, inevitabilmente, tralasci quelli che probabilmente non ce la possono fare.
Non ci sono e non ci possono essere ausili medici per tutti, non ci sono CPAP e ventilatori per tutti. Ho sentito chiacchierare tante persone, ho sentito opinioni, soluzioni, convinzioni, pareri di gente che non sa nulla di quello che succede.
Ho sentito parlare di etica persone che non sanno nemmeno cosa la parola etica significhi. Di etica, signori, si parla a “pancia piena”, così come di filosofia.
Mi si dice che in una situazione come quella che abbiamo passato le scelte sono dovute, non puoi occupare un ventilatore per una persona che ha poche possibilità, levandolo a chi ha concrete possibilità.
Lo so che è giusto, che la ragione in alcuni momenti deve prendere l’assoluto controllo, ma io devo fare i conti con la mia coscienza.
E i conti non tornano e non torneranno mai.
Io non sono un credente, almeno non credo cui comunemente si crede. Non credo in un vecchio con la barba che ti giudica contando quante seghe ti sei fatto nella vita. Credo nel dio di Spinoza, deus sive natura.
Siamo accidenti del dio natura, solo accidenti, ma accidenti importanti.
La nostra è vita di relazione, siamo animali sociali, cerchiamo conferme e certezze dalle opinioni degli altri e quindi siamo accidenti importanti l’uno per l’altro.
Quindi credo fermamente nell’importanza dell’uomo, dei rapporti tra esseri umani: uno sguardo, una carezza a volte ti fanno sentire la grandezza di fare parte di questo mondo.
Va tutto bene, tutto formalmente ineccepibile, ma io fatico a dormire.
Penso solo a quello che è successo ed a quello che succederà, penso a quanta gente dovrò vedere morire, a quante bare sfilare sotto i miei occhi, a quante persone avrei potuto dare di più e non ho potuto farlo.
Penso a me in questo disastro e penso di vivere un incubo… ma da questo incubo non mi sveglio.
Penso che avrei dovuto fare altro, fare di tutto per non correre il rischio di vivere un momento del genere.
E comunque ora basta, non voglio sentire parlare, mi disturba il solo rumore delle parole. Tutti parlano come se l’atto stesso del parlare fosse un atto salvifico.
Ma di cosa parlate, di cosa discutete? Perché parlate se non sapete, se non avete visto, non avete vissuto?
Le vostre parole sono rumore, inutile, stupido rumore. Ferisce le orecchie il vostro chiacchiericcio. E’ un coltello nel cuore il vostro chiacchiericcio.
Voi sempre alla ricerca di qualcosa da raccontare: cercando sempre qualcuno da beatificare o biasimare.
Anime belle pronte al giudizio, a giudicare il bene ed il male. Beati voi che sapete cosa sia il bene e il male, beati voi che avete certezze granitiche su questo mondo.
Vorrei ricordarvi che anche Gesù Cristo sulla croce qualche dubbio lo ha avuto!
Sempre orgogliosi di avere opinioni su tutto, come se questo potesse dare una specie di immunità nei confronti delle traversie imposte dal fato.
Opinione come giustificazione della stessa presenza in vita.
Voi che confondete l’informazione con la conoscenza, voi adesso mi chiamate eroe.
Voi che sprecate fiumi di inchiostro, mi chiamate coraggioso combattente nella trincea della lotta contro il virus.
Io, come mio padre, non volevo avere questo coraggio, mi ci sono trovato ed ho fatto solo quello che ritenevo essere il mio dovere, sostanzialmente quello che faccio tutti i giorni della mia vita.
Essere uomini non vuol dire altro che assumersi le proprie responsabilità in ogni singolo istante della propria esistenza. Responsabilità nei confronti di se stessi e di chi ti circonda, di quello che banalmente viene chiamato “prossimo”.
E poi cosa vuol dire avere coraggio, spesso il coraggio sconfina nell’incoscienza, nella esaltazione, nella pericolosa sottovalutazione del pericolo.
Comunque si sa che la storia non tiene conto del coraggio.
Tanto si sa che ci sarà sempre un popolo pronto a scegliere Barabba, una piazza invasa da persone che inneggiano un pelato che dichiara guerra al mondo, ci sarà sempre qualcuno pronto a sputare su un condannato condotto al patibolo…
Ho molti dubbi nella vita, ma so che di quel popolo non farò mai parte. Voi avete la stessa certezza?
Basta con questa retorica sull’eroismo, basta con questa finta unità di intenti, questa solidarietà da quattro soldi: volete essere eroi? Volete unità di intenti? Volete essere solidali? Pagate le tasse invece di rompermi i coglioni con le vostre banalità.
Siate umani nella vostra quotidianità, trattatevi con rispetto, non giudicate gli altri e lasciatemi in pace col mio dolore.
Adesso basta ho una vita da continuare, da ricostruire, ho da piangere e bestemmiare con la gente di Bergamo che ho imparato ad amare.
Niente sarà più come prima, o forse questa è una banalità degna di voi; tutto sarà come prima, torneremo ad essere le piccole merde che eravamo prima, pronti a ricominciare le piccole o grandi vessazioni quotidiane verso il debole di turno, pronti a sfruttare ed ad essere sfruttati, pronti alla quotidiana banalità della nostra vita.
Il grande Gaber diceva a proposito della stampa “ lasciateci almeno l’ignoranza che è molto meglio della vostra idea di conoscenza, che quasi fatalmente chi ama troppo l’informazione oltre a non sapere niente è anche più coglione. Lasciateci il gusto dell’assenza lasciatemi da solo con la mia esistenza e fateci pregustare l’insolita letizia di stare almeno dieci anni senza una notizia”

Massimo Meco

Da: Massimo Meco

Mercoledì 15 aprile 2020 11:26:10 Per: Mario Giordano

Lettera al Presidente Conte, & il suo ministro dei provvedimenti: Premetto di essere un cittadino di cui ha sempre pagato le tasse nel rispetto di tutte le istituzioni, e non essendo il giornalista di nessuna trasmissione essendo Lei alla guida del Paese Italia ha la responsabilità di ciò che dice e promette nei suoi show televisivi, e mi permetto di Giudicare. Spero che possa leggere queste due mie righe, capisco che in questi giorni milioni di persone le scrivono naturalmente per apprezzare (lo dico in senso ironico) I vostri provvedimenti, e devo purtroppo dire personalmente inutili e privi di qualsiasi senso morale e civile volto ad aiutare i cittadini. Come tanti ho un mutuo casa, e facendo parte di quelle persone a cui la ditta ha fatto la domanda di cassa integrazione, Circa tre settimane fà ho pensato di contattare la mia banca MPS per avere informazioni sui provvedimenti o cosa loro prevedevano eventualmente per chiedere una sospensione momentanea delle rata del mutuo per superare questo momento e cercare di avere un pò di disponibilità da utilizzare per la diciamo sopravvivenza. Ok mi rispondono subito allegandomi un modello da compilare dove prevede 3 punti A) B) C) dove la prima parte viene riempita con i dati anagrafici, e quindi la scelta di A; B; C; che prevedano la varie opzioni, dove mi viene suggerito se accetto l'opzione A avrei dovuto compilare anche il punto C. Ebbene compilo il tutto e specificando che si tratta di abitazione principale nelle specifiche chiedo se per favore possibile avere la sospensione momentanea. dopo 8 giorni ricevo un email dicendomi che la domanda da me compilata non era corretta e che avrei dovuto rivedere i punti A, B, C e se optavo per la A dovevo compilare anche il decreto Gasparrini, di cui nella email precedente questo modello non c'era. Riscrivo un pò infastidito dicendo scusatemi ma la scorsa e-mail non c'era il Modello Decreto Gasparrini, avevo soltanto ricevuto un modello, e per quanto erano le mie conoscenze lo avevo compilato. Vengo invitato a parlare con la banca per spiegazioni a voce, dicendomi inoltre che non era colpa della banca in quanto ricevono continui aggiornamenti, Ok mi prendo tutta la concentrazione e chiedo a telefono cosa devo fare, dal momento che sono un cliente da più di 20 anni ed ho sempre fatto le cose corrette chiedo quale fosse il consiglio su cosa compilare, su cosa avessero bisogno che io compilassi, mi dicono se compila l'opzione A deve riempire il modulo Gasparrini, di cui ho letto, e la compilazione essendo troppo tecnica avrei dovuta farla fare al mio commercialista, quindi come facevo, allora avrei dovuto compilare l'opzione C a discrezione della banca, di cui mi sono detto essendo cliente da tanti anni di sicuro mi concederanno questa momentanea sospensione. Rifaccio tutto con attenzione e reinvio tutto. Ebbene, vengo contattato questa mattina altri 8 giorni dopo, dicendomi che ancora la domanda compilata non era corretta, e che quindi forse devo compilare il decreto Gasparrini, in quanto e qui viene il bello (se io avrei optato la la C cioè a discrezione della banca avrei avuto una segnalazione alla sede centrale, e mi rimaneva per due anni presso la centrale rischi, in tutti i casi sarei stato identificato come cattivo pagatore. Ma come scusi Vi ho chiesto cosa devo fare per avere la sospensione, addirittura mi sono anche offerto di dire, scusi io sono un cittadino e non ho queste competenze, mi può fare il piacere mi compili lei e io gli firmo... Ma come se usciamo di casa veniamo multati, ma per fare i porci comodi della banca io avrei dovuto andare dal mio commercialista farmi compilare il modello Gasparrini, ed inviare alla banca attendendo l'istruzione della pratica??? Intanto sono già passate 3 settimane dalla mia richiesta. Per farla Breve egregio presidente questi sarebbero i Vostri decreti di merda??? Questa sarebbe la vostra soluzione data alle banche per il così detto Salva Italia??? Come me la chiama lei??? Non è burocrazia??? Vuole un consiglio spassionato Andate a zappare L'orto... Non siete in grado di avere in mano il Futuro degli Italiani... Questo Post è dedicato a tutti quelli che in questo momento come stanno chiedendo alla propria banca Il piacere della sospensione momentanea delle rate...

Da: Simone

Mercoledì 15 aprile 2020 11:22:42 Per: Massimo Gramellini

Buongiorno sig. Massimo,
leggo sul corriere "I delitti del telo da spiaggia".. concordo. Siamo tutti delinquenti, spacciatori assassini...
In primis devono "educare" i controllori, in quanto mi sembra che nemmeno quando davano la caccia a Riina fossero così "doppati", Doppani di trovarci in flagranza di reato, siamo diventati tutti delinquenti. Nel nostro paesino di 2000 anime, di cui 90% sono anziani, vengono "aggrediti" per strada, dai controllori
come fossero degli spacciatori, delinquenti.. Ma come siamo messi ??? Ma si rendono conto? Poveri ma quanti problemi, hanno nelle loro case, mi sono chiesta, altrimenti non si spiegherebbe tanta cattiveria da parte dei controllori, la definirei "godereccia, cattiveria godereccia"... Educare devono educarli, non siamo NOI il nemico da abbattere/sconfiggere/uccidere/sottomettere... ma qualcuno glielo spiega, fare un manuale.. no.. !!!
Saluti
Manuela

Da: Manuela

Mercoledì 15 aprile 2020 11:21:43 Per: Mario Giordano

Egregio Dr. Giordano, con riferimento alla puntata di ieri 14 u. s. in merito alle aziende che avete intervistato dove sono ripartite le attività adottando tutte le misure previste distanziamento, dpi, sanificazione, ecc. la domanda che Le pongo e': Lei crede veramente che tutte le aziende che giustamente intendono ripartire siano pronte a tutto questo? Io non credo, le posso sicuramente affermare per esperienza personale che nella provincia di Bergamo vi sono aziende dove si lavora in assenza di dpi nonostante si lavori in assoluta necessità degli stessi per la salvaguardia della salute dei lavoratori e nel qual caso tu dovessi richiederli ti senti testualmente rispondere "che so me' il padru' se te va mia be' fo' di co... "pertanto uno se li acquista autonomamente. E per quanto riguarda i controlli da parte delle autorità competenti, nulla, assenza totale. In conclusione, sorrido quando sento parlare di riapertura delle attività mantenendo in primis la sicurezza dei lavoratori. Di questo aspetto né parli. Grazie per l'attenzione ricevuta e per il grande impegno del suo lavoro a servizio dei cittadini, grazie.
Marcello Salis

Da: Marcello Salis

Mercoledì 15 aprile 2020 11:16:14 Per: Luca Zaia

Buon giorno signor Presidente quando è possibile lavorare i nostri orti che abbiamo fuori dal nostro comune ? Noi con l'orto sopravviviamo, faccia il possibile per farcelo lavorare grazie

Da: Maurizio

Mercoledì 15 aprile 2020 11:16:11 Per: Vittorio Feltri

Attaccano Milano e la Lombardia per coprire le loro mancanze sopratutto della Protezione Civile (?) che non aveva niente nei magazzini per affrontare e supportare le Regioni più colpite che erano e sono ancora la Vuhan italiana del contagio.
Hanno fatto tutte da sole e adesso arrivano anche i PM d'assalto !
Aiutooo

Da: Pietro Pagani