Ultimi commenti alle biografie - pagina 3260

Giovedì 2 aprile 2020 13:14:35 Per: Milena Gabanelli

Gentilissima Dottoressa Gabbanelli,
Sono un suo grande fan e le scrivo perché non so a chi altro scrivere la mia preoccupazione e una possibile soluzione ad essa.
Il pensiero in questa email nasce da uno dei suoi dataroom sui metodi di controllo digitale per la popolazione italiana e internazionale. Sono il primo disposto a dare via parte della mia privacy per il bene dei miei concittadini, ma io non capisco proprio perché questo debba passare attraverso analisi di big data ottenuti sinlenziosamente dalla "porta sul retro" dei nostri dispositivi smart. Anche se tali dati (registrati, ma non presi in forma anonima) verranno un giorno cancellati, che fine fará l'allenamento delle reti neurali che verrá fatto su e per mezzo di quegli stessi dati che verranno analizzati? Questi software sono su server sul territorio nazionale? Sono posseduti/utilizzati da tecnici, operatori e managers italiani? Il problema é quel training di reti neurali garantirá a chi possiede quell' IA un'arma economica e politica enorme e cioé: la previsione del dato comportamentale dei cittadini di una nazione in tempo di crisi. Son giá sicuro che molti ingegneri di big data in qualche ufficio di FB, Google, amazon, microsoft ecc stiano festeggiando perché in questo periodo, in cui tutto il mondo vive uno sconvolgimento comune stando attaccato ferocemente a contenuti digitali, l'analisi della previsione dei comportamenti umani puó essere testata (e ad ogni test corrisponde un miglioramento della risposta, per questo si chiama training) nei confronti di comportamenti fuori dagli schemi canonici...
Magari il libro della Professoressa Zuboff mi ha troppo suggestionato, ma a me sembra che si parli di controllo occulto con troppa leggerezza. Da qui la mia proposta...
Perché non si prova a sviluppare un'app italiana (spero di non suonar troppo nazionalista) per le persone sul territorio nazionale che serva da portale del cittadino per comunicare in anticipo una richiesta per uscire. Un'app grazie alla quale un cittadino possa CHIEDERE il permesso per andare per esempio a fare un giro con i figli (argomento topico in questi giorni) e l'app, sapendo chi é in giro in quel momento e gestendo le varie richieste con le dovute prioritá, potrebbe essere in grado di dare un via libera all'utente richiedente. Una specie di semaforo verde o rosso ad uscire rispetto alla densitá di persone nei nostri dintorni e che, se rosso, ci possa mettere in una lista d'attesa all' uscita. Insomma invece di farci spiare anonimamente a tappeto (con software esteri) perché non proviamo a creare un collegamento diretto tra cittadini e chi li deve controllare facendo si che i controllori sappiano a priori chi dovrebbe o no esser in giro. Questo modo non differirebbe troppo a livello giuridico dal sistema delle autocertificazioni, ma invece di essere a posteriori, richiedendo un piccolo interrogatorio da parte delle forze dell' ordine per capire la buona fede del singolo cittadino, permetterbbe una rapida identificazione dei furbetti dal sempplice controllo dell' ottenuto via libera da parte del sistema informatico. Come se fosse una carta d'identitá digitale che diventa verde o rossa se siamo o no permessi a stare in giro. Non mi metto qui a scrivere tutte le possibilitá che un tale sistema aprirebbe perché quest' email é giá troppo lunga e immagino che la sua casella sará inondata di messaggi, ma se per puro caso ne fosse interessata, saró felicissimo di scriverle ancora.
Dall' isolamento in quel della Perfida Albione stranamente baciata dal sole le invio i miei piú cordiali e sinceri saluti.
In fede,
Francescogiuseppe Morabito

Da: Francescogiuseppe Morabito

Giovedì 2 aprile 2020 13:05:14 Per: Fabio Fazio

La restanza obbligata
Nel numero di novembre 2019 della Voce del Campo ponevo l’attenzione su due concetti quello di esodanza e quello di restanza.

Il primo, di mia invenzione, connota la tendenza consumistica al viaggio motivato dalla ricerca del piacere individuale, dalla ricerca dell’esotico, in parte alimentato dai mass media e dall’industria turistica del low cost.

La restanza invece appartiene di più alla sfera valoriale umana: la condizione, il sacrificio di chi vuole rimanere legato alle radici. Di chi sta dov’è. Il desiderio di ciò che è vicino.

Indubbiamente si tratta di tendenze che hanno implicazioni diverse sulle persone, sulla comunità, sul territorio soprattutto in termini ambientali, non ultimo il rischio del cosiddetto urbanicidio (v. articolo di novembre).
Sembra incredibile ma solo pochi mesi fa ognuno di noi era “libero” di scegliere di andare o restare a proprio piacimento, una scelta che trovava limiti solo nel tempo/denaro a disposizione. Chi restava forse aveva capito che ci si può muovere anche nell’immobilità.
E’ stato proprio il superamento del limite della natura una delle cause della diffusione della pandemia che ora cerchiamo di controllare restando a casa.
Questo ti voglio dire
ci dovevamo fermare.
Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti
ch’era troppo furioso
il nostro fare. Stare dentro le cose.
Tutti fuori di noi.
Agitare ogni ora – farla fruttare.
Ci dovevamo fermare
e non ci riuscivamo.
Andava fatto insieme.
Rallentare la corsa.
Ma non ci riuscivamo.
Non c’era sforzo umano
che ci potesse bloccare.
(…)
(Mariangela Gualtieri Nove marzo 2020)
Ce lo dicono i versi di Mariangela Gualitieri, ce lo dice Luca Parmitano dallo spazio quando parla della estrema fragilità della terra. Ce lo dicevano gli sguardi persi delle persone in strada dentro le loro gabbie con le ruote. Ce lo dice da tempo la natura quando scatena i suoi elementi..
“ L’alveare felice” teorizzato da Bernard de Mandeville più di tre secoli fa il cui paradigma ideologico si fonda sull’ingiustizia, l’ingordigia e la prevaricazione rappresenta bene il nostro sistema socio-economico.
Mandeville preconizza anche la fine dell’alveare “Parecchie migliaia di queste valorose api perirono. Il resto dello sciame, che si era indurito nella fatica e nel lavoro, credette che l’agio e il riposo, che mettono a sí dura prova la temperanza, fossero un vizio. Volendo dunque garantirsi una volta per sempre da ogni ricaduta, tutte queste api si rifugiarono nel cupo cavo di un albero, dove a loro non resta altro, della loro antica felicità, che la contentatura dell’onestà”
Il nostro alveare è stato pesantemente attaccato da un virus letale che ha disperso le api. Tutto si è magicamente fermato.
Siena nella sua altera bellezza sembra un castello incantato, le poche persone che si incontrano per le strade quasi si scusano per profanare tale incanto. Le auto impolverate abbandonate nei vicoli e nelle piazze danno la dimensione della loro relativa utilità.
Sembra di essere tornati al medioevo alla descrizione che fa Agnolo di Tura del Grasso in Cronaca senese della peste nera che imperversò a Siena tra aprile e ottobre del 1348 quando morirono migliaia di persone e tra loro i fratelli Lorenzetti:
“La città di Siena pareva quasi disabitata, ché non si trovava quasi persona per la citta”
Oggi la bellezza della città, non diversa dai tempi di Agnolo, a malapena riesce a lenire le preoccupazioni, le paure di molti che temono per la loro salute anche economica.
Non solo, lo svuotamento progressivo della città verso la periferia di attività economiche e di famiglie accentua il senso di vuoto sociale che si respirava già prima dell’epidemia. Fortunatamente restano aperte alcune botteghe di vicinato che riescono a rendere più umano lo sforzo di sussistenza.
C’è da chiedersi che sarà del tessuto socio economico della città una volta finita questa emergenza? Un tessuto fortemente provato dalle vicende accorse negli ultimi anni.
Che sarà del “sottobosco virtuoso” della città fatto delle poche attività marginali rimaste (botteghe artigianali negozi storici) che denotano il carattere unico e personale della città e sono un baluardo contro l’urbanicidio?
In generale sarà sufficiente questa dura lezione per rallentare la corsa e per rivedere il sistema dell’economia globale che ci fa correre come api impazzite?.
Questo dipende dai comportamenti che individualmente e come comunità metteremo in atto, dalla lungimiranza delle politica, dalla volontà collettiva di un radicale cambiamento delle nostre abitudini.
L’importante in questo momento di restanza obbligata è nutrire il seme dello “stare dentro le cose” che tale evento ha posto dentro di noi senza rifugiarsi in nessun albero cavo a leccarsi le ferite.
Luciano Fiordoni
2 Aprle 2020

Da: Luciano Fiordoni

Giovedì 2 aprile 2020 13:01:04 Per: Massimo Giletti

Dott. Ginetti, mi adeguo a come la stanno chiamandò tutti, spero non sia un medicola non la seguo nel suo programma perché non sopporto il tipo di approccio quindi evito ma la ho appena vista dalla Mirta Merlino e vista la sua sicurezza il suo punto (questo è il punto come ha detto) io le darei in mano le chiavi del paese... purtrompo guardando il suo profilo neanche la sua famiglia gliele ha date. Forse il NOSTRO PAESE non ha bisogno di lei. Ah! Mi rimane una domanda quanto ha ricevuto per la comaparsata di oggi 2/4 all'Aria ct o è tutto compreso nel compenso di Carlo? P era favore abbia più rispetto della situazione che stiamo vivendo tutti. Grazie Giuseppe Zanella (libraio)

Da: Giuseppe Zanella

Giovedì 2 aprile 2020 12:55:48 Per: Fabio Fazio

Bandiera
Ci credevo
a quel girotondo di stelle e di luce in un pezzo di blu.
Mi sbagliavo
Ora è solo uno straccio di stoffa sbiadita senza dignità.
Avete spento le stelle!

Da: Mariangela Roncoletta

Giovedì 2 aprile 2020 12:27:58 Per: Enrico Mentana

Gent. mo Signor Mentana,
Pregiatissima redazione,
successivamente la verifica professionale di una ricercatrice Venezuelana, già nota per il suo intervento sul “denghe”, anche a seguito di dichiarazioni internazionali; mi sono permesso di segnalare l’argomento al Governatore della Lombardia ed a Gallera il seguente messaggio per un approfondimento:
QUOTE
Milano, 28 marzo 2020
Oggetto: Diagnóstico del COVID19 con un kit económico ed immediato come quello della gravidanza.
U R G E N T I S S I M O
Buongiorno,
mi appello a Lei come governatore della Lombardia affinché quanto citato, da una eminente prof. Venezuelana IRENE BOSH ciò che è riuscita a realizzare in USA.
La prego di voler far verificare dal suo prestigioso equipe quanto affermato.
Grazie!
Ecco le coordinate:
Irene Bosch - UMass Medical School
Innovation and Business Dev • 55 Lake Ave North Worcester, MA 01655. Questions or Comments? Email: -------
Buon lavoro e coraggio!
Inviato da GianFranco CARLESSI
335 -------
UNQUOTE

Mi ero informato anche presso la comunità scientifica per confortare l’eventuale utilità del metodo per far emergere gli asintomatici positivi al COVID 19 e mi è stato risposto:
“”” É sicuramente un ottimo strumento. Ma essendo basata su una reazione anticorpale, in caso di esito positivo, non è in grado di stabilire se il soggetto è attualmente infetto oppure se ha avuto l'infezione e la ha già superata. Quindi ad esempio non si potrebbe stabilire se allontanare un soggetto positivo dalla sua famiglia. Per far questo è necessario il "tampone" di cui si parla tanto. Cmq l'insieme dei due strumenti diagnostici sarebbe il top. ”””
Quindi, l’immediato esito del test avrebbe la capacità di individuare le persone non contagiate!
Sono certo, che la Vostra capacità di valutare l’argomento commisurata al vostro buon senso e concretezza, possa esserci d’aiuto.
Grazie e cordialità.

GianFranco Carlessi
+39 335 -------

PS: l’unica reticenza, sorta in me, è quella del privilegio da parte della ricercatrice dell’aspetto privato e non quello generale.

Da: Gianfranco Carlessi

Giovedì 2 aprile 2020 12:18:04 Per: Paolo Fox

Caro Paolo,

Spero che tu stia bene in questo periodo di confinamento. Sono anni che ti seguo nelle sur raidue e sui giornali. e trovo che sei bravissimo e come dici sempre tu: mi raccomando verificate
Volevo sapere se tu l'hai visto arrivare, nelle stelle, questo periodo dovuto al coronaviurs e se ci puoi dare una Speranza d'uscita rapida o per quando?

Ti ringrazio in anticipo per la tua risposta e mi raccomando prenditi cura di te e dei tuoi cari.

Un forte abbraccio distante ma vicino :)

Milena

Da: Milena Zampella

Giovedì 2 aprile 2020 12:11:43 Per: Sigfrido Ranucci

Sono incazzato!!!

Sono incazzato perché ritengo che le istituzioni dello Stato a cui apparteniamo siano gravemente responsabili di non aver tutelato i propri cittadini come avrebbero dovuto, e abbiamo pagato e pagheremo tutti severamente queste mancanze ed incompetenze.
La prima responsabilità la attribuisco a quegli “illustri esperti” che oggi abbondantemente parlano e blaterano da divi del cinema su tutti gli schermi, propinandoci ORA consigli, allerte e minacce; quegli stessi “illustri esperti” che, pur occupando cattedre e cariche nelle migliori (e più pagate) istituzioni, comitati, commissioni… GIA’ DA FINE GENNAIO NON sono stati in grado di avvertirci, noi cittadini, che avremmo dovuto affrontare quanto accaduto ma a cui, se debitamente informati, avremmo potuto prepararci e, come quando i meteorologi ci avvisano che domani pioverà e così per uscire ci attrezziamo con impermeabile ed ombrello, ci saremmo potuti attrezzare con guanti e mascherine ed avremmo svolto le sole attività necessarie, in un clima di grande attenzione ma senza la GRAVISSSIMA limitazione delle libertà ora imposta, trattati come “cani alla catena”, che anziché 2 metri arriva ad essere di 200 metri, senza possibilità di esercitare la propria fede, senza la possibilità di salutare i nostri cari e giorno dopo giorno sempre più frustrati psicologicamente.
La seconda responsabilità, ma parimente grave quanto la prima, ai politici che hanno dimostrato quanto sia stata grave la loro incapacità e superficialità nell’affrontare tale avvenimento, con “lo stato di crisi” dichiarato in Gazzetta Ufficiale il 31/01/2020, pertanto consci, loro sì, di quanto stava per accadere, hanno atteso serenamente che accadesse, senza avvisare i cittadini, senza preparare un piano di emergenza, senza approvvigionarsi di materiali sanitari indispensabili ma… attendendo e sperando che non accadesse.
Questo, secondo me, è inaccettabile e configura un reato penale: strage!!!
Si, perché i morti in ospedale che ci sono stati e ci saranno, la desolazione delle famiglie che hanno perduto i propri cari, la disperazione di chi non ha più un lavoro o un reddito e non potrà sostenere la propria famiglia, hanno un colpevole che genericamente riassumiamo in “chi ci governa”, coloro ai quali, per poter svolgere noi tutti le proprie mansioni giornaliere, abbiamo delegato il NOSTRO diritto di decidere ed agire ma, con il minimo onere di agire quale “buon padre di famiglia” e, sinceramente, da un “padre di famiglia” ti aspetti attenzione, premura, protezione, … e non di essere lasciato VOLONTARIAMENTE per incapacità e cialtroneria in balia degli eventi: NON ci avete protetti, anzi ci avete esposti al pericolo di strage, e strage è stata!
In Francia, per molto meno, mancava il pane, il Re fu dalla folla ghigliottinato.
Credo che i cittadini italiani NON si meritino questa classe dirigente politica e la stessa debba pagare il dolore che ci sta colpevolmente infliggendo. Non siamo in Francia nel ‘700, ed ora abbiamo civili Tribunali per giudicarli: non attendiamo oltre.
Valter Sovernigo

Da: Valter Sovernigo

Giovedì 2 aprile 2020 12:04:05 Per: Alberto Angela

Anticipo la lettera di 175 parole che ho inviato a New England Journal of Medicine riguardante la questione controversa sulla opportunità di somministrare ACE inibitori e/o Angiotensin-Receptor Blockers a potenziali pazienti Covid-19. Non so se vedrà mai la luce toccando degli interessi economici, ma sapere è potere. A riguardo cito un lavoro sulla attività di ACE2 circolante eseguito su 2572 soggetti che correla con i pazienti che sviluppano le forme più severe della malattia. Sarà un caso?
Un caro saluto
Loris Zamai

https://www. researchgate. net/publication/ 340376548_Correlation_between_ circulating_ACE2_activity_and_SARS

Da: Loris Zamai

Giovedì 2 aprile 2020 11:50:13 Per: Massimo Giletti

Buon giorno,
mi chiamo Pepe Rigamonti ho 62 anni lavoro nel settore sportivo da 40 anni come maestro di tennis e da diversi anni mi occupo di formazione professionale e consulenze sportive per i miei colleghi e per le Associazioni e Società Sportive. Nel DL Covid del 18 marzo è stato riportato che entro 15 giorni sarebbero uscite le direttive per la richiesta del contributo di €. 600 anche per le figure dei collaboratori sportivi che sono privi di partita IVA. Ora, alla luce dei fatti, la richiesta dei contributi è stata aperta a tutte le partite IVA, Cococo, ecc tramite INPS ma dei collaboratori sportivi non si sa nulla. La Soc. Sport e Salute è latitante e il CONI pensa ad altro. Non è nemmeno uscito un comunicato di quando e come si potrà accedere a questa richiesta, nulla. E dire che non siamo pochi. Buona parte delle associazioni sportive vivono perchè ci sono i collaboratori sportivi che svolgono la loro attività a favore di giovani, adulti e anziani... e sono tanti. Ora dal 23 febbraio le Associazioni Sportive hanno dovuto chiudere i battenti, e con loro tutti noi. Ci sono tanti problemi da risolvere sicuramente più importanti del nostro, ma non vorremmo essere dimenticati perchè, alla fine, noi siamo anche educatori... sportivi, ma sempre ducatori siamo. Le famiglie ci affidano i loro figli per farli crescere con giusti valori, e lo sport ne ha tanti e non servono solo in campo, ma anche nella vita.
Ora se non ci aiutano tutto ciò verrà perso, le Associazioni chiuderanno e noi... non so cosa faremo. Mi rivolgo a voi sperando che si possa avere anche per la nostra categoria un minimo di attenzione.
Vi ringrazio.
Pepe Rigamonti
(Cell. 347. ------- - Pag. facebook "Pepe Rigamonti.)

Da: Pepe Rigamonti

Giovedì 2 aprile 2020 11:21:40 Per: Paolo Del Debbio

Ciao Paolo, mi permetto di darti del tu, non so più dove sbattere la testa in tutti questi aiuti nessuno a pensato a chi come me a un contratto di merda a chiamata io purtroppo dopo aver perso il lavoro a più di 50 mi sono adattata a trovare di ogni ora sto facendo la commessa presso un ambulante ma e quasi due mesi che non lavoro visto lo stop mercati e fiere ho solo questa entrata e sono alla canna del gas ormai.. ma x questo tipo di contratto non c è nulla.. poi sento che vogliono dare un aiuto anche a chi lavora in nero... be' ti prende veramente il gene del serial killer... con tutti i politici che parlano da te non si può far presente anche questa problematica? Penso che come me ci siano anche tante altre persone grazie mille Annarita

Da: Annarita Negri