Ultimi commenti alle biografie - pagina 5242

Mercoledì 13 settembre 2017 12:23:49 Per: Lou von Salomé

Biografia utile e sufficientemente dettagliata per suscitare il desiderio di un ulteriore approfondimento della personalitá di una donna veramente fuori dal comune.

Da: Bailo Mario

Martedì 12 settembre 2017 15:08:48 Per: Corrado Formigli

Gentile Dott. Corrado, innanzitutto, in bocca al lupo per la sua trasmissione che presto si ri/avvierà.
All'inizio di questo anno, le chiedo di rendere pubblico il mio pensiero, nei limiti delle sue attività.
Con cordialità

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IL PENSIERO DI UNA DONNA AFRICANA

“Il governo libico detiene arbitrariamente i migranti in condizioni vicine alla tortura, li espelle abbandonandoli nel deserto, li cattura in gruppi attraverso retate che incitano alla xenofobia in tutto il paese. L’Unione europea, col governo italiano come tramite, continua a delegare alla Libia una parte importante del controllo della sua frontiera mediterranea, incurante dei metodi adoperati per adempiere a questo mandato”, intervista a Silja klepp, ricercatrice in antropologia culturale presso l’Università di Lipsia, Redazione Melting Pot, 17 maggio 2017.

Tali situazioni sono, oramai, a conoscenza di un numero altissimo di individui e trovo che non si possa fare finta. Hanno parlato gli Operatori umanitari, i rappresentanti delle varie agenzie (ad esempio i Medici senza frontiere, Emergency, etc.), Unicef, Acnur, Oim e molti altri organismi nazionali ed internazionali. noti giornalisti hanno documentato e raccontato i fatti. Essi hanno denunciato lo sfruttamento, la riduzione in schiavitù che le persone sono costrette a vivere, le violenze inumane di ogni tipo in cui, i cittadini africani sono costretti a subire. Voci autorevoli parlano di vere torture e dal ripetersi degli stupri sulle donne e dei bambini.

Domando: a quante coscienze toccano gli episodi sopra descritti?

In qualità di persona umana, di donna, di donna migrante, ma, soprattutto, in qualità di donna africana, non solo rifiuto tali trattamenti, ma, appello vivamente alle coscienze di coloro che hanno il potere di porre fine ai lager dei nostri giorni. Non è tollerabile che in nome della Sicurezza propria, ci si metta a rischio la vita degli altri. Quello che sta accadendo, non è condivisibile in alcun modo, anche se sento i ripetuti plausi dalle varie parti.

Mi rammarica molto che tutto l’intervento, sia promosso dal governo, avente come maggioranza, il partito in cui io mi sono iscritta da anni. Certamente, continuerò leale verso il Partito Democratico, ma, al PD chiedo di rivedere la sua politica sull’immigrazione. Non è concepibile, oggi, la “sottoscrizione” di costruzione di fortezze e lo dico, perché, sono sempre più convinta che esistono i muri alzati con le pietre e altri costruiti a livello mentale e teorico, messi di seguito in pratico con delle azioni che fanno rabbrividire.

L’Africa si trova costretta, a vedere espatriare i suoi figli e le ragioni sono tante e sono a conoscenza di Tutti, ovvero della intera Umanità. Tante sono le cause che hanno provocato le situazioni in cui, i cittadini africani sono obbligati a vivere, ancora oggi: partendo dagli errori commessi durante la colonizzazione dell’intero continente, per passare agli attuali sfruttamenti, senza dispensare i governati locali della loro responsabilità.

La povertà non è una colpa, mentre le guerre, i conflitti, etc., sono provocate, in modo particolare, dalle vendite delle armi ed io non posso che appellare, di porre fine a tali vendite. Questo consentirebbe, almeno, la riduzione delle continue le stragi in cui, siamo costretti ad assistere e, di sicuro, ad un minore spostamento per chi è costretto a scappare dalla propria Terra.

Confesso, in tutto questo, che io non desidero e né voglio continuare ad essere “spettatrice” di simili spettacoli, per non dire dagli orrori commessi, anzi, li rifiuto. Il nostro Pianeta non ha fatto nulla per meritare le tante ingiustizie, men che meno il mio Continente, il quale viene massacrato da secoli.

Trovo anche che ripetersi che sia avvenuta una diminuzione degli sbarchi, è senz’altro un bene per l’Italia e per l’Europa, però, se tutto ciò continua a lasciare a rischio la vita di chi scappa dai conflitti, dalla povertà e dalla miseria, domando: che significato ha?
Anch’io auspico una situazione di sicurezza all’Italia, Paese in cui, vivo da decenni, ma consentitemi, di lasciare un appello che si traduce nelle seguenti parole: con il protagonismo dell’Africano. Andiamo a ri/costruire l’Africa. Sì, tracciamo un piano che veda il coinvolgimento dei cittadini africani, piano che non solo dovrà indicare quali siano le vere esigenze di quei popoli e non i piani fatti a tavolino che, molto spesso, si traduce in: portiamo a loro ciò che abbiamo pensato, li possano servire.

A fronte di tutto ciò, trovo che per raggiungere un buon esito, necessitano fare dei passaggi con chi dà certezza, con chi è in grado di rispettare la Persona e parlo di certezza, perché, le immagini che arrivino dalla Libia, non mi convincono, anzi, esse causano in me una grande preoccupazione. Tali immagini sono sotto gli occhi di tutti e sono sotto i nostri occhi, quotidianamente!

Notizie varie riportano dei contenuti su quanto l’Italia, voglia fare a favore per il continente africano e una delle frasi bollate sui vari mezzi di comunicazione è stato ed è tuttora: “aiutiamoli a casa loro”. Voglio sperare che tutto sia impostato da una nuova strategia per la quale, si intravveda il protagonismo dell’africano, All’interno di ogni piano di cui, si intende implementare in Africa, non può continuare a veder l’esclusione dei suoi figli e lo dico, perché sono certa che, finché l’idea è quella di portare alle popolazioni africane degli aiuti (che non metto in dubbio i buoni propositi), il rischio è di non rispondere alle necessità dei popoli africani.

In passato, ci sono stati effettuati molti interventi in Africa, ma, io dico spesso: anziché aver costruito scuole, ospedali, assieme agli scavi dei pozzi d’acqua, molti si sono limitati a questo ultimo e chiedo: non era e non è importante che gli africani conoscano/conoscessero le tecniche per cercare l’acqua (elemento vitale per ogni essere umano)?

Avviandomi al termine di questo mio pensiero, aggiungo che si ha la necessità di tracciare una analisi che rispecchia e/o fotografa i l Continente africano: partendo dal suo passato storico, leggendo il suo presente, per poter proiettare il futuro con il mio auspicio che si tratti di un futuro migliore e differente del passato. Sono convinta che ciò consentirà una vita migliore ai figli di quelle terre.

Auguro che ci saranno degli interventi, prospettati per la Gente Africana, pensati con la Gente africana e che non siano limitati ed esclusivi ad invii di “aiuti”. Termino, dicendo che a fronte di un primo impatto esso potrà sembrare risolutivo e cioè il voler “sfamare” i Popoli, ma a lungo andare i risultati di tali progetti, potranno svanire, in aria, come una “bolla di sapone”.

Ed infine, dico che le tante denunce (come quelle sopracitate), mi rinfrancano ed auspico che esse riescano a smuovere i tanti cuori umani. Credere di fermare lo spostamento degli uomini (fatto naturale), è di per sé una impresa non facile. Bisogna, dunque, trovare soluzioni migliori, collaborando e confrontando con chi renda possibile la garanzia del Diritto dell’Uomo e laddove venga garantito tutelata la vita della Persona e non viceversa, mettendola a repentaglio.

Maria José Mendes Évora Roma, 12 settembre 2017

Da: Maria José Mendes Evora

Martedì 12 settembre 2017 15:03:26 Per: Massimo Giannini

Gentile Dott. Giannini, buonasera. Le righe che le invio, sintetizzano la mia preoccupazione e sarei felice se lei potesse renderle pubbliche.
Con gratitudine:
IL PENSIERO DI UNA DONNA AFRICANA

“Il governo libico detiene arbitrariamente i migranti in condizioni vicine alla tortura, li espelle abbandonandoli nel deserto, li cattura in gruppi attraverso retate che incitano alla xenofobia in tutto il paese. L’Unione europea, col governo italiano come tramite, continua a delegare alla Libia una parte importante del controllo della sua frontiera mediterranea, incurante dei metodi adoperati per adempiere a questo mandato”, intervista a Silja klepp, ricercatrice in antropologia culturale presso l’Università di Lipsia, Redazione Melting Pot, 17 maggio 2017.

Tali situazioni sono, oramai, a conoscenza di un numero altissimo di individui e trovo che non si possa fare finta. Hanno parlato gli Operatori umanitari, i rappresentanti delle varie agenzie (ad esempio i Medici senza frontiere, Emergency, etc.), Unicef, Acnur, Oim e molti altri organismi nazionali ed internazionali. noti giornalisti hanno documentato e raccontato i fatti. Essi hanno denunciato lo sfruttamento, la riduzione in schiavitù che le persone sono costrette a vivere, le violenze inumane di ogni tipo in cui, i cittadini africani sono costretti a subire. Voci autorevoli parlano di vere torture e dal ripetersi degli stupri sulle donne e dei bambini.

Domando: a quante coscienze toccano gli episodi sopra descritti?

In qualità di persona umana, di donna, di donna migrante, ma, soprattutto, in qualità di donna africana, non solo rifiuto tali trattamenti, ma, appello vivamente alle coscienze di coloro che hanno il potere di porre fine ai lager dei nostri giorni. Non è tollerabile che in nome della Sicurezza propria, ci si metta a rischio la vita degli altri. Quello che sta accadendo, non è condivisibile in alcun modo, anche se sento i ripetuti plausi dalle varie parti.

Mi rammarica molto che tutto l’intervento, sia promosso dal governo, avente come maggioranza, il partito in cui io mi sono iscritta da anni. Certamente, continuerò leale verso il Partito Democratico, ma, al PD chiedo di rivedere la sua politica sull’immigrazione. Non è concepibile, oggi, la “sottoscrizione” di costruzione di fortezze e lo dico, perché, sono sempre più convinta che esistono i muri alzati con le pietre e altri costruiti a livello mentale e teorico, messi di seguito in pratico con delle azioni che fanno rabbrividire.

L’Africa si trova costretta, a vedere espatriare i suoi figli e le ragioni sono tante e sono a conoscenza di Tutti, ovvero della intera Umanità. Tante sono le cause che hanno provocato le situazioni in cui, i cittadini africani sono obbligati a vivere, ancora oggi: partendo dagli errori commessi durante la colonizzazione dell’intero continente, per passare agli attuali sfruttamenti, senza dispensare i governati locali della loro responsabilità.

La povertà non è una colpa, mentre le guerre, i conflitti, etc., sono provocate, in modo particolare, dalle vendite delle armi ed io non posso che appellare, di porre fine a tali vendite. Questo consentirebbe, almeno, la riduzione delle continue le stragi in cui, siamo costretti ad assistere e, di sicuro, ad un minore spostamento per chi è costretto a scappare dalla propria Terra.

Confesso, in tutto questo, che io non desidero e né voglio continuare ad essere “spettatrice” di simili spettacoli, per non dire dagli orrori commessi, anzi, li rifiuto. Il nostro Pianeta non ha fatto nulla per meritare le tante ingiustizie, men che meno il mio Continente, il quale viene massacrato da secoli.

Trovo anche che ripetersi che sia avvenuta una diminuzione degli sbarchi, è senz’altro un bene per l’Italia e per l’Europa, però, se tutto ciò continua a lasciare a rischio la vita di chi scappa dai conflitti, dalla povertà e dalla miseria, domando: che significato ha?
Anch’io auspico una situazione di sicurezza all’Italia, Paese in cui, vivo da decenni, ma consentitemi, di lasciare un appello che si traduce nelle seguenti parole: con il protagonismo dell’Africano. Andiamo a ri/costruire l’Africa. Sì, tracciamo un piano che veda il coinvolgimento dei cittadini africani, piano che non solo dovrà indicare quali siano le vere esigenze di quei popoli e non i piani fatti a tavolino che, molto spesso, si traduce in: portiamo a loro ciò che abbiamo pensato, li possano servire.

A fronte di tutto ciò, trovo che per raggiungere un buon esito, necessitano fare dei passaggi con chi dà certezza, con chi è in grado di rispettare la Persona e parlo di certezza, perché, le immagini che arrivino dalla Libia, non mi convincono, anzi, esse causano in me una grande preoccupazione. Tali immagini sono sotto gli occhi di tutti e sono sotto i nostri occhi, quotidianamente!

Notizie varie riportano dei contenuti su quanto l’Italia, voglia fare a favore per il continente africano e una delle frasi bollate sui vari mezzi di comunicazione è stato ed è tuttora: “aiutiamoli a casa loro”. Voglio sperare che tutto sia impostato da una nuova strategia per la quale, si intravveda il protagonismo dell’africano, All’interno di ogni piano di cui, si intende implementare in Africa, non può continuare a veder l’esclusione dei suoi figli e lo dico, perché sono certa che, finché l’idea è quella di portare alle popolazioni africane degli aiuti (che non metto in dubbio i buoni propositi), il rischio è di non rispondere alle necessità dei popoli africani.

In passato, ci sono stati effettuati molti interventi in Africa, ma, io dico spesso: anziché aver costruito scuole, ospedali, assieme agli scavi dei pozzi d’acqua, molti si sono limitati a questo ultimo e chiedo: non era e non è importante che gli africani conoscano/conoscessero le tecniche per cercare l’acqua (elemento vitale per ogni essere umano)?

Avviandomi al termine di questo mio pensiero, aggiungo che si ha la necessità di tracciare una analisi che rispecchia e/o fotografa i l Continente africano: partendo dal suo passato storico, leggendo il suo presente, per poter proiettare il futuro con il mio auspicio che si tratti di un futuro migliore e differente del passato. Sono convinta che ciò consentirà una vita migliore ai figli di quelle terre.

Auguro che ci saranno degli interventi, prospettati per la Gente Africana, pensati con la Gente africana e che non siano limitati ed esclusivi ad invii di “aiuti”. Termino, dicendo che a fronte di un primo impatto esso potrà sembrare risolutivo e cioè il voler “sfamare” i Popoli, ma a lungo andare i risultati di tali progetti, potranno svanire, in aria, come una “bolla di sapone”.

Ed infine, dico che le tante denunce (come quelle sopracitate), mi rinfrancano ed auspico che esse riescano a smuovere i tanti cuori umani. Credere di fermare lo spostamento degli uomini (fatto naturale), è di per sé una impresa non facile. Bisogna, dunque, trovare soluzioni migliori, collaborando e confrontando con chi renda possibile la garanzia del Diritto dell’Uomo e laddove venga garantito tutelata la vita della Persona e non viceversa, mettendola a repentaglio.

Maria José Mendes Évora Roma, 12 settembre 2017

Da: Maria José Mendes Evora

Sabato 9 settembre 2017 10:12:45 Per: Jack London

non so se è stato riaperto il confronto,in Italia, su questo autore. Se non è stato fatto ancora lo auspico e mi piacerfebbe parteciparvi.

Gravante Pasquale
via S. Giaquinto 1
81100 caserta

Da: Gravante Pasquale

Venerdì 8 settembre 2017 21:34:56 Per: Maria De Filippi

Sono totalmente d'accordo con la signora Giuliana Antonioli riguardo all'opinionista Tina che andrebbe tolta dalprogramma.

Da: Marisa

Venerdì 8 settembre 2017 21:02:00 Per: Henri-Frédéric Amiel

illuminanti le sue considerazioni sul degrado e sul concetto di democrazia

Da: Luigi De Grossi

Venerdì 8 settembre 2017 21:01:35 Per: Riccardo Cuor di Leone

Come le altre biografie che ho letto, è ben fatta: consente di conoscere un personaggio e la sua epoca. -Iniziative come questa regalano ottimi semi di cultura che invogliano le persone ad incrementare le proprie conoscenze. Grazie.

Da: Paola Ballanti

Giovedì 7 settembre 2017 12:07:35 Per: Diego Della Valle

Egregio Imprenditore Diego della Valle, siamo un gruppo di famiglie di Frascati (RM) le quali hanno subito il crollo parziale della propria abitazione. Abbiamo avuto la fortuna di non avere avuto vittime, ma siamo rimasti senza casa, in quanto deve essere ristrutturata. Ci rivolgiamo a Lei per le alte qualità imprenditoriali che ha messo a disposizione nel nostro Paese e le chiediamo se può aiutarci a trovare alcune ditte costruttrici disposte ad usufruire dei benefici della legge di stabilità 2017 e legge 14/06/2017 . Le ditte da noi consultate non sono interessate e detta legge non permette non permette il recupero degli incentivi a chi ha un reddito medio, ne possiamo girare questi benefici agli istituti di credito poichè la legge non lo prevede.

In attesa di un suo gentile riscontro, la salutiamo con stima.
Famiglie:
Graziani, Cerroni.

Da: Francesco Oggianu   Francesco Oggianu

Mercoledì 6 settembre 2017 14:55:10 Per: Tiziano Terzani

Mi e' piaciuto molto questo personaggio dalle infinite risorse intellettuali ed energiche una persona davvero speciale che ha impiegato la sua vita alla ricerca della conoscenza di chi siamo e dove siamo orientati...credo che a un certo punto la sua depressione e la sua ricerca spirituale siano state scaturite da una continua ricerca di poter cambiare il mondo e lui non si sarebbe fermato , lo ha fatto il cancro e secondo me dice che e' stata la sua salvezza perche' resosi conto di quanta autodistruzione ci sia sulla terra che per lui era meravigliosa essendosela girata in lungo e in largo e ora caduto nella routine di una vita in questo mondo che non vuol cambiare...mi piace pensare che Dio, in questo suo ennesimo viaggio possa impiegarlo per ricostruire un nuovo mondo...ciao Tiziano mi sei piaciuto.

Da: Pignataro Filomena

Lunedì 4 settembre 2017 09:02:55 Per: Bill Kaulitz

La foto ritrae una donna: è un errore oppure ho visto male io? I due fratelli (o sorella) hanno la stessa data di nascita: sono gemelli? Grazie!

Da: Armagno44p