Messaggi e commenti per Carlo Calenda - pagina 2

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Biografieonline non ha contatti diretti con Carlo Calenda. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Carlo Calenda.

Martedì 2 agosto 2022 15:24:27

Le poltrone fanno comodo


Avevo un 50% fiducia in te fino a ieri. Avevi messo dei paletti per alleanze in particolare col PD... evidentemente le poltrone fanno comodo anche a te... pietà.

Lunedì 1 agosto 2022 08:58:36

Alleanza con Renzi ???


Volevo votare per Azione. Certo, se vi alleate con Renzi, non vi voterò !!!
Dato che non c'è più niente da vincere per Renzi, vuole che perdono anche lei e il PD. Troppo evidente il gioco sporco di Renzi. Se persino gli elettori non possono ignorarlo, come fate voi come politici a non capire questo disgustoso gioco di Renzi?
Se vi alleate con lui, io voterò il PD

Buon lavoro!

Domenica 31 luglio 2022 21:51:35

Non allearsi con un partito come il PD


Egregio Signor Calenda, Le scrivo in merito alla dichiarazione del Segretario PD Enrico Letta che la esorta a non costituire un 3° polo per non far vincere la destra. La esorto, ammesso che ce ne sia bisogno, viste le sue ultime dichiarazioni, a non allearsi con un partito come il PD che il giorno in cui dovesse vincere non avrebbe scrupoli, anche nel preguo della legislatura, ad allearsi con i 5S. che sono il male assoluto per questo sciagurato Paese. Prosegua fiducioso che gli elettori del centro, al quale mi sento di appartenere, La premieranno. Le auguro buon lavoro. Cordiali saluti Enzo Ferrulli

Sabato 30 luglio 2022 13:16:06

T'informo che il mio voto è stato disatteso.
Oltre a parlare di sogni non hai fatto altro... guardati intorno e pensaci.
Ora vuoi far ancora piu' male a noi " ultimi".
Questa volta non ti viterò più.
Cambia e ricordati che non tutti hanno il tuo reddito che puo' permetterti di vivere in maniera agiata.
Pietro

Giovedì 21 luglio 2022 20:08:59

Ora essere attenti a non farsi sottomettere da altri partiti in particolare attenzione al PD che è sempre in cerca di persone da sottomettere per i propri programmi

Giovedì 23 giugno 2022 11:08:19

Transizione ecologica e transizione elettrica


Gentile Dotto. Calenda,
le invio alcune mie riflessioni fatte circa 6 mesi fa, quindi molto prima del voto all'Europarlamento a favore del FIT for 55 nel quale è stato bocciato l'emendamento che avrebbe permesso una transizione elettrica più mormida mediante l'utilizzo di biocarburanti.

In base a quanto pianificato da UE, la transizione verso una mobilità totalmente elettrica subirà una accelerazione nei prossimi anni, soprattutto a partire dal 2030: è verosimile uno scenario per il quale nel 2040 la quasi totalità delle automobili circolanti in Europa saranno ZEV full electric.
• In Italia circolano oggi circa 40milioni di automobili, al momento la grandissima parte ancora dotate di un motore endotermico (eventualmente ibride).
• La percorrenza media annua di un’automobile è di circa 12. 500Km
• Un’auto full electric percorre mediamente 5Km con un kWh di energia.
Questi dati ci danno un’idea piuttosto precisa di quanta energia/anno sarà necessario produrre per poter alimentare le batterie del parco auto italiano.
Tenuto conto delle perdite di carico della rete (circa 5. 8%), del rendimento dei sistemi di ricarica (un valore oggi compreso tra 80% e 85%), l’energia che dovrà essere prodotta per ricaricare le batterie di 40milioni di auto elettriche è circa 130TWh in un un anno, praticamente il totale di quanto utilizzato oggi da tutte le industrie italiane in un anno.
Nel 2019 l’energia richiesta da tutto il sistema Italia per il fabbisogno nazionale è stato di circa 320TWh

Nei prossimi 20 anni sarà quindi necessario passare da 320TWh a 450TWh, il che significa aumentare la disponibilità di energia in Italia di circa il 40%.
Ipotizzando un incremento costante di anno in anno, questo vuol dire che ogni anno dovremo produrre circa il 1. 7% in più dell’anno precedente, un aumento annuo quasi doppio rispetto a quello che normalmente è avvenuto in passato.
Inoltre questi 450ThW dovranno essere prodotti limitando al massimo (o eliminando del tutto) le fonti energetiche ricavate da combustibile fossile, il che rende l’obiettivo praticamente impossibile da raggiungere in Italia con l’attuale trend.

Questo è un primo dato sul quale riflettere e concludere che non c’è assolutamente tempo da perdere per pianificare la nascita di nuove centrali (nucleari a sicurezza intrinseca?), altrimenti nei prossimi anni ci toccherà importare quantità enormi di energia dall’estero.

Un altro dato, direi meno prevedibile ma altrettanto critico, è quello relativo al dispacciamento di questo 40% in più di energia che, penso, si potrà realizzerà in 2 modalità principali.

 una rete capillare che riguarderà decine di migliaia di colonnine a bassa potenza (6/10kW) ubicate sul territorio nazionale: pensiamo alle colonnine nei condomini, o a quelle nei parcheggi dei supermercati o centri commerciali.
Questo elevatissimo numero di colonnine (a bassa potenza) porterà ad un aumento decisamente significativo della rete in termini di km di cavi e portata in corrente degli stessi.
 Distributori di energia ad elevata capacità: oggi, in Italia ci sono 2000 distributori di carburante, il doppio di quanti ne esistono in Francia, Germania, Spagna. Sicuramente con la transizione elettrica il numero calerà di molto, proprio per la presenza di altre fonti di approvvigionamento sopra citate.
Possiamo ipotizzare qualche centinaio di grandi distributori elettrici con colonnine ad alta potenza, 800kW a colonnina, per permettere una ricarica di un serbatoio elettrico da circa 130kWh (oggi le le batterie delle auto con maggiore percorrenza hanno questa capacità, ma sicuramente questo valore aumenterà negli anni) in circa 12/15 minuti.
Se consideriamo che un distributore di energia avrà almeno 8 colonnine da 800kW di potenza, si tratta di considerare una potenza circa 7/8MW a distributore, potenza garantita in servizio praticamente continuo, una piccola centrale elettrica per ogni distributore. Uno scenario potrebbe essere quello nel quale ogni distributore si produca l’energia in loco ma questo, pur pensando a sistemi di accumulazione, significherà che ogni distributore avrà la propria centrale elettrica (nucleare) per produrre i MW necessari per alimentare le colonnine.
Un altro scenario è quello di portare i MW attraverso la rete elettrica che, a questo punto, andrà dimensionata per poter avere la portata necessaria: questa seconda ipotesi è tecnicamente assolutamente percorribile, ma saranno necessari infrastrutture di rete decisamente importanti.

Da ultimo, e questa è una considerazione che guarda soprattutto ai livelli occupazionali, in questi giorni fioccano gli appelli da parte di molte industrie automobilistiche (Stellantis in testa) ad allungare i tempi per la transizione elettrica: sia per gli enormi investimenti richiesti alla case automobilistiche, sia per il gran numero di posti di lavoro che verranno persi, sia per le preoccupazioni sulla reale capacità di avere in pochi anni una rete di colonnine di ricarica davvero capillare.
In un ottica economica, il predominio tecnico del settore auto tutt’ora in mano all’Europa, vedrà la Cina in grande vantaggio nella transizione elettrica sia sul fronte della produzione di batterie, sia sul fronte dei materiali per la costruzione dei motori elettrici, in particolare le terre rare che servono per produrre i magneti in Neodimio Ferro Boro utilizzati appunto nei motori sincroni di trazione.

Se poi consideriamo anche l’elettrificazione dei motocicli/motoveicoli e quella del trasporto su gomma ovviamente tutto si complica ancora di più.

Riassumendo, a mio modo di vedere, la transizione elettrica non presenta problematiche tecnologiche estremamente difficili, al contrario le soluzioni sono già conosciute e potranno sicuramente migliorare negli anni.
I rischi veri sono:
• i tempi di realizzo attualmente stabiliti da UE per la completa trasformazione elettrica:
o 20 anni soltanto, un tempo davvero limitato, soprattutto se, e lo dico conscio del fatto che l’affermazione non è scontata o banale, il nostro Paese non prenderà in considerazione anche la strada del nucleare, strada che, sia nel referendum del 1987 che in quello del 2011, gli italiani hanno bocciato.
La domanda alla quale io non so rispondere è: quali realistiche ed attuabili alternative al nucleare si hanno per produrre almeno 450TWh/anno senza l’utilizzo di combustibili fossili?
o 20 anni soltanto per creare quasi dal nulla una rete capillare di colonnine e una rete significativa di grandi distributori di energia fast charger ciascuno dei quali dovrà gestire potenze di circa 7/8MW in un contesto anche normativo/burocratico che sicuramente non facilità le cose in Italia.
• I’impatto economico sull’industria automobilistica europea e i posti di lavoro che saranno sicuramente messi a rischio nella riconversione del sistema produttivo del settore automotive con il conseguente incremento della potenza tecnologica/economica della Cina.

Insomma, non c’è tempo da perdere ed è fondamentale attuare le strategie corrette perché non ci sono grandi margini di errore.

Questo 6 mesi fa: sono trascorsi 6 mesi e la prospettiva, dopo il voto Europeo, è persino peggiorata: stiamo andando verso un disastro economico e a Roma pensano esclusivamente a come fare alleanze che diano il migliori risultato in termini di seggi.
Solo pochissimi, tra i quali lei, Dott. Calenda, dimostrano di capire la criticità della situazione
In questo caso Buon Senso non fa rima con Consenso, ahimè... e ne pagheremo tutti le coseguenze, in modo pensatissimo.

Giovedì 7 aprile 2022 09:58:56

Le fonti rinnovabili devono essere affiancate a energia nucleare


Buon giorno dott. Calenda,
sono un ingegnere anziano che fa parte di un piccolo gruppo di ingegneri (GSVIT) che da più di dieci anni si interessa, non per ragioni lavorative, di fonti energetiche e in particolare di nucleare.
Poichè concordiamo con Lei che quasi certamente le fonti rinnovabili devono essere affiancate a energia nucleare, La invitiamo a prendere visione, se già non lo conoscesse, del testo "Fluid fuel reactors", un testo di più di 900 pagine pubblicato nel 1958 dal Oak Ridge National Laboratory che può trovare liberamente in rete in formato PDF.
Il testo è per ingegneri per cui non ci aspettiamo che un avvocato possa capire nel dettaglio (se per Lei il testo è troppo tecnico saremo lieti di aiutarla), ma leggendolo si renderà conto che oggi, nonostante le "urgenze" energetiche sarebbe sbagliato spingere per la costruzione di reattori nucleari simili a quelli utilizzati nelle attuali centrali elettriche, anche se chiamati di terza generazione avanzata o addirittura di quarta generazione.

I reattori al Torio a combustibile fluido testati con successo per anni al ORNL e bloccati per motivi politico - militari sono a nostro avviso la soluzione in attesa dei reattori a fusione che, a meno di nuove idee rivoluzionarie, arriveranno tra non meno di 30 anni.
La Cina ha già in costruzione un prototipo che ricalca esattamente quelli realizzati nel Tennesee 60 anni fa.

Riteniamo che la costruzione di un prototipo di tale reattore (sulla base dei progetti esecutivi del ORNL disponibili recentissimamente in formato digitalizzato) oggi sarebbe la strada più veloce per reintrodurre un nucleare sicuro in Italia.
Questi reattori non assomigliano in nulla a quelli attuali. Sono intrinsecamente sicuri e generano scorie in quantità molto ridotta e con una radiotossicità molto inferiore. Il combustibile principale (il Torio) è disponibile anche in Italia. Tutto questo favorirebbe l'accettazione da parte dell'opinione pubblica.
Il prof. Rubbia spinge da molti anni all'utilizzo del Torio, ma il suo progetto di reattore subcritico teoricamente valido richiederebbe tempi lunghi di sviluppo e avrebbe un risultato incerto, non essendo mai stato testato.
Si chiederà perché nessuno degli esperti in campo nucleare parla di questi reattori, preferendo parlare di reattori di "quarta generazione" (veloci raffreddati a sali fusi, al piombo, ecc.) che nessuno ha mai costruito. La nostra spiegazione è che utilizzare un progetto di 60 anni fa riduce grandemente le possibilità brevettuali e, soprattutto, gli esperti (in Italia penso in particolare a Chicco Testa) dovrebbero spiegare perché nessuno di loro in tutti questi anni ha suggerito il loro sviluppo.
Riteniamo che l'Europa dovrebbe mettere in campo la costruzione di un reattore europeo basato su questa tecnologia, un po come si è fatto con l'Airbus.
Cordiali saluti

Mario Massa

Martedì 29 marzo 2022 12:47:18

Europa come garante del mito russo della Grande Madre


Gentile on Calenda, mi permetto di inviarle una mia riflessione sulla situazione della Russia. Spero che sia di suo interesse,
Cordiali saluti
Giulio Marra
Università di Ca' Foscari Venezia

Il punto di partenza deve essere l’espressione usata da Putin della Grande Madre Russia. Che cosa si nasconde dietro questa espressione che enuncia un mito? Credo che abbia a che fare con una situazione sociale e storica che vede una possibile disgregazione della Russia in due entità contrapposte: da un lato la Russia che guarda all’Europa e dall’altro la Russia asiatica, dove si trovano il gas e il petrolio. Da un lato sta l’Europa e dall’altro sta la Cina, che vede con interesse assoluto le risorse naturali della Russia.

Se si considera la situazione da questo punto di vista la posizione di Putin risulta molto problematica e culturalmente asfittica. La sua posizione si ispira a una idea “patriottica” della Russia, la Grande Madre Russia, che si fa risalire agli zar, ma Putin nell’attuale situazione è uno zar dimezzato, trovandosi in un soffocante cul de sac tra l’attrattiva europea e la competizione con la Cina.

Quale la forza della Grande Madre Russia? L’invasione dell’Ucraina è comprensibile come una esplosione irrazionale che evidenzia una crisi di pensiero e di parola, che cerca di cancellare un lato del problema, l’attrazione europea, ma ha la sua vera origine nel timore della Cina, che viene momentaneamente sanato con un patto di alleanza.

Chi, del mondo occidentale, ha l’incombenza di trattare con Putin e con il suo establishment deve tenere presente questa situazione storica di disfasia - situazione senza via d’uscita molto pericolosa; deve cercare di capire quali sono le paure di Putin e del suo establishment; e deve cercare di capire quali sono le soluzioni che Putin presume di poter trovare – finora significativamente di carattere bellico; e quindi suggerire delle auspicabili alternative, culturalmente e storicamente formulate. Questa è la vera sfida politica e storica. Il fallimento in Ucraina può innescare conseguenze poco prevedibili.

Solo se queste vengono comprese si può arrivare a una soluzione che potrebbe significare una nuova struttura negli equilibri mondiali. E’ in grado l’Europa di presentarsi come garante del mito russo della Grande Madre?

Sabato 12 marzo 2022 14:43:43

Incontro per Anzio


Buon pomeriggio dottor Calenda sono la dottoressa Cappuccini Michela e ho avuto il piacere di conoscere parte del nuovo direttivo come la signora grippo o il signor lobefaro però come ho fatto presente anche a loro prima di imbarcarmi in questa nuova famiglia ho bisogno di conoscere il capofamiglia o sia lei per capire se le nostre e idee politiche collimano per poter portare avanti questo nuovo partito anche nel mio comune o se cedere al corteggiamenti del PD. In attesa di un suo celere riscontro le porgo cordiali saluti e attendo sua disponibilità per questo incontro avendo le lasciato il mio riferimento email e avendo i sopraccitati anche i miei recapiti telefonici come anche il i collaboratori della dottoressa grippo in quanto anche a loro Ho lasciato un mio bigliettino da visita. Buon lavoro dottoressa Cappuccini

Giovedì 24 febbraio 2022 16:16:26

Parlate della Raggi in maniera spropositata. Ascoltate i Romani nostranani e scoprirete che è stata colei che ha risanato il bilancio comunale. Mi domando se con la nuova amministrazione sono sparito o cinghiali. la vecchia guardia e la vecchia politica non muore mai. Mi rendo conto che con Calenda convivono pachidermi e demoni.

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