Caterina II di Russia
Biografia • Imperatrice illuminata
Caterina II Alekseevna di Russia, passata alla storia anche con l'appellativo di Caterina "la Grande", nasce il 2 maggio 1729 a Stettino. Imperatrice di Russia dal 1762 fino alla morte, colta e intelligente, è nota per essere stata un esempio di sovrana illuminata.
La futura imperatrice nasce però come Sofia Federica Amalia, figlia del principe germanico di Anhalt-Zerbst, Cristiano Augusto, e di Giovanna di Holstein-Gottorp. Sin dalla sua adolescenza, pur non essendo particolarmente bella, dà prova della sua vivacità, dimostrando molti interessi culturali e rifiutando l'educazione pessimistica e di stampo luterano che le viene impartita.
La sua vita si intreccia indissolubilmente, com'era consuetudine nelle famiglie dinastiche europee, con quella di altri casati nobiliari e, nel suo caso, con quella dell'imperatrice Elisabetta. Nel 1742 infatti, avviene la designazione, proprio per mano di Elisabetta, del duca di Holstein, il giovane Pietro, figlio della sorella Anna. È lui, infatti, il successore al trono di Russia.
Passano solo tre anni ed Elisabetta decide di dare in sposa al successore Pietro la giovane Sofia Federica Amalia. La futura Caterina la Grande viene allora condotta insieme con la madre in Russia, con il fine di provvedere alla sua conversione pubblica. La Russia è la capitale dell'ortodossia cristiana e la giovane Sofia deve adempiere a questi obblighi religiosi se vuole entrare nel palazzo reale russo. Nel 1745 dunque, Sofia Federica Amalia viene ribattezzata secondo il rito ortodosso con il nome di Caterina Alekseevna e qualche mese dopo sposa Pietro di Holstein-Gottorp, suo cugino per via matrilineare.
Pietro è pronto per diventare Pietro III, imperatore di Russia, ma sua moglie, nonostante si tratti di un mero matrimonio politico, comincia da questo momento in poi un'opera di insediamento lento e abile nella sua corte, grazie alla sua innata intelligenza. Ben presto la giovane Caterina entra nelle grazie anche dell'imperatrice Elisabetta.
La sua cultura, formatasi sulle opere degli enciclopedisti francesi, la pongono decisamente una spanna sopra del proprio marito, decisamente meno scaltro e intelligente di lei. Inoltre questi si dimostra incline all'ubriachezza, maltrattando la sposa in pubblico con comportamenti violenti e aggressivi. Il matrimonio si rivela un insuccesso da ogni punto di vista, ciononostante la coppia dà alla luce un erede, Paolo, il quale alla morte della zarina Caterina prenderà il nome di Paolo I Petrovič Romanov. La sua nascita avviene a San Pietroburgo, il giorno 1 ottobre del 1754. Subito però la nonna Elisabetta porta via dalla corte il piccolo, occupandosi di lui e togliendolo dalle cure della madre.
Nel gennaio del 1762 Pietro sale al potere con il nome di Pietro III, Imperatore di Russia. Tra le sue decisioni di governo ci sono una serie di provvedimenti che provocano un generalizzato scontento tra le classi dirigenti. Sigla la pace con la Prussia dopo aver ritirato le truppe a seguito della Guerra dei Sette anni, per giunta senza ricavare nulla per la Russia. Pianifica una guerra impopolare contro la Danimarca e aggrava la sua situazione manifestando sempre di più la sua volontà di trasformare la Russia in un paese luterano, sua fede originaria. Così, nello stesso anno del suo insediamento, avviene la congiura che lo destituisce ufficialmente.
Solo sei mesi dopo due ufficiali della guardia imperiale, Aleksej e Grigorij Orlov, organizzano la congiura e portano Caterina sul trono. Secondo le fonti, Grigorij è l'amante della zarina che, com'è noto, non si oppone affatto alla congiura. Caterina viene condotta in pompa magna nella città di Pietroburgo, appoggiata dalla nobiltà, e si lascia proclamare imperatrice al posto del destituito Pietro III, il quale preferisce abdicare. Poco dopo, rinchiuso nel carcere di Ropsha, lo zar detronizzato viene ucciso in circostanze oscure sulle quali però, da sempre, grava il sospetto della responsabilità di sua moglie, indicata come probabile mandante dell'assassinio.
Il 20 giugno del 1762 Caterina Alekseevna sale al potere con il nome di Caterina II.
Secondo la tradizione assolutistica di stampo illuminista l'imperatrice provvede ad un accentramento di tutti i poteri di governo, prendendo di fatto in mano il controllo di ogni attività. Il suo è un dispotismo paternalistico, largo di interventi in molti campi. Tra questi c'è ad esempio l'acquisizione nel 1767 di un codice ispirato ai dettami di Montesquieu e Beccaria, capisaldi dell'esperienza illuministica.
Nel 1774 il cosacco Pugačëv arma una rivolta contro il governo centrale, ma Caterina II riesce a dominarla entro il 1775. Successivamente si interessa ai problemi dell'istruzione, provvede a un restauro quasi totale delle finanze di Stato e dà vita ai governatorati locali, per meglio dominare dal centro l'intero Paese. Nel 1783 annette la Crimea alla Russia, sottraendola al dominio della Turchia, a seguito della guerra che coinvolge i russi con i turchi per quasi un decennio, con conclusione nel 1774. Per ottenere questo risultato si avvale delle indubbie doti del suo nuovo amante, Grigorij Aleksandrovič Potëmkin, già noto durante la rivolta di Pugačëv. Ottiene poi, entro il 1795, tutte le regioni orientali della Polonia, di fatto spartita con la Prussia e con l'Austria. Anche in questa situazione Caterina II fa valere la sua influenza derivante da una sua precedente relazione con Stanislao Poniatowski, posto proprio dall'imperatrice, anni prima, sul trono polacco.
Fiutando il pericolo proveniente dalla Francia rivoluzionaria, proprio nel 1789 anziché allentare la morsa per i servi della gleba, e nonostante le sue precedenti dichiarazioni di aprirsi ai loro voleri, di fatto ne irrigidisce la misure, aumentando di molto il loro numero, forte dalla centralizzazione del potere da lei operato.
Contemporaneamente però Caterina II si dà da fare in campo letterario con opere autografe, articoli, schizzi di satira e trattati dal piglio polemico.
Tra le sue commedie, spesso didattiche e con intenti critici diretti ai suoi oppositori, si ricordano "L'ingannato" e "Lo stregone siberiano".
L'imperatrice è un'illuminista convinta e scrive alla maniera degli illuministi, versata in più ambiti artistici. Conosce Voltaire, Diderot e D'Alembert, i quali nelle loro opere provvedono alla definizione di "Grande", consolidando la sua opera, la quale però, in chiave squisitamente illuministica, si esprime quasi esclusivamente in campo scolastico ed educativo. Si deve a lei, infatti, l'istituzione di case di educazione nelle città di Mosca e Pietroburgo, oltre all'apertura di molte scuole anche per adulti nei vari capoluoghi del Paese.
Di lei Diderot scrisse:
Ha l'anima di Bruto e il fascino di Cleopatra.
Caterina II Alekseevna di Russia, detta Caterina la Grande, muore a San Pietroburgo, il 17 novembre del 1796 all'età di 67 anni.
Dopo la sua morte, il figlio, divenuto zar, Paolo I, non apprezzando l'opera della madre, nel dicembre dello stesso anno pretende che le spoglie del padre vengano riesumate e sepolte con tutti gli onori nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo, insieme a tutti gli altri zar, secondo la tradizione russa.
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