Cesare Mattei

Cesare Mattei

Cesare Mattei

Biografia

Le origini

Cesare Mattei nasce l'11 gennaio 1809 a Bologna da Luigi Mattei e Teresa Montignani all'interno di una famiglia, che sebbene fosse di umili origini, apparteneva all'alta borghesia bolognese dell'epoca. Nella seconda metà del '700, infatti, il nonno di Cesare, Andrea, insieme ai nipoti rimasti orfani, aveva sollevato l'intera famiglia da una condizione di estrema povertà che li aveva visti soffrire la fame per generazioni, approfittando dell'enfiteusi, un diritto dato ai contadini che avevano lavorato per anni un appezzamento di terra, di potersi comportare come proprietari, accordando loro persino la possibilità di vendere la terra per ricavarne un profitto.

Andrea dimostrò una spiccata abilità commerciale reinvestendo il ricavato nell'acquisto di un piccolo locale fatiscente in pieno centro a Bologna che restaurò, creando un negozio di "gargioleria" dove, oltre ai prodotti della loro terra, si vendevano i pettini per pettinare la canapa, la canapa, la passamaneria e tessuti di vario tipo.

In breve fecero fortuna e la fortuna venne loro ulteriormente incontro in quanto l'Austria in quei tempi mise in svendita una vastità di terreni e i più bei fabbricati della città appartenuti allo Stato Pontificio. Andrea potè in tal modo divenire proprietario di beni immobiliari per pochi scudi e chiese addirittura un riconoscimento ufficiale, lo IUS CIVITATIS, che gli fu accordato permettendogli un ingresso ufficiale fra l'alta borghesia.

Andrea aveva quattro figli, tre femmine e un maschio e poiché le donne non avevano alcun diritto in società, l'intera eredità èassò nelle mani di Luigi, il padre di Cesare Mattei, che potè così sposare una nobildonna, dalla cui unione nacquero due figli, Cesare e Giuseppe più giovane di due anni.

Vita sociale

Grazie a questa rapida risalita nella società Cesare ricevette un'educazione privilegiata e frequenta i salotti bolognesi entrando in profonda amicizia con alte personalità. Basti pensare a Paolo Costa, insegnante di filosofia, alchimista, esoterista, membro della carboneria, che incise fortemente nella sua formazione, al Minghetti, suo compagno di studi, e molti altri.

Entrò rapidamente nelle grazie del Papa Pio IX e svolse servizi per lo Stato Pontificio rivestendo l'incarico di tesoriere per l'Emilia Romagna, Guarda Giurata e Cameriere privato del Papa. Fu anche uno dei dieci fondatori della Cassa di Risparmio. Contemporaneamente fece carriera anche nella politica divenendo senatore e partecipando con fervore agli svolgimenti storici del suo tempo.

La vita di Cesare Mattei fu costellata da numerosi drammi e tragici accadimenti dove dimostrò sempre una grande forza d'animo, risollevandosi letteralmente come una fenice.

Cesare Mattei e l'elettromeopatia

L'evento maggiormente incisivo che diede letteralmente una svolta alla sua vita fu la lunga malattia della madre, seguita, dopo ben dieci lunghi anni di dolorosa agonia, dalla sua morte per tumore al seno. La medicina dell'epoca non aveva alcun mezzo per alleviare la sofferenza, non vi erano sedativi di alcun genere e prevaleva il nichilismo terapeutico, dove gli unici interventi ammessi erano le sanguisughe e le docce fredde.

Al decesso della madre Cesare rivoluzionò la sua vita abbandonando completamente tutto ciò che aveva edificato fino ad allora. Ogni incarico fu abbandonato con un'eccezione, quello di Cameriere del Papa che rivestì fino alla sua morte.

Si ritirò nella sua villa a Vigorso nei pressi di Budrio e per diversi anni non si seppe più nulla di lui. In quel tempo elaborò il dolore di aver perso la sua adorata madre, trasformandolo in quello che divenne il suo unico scopo di vita, la sua missione, un profondo desiderio di riscattare il dolore patito dalla madre. Ne riemerse con la creazione di una nuova medicina, l'Elettromeopatia, e per parecchi mesi andò alla ricerca di un luogo adatto per edificarne la "culla".

La Rocchetta Mattei

Nel 1850 iniziarono i lavori di costruzione della Rocchetta Mattei che impegnò parecchi manovali del luogo e fece crescere Riola in prosperità e benessere, offrendo lavoro pagato generosamente a tutti coloro che accorrevano per partecipare. Il castello crebbe incastonato letteralmente nella roccia di arenaria, che per la sua alta concentrazione ferrosa risultava magnetica.

Nel 1854 Cesare Mattei fece il suo unico viaggio all'estero che influenzò fortemente lo stile assunto dalla Rocchetta. Partecipò a quello che potremmo identificare come il nostro Expo, una vasta esposizione al palazzo Diamante di Londra, dove si rappresentarono tutti gli stili architettonici del mondo. Cesare fu palesemente affascinato dallo stile moresco che volle riportare nella sua meravigliosa Rocchetta.

In realtà sono oggi riconoscibili tre stili nel medesimo castello: lo stile moresco, voluto dal Conte, lo stile medioevale, visibile nelle guglie e nelle tre torri, forse edificate sugli antichi basamenti delle torri matildee e lo stile liberty, introdotto nei primi del '900 dal figlio adottivo, Mario Venturoli.

Nel 1809, terminata una fiancata, Cesare potè finalmente trasferirsi a vivere all'interno della Rocchetta ed iniziare a ricevere i numerosi malati che provenivano da tutto il mondo.

Lotte ed onori

Il Papa Pio IX gli offrì l'ospedale di Santa Teresa in Roma, un ospedale militare, dove Cesare con la sua elettromeopatia compì dei miracoli. Gambe in cancrena che normalmente venivano amputate guarivano in tre settimane, il dolore scompariva, i tumori retrocedevano fino a dissolversi.

Ben presto il passaparola fece giungere la notizia fino ai luoghi più lontani. Ricevette visite inattese da tutta la nobiltà straniera, persino da Alessandro II, Zar di Russia. Si formarono magazzini e depositi da dove si dipartiva la distribuzione dei suoi miracolosi prodotti fino a raggiungere i più piccoli paesi di ogni luogo. Basti pensare che dopo quattro anni i depositi erano 26 e al termine della sua vita, nel 1896, erano saliti a ben 176!

Vi erano medici e farmacisti che apprezzavano Cesare Mattei e le sue cure, e lo consultavano con entusiasmo, mentre altri, i più conservatori, non erano affatto lusingati che un autodidatta, che non aveva compiuto i consueti e lunghi studi accademici, avesse tanto successo. Lo combatterono fino al termine della sua vita, richiamandolo in tribunale e minacciandolo continuamente. Ma la protezione del Papa da un lato e la gratuità delle sue cure dall'altro, permisero a Cesare di continuare ad operare in tutto il mondo nonostante l'opposizione. Fin dall'inizio, infatti, il Conte dispensò gratuitamente le sue cure e la medicina che lui personalmente preparava in tutta segretezza rinchiuso all'interno di un'alta torre del castello dove aveva creato il suo laboratorio.

L'adozione di Mario

Molti altri furono gli eventi drammatici che lo colpirono. Nel 1887, nel pieno della sua attività, gli giunse la notizia che aveva perduto tutte le proprietà, i denari ed era talmente ridotto al lastrico che persino la Rocchetta era stata messa all'asta. Da parecchi anni ormai aveva affidato la procura della completa gestione del suo patrimonio al nipote Luigi, figlio del fratello Giuseppe, che era stato raggirato dai nemici di Cesare fino a farlo indebitare per colpire il Conte. Erano ormai ben sei anni che stava cadendo in un lungo e profondo precipizio, che per orgoglio teneva nascosto allo zio.

Cesare, disperato, diseredò e allontanò per sempre il traditore e chiese a un suo abile dipendente, Mario Venturoli, di aiutarlo. Questi riuscì nell'intento, facendogli ottenere in prestito una modesta cifra per il riscatto. Per ringraziarlo lo acquisì come figlio portandolo a vivere con lui al castello.

Gli ultimi anni di vita

Gli ultimi anni di vita del Conte Cesare Mattei furono i più tormentati. Dopo i lunghi anni di minacce, persino di morte, e i numerosi tradimenti, aveva sviluppato una estrema tendenza alla diffidenza. Quando la moglie di Mario, di origine rumena, gli preparò un caffè alla turca per sorprenderlo, interpretò il gesto come un tentativo di avvelenamento mosso dai suoi nemici. Pertanto negli ultimi tempi della sua esistenza si ruppe il legame con il figlio che giunse per diffidenza a diseredare. Morì solo il 3 aprile del 1896 dopo aver scritto numerose lettere a Mario, chiedendogli di ritornare a vivere con lui rinunciando alla moglie traditrice.

Sul letto di morte Cesare Mattei lasciò cinque fogli dove descrisse la procedura di preparazione dei suoi preziosi e miracolosi prodotti che nessuno fu in grado di interpretare correttamente.

Oggi sono sopravvissuti solo tre dei cinque fogli. Mentre è nota la lavorazione dei fluidi delle 33 piante che utilizzava, e l'elenco stesso delle piante, manca la parte più importante, quella che rende capace una cipolla di guarire la lebbra, la cecità e le numerose patologie che affliggono l'intera umanità.

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