Nicolas Steno
Biografia • Un occhio al cielo e uno alla terra
Nicolas Steno (Niels Stensen) - nome poi italianizzato in Niccolò Stenone - nasce a Copenaghen (Danimarca) il giorno 11 gennaio 1638, qui studia medicina avendo come precettore il celebre Thomas Bartholin. Negli anni successivi è ad Amsterdam e a Leida dove ha come maestri grandi anatomici quali Franciscus Sylvius.
In Olanda scopre il dotto principale della ghiandola parotide, detto anche "dotto di Stenone".
Dopo la laurea in medicina nel 1664 si trasferisce a Parigi, ospite di Melchisédech Thévenot, noto mecenate attorno al quale si riuniscono alcuni dei più grandi nomi della scienza del tempo. Nel 1666 si trasferisce a Firenze presso la corte del Granduca di Toscana, Ferdinando II de' Medici.
La corte dei Medici è il punto di incontro di alcuni dei più importanti scienziati del tempo tra cui Vincenzo Viviani, Francesco Redi, Lorenzo Magalotti e Marcello Malpighi. È soprattutto con Viviani e Redi che Stenone stringe profondi rapporti di amicizia.
In Toscana, oltre a proseguire gli studi anatomici, rivolge il suo interesse anche alla geologia e mineralogia. A Livorno lo commuove la processione del Corpus Domini nel giugno del 1667; a Firenze Stenone, di fede luterana, si converte al cattolicesimo. Sempre a Firenze dà alle stampe nel 1669, il suo "De solido intra solidum naturaliter contento dissertationis prodromus", opera per la quale viene ricordato come uno dei principali fondatori della moderna geologia.
Dopo un breve ritorno a Copenaghen, è richiamato a Firenze da Ferdinando, ma al suo arrivo il Granduca è già morto. Stenone è comunque accolto assai benignamente dal suo successore Cosimo III. Nel 1672 è richiamato in Danimarca e nominato regio anatomico, ma vi rimane solo due anni, dopo i quali si sposta nuovamente a Firenze. Nel 1675 è ordinato sacerdote, e nel 1677 vescovo titolare (in partibus infidelium, ossia in territorio di infedeli) di Tiziopoli, nell'attuale Turchia, e vicario apostolico per la Scandinavia, con sede ad Hannover.
Nel 1680 si sposta ad Amburgo e nel 1685 a Schwerin, dove rinuncia alla dignità episcopale e vive come semplice sacerdote fino alla morte. Nicolas Steno muore il 6 dicembre 1686 all'età di 48 anni.
Per volere di Cosimo III la sua salma viene trasportata a Firenze, dove è oggi sepolta nella Basilica di san Lorenzo. Niccolò Stenone è stato beatificato il 23 ottobre 1988 da Papa Giovanni Paolo II.
La sua figura è caratterizzata dalla grande intensità prima negli studi scientifici, poi nella sua attività pastorale. La sua famosa frase "pulchra sunt quae videntur, pulchriora quae sciuntur, longe pulcherrima quae ignorantur" (belle sono le cose che si vedono, più belle quelle che si conoscono, bellissime quelle che si ignorano) potrebbe ben essere presa come esempio di giusta curiosità intellettuale, fondamento per la ricerca scientifica di ogni tempo.
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