Silvio Spaventa
Biografia • Paladino della giustizia amministrativa
Silvio Spaventa, filosofo - nonché fratello del più noto Bertrando - e politico, nasce a Bomba, in provincia di Chieti, il 12 maggio 1822. Compie gli studi nei seminari di Chieti e, successivamente, di Montecassino, nel quale diviene allievo ed amico di padre Luigi Tosti e, nel 1843, si sposta a Napoli dove approfondisce le sue conoscenze del diritto. Qui entra in contatto con gli ambienti patriottici, dei quali condivide le attività di cospirazione.
Insieme al fratello fonda, nel 1846, una scuola di filosofia che i borboni provvedono poco dopo a sopprimere. Due anni dopo, in seguito alla concessione della costituzione da parte di Ferdinando II, fonda il quotidiano "Il Nazionale", riscuotendo un discreto successo.
Dalle pagine della testata Silvio Spaventa sostiene con tenacia i principi liberali ed i sentimenti di unità nazionale. Eletto deputato, all'attività istituzionale ed ufficiale ne affianca una clandestina dando vita, con Luigi Settembrini, alla società segreta "Unità Italiana".
All'inizio del 1849 compie un viaggio a Roma, Torino e Firenze, nel corso del quale conosce Pellegrino Rossi, Vincenzo Gioberti, Michelangelo Castelli e Massimo d'Azeglio. Scoperto dai borboni, al rientro viene arrestato, processato e condannato a morte: la condanna viene poi commutata in ergastolo. Spaventa sconta la pena nel penitenziario di Santo Stefano, insieme allo stesso Luigi Settembrini e ad altri venticinque patrioti, tutti "rei del delitto di Maestà". Dopo dieci anni di carcere viene liberato e inviato in esilio negli Stati Uniti.
L'ammutinamento dell'equipaggio però, organizzato dai patrioti, lo porta in Irlanda; da qui si trasferisce a Londra e nel 1860, per le ottime notizie che giungono dall'Italia, vi fa rientro fermandosi a Torino, dove diviene un prezioso collaboratore di Cavour.
Deputato della Destra nel primo Parlamento italiano, carica che conserverà dal 1861 al 1889, nel dicembre 1862 diventa segretario generale degli Interni nei gabinetti Farini e Minghetti, fino al settembre 1864, svolgendo un ruolo molto incisivo nelle decisioni di politica interna. Nel 1868 è Consigliere di Stato. Divenuto Presidente del Consiglio lo statista Marco Minghetti, riceve da questi l'incarico di ministro dei Lavori Pubblici, che conserva per l'intera durata del Governo, dal 1873 al 1876.
La battaglia più importante di Spaventa, in questo ruolo, riguarda l'acquisizione, da parte dello Stato, della proprietà e della gestione dell'intera linea ferroviaria nazionale. Dopo la caduta della Destra, avventa nel 1876, inizia una battaglia tesa alla creazione di un organismo che tuteli il cittadino dal punto di vista amministrativo e nel 1889, grazie al suo grande avversario Francesco Crispi, ora Presidente del Consiglio, consegue l'obiettivo: nasce la Quarta Sezione del Consiglio di Stato - proprio per occuparsi di giustizia amministrativa - e lo stesso Crispi gliene affida la presidenza.
Dopo circa quattro mesi di infermità che lo immobilizza nel letto, Silvio Spaventa si spegne il 20 giugno 1893, a Roma, all'età di 71 anni.
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