Andrew Howe
Biografia • Talento predestinato
Andrew Curtis Howe Besozzi nasce il 12 maggio 1985 a Los Angeles (USA), figlio di Andrew Howe Senior, calciatore di origini tedesche e di Renée Felton, atleta ostacolista statunitense. I genitori si separano quando Andrew ha appena diciotto mesi. Renée conoscerà poi l'italiano Ugo Besozzi, che sposerà in seconde nozze nel 1990. La coppia prende residenza a Rieti, dove si trasferisce anche il piccolo Andrew di cinque anni. Acquisita la cittadinanza italiana, il tricolore diventerà la bandiera per la quale gareggerà nelle discipline dell'atletica leggera che lo renderanno famoso.
Cresce atleticamente al Campo scuola di Rieti: a livello giovanile pratica diverse specialità, dai 110 metri ostacoli ai salti, sempre seguito dalla madre - fisioterapista e guida tecnica - che sarà sua allenatrice a partire dall'età di 15 anni di Andrew, nonchè prima tifosa. Il giovane prova a praticare anche il calcio e la pallacanestro, ma il talento e il suo eclettismo lo riportano verso la pista di atletica.
Ha appena 16 anni quando si presenta ai mondiali juniores di Debrecen nel 2001: qui si mette in luce vincendo la medaglia di bronzo nel salto in lungo con la ragguardevole misura di 7,61 metri. Tre anni più tardi i mondiali juniores si svolgono in casa, a Grosseto: qui il giovane Howe si impone all'attenzione nazionale e internazionale aggiudicandosi 2 medaglie d'oro, una nei 200 metri (tempo: 20"28) e l'altra nel salto in lungo (saltando 8,11 metri).
Da questo momento sentirà il peso delle grandi aspettative che tutto l'ambiente mediatico gli farà gravare addosso.
"È da quando ho 13 anni che dicono che sono un predestinato, per me è sempre stata una croce" - ha dichiarato; a quell'età aveva già battuto il tempo della madre nei 100 metri ostacoli.
Solo un mese dopo la rassegna iridata, Andrew Howe esordisce ai Giochi Olimpici di Atene 2004. Dopo aver passato il primo turno di qualificazione nei 200 metri, torna a riacutizzarsi un dolore al piede che lo frena nella prova successiva, la quale avrebbe dato accesso alle semifinali.
Ai campionati del mondo di atletica di Helsinki 2005 si ferma nuovamente al secondo turno dei 200 metri. È anche nel quartetto della staffetta 4x100, ma la squadra italiana viene squalificata nelle eliminatorie.
L'anno seguente arriva la sua prima medaglia da professionista: giunge terzo (medaglia di bronzo) ai Mondiali di atletica indoor di Mosca 2006, nel salto in lungo, con la misura di 8,19 metri.
Ripresa la stagione delle gare all'aperto, si cimenta anche sul giro di pista (400 metri piani), stabilendo il suo primato personale di 46"03 a Rieti e correndo nella staffetta 4x400 nella Coppa Europa di Malaga; in quest'ultima manifestazione si impone nella gara di salto in lungo con la misura di 8,29 metri.
Il 14 luglio 2006 allo Stadio Olimpico di Roma si svolge un prestigioso Golden Gala: Howe arriva terzo nel salto in lungo con il suo nuovo primato personale di 8,41 metri, solamente due centimetri in meno del record italiano detenuto da Giovanni Evangelisti.
Arrivano poi i Campionati europei del 2006 di Goteborg: Andrew Howe raggiunge il titolo di più forte saltatore del continente (medaglia d'oro nel salto in lungo) con la misura di 8,20 metri.
Dopo un periodo di stage negli Stati Uniti dove ha modo di conoscere Carl Lewis, nel 2007 batte il record italiano indoor di Evangelisti (del 1987, migliorandolo di 4 centimetri): la manifestazione che registra il record sono i campionati europei indoor di Birmingham, la misura è di 8,30 metri e gli vale la medaglia d'oro.
In vista dei mondiali giapponesi di Osaka del 2007 e delle Olimpiadi di Pechino 2008, decide di abbandonare in modo definitivo le gare dei 100 metri piani, per concentrarsi in primo luogo sul salto in lungo, poi sulle distanze di 200 e 400 metri. A Osaka è madaglia d'argento con 8,47, nuovo primato italiano.
Alto 184 centimetri per 73 chilogrammi, in Italia Andrew Howe corre per l'Aeronautica Militare.
Un'altra sua grande passione coltivata fin dalla tenera età è la musica: suona la batteria in un gruppo hard rock chiamato "Craiving", attività che di fatto è per lui una seconda professione.
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