Ultimi commenti alle biografie - pagina 5402
Giovedì 10 maggio 2012 00:39:23
Per: Alessandro Del Piero
ciao Alex,complimenti per lo scudetto del tutto meritato, ma vorrei chiederti se potresti mettere una piccola parola a chi di dovere al fine di riuscire a trovare non sol sponsor ma anche supporto di altro genere(televisivo,cartaceo e/o altro) alla squadra Femminile Juventus,Via Faccioli a Torino .dove mia figlia gioca e dove sono i genitori a preoccuparsi dell'organizzazione di vari eventi sportivi.Questo perchè il calcio femminile in Piemonte è praticamente nullo o quasi. Ci affidiamo a te, e se vorresti vedere giocare le Ragazze gli allenamenti sono il lu-ma-gio dalle 18 alle 20.Un saluto ssincero
Da: luca camporelli
Giovedì 10 maggio 2012 00:06:29
Per: Piero Angela
Mi ha tenuto incollato al video per serate intere.
GRAZIE
Aldo Architetti-novantenne
Da: Aldo
Lunedì 7 maggio 2012 08:26:44
Per: François Hollande
...puoò darsi che questo Hollande abbia intravisto qualcosa dietro l'angolo che sia sfuggito al suo predecessore..
Da: Anselmo
Sabato 5 maggio 2012 19:19:44
Per: Michele Alboreto
Caro Michele come ogni annno Ti ricordiamo sempre e domenica 29aprile 2012 il (prete da corsa) Don Luigi Avanti nell'omelia celebrata nella chesa di Cadilana(lodi)
presidente del club clay regazzoni Ti saluta e Ti ricorda sempre per quella bella persona senibile che eri,ma io credo che lo sei tuttora.Con sincerità Giacomo Tansini fondatore presidente onorario club clay regazzoni.05\05\2012
Da: giacomo tansini www.clubclayregazzoni.it
Sabato 5 maggio 2012 17:23:04
Per: Michele Alboreto
Ho avuto la fortuna di conoscere Michele quando ha cominciato la sua carriera da (GRANDE) pilota sulla Formula Monza di Miragliotta Antonino, per gli amici Nino, purtroppo anchesso scomparso in giovane eta' per un malore nel Gennaio del 1983, Michele in quel periodo era gia' un personaggio noto, un CAMPIONE, e presente al funerale, io ho perso due GRANDI AMICI, non li dimentichero' mai.....Nicola Marvulli
Da: nicola
Sabato 5 maggio 2012 17:09:18
Per: Mario Monti
LA DITTATURA ECONOMICA
La dittatura ha una componente ideologica ed economica accentrata negli uomini guida del Paese.
In Italia le ideologie sono variegate, si dice paese democratico, mentre il potere economico è nelle mani dei politici. in forma diretta ed indiretta.
In forma diretta perché amministrano le società da loro controllate, in forma indiretta perché parte degli utili delle limitate aziende da loro non controllate, sono trasferiti impropriamente ai vari partiti, diminuendo i dividenti agli azionisti.
Le aziende dei politici vengono gestite e auto controllate, perciò funzionano sempre al meglio, se per caso falliscono sono ricuperate con i soldi dei cittadini.
Le società amministrate dai politici, sono le banche, gli ospedali, le università, la televisione, la radio, i teatri, centrali termiche, trasporti ferroviari, tranviari, metropolitani, aeroporti, le centrali del latte, gli ortomercati, le grande aziende, le circoscrizioni, le comunità montane, i comuni, le regioni, le province
( alcuni direttori dei comuni guadagnano circa 400.000 Euro l’anno, ottocento milioni delle vecchie lire, devono avere delle capacità superiori ad Albert Eistain! ),. .
Dal punto di vista economico è uno stato dittatoriale, dove l’economia è in mano ai partiti, ma poiché le componenti ideologiche sono multiple possiamo dire che è uno stato democratico lottizzato dai partiti.
L’amministrazione dell’economia richiede un numero elevato di politici che sono all’incirca un milione e mezzo, con un costo di circa di 180 miliardi annui, considerando la presenza di ben 10 milioni di lavoratori che operano nei servizi, per cui ogni politico ha un costo medio annuale di 120.000 Euro, pari a circa 10.000 Euro mensili
Il quadro generale in costi e numeri uomo sembra parzialmente definito, pertanto è possibile indagare e vedere come meglio ripartire le spese.
Ma prima di fare le nostre considerazioni vediamo nella storia come i grandi imperi sono caduti, la storia è maestra di vita!
I grandi imperi sono caduti per gli enormi investimenti in armi e uomini con un ritorno economico inferiore agli investimenti fatti (Vedi il libro di Paul Kennedy- Ascesa e declino delle grandi potenze - dal quindicesimo secolo ai giorni nostri ).
La metodologia temporale è stata la seguente, per l’investimento in armi e uomini sono necessari una quantità notevole di soldi, per averli la struttura statale aumenta le tasse ai privati cittadini che gestiscono l’agricoltura, le attività artigianali ed industriali, i commerci.
I privati cittadini al fine di ricuperare gli esborsi creati dalle tasse, aumentano i costi dei prodotti, determinando l’inflazione, poiché sono sempre più necessari soldi per acquistare il medesimo prodotto, la domanda monetaria globale supera il valore dei beni.
Il basso valore della moneta, innesta un secondo stadio, il potere centrale chiede crediti alle banche ( debito pubblico ), nei tempi antichi ai vassalli, indebitando lo stato per alimentare le strutture militari e per pagare gli interessi, sempre in forma maggiore fino alla svalutazione della moneta nazionale in confronto alle valute estere, con l’obiettivo finale del fallimento economico del paese.
Nei tempi moderni ad eccezione di due Stati, che investono enormi quantità di soldi per gli investimenti in armamenti, gli altri stati hanno limitati investimenti in armamenti e uomini, per cui non sarebbero in condizioni di probabili fallimenti, ma al posto del numero elevato di armi e militari, hanno un numero elevato di politici, che possono portare al medesimo risultato.
In Italia, come abbiamo visto, abbiamo un politico ogni circa 40 cittadini, i numerosi politici, lautamente pagati, hanno portato ad un debito pubblico di 2000 miliardi.
La struttura politica precedente in Italia era formata da 18 partiti, ora ridotta a 4-5, ma in questo limitato numero, sono confluiti tutti i politici precedenti, mantenendo inalterato il numero ed i costi.
Fatta la diagnosi vediamo come fare lo sviluppo nel paese Italia.
Se si riducesse di un terzo il costo della politica si risparmiano 60 miliardi all’anno, che possono essere utilizzati nel ridurre il debito pubblico ( interessi pagati annualmente per il debito pubblico circa 80 miliardi) o riattivare l’economia riducendo le tasse ai 20 milioni di lavoratori.
I venti milioni di lavoratori possono avere una riduzione annuale di tasse di 3000 Euro e mensile di 250 Euro.
IL GOVERNO OMBRA DEI MATEMATICI
Da: Panagin Romano
Sabato 5 maggio 2012 10:26:24
Per: Napoleone Bonaparte
Non fosse stato grande, non solo per i francesi, non sarebbe stato sepolto nel Panteon a Parigi!
Non per questo si devono condividere tutte le sue imprese.
En passant, sono crollati molti imperi, speriamo che crolli anche quello americano, quanto prima! Dipende anche della nostra bislacca UE.
Da: Istriano
Giovedì 3 maggio 2012 12:21:07
Per: Loris Capirossi
Loris grande campione!!!
E non dobbiamo dimenticare mai che la prima vittoria a Valencia con Ducati dopo 4 gare dall'esordio è stata sua!
Da: raffaele
Giovedì 3 maggio 2012 09:22:04
Per: Mario Monti
in occasione del 18 aprile ho inviato il seguente messaggio ad alcuni "maitres à penser" e politici italiani . Salvo daINIZIA
INVIATA IL 18 APRILE U.S.
A: SERGIO ROMANO, PAOLO MIELI, PIERO SANSONETTI, BERTINOTTI,
COSSUTTA, GALLI DELLA LOGGIA, A. PANEBIANCO, G.A.STELLA ,
redazione di “RIFONDAZIONE COMUNISTA”
Oggi 18 aprile ricorre il 64 anniversario delle elezioni del 1948 che dando una
netta vittoria alla Democrazia Cristiana e ai partiti della coalizione da essa
capeggiata segno’la sconfitta della coalizione social comunista.
Penso che varrebbe la pena ricordare con impegno, come la sconfitta di
Togliatti e Nenni per opera soprattutto di De Gasperi ( con l’indubbio supporto
del Vaticano) abbia impedito che l’Italia divenisse parte dei regimi del
cosidetto “socialismo reale” dove la libertà era soppressa e i diritti dei cittadini
conculcati.
L e decine di milioni di morti e di imprigionati nei Gulag di Stalin ( per non
parlare delle vittime di Mao ) e il regime di terrore che duro’ decine di anni
dimostrano che il comunismo e’ stato l’ideologia piu’ criminale dlla storia dell’
uomo .
Temo però che la data non verra’ ricordata perché scomoda soprattutto a molti
ex comunisti italiani che hanno memoria troppo corta.
A questo proposito vorrei segnalare quanto riportato nel libro “Togliatti e
Stalin “di Victor Zaslawsky e sua moglie Elena Aga Rossi in cui si riporta con la
documentazione relativa, la corrispondenza nei primi mesi del ’48 fra Togliatti e
Stalin ( tramite l’intermediazione dell’ambasciatore russo a Roma Kostilev ) in
cui Togliatti - certo della vittoria del suo Fronte Popolare dato per sicuro
vincente nei sondaggi - chiedeva a Stalin l’autorizzazione a prendere le armi (
che evidentemente i partigiani rossi delle brigate Garibaldi si erano ben guardati
dal consegnare alla fine della guerra 3 anni prima ) nel caso i brogli che -
secondo lui - De Gasperi e Scelba avrebbero scatenato per annullare
la “verita’ “ delle urne .
Stalin fece rispondere - pochissimi giorni prima del 18 aprile - a Togliatti in
senso assolutamente negativo autorizzandolo a prendere le armi “ solo se
attaccati nelle vostre sedi “.
Il povero Zaslawsky sostiene nel suo libro che la ragione di questa decisione di
Stalin era dovuta a due ragioni . La prima e principale : del timore di Stalin che
della rivoluzione proposta da Togliatti chi ne avrebbe avuto il miglior vantaggio
sarebbe stato Tito (con cui Stalin cominciava a litigare in quei mesi), le cui
truppe erano molto piu’ vicine di quelle sovietiche ai confini italiani; la seconda :
del timore di Stalin di una reazione armata degli Angloamericani ( le cui truppe
di occupazione nel frattempo pero’ avevano gia’ quasi completamente
abbandonato l’Italia ) . Reazione che sarebbe stata del tipo di quella greca che
in quei mesi si stava concludendo negativamente per i comunisti.
Comunque da questi fatti riportati sulla base di documenti scritti disponibili -dopo
la caduta del muro - negli archivi del Cremlino risulta una realta' chiarissima :
il PCI essendo al servizio di Mosca era una quinta colonna armata che agiva
contro gli interessi del nostro paese e i suoi esponenti di allora erano dei
criminali ai sensi del Codice penale e della Costituzione .
Senza contare che per il reato di "attentato alle Istituzioni dello Stato" è previsto
l'ergastolo e non vi e' prescrizione.
Perche' molti esponenti della sinistra di oggi (non solo i piu' vecchi
anagraficamente) se ne dimenticano regolarmente ??.
Attendo con estremo interesse le loro risposte e i loro commenti.
Giuseppe Gloria
RISPOSTA DI BERTINOTTI .(RICEVUTA IL 18.4. SERA)
Gentile Giuseppe Gloria,
La ringrazio molto per avermi scritto. Eludere la sua domanda significherebbe
accettare quell’impoverimento della politica al quale ha così tanto contribuito
chi ha abbandonato l’idea della trasformazione sociale accettando la miseria
dell’esistente. Né basta, a mio parere, per rispondere alle sue importanti
domande, la sottolineatura che noi non abbiamo mai parlato di comunismo ma
di «rifondazione comunista». E la parola «rifondazione» dice della impossibilità
stessa di una continuità e della necessità di ricostruire dalle fondamenta. Ma,
anche perciò, non basta. Noi che ci siamo definiti comunisti abbiamo il dovere
di dire in che direzione intendiamo muoverci e quale sia il senso della nostra
ricerca. Le risposte possono essere incomplete, ma devono essere date. Vale
per noi in questo momento della storia il verso di Montale: «Non domandarci
la formula che il mondo possa aprirti/ sì qualche storta sillaba e secca come
un ramo/ codesto solo oggi possiamo dirti/ ciò che non siamo, ciò che non
vogliamo».
L’esigenza di ridefinirci comunisti nell’oggi nasceva da un’analisi critica della
società contemporanea. Se il movimento operaio fosse un cane morto, se
fosse inscindibilmente legato ad un’epoca storica passata, se fosse figlio
dello sviluppo industriale e non del capitalismo, se fosse consegnato nel ciclo
fordista, non avremmo motivo di esaminare così spietatamente, lucidamente
quello che c’é dietro di noi. O meglio lo faremmo, ma solo per un interesse
tutto storico. Se invece nella società che ci circonda rintracciamo, come
rintracciamo, problemi e bisogni che hanno a che fare con quelli proposti d
dalla nascita del marxismo e del movimento operaio, allora fare i conti con
la nostra storia diventa necessario per sapere che cosa é vivo e che cosa é
morto, per poter di nuovo porre - se non risolvere - il problema della società
futura. L’Angelus novus non é solo una metafora della modernità, ma del
proletariato. Esso guarda le macerie e si rivolge al futuro. In quella torsione
del corpo sta il suo messaggio e il suo avvenire. La possibilità che il pensiero
di Marx sia più di una bandiera o di una nostalgia sta quindi proprio nell’analisi
della società in cui viviamo.
Per noi parlare di uguaglianza significa parlare di idee, culture, processi e
soggetti assai diversi da quelli che hanno caratterizzato il ‘900. In questo
secolo grande e terribile l’idea di comunismo è stata legata ad una sorta
di ineluttabilità, ad una attesa messianica. Su questa attesa e su queste
certezze si è fondata la strategia, si è puntato alla conquista del potere e alla
costruzione delle società postrivoluzionarie attraverso l’assolutizzazione dello
Stato. Il proletariato si «è fatto» partito organizzando il potere. Il comunismo
reale è stato purtroppo tutto ciò, negli onori e negli orrori che anche Lei
segnala, ma il movimento operaio è stato anche molto altro.
Oggi noi parliamo di processo aperto e indefinito. Un processo nel quale
vediamo i problemi irrisolti, ma non pretendiamo di dare una risposta ora, non
pretendiamo di costruire organicamente e scientificamente una strategia per
sempre e inequivocabilmente vincente. Parliamo di processualità, non di una
ineluttabilità. Siamo consapevoli del fatto che non è detto che ci
vincente. Parliamo di processualità, non di una ineluttabilità. Siamo
consapevoli del fatto che non è detto che ciò proponiamo diventi «storia». Ci
serve un ritorno a Marx, al Marx più radicale nella critica alla politica e nell’idea
di cambiamento e di liberazione della persona.
Un saluto cordiale
Fausto Bertinotti
Da: Giuseppe Gloria
Marcello Lippi
Allenatore italiano
Da: Giuseppe