Madame du Barry
Biografia
Marie-Jeanne Bécu, contessa du Barry nasce a Vaucouleurs il 19 agosto 1743. La storia la ricorda come Madame du Barry: è stat l'ultima favorita del re Luigi XV di Francia. Durante la sua permanenza a Versailles si rese protagonista di un temibile intreccio di intrighi. Morì all'età di 50 anni a Parigi, il giorno 8 dicembre 1793, durante il cosiddetto periodo del Terrore, seguito alla Rivoluzione Francese. Vediamo in questa breve biografia di Madame du Barry quali sono i punti salienti della sua vita.
Le origini di Madame du Barry
Marie-Jeanne Bécu è figlia di Anne Bécu, ultima di sette figli, nata il 16 aprile 1713: la storia della famiglia è curiosa.
Un mastro rosticciere parigino chiamato Jean Bécu, nato durante il regno di Luigi XIII, ebbe un figlio chiamato Fabien, ritenuto uno degli uomini più belli della capitale. Il suo fascino colpì Séverine Bonnet de Cantigny, dama della nobiltà e contessa di Montdidier, vedova; questa sposò Fabien senza pensare ai pregiudizi sociali: ella morì dopo poco. Fabien Bécu si fece da allora in poi chiamare Bécu de Cantigny.
Dopo essere stato commerciante di vino, divenne cuoco di Isabelle de Ludres, ex-amante di Luigi XIV che si era ritirata nelle sue terre in Lorena, nel castello di Vaucouleurs. Il 22 dicembre 1693 sposò in seconde nozze Jeanne Husson, cameriera della contessa de Ludres. Da questa unione nacque la nostra Jeanne.
Non è certo chi sia il padre di Jeanne Bécu, la futura Madame du Barry. Tra le ipotesi la più attendibile vede Jean-Jacques- Baptiste Gomard de Vaubernier, il religioso Frère Ange. Questi fu un monaco terziario francescano, del convento dei francescani chiamati Les Picpus; qui Anne Bécu, sarta, si recava regolarmente per il suo lavoro. Questo stesso prete il 1º settembre 1768 benedirà nella chiesa Saint-Laurent a Parigi il matrimonio di Jeanne con Guillaume du Barry. Per tutta la sua vita, la contessa du Barry si userà il nome de Vaubernier nelle sue firme.
Dopo Jeanne, Anne mise al mondo il 14 febbraio 1747 un secondo figlio illegittimo (il cui padre sembra essere un commissario delle finanze), Pierre Claude Bécu, che morirà in tenera età. La reputazione di Anne era molto compromessa. Fu allora che incontrò - opportunamente - Claude Roch Billiard du Monceaux, banchiere, pagatore delle Rendite, fornitore generale dell'Est, ricco finanziere che frequentava spesso la Lorena. Sedotto dalla bellezza della giovane donna, Billiard du Monceaux, naturalmente generoso, divenne il suo protettore. La portò con sé a Parigi e le procurò un impiego come cuoca.
Il 18 luglio 1749, Anne Bécu sposò, nella chiesa Saint-Eustache a Parigi, Nicolas Rançon, un domestico a cui Billard de Monceaux farà ottenere un posto di bottegaio in Corsica. Rançon de Montrabé fu addetto alle Accise e collettore delle Gabelle a Fresnays.
L'istruzione
In questo periodo, Jeanne Bécu de Cantigny fu messa in collegio presso le dame di Saint-Aure, nel convento parigino della rue Neuve-Sainte-Geneviève. Ci restò nove anni, dove soffrì per le regole severe, ma apprese moltissime materie.
Nel 1759, dopo aver passato 5 mesi in un salone di parrucchieri chiamato Lametz (il cui proprietario aveva quasi sposato ma del quale esaurirà il patrimonio), entrò al servizio della vedova di un fermier generale, Élisabeth de Delay de Lagarde (nata Roussel), ritirata nel suo castello di La Courneuve.
A contatto con l'alta società, acquisì poco a poco la spigliatezza e i modi distinti che non la lasceranno più.
Madame du Barry nell'alta società
Verso il 1761, divenne commessa in una boutique situata in rue Neuve-des-Petits-Champs, À la toilette. Questa attività apparteneva a Claude Edmé Labille, padre della futura ritrattista Adélaïde Labille-Guiard. Jeanne de Vaubernier incominciò a frequentare il mondo della moda. L'abbagliante bellezza della giovane ragazza la fece presto notare. Sembra chiaro che, come sua madre, Jeanne abbia avuto una gioventù delle più disinvolte.
Fu ricevuta in molti saloni parigini, dove Jean-Baptiste, conte du Barry-Cérès, un gentiluomo tolosano quarantenne, celebre nei circoli della galanteria per la sua depravazione e per l'assenza totale degli scrupoli, fece la sua conoscenza. Jeanne divenne la sua amante quando aveva solo 19 anni.
Qualche anno dopo, Jean-Baptiste volle fare l'elogio della sua conquista al maresciallo di Richelieu, vecchio libertino stimato a corte, che immaginò di presentarla al re Luigi XV.
Jeanne du Barry alla corte del re
L'incontro tra Jeanne ed il re avvenne discretamente, durante la primavera 1768, dall'intermediario di Dominique Lebel, primo valletto di camera del re. Questa operazione non era priva di movente politico per Richelieu, che voleva contrastare il ministro Étienne François de Choiseul. Quest'ultimo, elevato ministro dalla defunta Madame de Pompadour, sperava di far diventare sua sorella, la duchessa de Grammont, la nuova amante del re o, in caso contrario, anche un'altra donna a sua scelta.
Luigi XV s'innamorò follemente di Jeanne, dotata di un immenso fascino, e i cui talenti nell'amore gli davano una nuova gioventù.
La sconfitta di Choiseul fu veloce, e fu grande il suo risentimento verso Madame du Barry, che gli aveva fatto perdere la sua influenza preponderante nei confronti del re (per il quale lui nutriva un segreto disprezzo)
I lutti del re
L'anno 1768 aveva chiuso, per Luigi XV, un decennio di lutti familiari: quello di sua figlia Luisa Elisabetta di Borbone-Francia, duchessa di Parma, morta nel dicembre 1759, di suo nipote maggiore Luigi di Francia, morto nel marzo 1761; di sua nipote Isabella di Borbone-Parma, morta nel novembre 1763; della sua favorita sinceramente compianta, Madame de Pompadour, morta nell'aprile 1764; di suo genero Filippo I di Parma, morto nel luglio 1765; di suo figlio ed erede Luigi Ferdinando di Borbone-Francia, morto nel dicembre 1765; di sua nuora Maria Giuseppina di Sassonia, morta nel marzo 1767; infine quella di sua moglie, la discreta Maria Leszczyńska, morta nel giugno 1768.
In più, un progetto di nuovo matrimonio con l'arciduchessa Maria Elisabetta d'Asburgo-Lorena (sorella maggiore di Maria Antonietta), era in programma, ma la bellezza di questa principessa di 25 anni era stata rovinata dal vaiolo, malattia frequente all'epoca - e di cui il re stesso morirà.
Il re, sempre molto bello ma avanti negli anni (ne aveva allora 58) e nevrastenico, era quindi libero. Desiderava fare di Mademoiselle de Vaubernier la sua nuova favorita. Ma ciò non poteva accadere senza una presentazione ufficiale a corte da parte di una persona che vi avesse le sue entrature, e senza che la persona presentata fosse sposata.
L'amante del re
Il cavaliere Jean-Baptiste Dubarry, avendo già preso moglie (Ursule Dalmas de Vernogrèse, che terminerà i suoi giorni in un convento), fece sposare Jeanne a suo fratello minore, il conte Guillaume Dubarry. Jeanne divenne quindi la cognata del suo amante mentre suo marito fu immediatamente rinviato nella sua Languedoc natale con cinque mila livre che ricompensavano la sua complicità.
Per la madrina, si fece ricorso alla contessa de Béarn; appartenente ad una nobile famiglia, ma assai anziana e soprattutto indebitata, accettò questo impiego per pagare i suoi debiti.
Sposata e munita di un cognome più in vista di Bécu, Madame la contessa du Barry, fu presentata a Corte il 22 aprile 1769.
A differenza di Madame de Pompadour, Jeanne du Barry si adattò perfettamente agli usi della corte ma non s'interessava agli affari e non cercava di giocare un ruolo politico - di questo Luigi XV le fu grato.
Intermediaria del maresciallo de Richelieu, lei non mancò d'influenzare discretamente questa o quella decisione, ottenendo così la grazia di molti condannati a morte. Ma malgrado gli intrighi della duchessa de Grammont e di altre donne invidiose della sua posizione, si sforzò di essere gradevole a tutti (contrariamente a Madame de Pompadour, che non perdonava le offese e se ne vendicava anche aspramente). Voltaire, a cui lei aveva inviato due baci per posta, le inviò al ritorno del corriere questa celebre quartina:
«Che, due baci alla fine della vita! Qual passaporto vi degnate d'inviarmi! Due, è troppo uno, adorabile Egeria, Io sarei morto di piacere al primo»
In quello stesso anno il re le donò il castello di Louveciennes, che lei fece subito ingrandire incaricando per questo l'architetto del re, Ange-Jacques Gabriel. Tuttavia, il clan Choisuel non demordeva. Uno di loro, Mathieu-François Pidansat de Mairobert, pubblicò delle memorie segrete, (Anecdotes sur Mme la comtesse du Barry) all'origine degli attacchi di cui Madame du Barry fu costantemente l'oggetto. Diffondeva o suscitava delle canzoni licenziose, opuscoli ignobili, anche dei libelli pornografici (quali L'Apprentissage d'une fille de modes o L'Apothéose du roi Pétaud). Per forza di cose, Madame du Barry si trovò sostenuta dal partito devoto, ostile a Choiseul. Per aver concluso il matrimonio del Delfino e di Maria Antonietta, il Primo ministro si credeva intoccabile.
Prevenuta contro Madame du Barry dal suo arrivo in Francia nel 1770, la giovanissima Delfina, dal carattere integro, le dimostrò subito una viva antipatia. Incoraggiata dal clan Choiseul e Mesdames, figlie di Luigi XV, la trattò con un disprezzo ostentato, rifiutandosi di rivolgerle la parola e, pertanto, impedendo a Madame du Barry di poterle parlare. Infatti, il protocollo di corte prevedeva che il nobile di rango più inferiore dovesse attendere necessariamente che quello di rango superiore iniziasse una conversazione con lui o lei, prima di poter parlare a sua volta.
Questo rifiuto della Delfina a parlare alla du Barry costituiva una grande offesa, indisponendo tutti, dal re fino ai cancellieri, tanto che fu necessario che la stessa imperatrice d'Austria, madre della Delfina, imponesse da Vienna a sua figlia un comportamento più diplomatico. Sotto l'influenza di sua madre e dei suoi tutori, finì per dirle una frase di nove parole, in occasione del primo dell'anno:
«Il y a bien du monde aujourd'hui à Versailles» (Ci sono molte persone oggi a Versailles).
Compagna ufficiale
Nel 1771, in seguito alle continue umiliazioni inflitte a Madame du Barry - tra l'altro al teatro del castello di Fontainebleau - Luigi XV decise di licenziare Choiseul e lo sostituì con il duca d'Aiguillon, cosa che accrebbe il rancore di Maria Antonietta.
Consacrata ormai compagna reale ufficiale, Madame du Barry organizzò il matrimonio del conte di Provenza (fratello minore di Luigi XVI) con Maria Giuseppina di Savoia.
Tuttavia, per riscattare i peccati del padre (l'ultimo era la sua relazione dichiarata con Madame du Barry), la più giovane delle figlie di Luigi XV, Madame Luisa - mistica dall'infanzia - entrò nel carmelo di Saint-Denis il 10 ottobre 1770 e vi pronunciò i voti il 12 settembre 1771.
Il mecenatismo
Si è spesso affermato che il ruolo della contessa du Barry in materia artistica fu inferiore a quello di Madame de Pompadour. Tuttavia Madame du Barry s'interessò vivamente alle arti. Ma la brevità del suo "regno" - cinque anni - non le ha permesso di imprimere un segno comparabile a quello della sua precedente favorita.
Praticava il disegno con talento.
Giocò un ruolo di mecenate incoraggiando l'artigianato artistico francese. Ispirò i più grandi artisti della sua epoca, tra cui lo scultore Louis Boizot, direttore della manifattura di Sèvres. Contribuì anche allo sviluppo del neoclassicismo rivelando l'architetto Claude Nicolas Ledoux, che costruì il suo padiglione di musica di Louveciennes, o commissionando ordini ai pittori Joseph-Marie Vien, François Hubert Drouais, Jean-Baptiste Greuze o a Jean-Honoré Fragonard, agli scultori Félix Locomte, Augustin Pajou o Christophe-Gabriel Allegrain, e ad altri ancora. Le sue collezioni di mobili e oggetti d'arte furono sontuose e diedero vita alle più belle creazioni dell'ebanista Louis Delanois, costruttore di sedie, dell'ebanista Martin Carlin o del bronziere Pierre Gouthière.
Di gran gusto, come testimoniano le sue collezioni descritte da Charles Vatel, Madame du Barry ha, in un certo modo, inventato lo stile Luigi XVI.
In ogni modo, elegante e di gusto raffinato, la contessa du Barry esercitò un'influenza preponderante sulla moda della sua epoca. Lanciò soprattutto la moda delle stoffe a righe, che durerà in tutta Europa fino alla fine del XVIII secolo.
L'esilio dopo la morte del re
Dalla morte di Luigi XV (10 maggio 1774), suo nipote e successore Luigi XVI, probabilmente influenzato da Maria Antonietta e dalle zie, rilasciò una lettera con sigillo reale contro Jeanne du Barry.
Il duca de La Vrillière, Louis Phélypeaux de Saint-Florentin, fu incaricato di condurla di notte al convento di Pont-aux-Dames, nella diocesi di Meaux. Poi le confiscò le sue carte, che arrivarono in parte nelle mani del clan Choiseul. Alcune furono utilizzate per pubblicare una corrispondenza apocrifa, mescolanza di vero e di falso che apparve qualche anno dopo. Nacque così la leggenda secondo la quale le contessa du Barry fosse uscita dal bordello di Marguerite Gourdan.
Quasi un anno dopo, nell'aprile 1775, la contessa du Barry venne liberata.
Comprò una proprietà a Saint-Vrain, dove però si sentiva troppo isolata. Nell'ottobre 1776, il conte di Maurepas ottenne dal re che lei potesse ritornare nel castello di Louveciennes, l'usufrutto del quale Luigi XV le aveva ceduto nel 1769 e dove lei si trovò benissimo.
Ci visse una vita piacevole e felice, segnata da una lunga storia con Louis Hercule Timoléon de Cossé-Brissac, conte poi duca di Cossé-Brissac, e dalle piacevoli visite di Madame Élisabeth Vigée Le Brun, che divenne una sua amica e ci lasciò di lei tre stupendi ritratti.
Nel 1777, Giuseppe II, imperatore del Sacro Romano Impero, fratello della regina, di passaggio in Francia in incognito sotto il nome di conte di Falkenstein, per tentare tra l'altro di risolvere i problemi coniugali della giovane coppia reale, non esitò a venire a salutare la contessa, con grande disappunto di sua sorella. Farle un simile scherzo non gli dispiaceva. Si racconta che, quando l'antica favorita volle cedergli il passo, l'imperatore l'avrebbe invitata a precederlo dicendole:
«Passate, madame, la bellezza è sempre regina!»
L'anno seguente, andò a visitare Voltaire, anziano e malato, in omaggio all'uomo che lei ammirava ma anche alla filosofia dei Lumi.
La rivoluzione e la tragica fine
Nel 1789, la contessa du Barry offrì i suoi servigi alla corte. Nell'ora del pericolo, quando molti cortigiani si rifugiarono all'estero, lei non cessò di sostenere dall'interno la contro-rivoluzione nascente. Ma il suo passato la rese sospetta. Per i rivoluzionari, ciò che restava della fortuna della sua antica condizione di amante reale ne fece un bersaglio perfetto.
Nella notte tra il 10 e l'11 gennaio 1791, grazie a una scala trovata nelle vicinanze, degli scassinatori venuti da Parigi si introdussero in sua assenza nella sua camera del castello di Louveciennes, scassinarono il suo comò e rubarono diamanti e gioielli preziosi, il cui valore attuale è stimato intorno ai sessanta milioni di euro. Furono ritrovati un mese dopo a Londra, dove lei passò quattro soggiorni successivi per tentare - invano - di recuperarli. In effetti, si trovavano nelle mani della spia Nathaniel Parker-Forth. Quest'ultimo li conservò fino alla loro vendita a proprio favore da Christie's, alcuni anni dopo la morte della contessa.
Intanto, il duca di Cossé-Brissac era divenuto comandante capo della guardia costituzionale del Re, ma questo corpo, sospettato di troppa fedeltà al monarca, fu sciolto il 29 maggio 1792 dall'Assemblea legislativa e il suo comandante imprigionato a Orléans, in attesa del giudizio a Parigi dell'Alta corte.
Il 10 agosto il Palazzo delle Tuileries fu preso d'assalto dai rivoltosi e la famiglia reale venne incarcerata alla Torre del Tempio.
I massacri di settembre insanguinarono Parigi e terrorizzarono la provincia.
Il 9 settembre, il convoglio che riportava alla capitale il duca e i suoi compagni di sventura passò per Versailles, dove i prigionieri, abbandonati alla loro sorte dalle guardie, furono massacrati da un gruppo di tagliagole. I loro corpi vennero fatti a pezzi. La testa del duca viene gettata attraverso una finestra nel salone della contessa du Barry.
Dopo l'esecuzione di Luigi XVI (21 gennaio 1793), che non esitò a piangere, alla vigilia della dichiarazione di guerra contro la Gran Bretagna, Madame du Barry tornò precipitosamente in Francia per evitare l'apposizione di sigilli sulla sua proprietà di Louveciennes. Ma in quell'epoca, un soggiorno in Inghilterra era equiparato ad un aiuto agli emigrati e implicava l'arresto e quindi la condanna.
Madame du Barry fu denunciata da George Greive, identificato più tardi come un agente inglese in Francia. Implacabile nel volere la sua rovina, sembra aver desiderato fortemente le sue carte e, soprattutto, la sua corrispondenza con Brissac. Quest'ultima forniva preziose informazioni sugli sforzi dei monarchici dell'interno per salvare la monarchia assoluta, per esempio finanziando le guerre di Vandea. Sembra anche possibile che Greive abbia venduto questa corrispondenza al suo governo.
Malgrado una petizione firmata in suo favore da 59 abitanti di Louveciennes, divenne sospetta subito dopo l'approvazione della legge dei sospetti (17 settembre 1793).
Dichiarata nemica della rivoluzione, fu imprigionata a Saint-Pélagie il 22 settembre 1793.
Trasferita alla Conciergerie, il suo processo si aprì il 6 dicembre davanti al Tribunale rivoluzionario. Il giorno seguente, dopo un rapido processo presieduto da Fouquier-Tinville, fu condannata alla ghigliottina.
L'esecuzione ebbe luogo nell'attuale Piazza della Concordia l'8 dicembre (18 Frimaio anno II del calendario repubblicano).
Intanto, Madame du Barry fece febbrilmente il conto di tutti i suoi beni sperando così di salvarsi la vita, come le autorità le avevano fatto credere. Ma nonostante la confisca degli averi, la sentenza a suo sfavore fu confermata; si afferma che negli ultimi istanti il coraggio l'abbandonò.
Madame du Barry nella cultura popolare
Nella storia del cinema molti film hanno come protagonista o come comprimaria la contessa du Barry, sin dall'inizio del XX secolo. Tra i film più recenti ricordiamo:
- Marie Antoinette, regia di Sofia Coppola (2006) - con Asia Argento nel ruolo di Madame du Barry
- Jeanne du Barry - La favorita del re (Jeanne du Barry), regia di Maïwenn (2023) - con la stessa regista nei panni della protagonista e Johnny Depp nei panni del re suo amante
Foto e immagini di Madame du Barry
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