Gino Capponi
Biografia • Ispirare la cultura
Gino Capponi nasce a Firenze, con il titolo di marchese, il 13 settembre 1792 da una famiglia di antica nobiltà fiorentina, risalente al 1200, che nei secoli ha dato alla città cinquantasette priori e dieci gonfalonieri.
Divisasi in cinque rami, tutti molto potenti grazie alle attività di commercio e bancarie, capostipite di quello da cui discende Gino è Girolamo Capponi, morto nel 1526.
Letterato, storico, pedagogista, il suo spirito patriottico lo spinge verso l'impegno politico all'insegna del liberalismo moderato. Ultimati gli studi, nel 1816 parte alla volta dell'Italia e dell'Europa, rientrando in patria quattro anni dopo, nel 1820.
Nel 1821 è l'ispiratore de "L'Antologia", rivista culturale e politica di Giovan Pietro Vieusseux, del quale è molto amico e stretto collaboratore e con il quale darà vita ad altre importanti iniziative culturali ed editoriali: nel 1827 fondano "Il giornale agrario toscano", nel 1836 la "Guida dell'educatore" e, nel 1842, la nuova rivista "Archivio storico italiano".
Negli stessi anni, con Cosimo Ridolfi e Raffaello Lambruschini, danno vita alla prima Cassa di Risparmio di Firenze. Capponi conosce e stringe relazioni e rapporti di amicizia con i maggiori letterati ed uomini di cultura dell'epoca, quali Silvestro Centofanti, Guglielmo Pepe, Alessandro Manzoni, Pietro Colletta, Vincenzo Gioberti, Pietro Giordani, Nicolò Tommaseo, Giovanni Battista Niccolini e Giacomo Leopardi che, nel 1835, gli dedica la "Palinodia", opera bonariamente derisoria delle rosee visioni dei liberali.
Nel 1841 comincia a dare libero sfogo alla sua vena letteraria, componendo l'ottima opera pedagogica "Frammento sull'educazione" - che pubblica quattro anni dopo - a cui fa seguito "Sulla dominazione dei longobardi in Italia", del 1844 e 1859; del 1845 è "Cinque letture di economia toscana", mentre nel 1875 dà alle stampe "Storia della Repubblica di Firenze".
Senatore e per sole dieci settimane presidente del Consiglio, nel 1848 mette a punto le norme che riformeranno la consulta di Stato e del Senato. Nel 1854 perde la vista, ma la cecità non gli impedisce di proseguire nell'impegno politico: quattro anni dopo è in prima fila nel sostenere l'annessione della Toscana al Piemonte, ad opera di Bettino Ricasoli.
Nel 1860 è nominato senatore del Regno di Sardegna - ormai prossimo a trasformarsi in Regno d'Italia - carica che conserva fino al 1864.
Gino Capponi muore a Firenze il 3 febbraio del 1876, all'età di 84 anni.
Aforismi di Gino Capponi
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