Ritchie Valens
Biografia
Ritchie Valens, il cui vero nome è Richard Steven Valenzuela, nasce a Pacoima, un sobborgo di Los Angeles, il 13 maggio 1941 da una famiglia povera: la madre Connie lavora in una fabbrica di munizioni, mentre il padre Steve commercia legname. Cresciuto a San Fernando insieme con i genitori e il fratellastro Robert Morales, si appassiona fin da bambino alla musica messicana e apprezza gruppi vocali come The Drifter, The Penguins e The Crows.
Ascolta, inoltre, cantanti come Little Richard (al punto che più tardi egli stesso verrà soprannominato "il Little Richard della San Fernando Valley"), Buddy Holly e Bo Diddley. Nel 1951, in seguito alla morte del padre, Richard si trasferisce con la mamma a Filmore.
Dopo avere imparato a suonare la chitarra da autodidatta (il suo primo strumento aveva solo due corde), a tredici anni entra alla Pacoima Junior High. In questo periodo si intensifica il suo amore per la musica, che si concretizza nella partecipazione a molte feste studentesche, in cui si esibisce cantando e facendo divertire tutti con folk-song messicane. Nel maggio del 1958 Richie Valens entra nell'unica band rock and roll di Pacoima, i Silhouettes, come chitarrista; poco dopo, ne diventa anche il cantante.
Il gruppo nel giro di breve tempo acquisisce fama a livello locale, così che a Valenzuela viene proposta un'audizione con Bob Kean, proprietario dell'etichetta discografica Del-Fi Records, rimasto colpito da un'esibizione della band. La performance di Richie viene giudicata positiva; e così il ragazzo cambia nome (abbrevia il cognome in Valens e aggiunge una "t" al nome) e look, per poi incidere il suo primo singolo, intitolato "Come on, let's go!". Il brano ottiene un ottimo successo a livello locale all'inizio dell'estate del 1958, e nel giro di qualche settimana si diffonde in tutti gli Stati Uniti, superando la soglia delle 500mila copie vendute.
Visto l'esito positivo della sua prima canzone, Ritchie Valens intraprende un breve tour prima di tornare in studio per registrare "Donna", scritta ai tempi del liceo per la sua ragazza di allora, Donna Ludwig. Il lato B del singolo, invece, propone "La bamba", canzone huapango tipica del Messico orientale costituita da versi privi di senso. Il destino de "La bamba" è piuttosto curioso, nel senso che Valens inizialmente è restio a registrare il singolo, pensando che un brano totalmente in spagnolo difficilmente possa conquistare il pubblico americano: in effetti, mentre "Donna" arriva fino al secondo posto in classifica, "La bamba" non va oltre il ventiduesimo (eppure sarà proprio "La bamba" a essere ricordata anche a decenni di distanza).
Nel gennaio del 1959 il ragazzo californiano viene chiamato, con altri artisti emergenti (Dion and the Belmonts, The Big Bopper, Buddy Holly), a esibirsi in occasione del Winter Dance Party, un tour che avrebbe dovuto portare i musicisti ogni sera in un posto diverso, in varie città del centro-nord degli Stati Uniti. Dopo il concerto di Clear Lake (nello Iowa) del 2 febbraio, i ragazzi, non potendo utilizzare l'autobus fuori uso, decidono di affittare un piccolo aeroplano, un Beechcraft Bonanza - su consiglio di Buddy Holly -, per recarsi in Dakota del Nord, a Fargo, dove si sarebbe tenuta l'esibizione successiva.
A bordo, però, non ci sono posti per tutti: e così Ritchie e Tommy Allsup, chitarrista, decidono di lanciare una monetina per decidere chi può salire sull'aereo e a chi tocca rimanere a terra. A vincere è Valens. I giovani artisti, dunque, poco dopo la mezzanotte giungono all'aeroporto locale, dove fanno la conoscenza di Roger Peterson, pilota poco più che ventenne.
Nonostante l'assenza dell'autorizzazione della torre di controllo a causa di una fitta nebbia che diminuisce la visibilità, Peterson - pur avendo un'esperienza di volo molto limitata - decolla. Pochi minuti dopo, però, l'aereo cade a terra, schiantandosi in un campo di grano. Ritchie Valens muore tragicamente a Clear Lake a soli diciassette anni il 3 febbraio 1959: il suo cadavere viene ritrovato, vicino a quello di Buddy Holly, a sei metri di distanza dal velivolo.
La sua storia è raccontata nel film "La Bamba" (1987), di Luis Valdez.
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