Lyndon Johnson
Biografia • La difficile guida durante tempi delicati
Lyndon Baines Johnson, politico americano e 36° Presidente degli Stati Uniti d'America, nasce in una famiglia di agricoltori; è originario di Johnson City, una cittadina che porta il nome di suo nonno, un esperto cow-boy. La data di nascita di Lyndon Johnson è il 27 agosto 1908. Prima di buttarsi a capofitto e con successo nella vita politica, svolge tanti lavori diversi per mantenersi: il custode, il muratore, il lava-pavimenti.
Durante gli studi presso la Facoltà di Legge della Georgetown University, Johnson accetta il ruolo di segretario da parte di un deputato del Texas. Nello stesso periodo gli si offre l'occasione di conoscere Franklin Delano Roosevelt e affiancarlo nel suo programma politico, il "New Deal". Lyndon Johnson entra nella Camera dei Rappresentanti nel 1937, ed in seguito viene eletto anche al Senato. Nel frattempo partecipa al secondo conflitto mondiale come Ufficiale di Marina.
A partire dal 1953 guida il Partito Democratico, e mantiene questo ruolo fino a quando John Fitzgerald Kennedy si candida come Presidente: pare che l'attività di Johnson sia stata determinante per la presidenza di Kennedy. Quando questo muore, ucciso durante un drammatico attentato a Dallas, avvenuto il 22 novembre 1963, tocca a Johnson prendere le redini della Casa Bianca.
Una volta eletto Presidente, Lyndon Johnson risolve con abilità molti problemi lasciati insoluti dal suo predecessore. Scaduto il mandato nel 1964, si ricandida vincendo nuovamente. Durante la Presidenza Johnson attua una serie di importanti riforme: interviene a migliorare i servizi scolastici, rinforza il sistema sanitario, contribuisce a rendere effettiva l'integrazione degli immigrati africani in America, completando la legge sui diritti civili già iniziata, "Civil Right Act of 1964".
Durante il mandato di Johnson la lotta sociale è piuttosto aspra, e si concentra soprattutto nella protesta giovanile contro la guerra del Vietnam in corso. In politica estera il Presidente Johnson attira un vespaio di polemiche perché considerato il fautore dell'ostilità contro il Vietnam del Nord. Inoltre interviene con la forza per risolvere i conflitti nel Terzo Mondo (Santo Domingo e Congo).
L'opinione pubblica non nutre molta fiducia nei suoi confronti, ed infatti Johnson tenta di rimediare con successive trattative di pace, che però falliscono miseramente. I rappresentanti del Vietnam del Sud non vengono convocati a Parigi e quindi l'accordo non può essere raggiunto. Nonostante tutto, con questo Presidente l'America vive un periodo di prosperità economica, dovuto alla guerra e all'aumento della spesa pubblica.
Poco dopo Johnson decide di ritirarsi dalla vita politica, va a vivere in un ranch nel Texas e qui, San Antonio, muore il 22 gennaio 1973, a causa di un attacco cardiaco all'età di 64 anni.
Johnson lascia il Paese in una fase alquanto delicata, caratterizzato da conflitti razziali. In questo periodo perdono la vita Martin Luther King e Robert Kennedy, brutalmente assassinati per ragioni politiche. A Jhonson va riconosciuto il merito di aver continuato l'opera lasciata interrotta da Kennedy, per la realizzazione della "Great Society".
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