Ultimi commenti alle biografie - pagina 5450
Giovedì 13 ottobre 2011 13:57:19
Per: Gianmarco Pozzecco
semplicemente... un grande!!!
Da: Loredana
Mercoledì 12 ottobre 2011 17:54:32
Per: Mirko Tremaglia
egregio ministro,sono nipote e pronipote di italiani all'estero,ho 50 anni,vivo in America ed ho una ottima condizione economica e godo di ottima salute vorrei tanto che lei mi aiutassi a tornare a vivere in Italia, terra dei miei avi,mia madre si chiama giuseppina Rosa,anche lei vive in America mio nonno Giacomo Rosa vissuto e morto in Palestina/Israele e mio bisnonno francesco nato e morto in Italia, mi risponda per favore,so che ha aiutato tante famiglie a ritrovare le loro radici italiane.le scrivo con il cuore in mano e le chiedo di rispondermi all'indirizzo di mia cugina che vive in italia da 40 anni. Anticipatamente ringrazio porgendo distinti ossequi,Antoine Macoule California
Da: bassima
Mercoledì 12 ottobre 2011 00:22:57
Per: Guglielmo Marconi
marconi con la sua invenzione ha aperto la più grande via della communicazione, oggi con il telefonino(che è una radio ricetrasmittente)ci dà la possibilità di communicare a singole persone pur essendo in movimento e in qualsiasi posto nel mondo, w marconiamx
Da: antonio
Martedì 11 ottobre 2011 15:44:21
Per: Cristoforo Colombo
interessantissimo per conoscere la vita di cristoforo colombo
Da: Sara
Martedì 11 ottobre 2011 11:23:20
Per: Gigliola Cinquetti
grande grande grande, una vera regina della musica italiana, tanti successi senza eta'che hanno fatto il giro del mondo. Noi l'aspettiamo a sanremo e in teatro dopo l'annuncio di questi giorni. grande GIGLIOLA...
Da: Rosario
Martedì 11 ottobre 2011 10:55:16
Per: Milla Jovovich
sempre bellissima, e tra poco sarà nel nuovo film i tre moschettieri! sto già giocando online al nuovo game facebook in attesa di andare a vederla ala cinema https://www.facebook.com/pages/I-Tre-Moschettieri-Game/158168167610800
Da: silvia
Lunedì 10 ottobre 2011 18:38:34
Per: Fausto Coppi
Passando in internet con il mio computer, mi sono imbattuto più volte nei siti che parlano di Fausto Coppi, un personaggio da leggenda che ha fatto parte della mia vita da bambino e poi più tardi doveva coinvolgermi nella sua personale tragedia. Una tragedia che ha toccato quest’uomo che nel corso degli anni ho imparato a conoscere meglio attraverso i giornali e i libri che su di lui sono stati scritti. Ho spesso nel corso della mia gioventù studiato e rivisto più volte filmati, da quelli più noti a quelli che sono a mano a mano apparsi nella storiografia di questo campione dello sport italiano.
Forse la mia è una inconscia manifestazione del trauma del quale fui chiamato a fare parte senza volerlo la mattina che venne annunciata la sua morte.
Sono nato in una città di provincia come Bergamo, e a quel tempo il 1960, era in massima parte popolata da operai e contadini, la maggior parte dei quali viveva con le loro numerose famiglie in quartieri scomodi, in case cioè non riscaldate e prive di servizi igienici privati, tutto quello che si riteneva un lusso, come un bagno familiare, era in comune con altre famiglie.
Anche il riscaldamento delle case era a dir poco primitivo, in massima parte era costituito da una stufa a legna, posta nella cucina, l’unica stanza abitata per tutta la giornata specialmente in inverno, mentre le camere da letto erano poste in altre ali del fabbricato, cascine o casermoni abitati in prevalenza da operai che lavoravano nelle fabbriche vicine.
La mattina del 2 Gennaio 1960, non avevo ancora 14 anni, li avrei compiuti di li a due mesi il 12 Marzo, stavo nella legnaia del cortile, dove era accatastata quella poca legna che avrebbe dovuto bastare per tutto l’inverno, erano all’incirca le otto e trenta e mi accingevo a rompere e preparare alcuni pezzi per alimentare la stufa di casa come mi aveva chiesto di fare mia madre. Era questa una operazione che compivo giornalmente con una lungaggine esasperante, mi perdevo in fatti a contemplare le fotografie della pagine di giornale, del Tutto sport illustrato, che tappezzavano le pareti della legnaia. Corridori ciclisti famosi all’epoca o che lo erano stati, facevano da cornice tutto attorno, fissate alle pareti in legno del deposito. Sognavo e mi immaginavo nei loro panni, come se quelle foto evocassero in me antiche o possibili gesta sportive; Coppi , Bartali, Magni, Nencini, erano le figure di giornale che andavano per la maggiore.
Leggevo e rileggevo le didascalie che corredavano queste immagini, scritte dalle migliori firme del ciclismo italiano di quei tempi; Orio Vergani, Colombo, Mosca, lo stesso Montanelli.
Così anche quella mattina del lontano 1960, in vacanza perché le scuole erano chiuse per il periodo Natalizio, mi apprestavo a svolgere il compito assegnatomi dalla mamma. Come al solito svolgevo malvolentieri compiti o attività che non fossero di gioco, ma la preparazione della provvista di legna era il compito che facevo più volentieri, potevo per qualche istante starmene solo fra l’olimpo di quei grandi campioni, lontano dagli altri miei fratelli più piccoli, lagnosi e rompiscatole, che disturbavano quel mio momento di privata serenità, sognando ad occhi aperti.
Improvvisamente, come l’irrompere di un rumore molesto, la voce di una mia zia che mi aveva visto da lontano nella legnaia, mi urlava dal ballatoio a poche decine di metri di distanza chiamandomi per nome: E’ morto Fausto Coppi.
In quel preciso momento, stavo proprio ammirando una foto appesa sulla parete del magazzeno di Coppi in maglia gialla durante il giro di Francia del 1952, ripreso mentre si arrampicava su per una salita in una delle sue solite fughe solitarie.
Ricordo ancora come se fosse capitato ieri, rimasi sconcertato da quelle grida ma soprattutto dal contenuto di quelle parole, non riuscivo a credere, il campione del quale tutti me ne parlavano come essere invincibile, aveva dovuto soccombere di fronte alla morte. La morte già sapevo che cosa fosse, non perché me ne parlavano ma perché avevo potuto comprenderne il significato, dopo la morte della nonna e del nonno qualche anno prima.
Rimasi impietrito per qualche istante davanti a quella immagine, poi iniziai a piangere come un bambino che non voleva mostrare questa sua debolezza, singhiozzavo trattenendo i singhiozzi, mentre dai miei occhi scendevano copiose le lagrime. Non sentii nemmeno mia madre che mi chiamava perché gli portassi la legna. Quando si affaccio alla porta della legnaia , mi chiese cosa mi fosse accaduto. Solo allora iniziai a piangere senza più nessun ritegno, tanto che anche mia madre in genere avvezza al dolore e alla sofferenza, ne rimase colpita.
Questo è quello che ricordo di quel 2 Gennaio 1960.
Da: amelio corti
Lunedì 10 ottobre 2011 13:55:19
Per: Lenin
Quanti anni sono trascorsi da quando innalzasti il tuo vessillo comunista su questo continente!!!
Da: Pompilio Luciano
Domenica 9 ottobre 2011 10:33:34
Per: Lorenzo Cherubini
jovanotti sei il migliore dei migliore... aspetto il tuo tour in italia... !!! tanti baci e abbracci dalla sicilia <3 <3 <3
ps: sei un grandeee !!!
Da: Cucciola
Francisco Franco
Dittatore spagnolo
Da: Filippo