Carlo Emanuele La Marmora
Biografia • La fondazione dei Corazzieri
Carlo Emanuele La Marmora nasce a Torino il 29 marzo 1788 dal capitano Celestino Ferrero, marchese della Marmora - uomo dalle ampie prospettive di carriera che gli vengono tuttavia frustrate dall'avvento di Napoleone in Piemonte ma anche dalla sua morte prematura avvenuta all'età di 51 anni - e Raffaella, figlia del marchese Nicola Amedeo Argentero di Rasezio. È in omaggio alla casa sabauda che suo padre gli impone lo stesso nome di battesimo del principe di Piemonte.
All'età di diciotto anni entra come sottotenente nel 26° reggimento dei Cacciatori a cavallo dell'armata napoleonica, prendendo parte alla campagna di Prussia. Dal 1808 al 1810 è impegnato nella guerra di Spagna nel corso della quale viene ferito ad una gamba e, nel 1813, ottiene la promozione a capitano. Nuovamente ferito alla stessa gamba nella campagna di Sassonia, perde l'uso parziale dell'arto e da quel momento camminerà zoppicando per tutta la vita.
Caduto Napoleone e restaurata la casa sabauda in Piemonte, nel 1814 passa nell'esercito sardo col grado di luogotenente e qui prosegue la sua carriera militare che lo porterà al grado di generale il 3 marzo 1849.
Nel 1820 Carlo Emanuele La Marmora sposa Marianna Arborio di Gattinara Sartirana e Breme; dall'unione nascono otto figli. Nel 1833 aggiunge al titolo di marchese, ereditato dal padre, quello di principe di Masserano, ereditato da un cugino Ferrero principe di Masserano, in qualità di parente più prossimo.
Nel 1848, nel corso della prima guerra d'indipendenza è aiutante di campo di Carlo Alberto al quale è legatissimo al punto da seguirlo in esilio dopo l'abdicazione: partirà con lui, infatti, alla volta di Oporto, e sarà al suo capezzale quando, pochi mesi dopo, morirà, il 28 luglio 1849. Il re, che ricambia il sentimento di antica amicizia, lo aveva chiamato a sé come primo scudiero del principe, nel 1824; poi come gentiluomo di camera del re, nel 1831; quindi come comandante delle guardie del corpo del re che egli trasforma per la prima volta nel corpo dei Corazzieri.
Il 14 ottobre 1848 è nominato senatore, carica che utilizza per occuparsi di agricoltura dando un prezioso contributo al settore: dal 1839, peraltro, era già socio dell'Accademia dell'Agricoltura di Torino e, dal 1842 al 1846, Presidente dell'Associazione agraria subalpina di Torino quale Regio Commissario.
Carlo Emanuele La Marmora si spegne a Torino, dopo una lunga malattia polmonare, il 21 febbraio 1854, all'età di 66 anni.
Se la famiglia La Marmora (con Carlo Emanuele vanno infatti ricordati gli altri tre fratelli, valorosi generali, Alberto, Alessandro ed Alfonso) è ricordata per la fedeltà ai Savoia, Carlo Emanuele rimane il simbolo di tale fedeltà: persona discreta, non amante dei clamori è, dei quattro fratelli generali, quello rimasto più in ombra. Ma ha rappresentato altresì la figura più incisiva nella famiglia sabauda per la sua costante, affettuosa, rassicurante presenza. Vittorio Emanuele II, in segno di riconoscenza e gratitudine, gli farà dono della spada che era stata di Carlo Alberto.
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