Umberto I re d'Italia

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Umberto I re d'Italia

Biografia

Figlio del primo Re di Italia, Vittorio Emanuele II, e della regina del Regno di Sardegna, Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena, Umberto nasce a Torino il 14 marzo 1844. I suoi nomi di battesimo sono: Umberto Raniero Carlo Emanuele Giovanni Maria Ferdinando Eugenio. La nascita di Umberto, che assicura la discendenza maschile, viene accolta con gioia sia dalla famiglia reale che dal popolo piemontese. Durante l'infanzia ad Umberto e il fratello Amedeo viene impartita un'educazione di tipo militare, che ne forma il carattere e influenzerà il futuro regno. Tra gli insegnanti del futuro monarca vi è anche il generale Giuseppe Rossi.

Nel 1858 Umberto si avvia alla carriera militare, partecipando nel 1859 alla Seconda guerra di indipendenza. Subito dopo la proclamazione del Regno d'Italia, avvenuta nel 1861, diventa maggiore generale e l'anno dopo assume il ruolo di tenente generale. Negli stessi anni ha la possibilità di viaggiare al'estero, visitando città come Lisbona e Londra. In quello stesso periodo, nel 1865, a Torino infiamma la protesta perché la capitale del regno viene trasferita a Firenze. Nel 1866 sia Umberto che il fratello Amedeo partecipano alla Terza guerra di indipendenza.

Al fronte Umberto si distingue per il valore, poiché riesce a respingere gli attacchi austriaci con grande coraggio. Per questo gli viene conferita la medaglia d'oro al valore militare. Il 22 aprile 1868 Umberto convola a nozze con Margherita di Savoia. Naturalmente si tratta di un matrimonio combinato da Vittorio Emanuele II, che in occasione delle nozze istituisce il Corpo dei Corazzieri reali e l'Ordine della Corona d'Italia. I futuri monarchi visitano alcune città italiane durante il viaggio di nozze, poi raggiungono Bruxelles e Monaco di Baviera. Ovunque gli sposi ricevono una calorosa accoglienza. La coppia poi si stabilisce a Napoli. Qui la principessa da alla luce il figlio Vittorio Emanuele, nominato principe di Napoli.

La scelta di restare nella città partenopea è motivata dal fatto di avvicinare la dinastia dei Savoia al popolo meridionale, ancora legato al ricordo dei Borboni. Si racconta che Margherita, impossibilitata ad avere altri figli, avesse in realtà dato alla luce una bambina, subito sostituito da un maschio per assicurare la successione. Nonostante il lieto evento, il matrimonio tra Umberto e Margherita comincia a vacillare. Umberto, che ha un debole per le belle donne, viene scoperto dalla moglie a letto con una sua amante. Su ordine del suocero Margherita è costretta a restare con Umberto, anche se la sua volontà è di divorziare da lui. Il matrimonio di facciata viene mantenuto in piedi soprattutto per fini politici.

I due festeggiano le nozze d'argento il 22 aprile 1893. Le nozze servono a mantenere un certo equilibrio all'interno dell'aristocrazia. Pare che proprio Margherita, grazie alla sua diplomazia, è riuscita a mettere d'accordo le diverse fazioni dell'aristocrazia romana: quella nera, che fa riferimento al Papa Pio IX, e quella bianca, con idee più liberali.

Una curiosità: a Margherita, in visita a Napoli, si deve l'origine del nome della storica pizza.

Il 9 gennaio 1878 Vittorio Emanuele II muore, lasciando come successore al trono il figlio Umberto I. Il 19 Gennaio dello stesso anno il nuovo sovrano presta il solenne giuramento sullo Statuto Albertino, in presenza di deputati e senatori riuniti nell'aula di Montecitorio. Una volta diventato sovrano, Umberto I è chiamato a risolvere una serie di problemi: il Vaticano è ostile nei confronti del Regno d'Italia, vi sono dei fermenti repubblicani da parte di alcuni circoli culturali e politici, sono necessarie le riforme sociali per venire incontro alle classi disagiate, la politica estera deve essere rilanciata, come pure l'economia nazionale.

A livello internazionale, la crisi nei Balcani, provocata dalla guerra tra Turchia e Russia, è un problema molto complicato da risolvere. Per dipanare la matassa viene convocato il "Congresso di Berlino" dal cancelliere tedesco Bismarck. Una delle decisioni prese nel Congresso è che l'occupazione dell'Austria in Bosnia può durare soltanto nove mesi. I delegati italiani restano impotenti di fronte a tale decisione, e presentano una domanda di chiarimento, alla quale gli si risponde che è meglio accettare tale statuizione, per far sì che l'Italia mantenga l'amicizia con tutti gli Stati.

Uno dei delegati, il ministro degli Esteri Luigi Corti viene attaccato per non essere riuscito a portare risultati concreti e favorevoli all'Italia dal Congresso di Berlino. Per questo egli si dimette dall'incarico il 16 ottobre 1878.

Durante un viaggio per l'Italia con la regina Margherita, il monarca subisce un primo tentativo di assassinio, da parte dell'anarchico Giovanni Passanante. Per fortuna Umberto I riesce a sventare l'attentato, riportando soltanto una lieve ferita al braccio. A questo episodio seguono momenti di tensione e scontro tra anarchici e forze dell'ordine. Il poeta Giovanni Pascoli compone una poesia a favore dell'anarchico lucano autore dell'attentato, e per questo motivo viene arrestato.

Altri gravi problemi che emergono durante gli anni del regno umbertino sono: l'abolizione della tassa sul macinato, il corso forzoso della moneta e la riforma elettorale. I primi due vengono risolti rispettivamente nel 1880 e nel 1881. La riforma elettorale, invece, viene approvata il 22 gennaio 1882 e prevede l'allargamento della base elettorale (si può votare a ventuno anni, con obbligo di licenza scolastica e un censo compreso tra 40 e 19 lire annue).

In politica estera, Umberto sostiene apertamente la Triplice Alleanza. Assicurarsi l'appoggio dell'Austria è molto utile per l'Italia, quindi Umberto I decide di rinsaldare i rapporti con una serie di iniziative diplomatiche, prime fra tutte la visita a i monarchi austriaci. Inoltre appoggia con entusiasmo l'occupazione della Somalia e dell'Eritrea. Nel 1889 viene stabilito il protettorato dell'Italia in Somalia: qui nascono le prime colonie italiane.

Riguardo alla politica nazionale, Umberto I si lascia affiancare nel governo da Francesco Crispi, che riveste il ruolo di Presidente del Consiglio. L'attività politica di Umberto I, piuttosto conservatrice e autoritaria, è condizionata da una serie di avvenimenti gravi, come moti ed insurrezioni, che portano il monarca a prendere provvedimenti drastici. Nel 1893, il re viene coinvolto nello scandalo della Banca Romana, insieme a Giovanni Giolitti. Il 22 aprile 1897 Umberto I subisce un altro attentato di matrice anarchica; l'esecutore si chiama Pietro Acciarito. Anche questa volta rimane illeso, riuscendo con destrezza ad evitare il peggio. L'anarchico Acciarito viene arrestato e condannato al carcere a vita. Vengono arrestate e messe in carcere anche altre persone sospettate di avere avuto qualche rapporto con l'esecutore dell'attentato.

Il 29 luglio 1900 Umberto I si trova a Monza a presiedere una cerimonia sportiva. Mentre attraversa la folla, qualcuno spara tre colpi di pistola che raggiungono i suoi organi vitali. L'attentatore si chiama Gaetano Bresci, e dopo essere individuato viene immediatamente arrestato. Ma questa volta per il re non c'è nulla da fare.

Nel luogo in cui il monarca perde la vita sorge una Cappella, costruita per volontà del re Vittorio Emanuele II, nel 1910. Umberto I, re D'Italia, muore a Monza il giorno 29 luglio 1900, all'età di 56 anni.

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