Bruno Barilli
Biografia • Melodie linguistiche
Musicista, musicologo e compositore, saggista, giornalista e scrittore, Bruno Barilli nasce a Fano (Pesaro) il 14 dicembre 1880. Studia presso il Conservatorio di Parma: la ristrettezza culturale che in quegli anni contrassegna la città lo spinge ad andare a Monaco di Baviera nel 1901, presso la Dirigentschule, dove può perfezionare gli studi in direzione d'orchestra con il grande Felix Mottl e studiare composizione con Gluth e Thuille. Più tardi viene raggiunto a Monaco dal fratello Latino, pittore. Sempre a Monaco Barilli conoscerà Daniza Pavlovic, nipote del re Pietro Karagjorgjevic, cui si unirà in matrimonio e dalla quale avrà una figlia, Milena.
Negli anni tra il 1912 e il 1915 collabora con "Tribuna", "Corriere della sera" e "Resto del carlino", con reportage relativi alle guerre balcaniche. Dal 1915 sono vari i periodici cui presta la sua consulenza in qualità di critico musicale.
In questo periodo scrive due opere musicali: "Medusa" (1914, rappresentata soltanto nel 1938 a Bergamo) ed "Emiral" (1915).
Si trasferisce poi a Roma dove, terminata la prima guerra mondiale, nel 1919 è nel gruppo fondatore della rivista "La Ronda", in cui Barilli mantiene una rubrica dal titolo "Delirama". In questi anni è inoltre assiduo frequentatore del Caffè Aragno, uno dei ritrovi letterari più importanti di Roma.
Successivamente collabora a "L'Italia Letteraria". Il suo rapporto con gli altri artisti è testimoniato da numerosi ritratti (Eleuterio Riccardi, Amerigo Bartoli, Massimo Campigli, Scipione) che restituiscono di Barilli un'immagine di persona estrosa e brillante, così come sono i suoi pensieri scritti sulle sue pagine.
Si dedica anche alla scrittura pubblicando nel 1931 "Il paese del melodramma", serie di racconti per i quali si avvale della collaborazione di alcuni amici artisti. Nel 1938 esce "Parigi", illustrato della figlia Milena, apprezzata pittrice.
Altri scritti sono "Delirama" (1924), "Il sorcio nel violino" (1926), "Il sole in trappola" (1941, pubblicato dopo un lungo viaggio in Africa), "Il viaggiatore volante" (1946), "La lotteria clandestina" (La loterie clandestine, 1948), "Capricci di vegliardo" (1951); pubblicati postumi sono "Lo stivale" (1952) e "Il libro dei viaggi" (1963).
Ha lasciato estrose pagine di impressioni e divagazioni, cronaca e memoria, caratterizzate dalla sontuosità barocca delle immagini e da un gusto bizzarramente surrealista. Nelle cronache musicali l'osservazione della realtà è trasformata da un vivo linguaggio metaforico; nelle prose di viaggio le impressioni sono rese con frammenti disorganici folti di paradossi. I valori culturali che stanno alla base delle annotazioni di Barilli sono quelli nazionali e tradizionali, con la difesa del gusto classicistico e il rifiuto delle esperienze dell'avanguardia. Emilio Cecchi - critico letterario e critico d'arte - definirà la scrittura di Barilli "grandine e spruzzaglia di rubini e diamanti".
Bruno Barilli muore a Roma il 15 aprile 1952.
Aforismi di Bruno Barilli
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