George Berkeley
Biografia • Percezione e Materia
George Berkeley nasce a Kilkenny, in Irlanda, il 12 marzo 1685. Compiuti gli studi universitari in matematica, logica, letteratura classica, teologia e filosofia presso il Trinity College di Dublino, vi tornerà poi come lettore ed insegnante di teologia, oltre che di ebraico e greco. Approfondisce intanto la conoscenza di grandi pensatori leggendo, tra le altre, le opere di Locke, Malebranche, Molineaux, Gassendi, Certesio, Newton, Descartes, Hobbes, dando così avvio all'evoluzione del suo pensiero filosofico immaterialista che fisserà, fra il 1706 ed il 1708, nei "Philosophical Commentaries".
Nel 1707 Berkeley pubblica l' "Arithmetica" e la "Miscellanea mathematica", oltre al saggio "Of infinities". Nel 1710 viene ordinato sacerdote della comunione anglicana; nello stesso anno pubblica il "Trattato sui principi della conoscenza". Tre anni dopo si trasferisce a Londra per poi ripartire alla volta dell'Italia in mandato diplomatico per presenziare all'incoronazione del duca di Savoia. Nel corso del viaggio soggiorna alcune settimane a Parigi, dove pare incontri il filosofo e scienziato Nicolas Malebranche. Tornerà in Italia nel 1716, insieme al figlio del vescovo di Ash, del quale è precettore.
Nel 1728 sposa Anne Forster, figlia maggiore di John Forster, Presidente della Camera dei Comuni irlandese. Grazie ad una consistente eredità pervenutagli, decide di partire con sua moglie alla volta dell'America dove intende svolgere attività missionaria e filosofica per la gente del posto. Si insedia a Rhode Island, dove nasce Henry, il suo primo figlio, ma già nel 1731 è costretto ad abbandonare l'iniziativa perché viene meno il sostegno finanziario che la regina aveva in un primo momento assicurato.
Rientrato a Londra, nel 1732 George Berkeley pubblica "L'Alciforme", con la quale riscuote un grande successo. Negli anni che seguono continua con la pubblicazione dei suoi scritti: "La teoria della visione", nel 1733 e l'anno successivo, mentre riceve la nomina di Vescovo di Cloyne, esce "L'analista", opera a sfondo matematico; nel 1735 è la volta della prima parte del "Querist", che tratta di questioni economiche; nel 1744 pubblica la "Siris" che, pur conservando uno sfondo filosofico, tratta dell'acqua di catrame utilizzata per scopi terapeutici.
Con la morte di uno dei suoi figli, William, cui è particolarmente affezionato, nel 1751 la sua salute inizia a declinare. L'anno successivo si trasferisce a Oxford; qui George Berkeley muore a causa di un colpo apoplettico il 14 gennaio 1753, quando non ha ancora compiuto 68 anni.
Il pensiero filosofico di Berkley è tutto incentrato sull'idealismo che egli contrappone con forza, e in controcorrente con i "Lumi" che fanno capolino tra la fine del '600 ed i primi del '700, al materialismo che degenera nello scetticismo e nell'ateismo. La materia esiste in quanto percepita dall'uomo e, in mancanza dell'uomo, è comunque percepita da Dio. Riconducendo la realtà esterna allo spirito che la percepisce, vi è identità fra percezione e realtà ("esse est percipi", "essere è essere percepiti"), e dunque non esiste materia indipendente dalla percezione.
George Berkley, uno dei maggiori esponenti della filosofia empirista inglese, è stato annoverato fra i "padri dell'idealismo". Fra le altre sue opere si ricordano : "La Teodicea di Leibniz" (1710).; "Tre dialoghi tra Hylas e Philonous" (1713); "De Motu" (1721); Primo "Treatise" di Hume (1739).
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