Joaquín Sorolla
Biografia • Dipingere è come respirare
Il pittore spagnolo Joaquín Sorolla nasce a Valencia il 27 febbraio 1863 da una famiglia di umili origini. A due anni perde entrambi i genitori e viene adottato dagli zii, i quali, malgrado dispongano di pochi mezzi, assecondano fin da subito le sue attitudini per il disegno, facendolo partecipare, mentre lavora nella bottega dello zio a corsi serali di disegno nella scuola professionale per artigiani. Quando compie 15 anni gli zii decidono di liberarlo dagli impegni di lavoro e di mandarlo a tempo pieno all'Accademia di Belle Arti di San Carlo, sempre a Valencia, dove inizia il suo apprendistato.
Mentre studia con passione conosce il padre di un suo compagno di classe, Antonio Garcia, proprietario di un laboratorio fotografico che capisce subito quali sono le doti artistiche di Sorolla e lo aiuta a svilupparle, dandogli un lavoro nel laboratorio e permettendogli di dipingere nella soffitta del suo studio. Proprio questa esperienza sarà fondamentale per il pittore valenziano perché gli permetterà di iniziare a studiare la luce, uno dei temi ricorrenti e fondamentali della sua futura produzione artistica.
A casa di Garcia conosce Clotilde, la sua terzogenita, di cui si innamora e che sposa alcuni anni dopo. Mentre studia espone e si confronta con il mondo dei concorsi a premi, soprattutto cittadini, provinciali e regionali. Partecipa nel 1881 ad una mostra a Madrid dove non viene notato ma in cui apprende, visitando El Prado, nuove idee e tecniche pittoriche che lo segneranno profondamente.
Nel 1884 Joaquín Sorolla partecipa all'esposizione nazionale di Madrid con un quadro di ispirazione patriottica, "2 maggio 1908" e ottiene il secondo posto. In quello stesso anno vince un concorso provinciale indetto a Valencia che gli permette, grazie ad una borsa di studio, di trasferirsi a Roma.
Proprio nella capitale italiana conosce Pedro Gil Moreno, un uomo eclettico dalle vaste possibilità economiche che si diletta a dipingere. Proprio Moreno gli consiglia di visitare Parigi dove Sorolla apprende nuove tecniche pittoriche, capendo non solo che i suoi temi sono diversi dalle esigenze estetiche dell'epoca ma che la sua pittura è necessariamente legata ad una realizzazione "en plein air" e non in studio. Proprio grazie a questa idea e a grazie al suo soggiorno parigino l'artista focalizza ancora più precisamente il suo scopo pittorico, incentrato sulla luce.
Nel 1808 sposa Clotilde, la figlia del suo benefattore, che per lui rappresenta non solo una compagna, una moglie e la madre dei suoi futuri figli, ne avranno tre (Maria nata nel 1890, Joaquín nato nel 1892 ed Elena nata nel 1895) ma anche la sua modella, la sua musa e, anche l'organizzatrice pratica della sua vita. Infatti Clotilde toglie a Sorolla qualsiasi preoccupazione, permettendogli di dipingere con la massima tranquillità e libertà.
Il marito è un uomo dalla sensibilità straordinariamente fragile la cui pittura è come il respiro: essenziale, necessaria e obbligatoriamente costante allo stesso tempo. Sorolla è un pittore instancabile, ogni attimo della sua vita è dedicato al lavoro e alla sua famiglia ma il primo contraddistingue continue riflessioni e ricerche che lo porteranno a livelli artistici assai elevati mentre il secondo rappresenta il suo equilibrio e un luogo dove ritrovarsi dopo la fatica della pittura.
Grazie quindi al sostegno della moglie, Joaquín si butta a capofitto nella pittura partecipando ai principali concorsi nazionali e internazionali. In questo periodo incontra due pittori che saranno molto utili alla sua maturità di artista: José Jiménez Aranda e Aureliano de Beruete. Il primo lo consiglia su quali temi concentrare il suo talento favorendo l'aneddotica popolare, dedicandosi ai dettagli che all'epoca erano molto considerati e lavorando su pennellate più misurate, consigli necessari per vincere i concorsi, mentre Beruete gli permette di entrare nell'alta società procurandogli molte richieste per i ritratti di membri di famiglie facoltose e nobili, lavori che gli permettono di risolvere i suoi problemi economici.
Dal 1890 al 1901 partecipa ad una serie di concorsi che gli permettono di farsi conoscere ad un pubblico più ampio. Nella maggior parte vince o arriva secondo e alcuni quadri, come ad esempio "Un'altra margherita" del 1892, vengono venduti a quotazioni importanti per l'epoca. I temi ricorrenti della sua pittura sono la spiaggia (come i capolavori "Estate" del 1904 o "Bambini sulla spiaggia" del 1909), il mare, i giardini, la sua famiglia ("Madre" del 1895) e temi popolari come la pesca ("Il ritorno dalla pesca" del 1894), il lavoro manuale ("Cucendo la vela" del 1896) e la ritrattistica.
La sua sensibilità e la capacità di richiamare con il colore i dettagli di ogni singola scena che dipinge lo rendono un pittore unico. I premi che vince finalmente richiamano l'attenzione su Sorolla degli addetti ai lavori e dei collezionisti e la sua carriera raggiunge l'apice. Ma proprio questo successo gli permette di capire che è distante da ciò che realmente vuole dipingere.
Negli anni successivi la sua pittura cambia avvicinandosi a quella di Velasquez che lui amava e considerava il più grande pittore di tutti i tempi. Dipinge "La mia famiglia" del 1901 che, forse, trova ispirazione da "Las meninas", e realizza "Nudo di donna" del 1902 che riprende alcuni spunti dalla "Venere allo specchio".
Raggiunge la maturità e finalmente si sente realizzato, dichiara che per anni aveva cercato un ideale di pittura che solo aveva intravisto ma che adesso, liberato dagli obblighi di una pittura convenzionale, può dipingere solo ciò che vede e sente. E i quadri successivi sono straordinari: "La convalescenza di mia figlia" del 1909, il già citato "Bambini sulla spiaggia" dove l'energia del sole e la luminescenza del mare sembrano in costante movimento come se il quadro fosse sempre vivo.
Allestisce mostre personali in Europa e in America, la sua produzione è copiosissima e molte opere vengono vendute durante le esposizioni. Molti pittori studiano la sua tecnica e soprattutto nella personale di Parigi del 1906 ottiene la consacrazione, è un pittore affermato a livello internazionale. Nel 1908 espone a Londra e riceve, oltre al successo, anche la proposta di esporre a New York, all'Hispanic Society of America, una proposta importantissima che richiama una grande affluenza di pubblico.
Gli vengono proposte altre mostre per il 1911 e Sorolla, libero da schemi, realizza una grande quantità di quadri, soprattutto legati la tema del mare. Questo gradino della sua carriera si trasforma in una grande opportunità perché la Hispanic Society gli propone un ciclo decorativo "Visione della Spagna" che contempla innumerevoli quadri rappresentativi della Penisola Iberica. Un lavoro monumentale che occupa Sorolla per molti anni. Il lavoro comporta 8 anni di attività: dal 1912 al 1920. In questo periodo, questo insieme ad altri quadri, minano la sua salute, Sorolla non riesce a controllare il suo stato emotivo quando dipinge e non essendo più un ragazzo il suo fisico non riesce a reggere i ritmi che gli impone l'attività pittorica.
Finito il lavoro per l'Hispanic Society i medici gli consigliarono di riposarsi per un po' di tempo ma Sorolla rifiuta e continua a dipingere fino al 20 giugno del 1920 quando lavorando sul ritratto della "Signora Perez de Ayala" si sente male, viene colpito da un ictus e malgrado il suo tentativo disperato di completare il quadro si rende conto che non può più continuare. La sua carriera si interrompe e il suo dolore di non poter più dipingere è immenso.
Joaquín Sorolla muore tre anni dopo a Cercedilla, all'età di 60 anni il 10 agosto del 1923, circondato dall'amore dei suoi familiari e della moglie Clotilde, sempre al suo fianco.
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