Martin Buber
Biografia • Convivenze possibili
Martin Buber nasce a Vienna l'8 febbraio 1878. Dopo la separazione dei genitori viene affidato ai nonni che si trovano a Lemberg, in Galizia, dove subisce il forte influsso del nonno Solomon, studioso della tradizione midrashica; sempre a Lemberg viene a conoscenza del movimento mistico-popolare del chassidismo, movimento religioso ebraico che nel XVIII secolo si sviluppò tra Ucraina e Polonia.
Buber sin da giovane si avvicina ai testi di Pascal, Nietzsche e Kierkegaard. All'età di vent'anni aderisce al movimento sionista, fondato da Herzl, ma l'anno seguente come delegato al III Congresso Sionista di Basilea, tiene una relazione dove dalle posizioni di Herzl, propone un sionismo come "educazione".
Per Buber il sionismo è ansia di conoscenza delle proprie radici, consapevolezza di una profonda identità ebraica in grado di aprire l'ebreo all'impegno e al confronto nel mondo. E la sua idea politica è stata quella per cui gli ebrei avrebbero dovuto costituire una comunità nella forma di insediamenti ebraici in Palestina, che scegliessero come propria norma il dialogo e che contribuissero assieme agli arabi a trasformare la madrepatria comune in una repubblica dove i popoli avessero la possibilità di libero sviluppo.
Buber per circa quarant'anni lavora alla traduzione della Bibbia in tedesco, con l'idea che questo lavoro possa essere esempio di un possibile dialogo fra cultura tedesca e tradizione ebraica.
Buber, filosofo ebreo tedesco, diviene professore di religione ed etica ebraica all'Università di Francoforte, ruolo che ricopre dal 1925 al 1933.
Dopo la salita al potere di Hitler, nel 1938 si stabilisce a Gerusalemme, in Palestina, dove gli viene offerta una cattedra di antropologia e sociologia. Continua a lavorare alla traduzione della Bibbia e nel 1946 pubblica "Vie dell'Utopia".
Al termine della Seconda guerra mondiale intraprende un giro di conferenze in Europa e negli Stati Uniti. Nel 1951 riceve il premio Goethe dall'Università di Amburgo; nel 1958 muore la moglie Paula e riceve il Premio Israele; nel 1963 gli viene conferito il premio Erasmus ad Amsterdam.
Muore il 13 giugno 1965 nella propria abitazione di Talbiyeh, a Gerusalemme.
Opere principali:
- Israele : un popolo e un paese, Milano 1964
- Sette discorsi sull'ebraismo, Assisi-Roma 1976
- Il problema dell'uomo, LDC, Leumann (Torino) 1983
- Confessioni estatiche, Adelphi 1987
- I racconti dei Chassidim, Milano 1988
- Il Cammino dell'Uomo, Qiqajon, Torino 1990
- L'eclissi di Dio, Mondadori, Milano 1990
- La leggenda del Baal-Shem, Milano 1995
- Due tipi di fede: fede ebraica e fede cristiana, Cinisello Balsamo, San Paolo 1995
- Il principio dialogico e altri saggi, Cinisello Balsamo 1997
- Le storie di Rabbi Nachman, Milano 1999
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