Walter Benjamin
Biografia • La negazione dell'ordine
Walter Bendix Schönflies Benjamin nasce a Berlino, nel quartiere di Charlottenburg, il 15 luglio 1892. La sua è una famiglia di origine ebraiche: il padre Emil è un antiquario e mercante d'arte, mentre la madre Paula Schönflies, proveniva da una famiglia dell'alta borghesia di commercianti.
Fratelli minori di Walter saranno Dora, la quale morirà a Zurigo nel 1946, e Georg, futuro dirigente del Partito Comunista Tedesco, il quale morirà nel campo di concentramento di Mauthausen nel 1942.
Dei suoi primi anni rimane il visionario scritto autobiografico degli anni '30 "Infanzia berlinese intorno al millenovecento". Dal 1905 per due anni si reca al "Landerziehungsheim" in Turingia, dove fa esperienza del nuovo modello educativo impartito da Gustav Wyneken, il teorico della Jugendbewegung, il movimento giovanile di cui Walter Benjamin farà parte fino alla scoppio della Prima guerra mondiale.
Torna a Berlino nel 1907 dove conclude gli studi secondari cinque anni più tardi. Proprio nel 1912 inizia a scrivere per la rivista "Der Anfang", influenzata dalle idee di Wyneken. Dall'università di Berlino si trasferisce a quella di Friburgo: qui segue le lezioni di Rickert e stringe un forte sodalizio con il poeta Fritz Heinle, che morirà suicida due anni dopo.
Benjamin viene risparmiato dall'arruolamento dopo l'inizio della guerra e rompe con Wyneken, che aveva aderito con entusiasmo al conflitto. Si trasferisce quindi a Monaco, dove nel 1915 segue i corsi del fenomenologo Moritz Geiger; qui conosce tra gli altri Gerschom Scholem, con cui instaura una profonda amicizia che durerà fino alla morte.
Nel 1916 conosce Dora Kellner che l'anno seguente diventerà sua moglie. Dalla coppia nasce Stefan Benjamin nel 1918, quando la coppia si è ormai trasferita a Berna. Nella città della Svizzera tedesca, Walter Benjamin è conosciuto come autore di importanti saggi, e qui consegue una laurea in filosofia con Herbertz, discutendo una tesi sul "Concetto di critica d'arte nel Romanticismo tedesco". La sua tesi viene tirata in un migliaio di copie restando però invenduta, finendo in cenere nell'incendio di un magazzino.
Conosce poi Ernst Bloch, con il quale avrà fino alla fine un rapporto controverso, tra entusiasmi e insofferenza.
Torna in Germania, a Berlino, nel 1920 dove progetta senza successo la rivista "Angelus Novus"; scrive "Per la critica della violenza" e traduce Baudelaire. Nel 1923 conosce il giovane Theodor W. Adorno. Il matrimonio di Benjamin entra in crisi e nel 1924, durante un lungo soggiorno a Capri, conosce e s'innamora di un'altra donna, Asja Lacis, una rivoluzionaria lettone che lo induce ad avvicinarsi al marxismo.
Benjamin pubblica un saggio su "Le affinità elettive" per la rivista di Hugo von Hoffmanstahl. L'università di Francoforte respinge nel 1925 la sua domanda di abilitazione all'insegnamento accademico, accompagnata dallo scritto sull'"Origine del dramma barocco tedesco", pubblicato tre anni dopo, insieme agli aforismi di "Strada a senso unico".
In questi anni Benjamin riesce a mantenersi economicamente grazie alla sua attività di critico e recensore per la "Literarische Welt". È inoltre traduttore di Proust (assieme a Franz Hessel); viaggia tra Parigi e Mosca, cominciando a maturare il progetto - destinato tuttavia a rimanere incompiuto - di un'opera sulla Parigi del XIX secolo (il cosiddetto Passagenwerk).
Nel 1929 stringe un profondo rapporto con Brecht, che negli anni Trenta, dopo l'avvento del Terzo Reich, lo ospita a più riprese nella sua casa in Danimarca. Il 1933 è l'anno che segna la definitiva separazione di Benjamin dalla Germania. Esule a Parigi, trascorre comunque lunghi periodi tra Ibiza, Sanremo e Svendborg. Nonostante riesca a far pubblicare un suo saggio su Franz Kafka, le sue condizioni economiche si fanno sempre più precarie.
Tra il 1938 e il 1939 lavora ancora sui testi di Baudelaire, ma lo scoppio della Seconda guerra mondiale lo induce a scrivere di getto il suo ultimo testo, le tesi "Sul concetto di storia". Benjamin viene internato nel campo di prigionia di Nevers in quanto cittadino tedesco: sarà rilasciato tre mesi dopo. Abbandona tardivamente Parigi e cerca di ottenere un visto per gli Stati Uniti. Nel 1940 viene bloccato alla frontiera spagnola, a Portbou, dalla polizia e nella notte tra il 26 e il 27 settembre si toglie la vita con una overdose di morfina. Ai suoi compagni di viaggio verrà concesso di passare il confine il giorno seguente.
Le tasche di Benjamin vengono svuotate e il suo corpo calato in una fossa. Dopo cinque anni verrà buttato in una fossa comune. Quando la filosofa Hannah Arendt va a cercare le spoglie dell'amico, trova solo le posizioni imbarazzate da parte degli spagnoli. Oggi la città di Portbou ha dedicato a a Walter Benjamin un monumento straordinario, con una serie di scalini scavati a picco sul mare (dall'artista israeliano Dani Karavan), con un'epigrafe tratta da "Das Passagen-Werk" (Passaggi) di Benjamin: "È più arduo onorare la memoria dei senzanome che non delle grandi personalità. La costruzione storica è devota a dar memoria ai senzanome".
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