Messaggi e commenti per Massimo Gramellini - pagina 2

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Biografieonline non ha contatti diretti con Massimo Gramellini. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Massimo Gramellini.

Domenica 10 aprile 2022 11:13:11

Commento su Alessandro Orsini


Gentile Massimo, grazie di poter leggere il suo Caffè sul Corriere in particolare su Orsini che CONDIVIDO. Sarei curioso di sapere cosa ne pensano i suoi alunni a scuola e perché gestionale tanto. La differenza con lei che parla alle persone e Orsini che parla per ASCOLTARSI e dirsi QUANTO SONO BRAVO. APPREZZO LEI anche in TV continui così grazie. Tito

Giovedì 7 aprile 2022 13:52:53

"Ce risemo" ispirata a "La ninna-nanna de la guerra"


Caro Massimo, seguo sempre "Le parole della settimana, vorrei fare bei sogni ma non ci riesco. Di notte ho scritto una composizione ispirata al testo in oggetto, un sonetto scritto dal Poeta a ottobre 1914. Purtroppo nulla cambia!
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi e se può essere pubblicata. Grazie e buona giornata.
Massimo Pierozzi

“Ce risemo”

Ce risemo pupo bello!
Nun finisce sto’ macello,
nun finiscono li guai
che se dormi nun vedrai.
I Sovrani, sempre quelli
còr pensiero a lì quatrini,
sono sempre più assassini
che riducono a brandelli
case, chiese, aspettative,
sogni, affetti, prospettive.

Fai la ninna stai co’ mamma,
che da’ svejo è tutto ‘n dramma.
Uno ha fatto un’invasione
co’ le bombe e cor cannone
a un popolo vicino
un po’ fratello un po’cugino.

Avanza e spara co’ i fucili
facendo vittime civili.
Lancia missili, granate,
tante vittime i bambini
nelle culle, nei lettini
dentro ‘e case devastate.
Nun je importa se so’anziani,
se malati, se so’ mamme,
trasformati dalle fiamme
in lapilli vesuviani.

Sto’ Sovrano criminale
sa benone che la guera,
sia per mare che per tera,
mette in mostra l’arsenale
delle armi la potenza
pe’ stroncà la resistenza.

Però in patria, questa guera,
che ‘n se sente e nun se vede,
c’ha l’appoggio della fede!
Lui bonifica la tera
estirpando mele marce
cor martello e co’ la farce.
Così rincara le risorse
dei suoi fidi portaborse,
rivendendo l’energia
detto fatto e così sia.

Ce risemo pupo bello!
Li rapporti personali
nun saranno più cordiali,
nun saranno come prima
l’amicizia e quella stima
con la “pace” e cor cervello.

Quante vittime ner monno!
Un pianeta a tutto tonno,
mezzo azzuro, mezzo nero,
mezzo farso, mezzo vero,
mezzo chiaro, mezzo scuro
maltrattato di sicuro!
Ce risemo pupo bello,
se te svegli sentirai
er seguente ritornello
che se vuoi poi canterai:

“ Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vo^ la zinna:
dormi, dormi, cocco bello,
…”

Massimo Pierozzi

Mercoledì 30 marzo 2022 09:25:00

Profughi Ucraini in ospedale Bambin Gesù di Roma


Salve Signor Massimo, sono un abbonato al CdS e leggo sempre con grande piacere i suoi caffè. Le volevo fare partecipe di un piccolo episodio della mia vita di volontario presso l'ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma.
Cordiali Saluti.
Leo.

Mi chiamo L. sono un volontario ospedaliero presso l'ospedale Bambin Gesù di Roma. Con altri volontari siamo sempre più spesso impegnati ad aiutare piccoli pazienti Ucraini in genere accompagnati dalle loro mamme. Con F., un'altra volontaria, dobbiamo oggi trasferire pazienti e mamme dall'ospedale alla struttura che li accoglie.
Saliamo ad oncologia al terzo piano per recuperare 2 mamme e 2 ragazzine. Ci aspettano V. e A. con le rispettive mamme. Con un po' di difficoltà, ma con l'aiuto di App e traduttore riusciamo a capirci a vicenda. Mancano però i fogli di dismissione necessari per portare le ragazze fuori dall'ospedale. F. porta le 2 mamme dalla caposala mentre rimango con le due ragazzine. A. sovrappeso senza capelli su una sedia a rotelle mi da le spalle. Si strofina le mani in silenzio. V. seduta al mio fianco è magrissima ed emaciata con un caldo cappello calato in testa. Tiene distrattamente uno smartphone in mano. Con l'aiuto di Google chiedo la loro età e da dove vengono. Mi risponde V. con le mani: 11 anni lei e 14 a no A.. I nomi delle loro città di provenienza mi sono totalmente sconosciuti. Si instaura un silenzio. A. continua a stroffinarsi le mani con lo sguardo fisso davanti a se mentre noto che V. mi guarda sott'occhi e maneggia svogliatamente lo smartphone. Dopo poco me lo gira e leggo la traduzione della sua domanda: 'quanto dista da qui il mare? '
Senza pensarci tanto con le dita segno un 4 e uno 0. Prontamente per conferma lei scrive 40 km. Le mostro una foto del mare di Ostia. I suoi tristi occhi grigi si colorano di azzurro con un piccolo e debole sorriso.
Passa un minuto e vedo che Valeria sta pensando ad un altra domanda, mi guarda di nuovo con lo sguardo basso e sta per scrivere una nuova richiesta quando ecco che tornano F. con le 2 mamme. Dobbiamo andare.
A casa ripenso a V.. Una breve ricerca su internet conferma che Ostia dista 30 km da Roma e non 40. Mi rammarico di aver allontanato di 10 km il mare per questa bambina e mi chiedo, quale altra domanda aveva per me?

Lunedì 28 marzo 2022 19:16:12

Ma i bambini lo guardano?


Gentile Dott. Gramellini,
Mi riferisco al suo "caffè" del 26/3.
Intanto La ringrazio per avermi ricordato un tempo in cui "si andava allo stadio almeno due volte al mese e si giocava a pallone tutti i giorni".
Appartengo infatti a quella generazione di ragazzi cresciuti a pane e pallone, un pallone fatto di interminabili partite in ogni angolo, vicolo o piazza o cortile, che tanto qualunque cosa andava bene. Partite con delle scarpe o dei sassi al posto dei pali e che finivano alla sera, quando il pallone non si vedeva quasi più, i quando tua madre veniva a prelevarti con la forza.
L'importante non era giocare nel campo regolamentare, o avere le scarpe o il completo ultimo tipo, l'importante era stare insieme e sognare, perché no, di emulare i campioni che vedevi in TV.
Appartengo alla generazione che ha visto, da ragazzino, quell' incredibile ed indimenticabile '82.
Oltre al pallone di cuoio e quello di plastica, da Lei evocati, c'era anche quello fatto con la carta dei giornali, ben arrotolata, che magari tornava utile per qualche calcio da tirare nel corridoio di casa cercando, non sempre ci si riusciva, di non rompere niente. E anche li', tanti calci, ma soprattutto tanti sogni.
In secondo luogo, mi ha colpito la sua frase "Il calcio di oggi è una bolla di denaro, poggiata sul nulla". Beh... forse è proprio questo che il calcio di oggi deve riscoprire, quella spontaneità e genuinità. Oggi, non vedo ragazzi giocare per strada da non so' più quanti anni. Oggi i ragazzi giocano a FIFA, o se fanno del calcio giocato, devono spesso fare i conti con dei genitori che si aspettano che diventino necessariamente dei fenomeni.
In ultimo, vorrei condividere con Lei una riflessione sulla vergogna dello spogliatoio dello stadio di Palermo, lasciato dalla nostra amatissima nazionale, dai nostri beniamini, in condizioni disastrose.
Davvero non c'è stato un dirigente capace di entrare nello spogliatoio ed evitare alla nostra nazionale quest'altra vergogna, dopo quella consumatasi sul campo?
La ringrazio per l'attenzione che mi dedicherà.

Domenica 27 marzo 2022 19:16:38

Personaggi e comunicazione loro malattia


Gentile Dott. Gramellini, leggo sempre sul Corriere i suoi articoli e mi complimento.
L'altra sera ho seguito la trasmissione "Parole" e in quella occasione Lei ed i suoi ospiti vi siete dichiarati favorevoli all'iniziativa di Fedez, e di altri noti personaggi pubblici, nel voler comunicare i loro problemi fisici. Lei ed i suoi ospiti avete tra le altre cose detto che era molto importante far capire quanto fosse determinante la prevenzione.
A tale proposito le pongo questa domanda.
In Italia circa l'80% delle persone non guadagna in media molto più di mille euro al mese, senza contare i pensionati, che in molti casi sognano questa cifra.
Lei non crede che far passare il messaggio che in pratica la prevenzione può salvare la vita sia un grosso dolore per la maggioranza degli italiani. Mi spiego meglio, i vari Fedez, Briatore, Berlusconi e via dicendo, certamente possono permettersi delle regolari visite di controllo, ma se pensiamo che un chek up non costi meno di 2000/3000 euro oppure una cura dentistica complessa migliaia di euro, noi passiamo il messaggio che purtroppo la maggioranza degli italiani, morti per le più svariate malattie, se avessero avuto le possibilità economiche di questi personaggi, sarebbero forse ancora vivi.
Penso agli insegnanti, agli operai, ai netturbini, ai commessi e alle commesse e a tutte le altre categorie (pensionati) che in pratica si sentono dire in continuazione durante queste trasmissioni che la prevenzione salva la vita, e di conseguenza loro sanno che questa opportunità non potranno mai averla, ne per loro, ne per i loro genitori, fratelli, amici ecc. ecc,
Mi chiedo lei metterebbe a rischio il suo lavoro in Rai o al Corriere se dicesse pubblicamente che tutti i Cittadini dovrebbero potersi controllare periodicamente con dei chek up e via dicendo a spese della Sanità Pubblica.
Mi viene in mente Malgioglio che la settimana scorsa in tv raccontò che durante uno di questi controlli di routine si è sentito dire dal suo medico di avere un neo che se non operato subito lo avrebbe portato alla fine.
La ringrazio.
P. S. Molte persone a cui ho fatto questo discorso mi hanno detto che io sogno ad occhia aperti, e che il mondo sarà sempre così, anche per la salute quello che conta sono i soldi.
Dolfi Diwald cell: 336-------

Venerdì 18 marzo 2022 18:28:06

Un sentito ringraziamento a Giuseppe


Quello che ho percepito leggendo il testo che le ha inviato "Pippo" è sulla mia stessa lunghezza d'onda. Non aggiungo nulle se non che quello che mi appare, di tutta la vicenda russo-ucraina. è un velato scontro tra il concetto di autocrazia e il concetto di democrazia.
Grazie Giuseppe, hai saputo esprimere pochi ma efficacissimi pensieri.
Mauro

Venerdì 18 marzo 2022 16:32:24

Guerra in Russia


Preg. mo Dott. Gramellini,
Mi permetto, da uomo della strada, qualche riflessione su questa inaspettata guerra (Si, la guerra, nel 2022, in Europa) che, da ormai oltre 20 giorni, ha sconvolto la vita degli Ucraini prima di tutto, ma io penso anche dell'Occidente e forse, in ultima analisi, della Russia stessa, Paese che ha iniziato le ostilità.

Le cronache provenienti dall'Ucraina, ma anche i tanti commenti a cui assistiamo attraverso i media, ci consegnano, a mio modestissimo avviso, l'immagine di un dittatore sempre più incattivito e, dice qualche osservatore, in cerca di una exit strategy (speriamo sia davvero cosi).

"L'operazione speciale" sembrerebbe non andare cosi come la si era prevista. L'esercito russo, forse non cosi ammodernato e al passo con i tempi, non riesce a sfondare, non riesce a vincere la resistenza di un popolo fiero e pronto a tutto per difendere la propria terra e la propria identità. Qui non si sente parlare di armi intelligenti, di attacchi mirati, al contrario sembrerebbe che il disappunto, per il fatto che le cose non vanno come preventivato, si tramuta poi in attacchi indiscriminati contro ospedali, scuole con bambini, obiettivi civili.

A proposito di questi paesi ricadenti nell'ex URSS, ho sempre pensato, io che comincio ad avere qualche anno in più e la guerra fredda me la ricordo, che evidentemente in questi Paesi c'è sempre stato un forte sentimento nazionale che appena ha avuto modo di esprimersi, alla caduta del muro, è tornato a farsi sentire.

Dunque oggi non si può chiedere agli Ucraini di rinunciare alla propria identità, magari facendosi dettare una nuova Costituzione direttamente da Putin o dai suoi più stretti collaboratori, o accettando un governo fantoccio che risponda direttamente al dittatore russo. Questa è una popolazione dura ed orgogliosa che per 70 anni ha dovuto reprimere un sentimento nazionale, ma che, successivamente, ha assaporato una cosa che si chiama semplicemente "libertà" e quando la assaggi non puoi più farne a meno. Noi Italiani, che siamo il Paese della Resistenza dovremmo ricordarcene.

Un altro punto. Putin, sul terreno della comunicazione, sta perdendo, da ogni punto di vista, il confronto con Zelensky. Quest'ultimo, forse perché è un ex attore, sta facendo un ottimo uso della comunicazione. Ha cominciato rinunciando fin dal primo giorno alla giacca e cravatta da Presidente, e presentandosi, insieme al suo entourage, con la maglietta o la tuta mimetica da combattente, non ha lasciato il Paese, ha rifiutato in tal senso anche un aiuto dall'Occidente, e si sta accreditando, agli occhi della sua gente, ma anche della comunità internazionale, e agli occhi dello stesso Putin, che ricordiamo ha indicato l'uccisione di Zelensky come uno degli obiettivi principali, come un leader in grado di guidare il suo Paese in questa difficile ora della prova.

Un ultimo punto. Tanti in questi giorni sono bravissimi e attentissimi, anche sui social, a sottolineare gli errore dell'UE, degli USA e del mondo occidentale in generale, citando in particolare delle informazioni a cui, è vero, non sempre l'informazione prevalente ha dato il giusto peso (8 anni di guerra in Donbass, presunte o vere nefandezze compiute dagli Ucraini, politica espansionistica della Nato/Usa anche nei paesi più vicini alla Russia).

Tutto questo non giustifica i fatti di questi giorni! C'è un aggressore e c'è un aggredito!

Che Putin fosse un dittatore e che avesse delle ambizioni imperialiste, questo lo si sapeva. Basterebbe citare le note vicende di giornalisti, oppositori, dissidenti vari che hanno pagato, anche con la vita, e pagano giornalmente la loro libertà di pensiero.

Esiste però una linea rossa al di là della quale non si può e non si deve andare. oggi quella linea rossa è stata superata in maniera irreversibile.

Come se ne esce, non ho certo la presunzione di poterlo dire io, ringrazio soltanto chi avrà la pazienza di leggere.

Senza pretese.

Pippo

Mercoledì 16 marzo 2022 08:26:09

Nelle piazze piene non c'è soltanto il dittatore che parla


Carissimo Massimo, ma verrebbe voglia di chiamarti Padre Mariano perché, come l'indimenticabile frate cappuccino, sai parlare alla coscienza delle persone, ti chiederei di scrivere un articolo sul fatto che esiste non solo la responsabilità dei dittatori, ma anche quella delle persone che, riempiendo le piazze come folla plaudente, diventano praticamente complici del dittatore di turno.

Martedì 15 marzo 2022 16:29:17

Un passaggio dall’Ucraina a Napoli


Un passaggio dall’ Ucraina a Napoli: Un messaggio per la Pace

Iniziativa di sostegno alla popolazione ucraina

Breve storia de [[IL BUS DELLA SOLIDARIETA’]]

Il veloce peggioramento degli eventi bellici, la drammaticità delle immagini diffuse dai media e le notizie sempre più inquietanti dai fronti di guerra, hanno scosso le coscienze di tutta l’umanità.
Cercare le “parole” per descrive quanto sta sconvolgendo l’Europa e il mondo intero può essere un esercizio improduttivo se non è accompagnato da una riflessione etica, profonda, soprattutto nei bambini e negli adolescenti.
Quindi, nelle persone di buona volontà… diventa impellente inventare dei “gesti concreti” per dare vero significato alla parola [[PACE]]
Un atto irrinunciabile per genitori, educatori, docenti, persone di scuola, per affermare, tutti insieme, pragmaticamente i valori di Libertà e di Amore che non potranno mai cadere sotto i colpi delle armi da fuoco.

Ecco l’iniziativa intrapresa dalla grande Comunità Educante
della Scuola dell’Infanzia e Primaria Statale “L. Vanvitelli” di Napoli:

Dopo aver accolto le ansie, il grido di dolore, la preoccupazione dei piccoli scolari, impauriti dalle notizie della guerra in Ucraina, ci si è mobilitati con riflessioni di gruppo, con spiegazioni da parte degli insegnanti, con disegni, bandiere arcobaleno, e attraverso la partecipazione alle numerose manifestazioni Pro-Pace del territorio.

Ma sono stati i bambini stessi a proporre di fare qualcosa di più.
Qualcosa di più concreto.

Così, tutti insieme, insieme alle famiglie, ai nostri amici, ai nostri conoscenti, abbiamo voluto raccogliere dei fondi, spontaneamente.
I primi sono state le monetine delle paghette settimanali dei bambini stessi, da 1, 2 euro, i loro regalini in soldi dei nonni, degli zii, per i loro compleanni, accompagnati da letterine amorevoli e colorate, destinate ai bambini ucraini.
Poi hanno fatto seguito contributi più consistenti dei tanti sostenitori che hanno creduto nell’iniziativa.
Nella visione visionaria di una Preside, (la sottoscritta) che ha dedicato ogni energia alla formazione delle nuove generazioni.

Cosi … è iniziato il viaggio di un Autobus da GranTURISMO che è arrivato fino in Polonia, e all’andata ha trasportato medicinali e presidi sanitari dei Centri di Raccolta e che al ritorno ha accompagnato a Napoli, madri e bambini ucraini, che hanno ricevuto una prima accoglienza nelle strutture sanitarie individuate dal Comune di Napoli, dalla ASL Napoli 1 Centro, dalla Prefettura, per essere successivamente ospitati presso parenti, amici e famiglie resesi disponibili attraverso i canali dell’ Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Napoli.

Il Bus della Solidarietà è partito da Napoli, nella notte tra venerdi 11 e sabato 12 marzo.
All’alba di Domenica 12 aveva a bordo 19 mamme e 21 bambini, che da Leopoli hanno raggiunto la stazione polacca di Przemysl, giusto venti minuti prima che fosse bombardato il corridoio di accesso alla Polonia.
Il Pullman della solidarietà ha ripercorso al ritorno, i circa 2.000 chilometri di distanza per arrivare Lunedi 15 marzo, di pomeriggio direttamente presso l’HUB Vaccinale più grande della città, sito all’interno della Mostra d’Oltremare, dove sono state esperite le prime procedure sanitario-burocratiche, a cura del personale medico ed infermieristico gestito dal Direttore Generale, dott. Ciro Verdoliva.
A seguire, si è provveduto ad una sistemazione in un Hotel Residence, annesso all’Ospedale del Mare.
Cosi Joanna, Katrina, Holga Alina, Tatiana e le altre e i loro splendidi bambini: Anastasia; Dimitry; Roman; Mark… hanno potuto finalmente ristorarsi e riposare.

A seguire poi, ciascun nucleo familiare, ha potuto raggiungere i propri parenti, gli amici, le famiglie che li hanno accolti, nelle diverse città e nei comuni limitrofi, in particolare quelli vesuviani.

Certo, l’iniziativa è simile a quella di tanti altri.
Ma si distingue da ogni altra.

E si distingue per il valore formativo ed educativo che ha assunto sin dall’inizio.
Per una importante Società Sportiva affermata nel mondo del calcio, è sicuramente più facile distogliere un po’ delle ingenti risorse disponibili, per fare la stessa cosa, percorrendo anche meno chilometri. (e comunque ben venga che sia stata fatta), ma il valore aggiunto che ha assunto la stessa azione, partendo dal basso, dalle monetine di ogni bambino, e con le enormi difficoltà burocratiche che è stato necessario superare, è incommensurabile.

Solo con gli esempi concreti ed incisivi si può spiegare ai nostri figli, come contrastare odio e violenza e si può veramente educare alla Convivenza Civile, che è presupposto di ogni Pace, da quella di una famiglia, a quella di un Paese, a quella del Mondo intero.

[[ Tutti parlano di pace ma nessuno educa alla pace. A questo mondo si educa per la competizione, e la competizione è l’inizio di ogni guerra. Quando si educherà per la cooperazione e per offrirci l’un l’altro solidarietà, quel giorno si starà educando per la PACE]]
Così scriveva (e praticava), la grande M. Montessori.

Per la realizzazione del progetto [[ll bus della solidarietà]] hanno contribuito, insieme ai tantissimi sostenitori:
-la ASL Napoli1 Centro con personale e strutture;
-L’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Napoli;
-l’associazione di volontari “SOS Vesuviana” con Stephan;
-l’Agenzia Turistica ScoopTravel -Tour Operator- da cui è partita la raccolta dei fondi;
-la Ditta Della Penna, che ha messo a disposizione autisti generosi e affidabili che non si sono risparmiati e hanno guidato “con amore”;
-la Ditta Vegezio Ristorazione, che ha offerto i cestini da viaggio;
insieme a tutte le persone di buona volontà che hanno finanziato e realizzato l’iniziativa.

Ma anche le buone azioni sono contagiose, non solo i virus, e cosi… sta iniziando anche un secondo giro … di Bus… l’iniziativa continuerà e siamo pronti a ripartire, per portare in sicurezza, lontano dalle bombe, altre mamme e altri bambini, che si spera possano al più presto riappropriarsi della propria vita.
Mentre numerose sono le disponibilità ad accogliere nuclei familiari ucraini, presso le proprie abitazioni.

Questo entusiasmo, che ha alimentato il desiderio di fare ancora… di donare di più… ci ha convinti che sia giusto diffondere, a-posteriori, l’iniziativa, affinché sia da spunto per tante altre, che potranno essere messe in atto, nonostante inizialmente, e volutamente, non si sia voluto coinvolgere stampa e tv, per tutelare la privacy dei nostri fratelli ucraini e per scongiurare controproducenti “spettacolarizzazioni”.

Cordiali saluti
Ida Francioni
Dirigente Scolastico
36° Circolo Didattico di Napoli 348-------

Martedì 15 marzo 2022 10:43:56

La situazione è più complessa


Buongiorno Sig. Gramellini, mi ha sorpreso il suo sorprendersi del professore Orsini che dice “La situazione è più complessa”. Se lei fosse statunitense capirei una sua visione del mondo semplificata nel quale ci sono solo i buoni ed i cattivi. Colpevoli ed innocenti.
C’è sicuramente la responsabilità principale dell’aggressore Russo, ma ritengo molto rilevante la co-responsabilità dele democrazie occidentali che hanno permesso che si creassero le condizioni, e che poi non è state in grado di prevedere e gestire la situazione perché una tale aggressione militare succedesse.
Ci sono sempre i colpevoli, ma i complici, anche involontari (e non lo sono sempre), hanno le loro, a volte gravissime, responsabilità.
Un parallelismo può essere fatto anche con Hitler, il male assoluto. Allora le dinamiche che lo hanno portato al potere, prima, ed il fatto che abbia avuto tutto il tempo di armarsi fino ai denti dopo, dipendono molto dalle azioni (e dalle mancate azioni) delle potenze vincitrici della prima guerra mondiale. Se queste fossero state più lungimiranti e capaci forse Hitler non sarebbe mai arrivato al potere, o comunque avrebbero successivamente saputo gestire le dinamiche in corso prevenendo una guerra che ha fatto 70 milioni di morti in pochi anni.
La situazione è effettivamente complessa.

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